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Autore: Naco    28/05/2004    11 recensioni
Una voce, un sogno, un'ombra che si allontana. Per Sabrina l'alba è un momento speciale, tra il sogno e la realtà. E forse un'alba come questa la porterà a scoprire cos'è la felicità?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia fu da me scritta fra l'estate del 2000 e il maggio del 2001

Questa storia fu da me scritta fra l'estate del 2000 e il maggio del 2001. Ho avuto molte perplessità sul pubblicarla o meno. Perché questa storia è una parte molto importante di me, una fetta della mia vita.

A quell'epoca stavo vivendo un periodo di forte depressione: uno di quei periodi in cui ti senti veramente una nullità, tanti interessi e nessuna vera attitudine, tanti amici, ma nessuno che per te sia veramente più di un amico, con cui poterti veramente lasciare andare, senza paura di sentirti criticare, qualcuno che ti ami…. Insomma mi sentivo praticamente inutile.

Fu in quel periodo che scoprì quello che poi sarebbe diventato il modo per sfogare le mie paure e incertezze: scrivere. Da quel momento in poi la scrittura ha sempre avuto un potere catartico su di me: mettere la parola "fine" a una storia, significava chiudere un capitolo triste e poter ricominciare di nuovo. Infatti, benché i protagonisti della mia storia siano tutti frutto della mia fantasia, i loro caratteri sono ben scolpiti nel mio cuore, ben presenti nelle persone che mi circondano. Questo è stato il mio primo vero racconto originale.

Alla fine tuttavia ho deciso di pubblicarla su questo sito. Il motivo è molto semplice: visto che per me scrivere questa storia ha avuto un effetto così catartico, spero che possa avere lo stesso effetto su di voi. Ed è proprio a coloro che si rispecchiano nei personaggi di questa semplice e dolce storia d'amore che dedico la mia storia.

Sono cosciente che come storia non è un granchè, che ci sono molti errori e alcuni personaggi sono sviluppati male e forse un giorno la modificherò. Ma non ho ancora trovato il coraggio di farlo, troppi ricordi mi legano a questa storia e, forse, quando mi farà meno male evocarli, allora potrebbe diventare una storia più bella di quella che oggi è.

Un ringraziamento particolare va a Giucchan e a Esteliel, che hanno letto in anteprima questa storia e che mi hannospinto a pubblicarla. E un saluto anche a Speedlink, in assoluto il primo lettore di questo racconto. 

Naco chan

 

NOTTI D’ESTATE

 

 

Io ti chiesi perché i tuoi occhi

si soffermassero nei miei

come una casta stella del cielo

in un oscuro flutto.

 

Mi hai guardato a lungo,

come si saggia un bimbo con lo sguardo,

mi hai detto poi, con voce gentile:

ti voglio bene, perché sei tanto triste

 

Hermann Hesse

 

 

LA VOCE

La luna piena brillava alta nel cielo stellato, sgombro da nubi. Il mare era calmo e solo il leggero increspare delle onde turbava il silenzio che regnava attorno a lei. D’un tratto alcuni passi attirarono la sua attenzione… si voltò… alla luce della luna lo intravide… guardò i suoi capelli, si perse nei suoi occhi profondi… cercò di chiamarlo, ma le parole le morivano in gola, mentre lui si allontanava per sempre… cercava di chiamarlo, di rincorrerlo, ma non riusciva né a parlare, né a camminare… La sua ombra era ormai lontana e sentiva i suoi occhi riempirsi di lacrime.…

   -Aiutalo, ha bisogno di te!- sentì una dolce voce dirle.

   –Chi sei? Cosa vuoi da me? Chi sei?- chiedeva, ma la voce sembrava non ascoltarla

   Aiutalo!- ripeteva –Ha bisogno di te… aiutalo! Ti prego…. Ha bisogno di te…. Ha bisogno di te…. Aiutalo…

 

Sabrina sapeva di star sognando. Era circa una settimana che quel sogno la perseguitava. Ogni volta cercava di non svegliarsi, di fermare quel ragazzo, di chiamarlo, di guardarlo negli occhi, di… e ogni volta il sogno le scorreva davanti, senza che lei potesse vedere in faccia quel volto che…

     Si sedette sul letto come per scacciare quel pensiero dalla testa. Guardò il cielo attraverso la finestra e sorrise, sicura che sarebbe stata una giornata fantastica. Scese dal letto e corse ad aprire la finestra per respirare a pieni polmoni la fresca aria dell’alba. Appoggiò i gomiti al davanzale, meditabonda.

