Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Ragnarok79    19/02/2007    1 recensioni
Un essere malvagio e potente si risveglia, una profezia incompiuta parla di quattro predestinati impegnati nel contrastare questa potenza maligna, senza predire l'esito dello scontro. Cosa succederà nell'epoca Sengoku? e nel futuro? Ranma e Akane cosa c'entrano?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
INTRO

INTRO:A volte, quando tutto sembra perduto, l'amore può superare i confini più impensabili.

Ciao a tutti!

Eh si, siamo arrivati in fondo a questa fiction che si chiuderà col prossimo capitolo! Nell'attesa,
spero apprezzerete un capitolo teso a risolvere una questioncina rimasta aperta (Tipo la mia morte??
NdINu - No, veramente si sta parlando del tuo funerale Ndme con ghigno malefico - Tu non stia dicendo
sul serio!! Baro! NdInu - Mi vuoi sfidare?? Ndme - Anche no... hai la tastiera dalla parte del man...
ehi, ma la tastiera non ce l'ha un manico!!! NdInu - Ehi, ma lo sai che sei un genio!! Ndme)
Buona lettura!

Capitolo 35 -OLTRE OGNI SPERANZA… L’AMORE-

A Kagome era crollato il mondo addosso quando, quasi un mese fa, era tornata al villaggio di Musashi,
riportando il corpo di Inuyasha nella speranza che Sesshomaru compisse il miracolo e glielo restituisse.
Ancora si ricordava la scena:

FLASHBACK

“Sesshomaru… Sesshomaru!!!” gridò Kagome, mentre entrava nella capanna che il gruppo aveva occupato da
quando si erano aggiunti alla comitiva Akane, Ranma e, infine, il principe dei demoni con Rin e Jaken.
“Kagome!!” Sango scattò in piedi, andando ad abbracciarla, intuendo però dalla reazione dell’amica che
c’era qualcosa che la turbava profondamente.
“Dov’è Sesshomaru??” chiese ai presenti la ragazza del futuro, ignorando completamente il caloroso
benvenuto ricevuto.
“Credo sia in giro. Forse nel bosco. Cosa è successo divina Kagome??” rispose Miroku, allarmandosi,
notando l’agitazione della giovane.
Kagome abbassò lo sguardo, tentando di reprimere sul nascere il desiderio di piangere “Inuyasha…
Inuyasha è... è morto.” mormorò, voltandosi di scatto e uscendo dalla capanna, mentre piccole stille
salate cominciavano a rigarle il viso, lasciando sbigottiti i compagni di mille avventure. Kagome corse
via, quasi tentasse di sfuggire al pensiero di ciò che fosse successo e, mentre tentava di asciugarsi le
lacrime con la manica della divisa, non si accorse che qualcuno le si era parato d’innanzi, finendogli
inevitabilmente contro.
“Ahio…” protestò la ragazza massaggiandosi la parte lesa nella caduta a terra.
“Che vuoi? perché mi cerchi??” Kagome alzò lo sguardo, scoprendo di essere finita addosso proprio
all’oggetto della sua ricerca.
“Vieni con me, è importante!!” gli disse, afferrandolo per un polso, cercando inutilmente di trascinarlo
con lei.
Il demone si divincolò dalla presa di lei senza fatica e dopo un breve ringhio “Femmina, come osi
toccarmi o darmi degli ordini? Ringrazia che sei la donna di mio fratello, altrimenti saresti già
passata a miglior vita!” affermò con tono glaciale.
“Stupido!! Si tratta proprio di Inuyasha!! Lui è…” il pianto di Kagome si fece più intenso , ma lei finì
la frase “È morto! Ti prego… ti prego, riportalo in vita!!”
“Conducimi da lui…” Kagome, guardando Sesshomaru in volto, ebbe la netta sensazione che quella notizia
avesse turbato persino il glaciale principe dei demoni.

