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Autore: NiallsUnicorn    05/08/2012    13 recensioni
Per la prima volta nella mia vita ho paura, paura della persona che potrei diventare se uscissi viva da questa arena. Cosa ne rimarrebbe della ragazzina cresciuta nel distretto sette che, oltre ad essere stata allenata per gli hunger games, aveva anche degli amici?
Diventerei una brutale assassina incapace di provare emozioni? Oppure tenterei di affogare il senso di vuoto lasciato dall'omicidio nell'alcool o nella morfamina, come il mentore perennemente ubriaco del distretto dodici o quelli del sei, che si reggono in piedi a stento? Sinceramente delle due opzioni preferisco la prima. Credo sia meglio non provare niente, piuttosto che morire dilaniati dal dolore.
[fanfiction sull'avventura di Johanna Mason nell'arena]
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Johanna Mason
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre,

 

  L'arena.
  

Prendo un respiro profondo e mi passo la mano tra i corti capelli neri, mentre Ondine mi aiuta ad infilare gli indumenti forniti dagli strateghi che indosserò nell'arena. Consistono in una calzamaglia aderente che trattiene il calore ed è impermeabile, o così dice la mia stilista, una cintura con delle tasche adatte per contenere delle armi e in un paio di stivali dalla suola troppo spessa per i miei gusti.
È stata una sofferenza per Ondine tagliarmi i capelli, infatti ogni ciocca che scivolava sul pavimento immacolato è equivalsa ad un piccolo singhiozzo. Una cosa a dir poco idiota, ma a quanto pare nutre un incommensurabile passione per i capelli lunghi.
Mi augura buona fortuna commossa mentre entro nella piccola capsula che mi porterà all'arena e mi massaggio il braccio per l'ultima volta nel punto in cui mi hanno impiantato il cip di localizzazione. La saluto con un breve cenno della mano mentre il piccolo cilindro si chiude, lasciandomi sola con i miei pensieri.
-Non aver paura di uccidere: lì dentro o vinci, o muori.
Respiro forte, e ultime parole di Jonathan rimbombano nella mia mente, prepotenti. Uccidere o essere uccisi, non c'è altra scelta.
La capsula si anima, trasportandomi velocemente verso l'altro, verso la morte di ventitré ragazzi innocenti e forse anche la mia.
Chiudo gli occhi e, quando li riarpro, mi accorgo che la sorte sembra essere a mio favore. Tutti i tributi sono disposti in cerchio, attorno alla cornucopia, la quale è piena armi, viveri e qualche medicina per il primo soccorso. Ci troviamo in una piccola radura, circondata da alberi molto fitti che sembrano fatti apposta per impedire una facile fuga e, mentre li guardo, realizzo che sono molto simili a quelli che si trovano dei boschi del distretto sette, dove lavoriamo per procurarci il legname.
Sono a casa, penso, e un piccolo sorriso si fa strada sulle mie labbra. A quanto pare se n'è accorto anche Drake, perché ha la mia stessa espressione e sembra più deciso che mai a vincere. Ha già un piede puntato verso la cornucopia, esattamente come i favoriti e la temibile Lauren. La ragazza, che si trova a circa otto tributi di distanza da me, mi osserva con aria soddisfatta e sembra quasi che mi stia analizzando.
Non ho il tempo di avanzare altre ipotesi o di dare un'occhiata al resto del gruppo, che un cannone spara, spaventando alcuni dei tributi più giovani.
Io invece non mi faccio cogliere impreparata e corro più veloce che posso verso la foresta, senza nemmeno provare a predere un'arma o del cibo dalla cornucopia. Provarci in questo momento significherebbe morte certa, e io ho intenzione di rimanere viva il più a lungo possibile. Sento delle urla alle mie spalle, un cozzare di lame e delle risate soddisfatte ma non mi volto mai, nonostante abbia la sensazione inquietante di avere gli occhi di Lauren piantati sulla schiena.
Continuo a correre per circa un chilometro e mezzo, dopodiché mi arrampico ansimando su uno dei tanti alberi che mi circondano e aspetto di sentire i passi di qualcuno: se sono fortunata potrei riuscire a sottrargli delle armi. Passo circa tre ore in solitudine e in assoluto silenzio ascoltando i rumori della foresta, prima che il cannone inizi a sparare. Ogni colpo corrisponde ad un tributo morto durante il bagno di sangue della cornucopia; nel frattempo i corvi gracchiano e gli altri uccelli scappano spaventati dal rumore sordo. Il cannone spara nove volte prima di fermarsi e far cadere nuovamente il silenzio, che però è destinato a durare poco.
-Cosa abbiamo?Dice una voce femminile, mentre sento un gruppo di persone avvicinarsi all'albero sul quale mi sono fermata.
-Non molto, a dire la verità.Risponde un ragazzo dai capelli rossi che identifico come uno dei gemelli del distretto quattro. Distretto sette ha presto un'ascia, dei pugnali e la maggior parte della carne; la ragazza del dieci due spade, una cintura con dei coltelli da lancio e tutte le scorte di acqua. Conclude saggiando la potenza del suo nuovo arco.
Edward, il ragazzo del distretto uno, è il più calmo di tutti e continua a tastare il suolo con la punta della sua lancia, spostando alcune foglie marce e bagnate. -Non c'è nessun problema per quanto riguarda l'acqua, guardate il terreno. Dice, facendo abbassare la testa a tutti.
-È umido,risponde un po' schifata la sua compagna di distretto, la ragazzina che lancia i coltelli.
-Esatto. E, visto che non abbiamo ancora trovato una riserva d'acqua nelle vicinanze, direi che qui piove spesso. Lo si capisce anche dalla condizione delle radici. Ribatte Edward, fermandosi ad indicare le radici degli alberi ben visibili ma al contempo incastrate nel terreno, segno che la pioggia è riuscita a scoprirle ma anche ad assicurarle nel fango.
Sorrido sorpresa dell'acume del ragazzo, mentre mi appiattisco su un ramo più spesso degli altri temendo di essere scoperta.
-E direi che anche trovare la carne non sarà un problema, sussurra la ragazza del distretto quattro al fratello e indicandogli un coniglio nascosto tra gli arbusti.
Il ragazzo solleva il suo arco e, con un gesto rapido e silenzioso, lo trafigge da parte a parte con una freccia. Deve avere una buona resistenza e un ottima mira, dato che nonostante abbia una spalla ferita non sembra trovare alcuna difficoltà nel maneggiare la sua arma. La giovane del distretto due solleva l'animale morto per una zampa e lo infila in uno zaino, strappando con forza la freccia e restituendola all'arciere.
 -Andiamo? Dice chiudendo la zip, risoluta. -Andiamo. Ripete Edward, mentre tiro un sospiro di sollievo e i sei favoriti si allontanano senza nemmeno provare a celare le tracce del loro passaggio. L'ultimo a sparire dal mio raggio visivo è il ragazzo del distretto due, il quale avanza lentamente zoppicando a causa di una ferita alla coscia malamente fasciata. Mentre si allontanano scorgo degli hovercraft volare sulla radura, intenti a recuperare i resti dei perdenti.
 
