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Autore: xkidrauhlover69    05/08/2012    2 recensioni
feci un sogno l'altra notte, ed è il primo capitolo della mia storia.
avete presente quando si viene svegliati nel bel mezzo di un sogno bellissimo e richiudete gli occhi nel tentativo di cercare un finale? ecco, questo è quello che voglio fare.
beh, alexis è una ragazza timida, ma estroversa e forte, piena di se, ma nasconde tutto ciò dietro un angolo di cuore.
summer è la sua migliore amica, ma può vederla solo di nascosto.
cambierà tutto ciò quando si trasferirà da toronto a los angeles per andare al college?
e quel ragazzo biondo?
spero vi piaccia.
-alexis.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.


-beh, dovrei rientrare dentro, sono uscita per fare solo una chiamata, ti lascio solo..- gli sorrise, ma non fece in tempo a fare più di due passi verso l’uscita di quel gazebo che lui aggiunse –no tranquilla, puoi rimanere se vuoi.- lo guardò con aria indecisa mentre il biondino si accendeva una sigaretta, il suo istinto le disse di andarsene ma prese coraggio e rimase lì, era come contenta di questo piccolo passo avanti che fece.
 
Lui la guardava parecchio, concentrandosi su quelle curve che il vestito argentato risaltava, le gambe perfettamente dritte senza nessuna imperfezione, e ogni volta che sorrideva non poteva non guardarla arrossire, lo riteneva il particolare più bello, dopo il fisico ovviamente, era pur sempre un maschio. Sembrava molto deciso di quello che faceva, come se flirtare con una ragazza fosse il suo hobby preferito.
-tuo padre e mio padre sono colleghi, c’è una possibilità che ti riveda.- se la rise sotto i baffi dopo quest’affermazione, e alexis non potè che sentirsi in imbarazzo.
Passarono circa una ventina di minuti sotto quel gazebo, fino a quando il cellulare di alexis non iniziò a squillare, era sua madre, che nei meandri della casa la cercava disperatamente.
-alexis ma dove sei? È ora di andare, ti aspetto all’uscita.-  chiuse frettolosamente, riponendo il cellulare nella borsetta poi decise di alzarsi dalla panchina su cui era seduta accanto al biondino, mantenendo sempre le distanze ovviamente. Le dispiaceva un po’ andare via, perché in quei venti minuti trascorsi in compagnia del biondino aveva capito che parlare con un ragazzo non era alquanto male, con lui le parole le fluivano dalla bocca, lui le raccontò qualcosa su di lui, scoprì che suo padre era schiavo del lavoro proprio come il suo adrian, ma che al contrario di alexis queste cene gli permettevano di incontrare nuova gente, e di avere agganci nel mondo della musica in quanto se la cavava a cantare. Bieber era il suo cognome.
“and I know this much is true, baby you have become my addiction, I’m so strong out on you, I can barely move” quella frase canticchiata da lui se la ricordava a memoria.
-devo andare.-  Gli porse la mano. –ci si sente.- lui aveva ben capito che tipo fosse, una di quelle ragazze precise che trovava in qualsiasi cena di lavoro, una di quelle a cui era proibita qualsiasi trasgressione, quindi le sorrise e le stampò due baci, il primo sulla gota sinistra e il secondo sulla destra. Lei ricambiò il sorriso e voltandosi si diresse verso l’uscita del gazebo e successivamente verso l’uscita di quell’enorme villa.
-quando potrò rivederti?- le urlò lui quando lei stava per aprire la porta che dava sul giardino per andare del tutto via. Il biondino non le staccò gli occhi di dosso.
Si girò di scatto –quando vuoi.- rispose esterefatta.
-facciamo domani pomeriggio alle 16 davanti al parco? Ti aspetto lì, non darmi buca.- uscì velocemente dal gazebo per scomparire dietro ad un insieme di siepi, sembrava conoscere quella casa come le sue tasche.
In men che non si dica alexis si trovò in viaggio per tornare verso casa, pronta subito a raccontare il tutto alla sua amica.
-dov’eri?- le disse la madre con sguardo deciso e fissato sulle mani della moretta che si stava torturando, girandosi continuamente l’anello posizionato sull’anulare. Era persa con lo sguardo nel vuoto, non rispose e non fece caso nemmeno alle prediche della madre, era intenta a pensare al ragazzo dagli occhi color miele, ma soprattutto alla giornata che avrebbe trascorso il giorno seguente.
 
Arrivati a casa, si tolse i tacchi che le avevano distrutto ormai i piedi e corse in camera sua afferrando immediatamente il cellulare. -summer non immagini nemmeno cos’è successo.- si mise a raccontarle tutta la storia per circa mezzora, quando gli occhi di entrambe si fecero pesanti e lei si era cimentata a finire un racconto pieno di particolari, si mise in pigiama, rimase fedele alle sue cuffiette viola che mise nelle orecchie, e si sprofondò in un sonno profondo, pronta per la giornata del giorno dopo.
 
Il mattino seguente venne svegliata dal padre che fischiettando lucidava il suo fucile da caccia, rumore che la domenica mattina le era solito sentire, la melodia era sempre quella e lei con aria assonnata uscì dalla sua camera dando regolarmente il buongiorno a tutti coloro che incontrava. Scese le scale e si diresse in cucina, dove la madre era in compagnia della nonna che stava preparando dei  deliziosi muffin al cioccolato, li adorava.
Finito di fare colazione e di scambiare quelle poche parole con i presenti in cucina si ricordò di avere l’appuntamento con justin poco più tardi.
“oddio l’appuntamento, me ne stavo dimenticando, quando ho sonno non capisco più nulla”pensò tra se.
corse in camera, accese il computer che riportava due messaggi.
“cretina, domani mattina appena sei sveglia facciamo la webcam” e “deficiente, non ti sei ancora svegliata? Sei sempre la solita dormigliona” si cimentò in una risata e dopo una chiamata con l’amica corse a prepararsi,  come le era solito aveva bisogno di due ore di preparativi.
Aprì l’armadio e dopo averlo scombussolato per bene ancora non sapeva cosa mettere,  optò per un pantaloncino nero  a vita alta con una camicetta rosso corallo e scarpe dei medesimi colori.
Tra un cambio e l’altro si stava quasi per fare tardi, non pranzò nemmeno tanto era agitata.
Scelse di lasciare i capelli sciolti anche se con quell’aria primaverile calda non era l’opzione migliore.
ma lei li amava.
Si passò infine un filo di mascara e si incipriò le guance, non aveva bisogno di tanto trucco, la sue labbra quel pomeriggio erano di uno strano color pesca che le donavano colore.
-devo correre.-  replicò, prese la borsa piena delle sue cose e uscì di casa.
Durante il tragitto per arrivare al parco era piena di dubbi, quel ragazzo era così deciso  rispetto a lei che era così timida, aveva paura di sbagliare in qualcosa.
 
Erano ormai le 16 e qualche minuto quando arrivò, non si vedeva ombra del biondino. 





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Premetto dicendo che non so se questo capitolo vi possa piacere, spero di si. 
sto pubblicando i capitoli così in fretta perchè non vedo l'ora di aggiornarvi e di inventare.
che fine avrà fatto il biondino?

-Alexis
  
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