Sesshomaru entrò nella capanna di Kaede, seguito da Kagome che andò a sedersi vicino al corpo Inuyasha.
Il demone osservò attentamente il fratello disteso in mezzo alla stanza su un futon e, giratosi verso
l’uscita, affermò con tono apparentemente freddo “Io non posso fare nulla…”
“Co… cosa??” chiese Kagome, sconvolta dall’idea di aver perso per sempre Inuyasha.
“Sei sorda, femmina? Ho detto che non posso fare nulla!” affermò nuovamente, voltandosi a guardarla.
Kagome in quel momento scoppiò: Sesshomaru le aveva tolto ogni speranza e inoltre parlava della morte
del fratello come una cosa che non gli riguardasse. “Sei solo un bastardo!!” gridò piangendo,
avventandosi su di lui e iniziando a battere i pugni contro la corazza che proteggeva il petto del
demone “Non te ne frega niente che sia morto!! Era tuo fratello e ti ha persino salvato la vita!! E tu,
maledetto… tu lo lasci marc…” non poté tuttavia finire, perchè una mano artigliata si avvinghiò alla sua
gola, lasciandola senza fiato e facendola finire contro il muro della casetta.
“Tu, dannata! Non osare parlarmi in questa maniera!!” sbottò Sesshomaru perdendo per un istante la calma
che lo caratterizzava “Cosa ne sai di quello che sto provando? Lui è mio fratello! Tu non puoi capire!”
le ringhiò contro Sesshomaru lasciandola poi andare.
Kagome crollò al suolo distrutta dalle lapidarie parole di quel demone apparentemente insensibile
persino alla morte di un fratello. Non poté far altro, priva di ogni forza, che guardarlo dirigersi
verso la porta, portando con sé l’ultima speranza di rivedere Inuyasha.
“Comunque, io non posso fare nulla, perché lui non è ancora morto! Non del tutto, quantomeno…” affermò
il demone uscendo dalla baracca.

FINE FLASHBACK

Al solo pensiero le veniva ancora male la gola, ma quello che l’aveva colpita maggiormente era stato
proprio l’atteggiamento del demone nei suoi confronti: l’aveva costantemente chiamata con
quell’appellativo, femmina, che sembrava voler negare ciò che la legava a Inuyasha, quasi fosse
un’estranea. In quel momento si era sentita ferita e umiliata. Kagome scosse la testa, non volendo dare
più di tanto peso alla cosa, preferendo concentrarsi sulle parole sibilline di Sesshomaru, per le quali
ci volle l’intervento di Totosai e Myoga, per decifrarne il significato e scoprire, inoltre, quello che
Inuyasha aveva tenuto nascosto a tutti riguardo il Reikokuryuuha. Quelle scoperte le avevano ridato un
barlume di speranza. Certo, sia Myoga che Totosai le avevano detto che le possibilità erano comunque
minime, ma lei non era intenzionata ad arrendersi. Rivoleva Inuyasha e sapeva che lui avrebbe trovato il
modo di tornare da lei. Era sicura che Inuyasha non avrebbe deluso le sue aspettative.
Il solo pensiero di vivere senza di lui, spezzò ancora una volta la sua volontà e così, per l’ennesima
notte, come molte, se non tutte da quell’infausto giorno che li aveva separati, Kagome pianse sul corpo
del mezzo demone chiamandolo disperatamente, chiedendogli di non abbandonarla e di tornare da lei,
sperando, contro ogni logica, che lui la potesse sentirla e che quelle parole gli dessero la motivazione
per abbandonare quello stato di morte temporanea.

“Kagome…” la ragazza si destò dal sonno a cui aveva infine ceduto poco prima dell’alba, voltandosi verso
l’entrata della capanna.
“Sango…” la sterminatrice entrò portando una ciotola con del cibo, dell’acqua e qualche frutto.
“Ti ho portato il pranzo…” accennò, osservando l’amica sfregarsi leggermente il dorso delle mani sugli
occhi, segnati dalle occhiaie.
“Grazie, ma in realtà non ho molta fame.” affermò Kagome, tornando a fissare il volto del mezzo demone.
“Ci sono novità?” chiese titubante Sango, ricevendo un segno di diniego con la testa da parte dell’amica
“Come va con Miroku, piuttosto?” chiese a sua volta Kagome, ricordandosi del fatto che i due durante la
permanenza al villaggio, si erano infine dichiarati.
“Be… bene direi! Ogni tanto l’istinto da maniaco torna a farsi vivo, ma non credo di potermi lamentare.
Dopotutto, quando ho accettato di diventare la sua compagna, sapevo com’era fatto.” Sango sorrise
nervosamente, un po’ imbarazzata per l’argomento del discorso, ma anche per il fatto di parlarne proprio
con Kagome che, a differenza di lei, non aveva potuto coronare il suo sogno e, al contrario, ora
vegliava proprio il corpo privo di vita della persona che amava.
“Vai pure Sango. Torna da Miroku e grazie di tutto!” fu il modo gentile di Kagome per far capire
all’amica che voleva restare sola a vivere il suo dramma personale.
Mangiò qualcosa, giusto perché sapeva che Inuyasha sarebbe andato in escandescenza vedendola denutrita e
certo non voleva farlo arrabbiare appena risvegliato. Quella situazione l’aveva privata, col tempo,
della sua vitalità e ormai poco, per non dire nulla, riusciva ad allontanarla dal suo amato mezzo
demone, anche solo con la mente. Persino la notizia della sua promozione, comunicatale da Akane di
ritorno dal presente, non era riuscita ad entusiasmarla: sembrava quasi che le stessero comunicando
quella di un’estranea.
Kagome si ritrovò a sorridere amaramente a quel pensiero, ricordando quante volte aveva litigato con
Inuyasha per andare a fare i compiti in classe, solo in funzione di quel tanto agognato traguardo e,
adesso che il risultato era raggiunto, lei non riusciva nemmeno a gioirne.

