INTRO:A volte, quando tutto sembra perduto, l'amore può superare i confini
più impensabili.
Ciao a tutti!
Eh si, siamo arrivati in fondo a questa fiction che si chiuderà col prossimo
capitolo! Nell'attesa,
spero apprezzerete un capitolo teso a risolvere una questioncina rimasta aperta
(Tipo la mia morte??
NdINu - No, veramente si sta parlando del tuo funerale Ndme con ghigno malefico
- Tu non stia dicendo
sul serio!! Baro! NdInu - Mi vuoi sfidare?? Ndme - Anche no... hai la tastiera
dalla parte del man...
ehi, ma la tastiera non ce l'ha un manico!!! NdInu - Ehi, ma lo sai che sei un
genio!! Ndme)
Buona lettura!
Capitolo 35 -OLTRE OGNI SPERANZA… L’AMORE-
A Kagome era crollato il mondo addosso quando, quasi un mese fa, era tornata al
villaggio di Musashi,
riportando il corpo di Inuyasha nella speranza che Sesshomaru compisse il
miracolo e glielo restituisse.
Ancora si ricordava la scena:
FLASHBACK
“Sesshomaru… Sesshomaru!!!” gridò Kagome, mentre entrava nella capanna che il
gruppo aveva occupato da
quando si erano aggiunti alla comitiva Akane, Ranma e, infine, il principe dei
demoni con Rin e Jaken.
“Kagome!!” Sango scattò in piedi, andando ad abbracciarla, intuendo però dalla
reazione dell’amica che
c’era qualcosa che la turbava profondamente.
“Dov’è Sesshomaru??” chiese ai presenti la ragazza del futuro, ignorando
completamente il caloroso
benvenuto ricevuto.
“Credo sia in giro. Forse nel bosco. Cosa è successo divina Kagome??” rispose
Miroku, allarmandosi,
notando l’agitazione della giovane.
Kagome abbassò lo sguardo, tentando di reprimere sul nascere il desiderio di
piangere “Inuyasha…
Inuyasha è... è morto.” mormorò, voltandosi di scatto e uscendo dalla capanna,
mentre piccole stille
salate cominciavano a rigarle il viso, lasciando sbigottiti i compagni di mille
avventure. Kagome corse
via, quasi tentasse di sfuggire al pensiero di ciò che fosse successo e, mentre
tentava di asciugarsi le
lacrime con la manica della divisa, non si accorse che qualcuno le si era parato
d’innanzi, finendogli
inevitabilmente contro.
“Ahio…” protestò la ragazza massaggiandosi la parte lesa nella caduta a terra.
“Che vuoi? perché mi cerchi??” Kagome alzò lo sguardo, scoprendo di essere
finita addosso proprio
all’oggetto della sua ricerca.
“Vieni con me, è importante!!” gli disse, afferrandolo per un polso, cercando
inutilmente di trascinarlo
con lei.
Il demone si divincolò dalla presa di lei senza fatica e dopo un breve ringhio
“Femmina, come osi
toccarmi o darmi degli ordini? Ringrazia che sei la donna di mio fratello,
altrimenti saresti già
passata a miglior vita!” affermò con tono glaciale.
“Stupido!! Si tratta proprio di Inuyasha!! Lui è…” il pianto di Kagome si fece
più intenso , ma lei finì
la frase “È morto! Ti prego… ti prego, riportalo in vita!!”
“Conducimi da lui…” Kagome, guardando Sesshomaru in volto, ebbe la netta
sensazione che quella notizia
avesse turbato persino il glaciale principe dei demoni.
Sesshomaru entrò nella capanna di Kaede, seguito da Kagome che andò a sedersi
vicino al corpo Inuyasha.
Il demone osservò attentamente il fratello disteso in mezzo alla stanza su un
futon e, giratosi verso
l’uscita, affermò con tono apparentemente freddo “Io non posso fare nulla…”
“Co… cosa??” chiese Kagome, sconvolta dall’idea di aver perso per sempre
Inuyasha.
“Sei sorda, femmina? Ho detto che non posso fare nulla!” affermò nuovamente,
voltandosi a guardarla.
Kagome in quel momento scoppiò: Sesshomaru le aveva tolto ogni speranza e
inoltre parlava della morte
del fratello come una cosa che non gli riguardasse. “Sei solo un bastardo!!”
gridò piangendo,
avventandosi su di lui e iniziando a battere i pugni contro la corazza che
proteggeva il petto del
demone “Non te ne frega niente che sia morto!! Era tuo fratello e ti ha persino
salvato la vita!! E tu,
maledetto… tu lo lasci marc…” non poté tuttavia finire, perchè una mano
artigliata si avvinghiò alla sua
gola, lasciandola senza fiato e facendola finire contro il muro della casetta.
