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Autore: Just a dreamer_    05/08/2012    5 recensioni
Mosse la mano sinistra, accarezzandomi dolcemente il braccio. Brividi partirono dal punto toccato e arrivarono fino ai piedi, facendomi venire la pelle d’oca. Continuò spostando la mano sul collo, sulle labbra, sui capelli, da cui ne prese una ciocca bionda per posarla sul seno. Poi, tornò al mio viso, sulle guance. Le sentivo fin troppo calde. “Non abbassare lo sguardo, hai degli occhi bellissimi” “Non dire cazzate” “Mi piacciono invece. Li adoro” “Ah si?” “No, il fatto è che adoro tutto di te”. Cazzo, se voleva farmi morire ci stava riuscendo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Addentai quella fetta di torta tanto invitante. Sapeva di pesca. "Mmmh, è buonissima! “ “ Lo so, l’ho fatta io! ” “ Presuntuoso ” risposi con fare altezzoso.
Posai il piattino di plastica vuoto sulla tovaglia a quadri azzurra e mi stesi a pancia in giù, giocherellando con un ciuffo d’erba.
“ A cosa stai pensando? ” mi chiese. Alzai lo sguardo: “ A noi”. Sorrise. Dio, non poteva farmi quell’effetto. Si alzò, passò intorno a tutte quelle prelibatezze preparate apposta per il pic-nic e si piazzò davanti a me, porgendomi la mano. La afferrai titubante, trovandomi a pochi centimetri dal suo viso. I suoi ricci mi solleticavano la fronte. Risi chiudendo gli occhi.
“ Vieni ” disse trascinandomi con lui. “Dove stiamo andando?” “In un posto speciale”.
Poco lontano da noi c’era un piccolo laghetto con una barchetta sulla sponda di esso. Ci avvicinammo e mi fece segno di salire: “Prima le signorine”. Quando mi fui sistemata, spinse la barca e ci saltò dentro facendola traballare. Senza badare al mio sguardo terrorizzato prese i due remi e mise le estremità in acqua: “Allora, dove vogliamo andare?” mi domandò con fare divertito. “Non saprei… In un regno incantato?” “E regno incantato sia!”.
Remò per qualche minuto. E in tutto quel tempo non riuscii a staccargli gli occhi di dosso. Tutto questo non poteva essere possibile, non per me almeno.
“Cosa intendevi dire per noi?” disse rompendo il silenzio. Mi guardai intorno confusa dalla domanda. Ci misi parecchio a rispondere: “Beh, insomma… Io… Te… Non può essere… Tu sei tu e io… Niente… Non sono niente… E non capisco com’è possibile che ora sia qui con te, in questo posto stupendo, a passare uno dei momenti più belli della mia vita…”. Guardai in basso. Attorno alla barchetta non c’erano più piccole onde, segno che ci eravamo fermati. Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi verde smeraldo. Sentii le guance roventi. Sorrise: “Sei bella quando arrossisci” “S-smettila” “Dico davvero”. Gattonando, separò quei due metri di distanza fra noi e tenendosi sulle braccia, si avvicinò fino a sfiorarmi il naso. Mi mancò il respiro. Sapevo benissimo che da un momento all’altro il cuore sarebbe esploso se non si fosse allontanato. Il sangue non arrivava più al cervello. Dovetti usare tutto il mio buon senso per non diventare una fiamma vivente. Qualcosa si mosse dentro di me: farfalle. Cercai di sembrare tranquilla, ma le mani tremanti di certo non mi aiutavano. Curvò la bocca in un sorriso smagliante. Quelle labbra erano così invitanti. Deglutii rumorosamente. Lui inclinò la testa e chiuse gli occhi. Era arrivato il momento che aspettavo da due anni. Lasciai che si avvicinasse. Riuscivo a percepire l’odore della torta alla pesca che avevamo mangiato prima. Mezzo millimetro ci separava…
Splash! Una sensazione gelida mi invase. Aprii gli occhi di colpo e mi ritrovai sott’acqua. Riemersi spaventata. Lui intanto se la rideva tranquillamente, ingerendo anche dell’acqua che sputò subito dopo. “Che è successo?” chiesi spaesata. “Ci siamo ribaltati!”. ‘Che figuraccia…’ pensai: ‘Cavolo, stavamo per baciarci… Stupida barca!...’.