“Ti ricordi quella volta che ti chiesi di tornare a casa per un esame e tu minacciasti di distruggere il
pozzo?” chiese la ragazza rivolta al mezzo demone.
“Ti mandai a terra tante di quelle volte che ti si bloccò la schiena e poi me ne andai senza dirti
nulla…”
“Quella sera stessa la maschera carnivora attaccò me e Sota per impadronirsi dei frammenti della sfera e
tu venisti a salvarmi…” si interruppe iniziando a piangere “Sai, quella è stata la prima volta che notai
quanto tu fossi stupendo…” sorrise cercando di asciugarsi le lacrime.
Kagome aveva passato quelle settimane a rivangare i momenti più belli, ma anche quelli terribili, della
sua vita affianco a Inuyasha, raccontandoglieli, come si racconta una storia ad un bambino per farlo
star calmo.

Anche i compagni si erano rassegnati alla sua inamovibilità dal capezzale del mezzo demone e così a
turno le portavano il pranzo o la cena. Approfittavano di quei momenti per capire quale aria tirasse ed,
eventualmente, tentare di alleviare le pene della loro amica, cosa peraltro, praticamente impossibile.
Del resto lei era rimasta l’unica convinta del fatto che presto o tardi Inuyasha si sarebbe risvegliato
e si infuriava in modo terrificante sentendo solo accennare all’ipotesi che lui fosse morto
definitivamente: l’ultima volta, ad esempio, le urla della ragazza si erano potute udire fin dal
limitare del bosco e c’erano volute parecchie ore per riuscire a calmarla.