“Tu, dannata! Non osare parlarmi in questa maniera!!” sbottò Sesshomaru perdendo
per un istante la calma
che lo caratterizzava “Cosa ne sai di quello che sto provando? Lui è mio
fratello! Tu non puoi capire!”
le ringhiò contro Sesshomaru lasciandola poi andare.
Kagome crollò al suolo distrutta dalle lapidarie parole di quel demone
apparentemente insensibile
persino alla morte di un fratello. Non poté far altro, priva di ogni forza, che
guardarlo dirigersi
verso la porta, portando con sé l’ultima speranza di rivedere Inuyasha.
“Comunque, io non posso fare nulla, perché lui non è ancora morto! Non del
tutto, quantomeno…” affermò
il demone uscendo dalla baracca.
FINE FLASHBACK
Al solo pensiero le veniva ancora male la gola, ma quello che l’aveva colpita
maggiormente era stato
proprio l’atteggiamento del demone nei suoi confronti: l’aveva costantemente
chiamata con
quell’appellativo, femmina, che sembrava voler negare ciò che la legava a
Inuyasha, quasi fosse
un’estranea. In quel momento si era sentita ferita e umiliata. Kagome scosse la
testa, non volendo dare
più di tanto peso alla cosa, preferendo concentrarsi sulle parole sibilline di
Sesshomaru, per le quali
ci volle l’intervento di Totosai e Myoga, per decifrarne il significato e
scoprire, inoltre, quello che
Inuyasha aveva tenuto nascosto a tutti riguardo il Reikokuryuuha. Quelle
scoperte le avevano ridato un
barlume di speranza. Certo, sia Myoga che Totosai le avevano detto che le
possibilità erano comunque
minime, ma lei non era intenzionata ad arrendersi. Rivoleva Inuyasha e sapeva
che lui avrebbe trovato il
modo di tornare da lei. Era sicura che Inuyasha non avrebbe deluso le sue
aspettative.
Il solo pensiero di vivere senza di lui, spezzò ancora una volta la sua volontà
e così, per l’ennesima
notte, come molte, se non tutte da quell’infausto giorno che li aveva separati,
Kagome pianse sul corpo
del mezzo demone chiamandolo disperatamente, chiedendogli di non abbandonarla e
di tornare da lei,
sperando, contro ogni logica, che lui la potesse sentirla e che quelle parole
gli dessero la motivazione
per abbandonare quello stato di morte temporanea.
“Kagome…” la ragazza si destò dal sonno a cui aveva infine ceduto poco prima
dell’alba, voltandosi verso
l’entrata della capanna.
“Sango…” la sterminatrice entrò portando una ciotola con del cibo, dell’acqua e
qualche frutto.
“Ti ho portato il pranzo…” accennò, osservando l’amica sfregarsi leggermente il
dorso delle mani sugli
occhi, segnati dalle occhiaie.
“Grazie, ma in realtà non ho molta fame.” affermò Kagome, tornando a fissare il
volto del mezzo demone.
“Ci sono novità?” chiese titubante Sango, ricevendo un segno di diniego con la
testa da parte dell’amica
“Come va con Miroku, piuttosto?” chiese a sua volta Kagome, ricordandosi del
fatto che i due durante la
permanenza al villaggio, si erano infine dichiarati.
“Be… bene direi! Ogni tanto l’istinto da maniaco torna a farsi vivo, ma non
credo di potermi lamentare.
Dopotutto, quando ho accettato di diventare la sua compagna, sapevo com’era
fatto.” Sango sorrise
nervosamente, un po’ imbarazzata per l’argomento del discorso, ma anche per il
fatto di parlarne proprio
con Kagome che, a differenza di lei, non aveva potuto coronare il suo sogno e,
al contrario, ora
vegliava proprio il corpo privo di vita della persona che amava.
“Vai pure Sango. Torna da Miroku e grazie di tutto!” fu il modo gentile di
Kagome per far capire
all’amica che voleva restare sola a vivere il suo dramma personale.