Aspetto ancora qualche ora e poi scendo dal mio albero al tramonto, attirata da dei gemiti di dolore che sembrano provenire da un cespuglio nelle vicinanze. Mi tolgo lentamente gli stivali stando attenta a non fare rumore, dopodiché li nascondo tra le radici e li ricopro di muschio e foglie. Mi muovo lentamente verso la fonte del rumore appiattendomi agli alberi, finché non scorgo la ragazzina del distretto sei seduta tra la foglie vicino ad un cespuglio di bacche rosse. Accanto alle sue gambe ci sono tre frecce sporche di quello che sembra il suo sangue e noto che stringe tra i denti un pezzo della manica della sua tuta, forse per evitare di urlare mentre tenta di estrarre un coltello dalla sua gamba. Guardandola capisco che non potrebbe farmi del male nemmeno volendo, così esco dal folto rivelando la mia presenza e facendola sobbalzare.
-Posa quella freccia, non ti servirà a niente.Dico avvicinandomi ed inginocchiandomi accanto a lei. Con un movimento deciso estraggo il coltello dalla sua gamba e lo rigiro tra le mani, soppesandolo. Lei morde con forza il pezzo di stoffa e lascia andare la freccia che voleva usare contro di me con un riflesso involontario, mentre una lacrima calda le scende solitaria su una guancia.
-Tu sei quella pazza del distretto sette,risponde sputando ciò che teneva tra i denti.
-Eh, già. E adesso, se non ti dispiace, è ora di andare. Sussurro stringendo l'impugnatura del coltello.
Lei rimane interdetta per qualche secondo, poi mi guarda con aria interrogativa.
-Stai dicendo che ora siamo alleate? Ma non ha senso!Dice quasi urlando.
E comunque non riesco a muovermi. Conclude sfiorandosi la profonda ferita sulla gamba e indicandomi i punti dove è stata colpita dalle frecce. Io annuisco, dopodiché mi concedo di spiegarle come stanno realmente le cose.
-Vedi, un alleanza non era esattamente ciò che avevo in mente in questo momento. Continuo a guardare il coltello, mentre un lampo di terrore e comprensione balena nei suoi occhi.-Mi dispiace, se resti ferma sarà rapido e indolore. Sussurro tappandole la bocca con una mano, mentre le lacrime della ragazzina iniziano a scendere copiose. Deglutisce un'ultima volta prima che appoggi delicatamente il coltello sul suo collo e lo affondi velocemente, sentendo il sangue caldo scivolarmi sulle mani. Il corpo della ragazza si rilassa e il cannone spara, segnalando la sua morte.
Saper correre veloce non è bastato a salvarle la vita.
 