“Era questo che intendevi quando mi dicesti che dovevo essere forte? Tu sapevi già come sarebbe finita,
vero? E allora perché… perché l’hai fatto lo stesso?? Perché ti sei dovuto fare carico di questo
fardello. Sacrificarti per un mondo che nemmeno ti apprezza, anzi ti odia, lasciandomi da sola…”
“Io… io sto cercando di farmi forza! Sto cercando di tenere duro, ma mi manchi così tanto, Inuyasha!!”
“Torna da me, Inuyasha… ti prego…” sussurrò infine la ragazza, mentre piangeva disperata sul corpo di
Inuyasha
Quella capanna era stata il teatro dell’ennesimo pianto disperato di Kagome, ma dopo molti giorni di
sfoghi in totale solitudine, questa volta c’era stato uno spettatore.
“Non tornerà più, rassegnati: è morto!” la giovane alzò lo sguardo verso la porta, mettendo a fuoco, con
gli occhi ancora gonfi per il pianto, la figura di Sesshomaru.
“Lui tornerà! Lui tornerà da me!!” urlò, avvinghiandosi d’istinto al corpo dell’amato, forse temendo il
motivo della visita del demone, l’unico di tutto il gruppo che non si era mai fatto vedere.
“Non mi interessa cosa pensi, femmina. Lui non tornerà!” ribadì il principe, entrando nella casupola.
“Cosa vuoi? Cosa sei venuto a fare qui?? Sei venuto a schernirmi ancora? Non ti basta l’aver infierito
un mese fa?? ”
“Nulla di tutto questo. Sono semplicemente venuto a prendere il corpo di mio fratello per dargli degna
sepoltura e per dire a te di fartene una ragione e di tornartene nella tua epoca.”
“No!! Tu non lo toccherai!!” gridò Kagome, avventandosi su Sesshomaru in un disperato quanto inutile
tentativo di fermarlo, venendo però allontanata con una manata da quest’ultimo. Superato quell’unico
ostacolo, il demone si diresse verso il corpo di Inuyasha e, afferratolo per un polso, fece per
trascinarlo via.
“Non capisci? Lui ha l’occasione di essere felice. Se non è ancora tornato è perché ha deciso di
rimanere dove si trova. Là rincontrerà sua madre e nostro padre, potrà stare con quella sacerdotessa,
Kikyo e nessuno lo maltratterà più! Perché lui dovrebbe tornare qui a soffrire nuovamente? solo per un
tuo capriccio??”
“No, non per un capriccio! L’amore che provo per lui non è un capriccio!!” gridò lei gettandosi sul
corpo del mezzo demone cercando di opporre una qualche resistenza.
“Dimenticalo! È morto!!”
“No! Anche se fosse non potrei mai dimenticarlo, anche se fosse solo una tomba a ricordarmelo!”
“È per questo che lo seppellirò dove tu non potrai mai arrivare…”
“Perché fai questo?? Mi odi così tanto, Sesshomaru??” domandò Kagome disperata, non sapendo più che
fare.
“Ti potrà sembrare strano, donna, ma io non ti odio. Ti sto solo costringendo a fare quello che mio
fratello vorrebbe che tu facessi. Tornatene a casa e rifatti una vita, visto che lui non c’è più!”
Fu in quel momento che qualcosa di incredibile e totalmente inaspettato avvenne: una luce bianchissima
iniziò ad invadere la capanna, abbagliando la ragazza e il demone.
“Sesshomaru…” una voce familiare richiamò lo youkai che incredulo si voltò, sussurrando “Pa… padre?!?”
“Fermati Sesshomaru…” ora davanti a loro era ben visibile il corpo di un potente demone cane costituito
interamente di luce.
“Padre, com’è possibile??”
“Non è importante il come, ma il perché.” affermò lo spirito, spostando poi l’attenzione su Kagome “Tu
devi essere Kagome, giusto?” la ragazza lo squadrò leggermente intimorita: aveva un’eleganza e un
portamento superiori anche a quelli di Sesshomaru e tutto, in quell’essere, ispirava rispetto, timore,
ma anche fiducia. Annuì debolmente “Si sono io… ma come fate a sapere chi sono?”
Lo spettro sorrise “Diciamo che a causa dei racconti di qualcuno, probabilmente conosco meglio te dei
miei due figli!” Kagome rimase incantata nel vedere l’espressione sul suo volto: le ricordava
incredibilmente quella di Inuyasha quando tirava fuori il suo lato più dolce.
“Ne… ne sono lusingata!” sussurrò imbarazzata, abbassando lo sguardo.
“Comunque non sono venuto per una visita di cortesia...” riprese lo spirito tornando serio “Sono venuto
a porre fine a questa situazione transitoria!” a quelle parole Kagome si irrigidì e, alzando lo sguardo,
andò a cercare quello dello spettro “No, vi prego! Non portatemi via Inuyasha!!” lo supplicò.
“Non temere. Non sono qui per portare via nessuno, ma per accompagnare qualcuno che torna” le disse,
sorridendole dolcemente. “Sai, fosse stato per lui sarebbe tornato subito da te, ma le sue condizioni
non lo consentivano.”
Improvvisamente, affianco a lui un’altra figura iniziò a delinearsi. Kagome ebbe l’impressione che, per
un istante, il suo cuore avesse smesso di battere, quando ne riconobbe le fattezze “Inu… Inuyasha…”
sussurrò portandosi le mani alla bocca, per la commozione del momento.