Mangiò qualcosa, giusto perché sapeva che Inuyasha sarebbe andato in
escandescenza vedendola denutrita e
certo non voleva farlo arrabbiare appena risvegliato. Quella situazione l’aveva
privata, col tempo,
della sua vitalità e ormai poco, per non dire nulla, riusciva ad allontanarla
dal suo amato mezzo
demone, anche solo con la mente. Persino la notizia della sua promozione,
comunicatale da Akane di
ritorno dal presente, non era riuscita ad entusiasmarla: sembrava quasi che le
stessero comunicando
quella di un’estranea.
Kagome si ritrovò a sorridere amaramente a quel pensiero, ricordando quante
volte aveva litigato con
Inuyasha per andare a fare i compiti in classe, solo in funzione di quel tanto
agognato traguardo e,
adesso che il risultato era raggiunto, lei non riusciva nemmeno a gioirne.
“Ti ricordi quella volta che ti chiesi di tornare a casa per un esame e tu
minacciasti di distruggere il
pozzo?” chiese la ragazza rivolta al mezzo demone.
“Ti mandai a terra tante di quelle volte che ti si bloccò la schiena e poi me ne
andai senza dirti
nulla…”
“Quella sera stessa la maschera carnivora attaccò me e Sota per impadronirsi dei
frammenti della sfera e
tu venisti a salvarmi…” si interruppe iniziando a piangere “Sai, quella è stata
la prima volta che notai
quanto tu fossi stupendo…” sorrise cercando di asciugarsi le lacrime.
Kagome aveva passato quelle settimane a rivangare i momenti più belli, ma anche
quelli terribili, della
sua vita affianco a Inuyasha, raccontandoglieli, come si racconta una storia ad
un bambino per farlo
star calmo.
Anche i compagni si erano rassegnati alla sua inamovibilità dal capezzale del
mezzo demone e così a
turno le portavano il pranzo o la cena. Approfittavano di quei momenti per
capire quale aria tirasse ed,
eventualmente, tentare di alleviare le pene della loro amica, cosa peraltro,
praticamente impossibile.
Del resto lei era rimasta l’unica convinta del fatto che presto o tardi Inuyasha
si sarebbe risvegliato
e si infuriava in modo terrificante sentendo solo accennare all’ipotesi che lui
fosse morto
definitivamente: l’ultima volta, ad esempio, le urla della ragazza si erano
potute udire fin dal
limitare del bosco e c’erano volute parecchie ore per riuscire a calmarla.
“Era questo che intendevi quando mi dicesti che dovevo essere forte? Tu sapevi
già come sarebbe finita,
vero? E allora perché… perché l’hai fatto lo stesso?? Perché ti sei dovuto fare
carico di questo
fardello. Sacrificarti per un mondo che nemmeno ti apprezza, anzi ti odia,
lasciandomi da sola…”
“Io… io sto cercando di farmi forza! Sto cercando di tenere duro, ma mi manchi
così tanto, Inuyasha!!”
“Torna da me, Inuyasha… ti prego…” sussurrò infine la ragazza, mentre piangeva
disperata sul corpo di
Inuyasha
Quella capanna era stata il teatro dell’ennesimo pianto disperato di Kagome, ma
dopo molti giorni di
sfoghi in totale solitudine, questa volta c’era stato uno spettatore.
“Non tornerà più, rassegnati: è morto!” la giovane alzò lo sguardo verso la
porta, mettendo a fuoco, con
gli occhi ancora gonfi per il pianto, la figura di Sesshomaru.
“Lui tornerà! Lui tornerà da me!!” urlò, avvinghiandosi d’istinto al corpo
dell’amato, forse temendo il
motivo della visita del demone, l’unico di tutto il gruppo che non si era mai
fatto vedere.
“Non mi interessa cosa pensi, femmina. Lui non tornerà!” ribadì il principe,
entrando nella casupola.
“Cosa vuoi? Cosa sei venuto a fare qui?? Sei venuto a schernirmi ancora? Non ti
basta l’aver infierito
un mese fa?? ”
“Nulla di tutto questo. Sono semplicemente venuto a prendere il corpo di mio
fratello per dargli degna
sepoltura e per dire a te di fartene una ragione e di tornartene nella tua
epoca.”
“No!! Tu non lo toccherai!!” gridò Kagome, avventandosi su Sesshomaru in un
disperato quanto inutile
tentativo di fermarlo, venendo però allontanata con una manata da quest’ultimo.
Superato quell’unico
ostacolo, il demone si diresse verso il corpo di Inuyasha e, afferratolo per un
polso, fece per
trascinarlo via.