Le sfilo una piccola borsina che teneva a tracolla e scopro che contiene un piccolo panetto di pane ed una borraccia vuota. Raccolgo le tre frecce e infilo nella cintura il coltello con il quale le ho tolto la vita, pulendolo sulla sua calzamaglia; inoltre prendo alcune delle bacche di cui si stava cibando e ne raccolgo ancora dal cespuglio accanto al suo corpo, giudicandole commestibili e facendole scivolare nella borsa accanto al pane. Mi guardo attorno un'ultima volta per assicurarmi che nessuno mi stia seguendo e torno all'albero dove ho lasciato gli stivali, giusto in tempo per sentire l'inno di Capitol City e veder comparire in cielo i volti dei tributi che oggi hanno perso la vita.
Le ragazze del distretto tre e cinque, entrambi i tributi del sei e dell'otto, il compagno di distretto di Lauren, la ragazza dell'undici ed entrambi i tributi del distretto dodici.
Siamo già a quota dieci.
Sospiro e mi infilo gli stivali prima di arrampicarmi sull'albero, per riuscire a fare più presa e quindi non scivolare. Una volta raggiunta la giusta altezza, mi fermo e mi concedo un fugace pasto a base di mezzo panino, bacche e corteccia in abbondanza e, una volta terminato, mi accorgo che poche gocce d'acqua stanno iniziando a cadere dal cielo scuro e minaccioso. Mi arrampico fino alla cima dell'albero e incastro la borraccia tra due rami sottili ma, quando la pioggia aumenta, sono costretta a tornare più in basso e a cercare rifugio su uno dei rami più bassi e forti. Mi siedo con la schiena appoggiata al tronco, bevendo l'acqua fresca dalla borraccia a piccoli sorsi.
Nonostante abbia passato anni a prepararmi per questi giochi, non posso fare a meno di pensare di aver  rubato la vita ad una ragazzina innocente, senza averne nessun diritto.
Mi sembra ancora di avere le mani sporche ed appiccicose del suo sangue, anche se l'acqua ha già lavato via tutto. Ma solo esternamente.
Scaccio i sensi di colpa e mi sdraio con cautela facendo attenzione a non scivolare, ma dopo le ore passate ad riposare sugli alberi con gli altri ragazzi del distretto sette, sono sicura che non cadrò.
Mi copro il volto con un braccio e stringo la piccola borsa, mentre le lacrime si mescolano alla pioggia.
 
 



 
My space:
Premessa: sto scrivendo questo my space dopo aver passato una notte praticamente insonne, essermi alzata alle sei del mattino per partire, e reduce da un viaggio di sette ore in macchina. Vi prego di perdonare eventuali stronzate (?) HAHAHAHAHAHA lol.
Bene, vi parlerò rapidamente del capitolo,dopodiché mi rivolgerò direttamente ai miei lettori, quindi leggete tutto, per favore cwc
Innanzitutto sono tipo emozionata (?) perché siamo finalmente entrati nell'arena, cosa che tutti aspettavano con trepidazione (più o meno) (?)
In questo capitolo troviamo una Johanna più fragile, ma non dimentichiamoci che non è ancora diventata la donna che troviamo in "la ragazza di fuoco" e "il canto della rivolta"
È solo una ragazzina come tante costretta ad uccidere, per questo non credo di aver modificato il suo carattere.Ma vedrete questa ragazza evolversi e trasformarsi nella persona che è nei racconti della Collins nel corso della storia, e vedrete che il suo carattere verrà temprato dagli hunger games e dal contatto con una persona speciale nell'arena. #SPOILER. (?)
E adesso... Via con le domande :DD (?)
PRIMA DOMANDA DIRETTA A VOI RIGUARDANTE LA STORIA:
molte di voi (ok, tutte lol.) vogliono che Drake venga ucciso da Johanna e che si levi in fretta dalle scatole, ma non posso accontentare entrambe le richieste. D:
O Drake viene ucciso da Johanna alla fine, (e devo dire che una specie di "derby del distretto sette" mi intriga afcibohtxhvku) (?) oppure ce lo togliamo dalle palle un po' prima, ma Johanna non sarà coinvolta nella sua morte cwc
Scegliete! :D (?)
SECONDA DOMANDA DIRETTA A VOI NON RIGUARDANTE LA STORIA:
@gattapelosa ha avuto un'idea molto carina, e in pratica c'è la possibilità che io e lei iniziamo a scrivere una storia a quattro mani :')
In poche parole ognuna di voi può proporre un personaggio per questa ipotetica arena inventata da noi, e sarà un po' come un gioco di ruolo. Voi ci fornirete dati attinenti a carattere, abilità, vita prima dell'arena e cose simili, se riceveremo qualche consenso inizieremo a scrivere :D (tranquille, spiegherò tutto meglio in seguito)
Però! La storia prende spunto dall'idea di una ragazza, che purtroppo ha deciso di non di non portarla avanti. Nel senso, ha scritto le regole ben tre mesi fa ed aveva ricevuto molti consensi, ma poi non ha più pubblicato niente D: Ne parleremo anche con lei per vedere se è d'accordo prima di iniziare ad immaginare il tutto, giurin giurello (?)
Vi ringrazio per aver letto sia il capitolo che questo sproloquio, davvero :') non so cosa farei senza tutte le mie lettrici che mi esortano a continuare afcubohyfvigf vi amo.
Sono tornata dalle vacanze, quindi ricominceró a postare regolarmente u.u #fuckyeah! (?) A presto *u*
Bascii, medusa c: 
 



   
 
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