“Kagome…” le sorrise dolcemente, rivolgendosi poi al padre. “Grazie di tutto padre! Non sapete quanto mi
abbia fatto piacere conoscervi e passare un po’ di tempo con voi, anche se avrei preferito in altre
circostanze.”
“Ora vai Inuyasha. Sappi che sono fiero di te!” la figura iniziò a scomparire fluendo lentamente nel
corpo dell’hanyou che, dopo poco, cominciò a muoversi.
Inuyasha aprì gli occhi e si mise seduto, trovandosi davanti Kagome, in ginocchio, ancora paralizzata
per l’emozione. L’afferrò delicatamente per le braccia e l’attirò a sé abbracciandola.
“Grazie Kagome, grazie per aver creduto in me…”
La ragazza rimase interdetta per quelle parole cariche di dolcezza, ritrovandosi incapace di rispondere
qualcosa di sensato.
“Io ti sentivo, Kagome. Sentivo ogni tua parola, ogni tuo sussurro e ogni lacrima versata. Ti chiedo
perdono, non avrei mai voluto farti soffrire così tanto, amore mio!” Kagome spalancò gli occhi,
incredula e, ormai convinta che fosse solo un bel sogno, iniziò a pregare di non svegliarsi mai più.
“Co… come mi…” balbettò impercettibilmente senza nemmeno riuscire a concludere.
“Amore mio, Kagome. Io ti amo! Credo di essermi sempre portato questo sentimento per te nel cuore, ma
solo di recente me ne sono reso conto e, ora che finalmente è tutto finito e siamo di nuovo insieme,
vorrei che tu restassi con me anche nella vita.”
“Lo so, questo è solo un bellissimo sogn… ahio!!” non finì nemmeno di parlare che l’hanyou le assestò un
leggero pizzicotto sul braccio. “No Kagome.” sussurrò sorridendole “Non è un sogno. Io sono qui con te e
ti sto chiedendo di essere la mia compagna!” le disse con una dolcezza incredibile.
“Si…” rispose semplicemente Kagome, fissando quegli occhi ambrati che le erano mancati così tanto. Senza
che quell’alchimia di sguardi si spezzasse, i loro volti si avvicinarono lentamente, finché le loro
labbra non si unirono in un bacio appassionato, carico dell’amore che provavano l’una per l’altro.
“A questo punto… io tolgo il disturbo” affermò Sesshomaru, stufo di osservare quel quadretto romantico.
“Aspetta Sesshomaru…” lo richiamò la voce del padre.
“Ti ho osservato molto in tutti questi anni, soprattutto di recente e credo sia giunto il momento di
ripristinare la mia eredità così come l’avevo intesa fin dall’inizio.”
“Che intendete padre??”
“Kagome, voi custodite Songa in questo villaggio, vero?”
“Beh… ecco… sì.” ammise la ragazza, incerta sull’opportunità di rivelare una tal cosa in presenza del
principe dei demoni.
“Perfetto, Sesshomaru ti chiedo di lasciare Tenseiga a tuo fratello Inuyasha. In cambio ti affido Songa,
la più potente delle mie spade, in riconoscimento della tua primogenitura! Sono ormai certo che userai
il suo potere nel modo giusto, per difendere e non per distruggere, come già feci io. Ricordati
Sesshomaru: sei un potente demone, un grande combattente e io sono molto fiero di te!”
“Padre, accetto la vostra richiesta e l’onore che mi fate!” il demone si inchinò rispettosamente,
soffermandosi ad osservare con grande rispetto lo spirito del padre, prima di uscire dalla capanna.
“Per me è giunto il momento di tornare. Buona fortuna figliolo!” e rivolgendosi a Kagome con un sorriso
“Sono felice di aver fatto la tua conoscenza. È un vero peccato che tu non abbia potuto conoscere
Izayoi, sono sicuro sareste andate d’accordo. Ad ogni modo sono contento che mio figlio sia in buone
mani.”
“Grazie! L’onore è tutto mio. Comunque anche io sono in buone mani!” affermò lei sorridendo, riferendosi
al mezzo demone che le teneva la mano.
“Grazie del vostro aiuto, padre. Salutate ancora mia madre!”
“Non mancherò Inuyasha. Addio!!” affermò lo spirito cominciando a svanire, così come era apparso.
I due ragazzi, ormai soli, si abbracciarono, felici di essersi finalmente ritrovati e di aver coronato
il desiderio più grande di entrambi.

E così ormai manca solo il gran (si fa per dire) finale! Vedremo che succederà, ma passiamo ai
ringraziamenti:

Elychan: Ora dovresti essere perfettamente tranquilla :-) Visto che vi potevate fidare?!?! Direi che è praticamente tutto risolto per il meglio, o sbaglio?? Chissà cosa succederà nel prossimo cap!

Lorimhar: Sapere di aver prodotto un capitolo totalmente inaspettato mi rende orgoglioso, grazie! Cmq temo che non smetterà mai ad occhio e croce, ma del resto non sarebbe più lui se non combattesse, giusto??

Un grazie anche a chi a soltanto letto!

Ci vediamo la prossima settimana con l'ultimo capitolo che si intitola... no, non ve lo dico :-)

Ps. per quanto riguarda "RIA: Vendetta e Amore" non riesco a postare adesso, ma conto di farlo entro
domani. Scusate, ma sono veramente oberato di questioni da sbrigare!

Salut

Ragnarok79

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Ragnarok79