“Non capisci? Lui ha l’occasione di essere felice. Se non è ancora tornato è
perché ha deciso di
rimanere dove si trova. Là rincontrerà sua madre e nostro padre, potrà stare con
quella sacerdotessa,
Kikyo e nessuno lo maltratterà più! Perché lui dovrebbe tornare qui a soffrire
nuovamente? solo per un
tuo capriccio??”
“No, non per un capriccio! L’amore che provo per lui non è un capriccio!!” gridò
lei gettandosi sul
corpo del mezzo demone cercando di opporre una qualche resistenza.
“Dimenticalo! È morto!!”
“No! Anche se fosse non potrei mai dimenticarlo, anche se fosse solo una tomba a
ricordarmelo!”
“È per questo che lo seppellirò dove tu non potrai mai arrivare…”
“Perché fai questo?? Mi odi così tanto, Sesshomaru??” domandò Kagome disperata,
non sapendo più che
fare.
“Ti potrà sembrare strano, donna, ma io non ti odio. Ti sto solo costringendo a
fare quello che mio
fratello vorrebbe che tu facessi. Tornatene a casa e rifatti una vita, visto che
lui non c’è più!”
Fu in quel momento che qualcosa di incredibile e totalmente inaspettato avvenne:
una luce bianchissima
iniziò ad invadere la capanna, abbagliando la ragazza e il demone.
“Sesshomaru…” una voce familiare richiamò lo youkai che incredulo si voltò,
sussurrando “Pa… padre?!?”
“Fermati Sesshomaru…” ora davanti a loro era ben visibile il corpo di un potente
demone cane costituito
interamente di luce.
“Padre, com’è possibile??”
“Non è importante il come, ma il perché.” affermò lo spirito, spostando poi
l’attenzione su Kagome “Tu
devi essere Kagome, giusto?” la ragazza lo squadrò leggermente intimorita: aveva
un’eleganza e un
portamento superiori anche a quelli di Sesshomaru e tutto, in quell’essere,
ispirava rispetto, timore,
ma anche fiducia. Annuì debolmente “Si sono io… ma come fate a sapere chi sono?”
Lo spettro sorrise “Diciamo che a causa dei racconti di qualcuno, probabilmente
conosco meglio te dei
miei due figli!” Kagome rimase incantata nel vedere l’espressione sul suo volto:
le ricordava
incredibilmente quella di Inuyasha quando tirava fuori il suo lato più dolce.
“Ne… ne sono lusingata!” sussurrò imbarazzata, abbassando lo sguardo.
“Comunque non sono venuto per una visita di cortesia...” riprese lo spirito
tornando serio “Sono venuto
a porre fine a questa situazione transitoria!” a quelle parole Kagome si
irrigidì e, alzando lo sguardo,
andò a cercare quello dello spettro “No, vi prego! Non portatemi via Inuyasha!!”
lo supplicò.
“Non temere. Non sono qui per portare via nessuno, ma per accompagnare qualcuno
che torna” le disse,
sorridendole dolcemente. “Sai, fosse stato per lui sarebbe tornato subito da te,
ma le sue condizioni
non lo consentivano.”
Improvvisamente, affianco a lui un’altra figura iniziò a delinearsi. Kagome ebbe
l’impressione che, per
un istante, il suo cuore avesse smesso di battere, quando ne riconobbe le
fattezze “Inu… Inuyasha…”
sussurrò portandosi le mani alla bocca, per la commozione del momento.
“Kagome…” le sorrise dolcemente, rivolgendosi poi al padre. “Grazie di tutto
padre! Non sapete quanto mi
abbia fatto piacere conoscervi e passare un po’ di tempo con voi, anche se avrei
preferito in altre
circostanze.”
“Ora vai Inuyasha. Sappi che sono fiero di te!” la figura iniziò a scomparire
fluendo lentamente nel
corpo dell’hanyou che, dopo poco, cominciò a muoversi.
Inuyasha aprì gli occhi e si mise seduto, trovandosi davanti Kagome, in
ginocchio, ancora paralizzata
per l’emozione. L’afferrò delicatamente per le braccia e l’attirò a sé
abbracciandola.
“Grazie Kagome, grazie per aver creduto in me…”
La ragazza rimase interdetta per quelle parole cariche di dolcezza, ritrovandosi
incapace di rispondere
qualcosa di sensato.