“Aiutami a portarla a riva”. Le sue parole mi distrassero dai miei pensieri.
Con molta fatica, posammo la piccola imbarcazione. Feci qualche altro passo e mi lasciai andare sul prato: “Sono sfinita!” “E dai, un po’ di movimento fa sempre bene”. Lo guardai in cagnesco: “Prova a ripeterlo se hai il coraggio” “Un po’ di movim…” non fece in tempo a finire la frase che gli saltai addosso facendolo cadere. Mi misi a cavalcioni su di lui e gli diedi qualche schiaffo sulla faccia, ridendo. Ma in poco tempo, mi bloccò i polsi e, dandomi una leggera spinta, ribaltò la situazione: ora lui era sopra di me. Iniziò a farmi il solletico e io a dimenarmi a più non posso. “Ahahahah… basta ahahahah… ti prego… n-n-non ce la… ahahahah non ce la faccio più!!” riuscii a dire tra le risate ininterrotte. “Devi dire: tu sei il ragazzo più intelligente, bello e simpatico del mondo!” “Ahahah, mai!” “Dillo o non la smetto!” “Ahahahah, va… va bene… tu sei il ahahahah… il ragazzo… ahahah più intelligente, bello e ahahah… simpatico del… ahahah mondo!” “Così va meglio”. Quando finì di torturarmi, rimase dov’era, a fissarmi, reggendosi con braccia e gambe per non pesarmi. I suoi occhi erano magnetici. I suoi capelli bagnati ricadevano disordinati sul suo viso. Solo in quel momento mi accorsi dei suoi vestiti bagnati, che lasciavano intravedere il suo corpo perfetto. Mi bloccai, ricordandomi solo in un secondo momento di respirare. Avvicinai la mano per posarla sul suo petto. Potevo sentire il suo cuore battere velocemente, come il mio d’altronde. Una goccia cadde sul mio volto. “Mi stai bagnando” “Lo sei già” disse ansimando. ‘Ma sono stupida? Certo che sono bagnata fradicia, sono caduta nel lago!’ pensai. “Non ci ho fatto caso…” dissi arrossendo.
Mosse la mano sinistra, accarezzandomi dolcemente il braccio. Brividi partirono dal punto toccato e arrivarono fino ai piedi, facendomi venire la pelle d’oca. Continuò spostando la mano sul collo, sulle labbra, sui capelli, da cui ne prese una ciocca bionda per posarla sul seno. Poi, tornò al mio viso, sulle guance. Le sentivo fin troppo calde. “Non abbassare lo sguardo, hai degli occhi bellissimi” “Non dire cazzate” “Mi piacciono invece. Li adoro” “Ah si?” “No, il fatto è che adoro tutto di te”. Cazzo, se voleva farmi morire ci stava riuscendo.
Lui era troppo per me. E io troppo poco per lui.
Due splendide fossette incorniciarono un sorriso mozza fiato. Ricambiai, anche se probabilmente quello che mi uscì fu una smorfia.
Senza nemmeno pensarci dissi: “Dio quanto sei bello”. Immediatamente mi portai le mani alla bocca sbiancando. Lui rise. “Forse era meglio se stavo zitta, scusa…” “Perché? Bisogna ammettere l’evidenza!” rispose dandosi delle arie. “Narcisista!” “Principessa” “Cosa?” “Sei la mia principessa” “Smettila” “Di fare cosa?” “Questo” “Questo cosa?” “Questo tutto…” “Ahahah, sei incredibile!” “Lo so”. Dopo questa mia affermazione ridemmo insieme. Chiusi gli occhi per asciugarmi meglio la faccia e quando li riaprii mi trovai due pozzi verdi a quattro centimetri di distanza. Sussultai ad un contatto così vicino. Il cervello andò in tilt sentendo il suo respiro. Scrutai quegli occhi che tanto amavo e passai una mano sui ricci umidi, avvicinando involontariamente il suo viso al mio. Spostai lo sguardo, vedendo che si stava passando la lingua sulle labbra. Quello era il momento giusto. Sorrisi e aspettai il momento...
“Etchu!”. Controllai cosa fosse successo e lo vidi alzarsi, starnutendo ancora.
Allora il destino era contro di me!
“Forse è meglio che mi tolga la maglia per lasciarla asciugare” disse e in pochi secondi rimase a petto nudo, guardandosi intorno con fare indifferente. Io rimasi a fissarlo immobile. Quando si girò e notò com’ero messa, mi passò una mano davanti alla faccia. “Che? Cosa?” “Ti eri incantata” “Ah…” “Ho o non ho un bel fisico eh?” disse pavoneggiandosi. “No non ce l’hai” ribattei pensando esattamente il contrario. Mi alzai divertita dalla sua espressione e feci qualche passo per la distesa erbosa.
Improvvisamente due braccia forti mi bloccarono per il bacino. Gridai: “Aaah! Cosa vuoi?” “Ritira quello che hai detto” “Mai!” “Ho detto ritiralo”. Girai la testa incrociando il suo sguardo, socchiusi gli occhi e con tono di sfida risposi: “Dovrai passare sul mio cadavere”. Alzò le spalle: “D’accordo”.
Mi prese in braccio raggiungendo la sponda del lago. “Se non vuoi bagnarti, dillo” “Non ne hai il coraggio…” “Scommettiamo?”. Prese lo slancio facendo il conto alla rovescia: “3… 2… 1…” “Va bene va bene! Mi rimangio quello che ho detto”. Scosse il capo con fare esperto: “No no no, devi dirlo meglio” “Cioè?” “Lo sai già” “Uff… Hai un fisico magnifico, contento?” “Ora si”.
Tornò indietro e senza mollarmi si sedette. Posai una mano sul suo petto ormai asciutto e mi lasciai cullare dal suo respiro. Era troppo bello per essere vero. Chiusi gli occhi memorizzando quel momento semplicemente perfetto. Perfetto come lui.
“Ehi…” alzai la testa notando i suoi lineamenti dolci ma marcati allo stesso tempo. Avrei voluto che il tempo si fermasse. Gli sorrisi, passandogli una mano tra i capelli che stavano tornando ricci: “Ti si sono quasi asciugati” “A differenza dei tuoi” commentò sarcasticamente. “Già, sono leggermente più lunghi” dissi ridendo.
Dopo alcuni secondi di silenzio, mollò la presa su di me e si sdraiò. Lo imitai accoccolandomi su di lui, che mi cinse la vita con la braccia, baciandomi la testa.
“A cosa stai pensando?” chiese di nuovo. “A questo” “Cioè?” “Mi sembra impossibile”. Si portò la mani dietro la testa per osservare bene il cielo azzurro con qualche nuvoletta.
Solo ora mi resi conto della bellezza del posto in cui ci trovavamo: il praticello di un verde speranza era reso ancora più spettacolare dal lago con qualche ninfea; fiori di tutti i colori davano quel tocco di allegria in più; gli uccelli passavano da albero in albero cinguettando; un piccolo boschetto accerchiava il tutto; nell’aria c’era profumo di libertà.
“Niente è impossibile” disse risvegliandomi dai miei pensieri. “Vorrei davvero che fosse così…” sospirai.
Due dita mi costrinsero ad alzare lo sguardo. Aveva un’espressione seria e sicura. Avvicinò lentamente il mio viso al suo. Chiusi gli occhi pregando che niente interrompesse l’ennesimo tentativo di unire le mie labbra alle sue.
Passarono i secondi e non successe niente. Una sensazione di vuoto si impadronì di me.
Mi guardai attorno. Buio. Feci mente locale. Mi trovavo a casa, nella mia camera, stesa sul mio letto.
Era tutto un sogno.
Allungai il braccio e accesi la luce della lampada, scostai le coperte e mi alzai, andando verso la parete piena di sue foto. Appoggiai una mano sul suo volto immobile e sorridente come sempre. Una risata sconfortata. Troppo bello per essere vero.
“Un giorno ti incontrerò, ne sono sicura Harry Styles”.
 
HELLO EVERYBODY!
Sono nuova in questo sito e mi presento con questa OS. Non ho molto da dire… mi sono iscritta perché era da un po’ che avevo scritto questa storiella e volevo sapere il parere degli altri. E quale modo migliore se non di pubblicarla? Per chi avrà avuto la voglia di leggere questa storia, per favore lascia una piccola recensione, te ne sarei molto grata :D
P.s. lo so che non è il massimo e che il finale non è dei migliori, ma spero vi piaccia comunque :D
  
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