“Io ti sentivo, Kagome. Sentivo ogni tua parola, ogni tuo sussurro e ogni
lacrima versata. Ti chiedo
perdono, non avrei mai voluto farti soffrire così tanto, amore mio!” Kagome
spalancò gli occhi,
incredula e, ormai convinta che fosse solo un bel sogno, iniziò a pregare di non
svegliarsi mai più.
“Co… come mi…” balbettò impercettibilmente senza nemmeno riuscire a concludere.
“Amore mio, Kagome. Io ti amo! Credo di essermi sempre portato questo sentimento
per te nel cuore, ma
solo di recente me ne sono reso conto e, ora che finalmente è tutto finito e
siamo di nuovo insieme,
vorrei che tu restassi con me anche nella vita.”
“Lo so, questo è solo un bellissimo sogn… ahio!!” non finì nemmeno di parlare
che l’hanyou le assestò un
leggero pizzicotto sul braccio. “No Kagome.” sussurrò sorridendole “Non è un
sogno. Io sono qui con te e
ti sto chiedendo di essere la mia compagna!” le disse con una dolcezza
incredibile.
“Si…” rispose semplicemente Kagome, fissando quegli occhi ambrati che le erano
mancati così tanto. Senza
che quell’alchimia di sguardi si spezzasse, i loro volti si avvicinarono
lentamente, finché le loro
labbra non si unirono in un bacio appassionato, carico dell’amore che provavano
l’una per l’altro.
“A questo punto… io tolgo il disturbo” affermò Sesshomaru, stufo di osservare
quel quadretto romantico.
“Aspetta Sesshomaru…” lo richiamò la voce del padre.
“Ti ho osservato molto in tutti questi anni, soprattutto di recente e credo sia
giunto il momento di
ripristinare la mia eredità così come l’avevo intesa fin dall’inizio.”
“Che intendete padre??”
“Kagome, voi custodite Songa in questo villaggio, vero?”
“Beh… ecco… sì.” ammise la ragazza, incerta sull’opportunità di rivelare una tal
cosa in presenza del
principe dei demoni.
“Perfetto, Sesshomaru ti chiedo di lasciare Tenseiga a tuo fratello Inuyasha. In
cambio ti affido Songa,
la più potente delle mie spade, in riconoscimento della tua primogenitura! Sono
ormai certo che userai
il suo potere nel modo giusto, per difendere e non per distruggere, come già
feci io. Ricordati
Sesshomaru: sei un potente demone, un grande combattente e io sono molto fiero
di te!”
“Padre, accetto la vostra richiesta e l’onore che mi fate!” il demone si inchinò
rispettosamente,
soffermandosi ad osservare con grande rispetto lo spirito del padre, prima di
uscire dalla capanna.
“Per me è giunto il momento di tornare. Buona fortuna figliolo!” e rivolgendosi
a Kagome con un sorriso
“Sono felice di aver fatto la tua conoscenza. È un vero peccato che tu non abbia
potuto conoscere
Izayoi, sono sicuro sareste andate d’accordo. Ad ogni modo sono contento che mio
figlio sia in buone
mani.”
“Grazie! L’onore è tutto mio. Comunque anche io sono in buone mani!” affermò lei
sorridendo, riferendosi
al mezzo demone che le teneva la mano.
“Grazie del vostro aiuto, padre. Salutate ancora mia madre!”
“Non mancherò Inuyasha. Addio!!” affermò lo spirito cominciando a svanire, così
come era apparso.
I due ragazzi, ormai soli, si abbracciarono, felici di essersi finalmente
ritrovati e di aver coronato
il desiderio più grande di entrambi.
E così ormai manca solo il gran (si fa per dire) finale! Vedremo che succederà,
ma passiamo ai
ringraziamenti:
Elychan: Ora dovresti essere perfettamente tranquilla :-) Visto che vi potevate
fidare?!?! Direi che è praticamente tutto risolto per il meglio, o sbaglio??
Chissà cosa succederà nel prossimo cap!
Lorimhar: Sapere di aver prodotto un capitolo totalmente inaspettato mi rende
orgoglioso, grazie! Cmq temo che non smetterà mai ad occhio e croce, ma del
resto non sarebbe più lui se non combattesse, giusto??
Un grazie anche a chi a soltanto letto!
Ci vediamo la prossima settimana con l'ultimo capitolo che si intitola... no,
non ve lo dico :-)
Ps. per quanto riguarda "RIA: Vendetta e Amore" non riesco a postare adesso, ma
conto di farlo entro
domani. Scusate, ma sono veramente oberato di questioni da sbrigare!
Salut
Ragnarok79