   –Oggi accadrà qualcosa- disse a se stessa con sicurezza, ma per quanto cercasse di non pensarci, quel sogno continuava a tormentarla senza che riuscisse a capirne il motivo.

 

Quella mattina il mare era più bello del solito, tanto da sembrare magico. Era una sensazione bellissima e Sabrina sapeva di averla già provata quella stessa notte… Si era alzata che erano appena le 6.00 ed era silenziosamente scesa in cucina.

   Il mare era proprio di fronte alla sua abitazione e la tentazione la spinse a vestirsi in fretta e a correre su quella spiaggia che amava con tutta se stessa, soprattutto a quell’ora in cui non vi erano bagnanti… eppure un’ombra fra le acque attirò la sua attenzione.

   Si avvicinò all’acqua per vedere meglio; non si era sbagliata: qualcuno stava nuotando verso la spiaggia e man mano che si avvicinava alla riva, potè notare che si trattava di un ragazzo più o meno della sua età. Lo vide uscire dall’acqua e prendere un asciugamano.

   Sabrina rimase a fissarlo, chiedendosi chi fosse, dato che non l’aveva mai visto e perché avesse scelto un simile orario per nuotare.

   D’un tratto quel ragazzo sembrò accorgersi di lei.

   –Beh, che hai da guardare?- chiese freddamente – Sono per caso un fantasma?

   Sabrina sentì le sue guance arrossire –No… è che…- blaterò.

   -Cosa?- chiese avvicinandolesi.

   -No… è che non avevo mai visto nessuno fare un bagno alle 6.00 e a pensarci bene rischi di buscarti un’influenza se te ne vai vestito così a quest’ora!- rispose facendosi coraggio.

   -E sono forse fatti tuoi?- chiese brusco. I suoi occhi castani sembravano di ghiaccio mentre fissava quelli dolci e spaventati della ragazza. –Ci conosciamo per caso?

   -No, ma…

   -E allora impicciati degli affari tuoi, senza contare che la stessa domanda potrei fartela io!

   -Posso dirti tranquillamente perché sono qui! Ci vengo sempre quando sono preoccupata o spaventata per qualcosa!- rispose anche lei fredda. Ma chi credeva di essere quel tipo?

   -E dimmi sei preoccupata o triste? Hai fatto per caso un brutto sogno? Forse hai sognato che il tuo ragazzo ti piantava?

   -Io non ho il ragazzo e in ogni caso non sono fatti tuoi!

   -Me lo immaginavo: sei talmente brutta! Chi si metterebbe con uno sgorbio come te?

   Sabrina sentiva la rabbia esploderle nel cuore e gli occhi inondarsi di lacrime. Lo guardò negli occhi, ma non riuscì a sostenere il suo sguardo così freddo e scappò via. Ma chi credeva di essere quello? Che colpa ne aveva lei se era fatta così? Si sentiva una sciocca. Corse a casa sua e, senza far caso al rumore salì in camera sua e si gettò sul letto esausta chiedendosi perché proprio a lei fosse capitato di incontrare un tipo del genere.

 

Sabrina non poteva definirsi una ragazza bellissima, ma neanche brutta. Aveva splendidi occhi scuri e ricci capelli castani che portava lunghi sulle spalle. Era un tipo dolce e allegro, sempre pronta a portare il buonumore e ad aiutare quelli in difficoltà.   

   Benché fosse benvoluta da tutti per la sua spontaneità, aveva tuttavia pochissima fiducia in se stessa considerandosi egoista e superficiale. Era per questo motivo, continuava a ripetersi che Michele non l’aveva mai vista come più di un’amica. Del resto come avrebbe potuto un ragazzo così carino e simpatico innamorarsi di un tipo come lei? Quel ragazzo aveva perfettamente ragione anche se non si era certamente comportato come un gentiluomo. Si sentiva una bambina sciocca e l’unica cosa che la consolava era che, molto probabilmente, quella sarebbe stata l’unica volta in cui l’avrebbe visto.

 

 

 

Bene, ragazzi, eccoci finalmente alla fine del primo capitolo. So bene che è un po' piccolino e vi avverto che i prossimi due capitoli potrete trovarli anche un po’ noiosi, ma vedrete presto la storia si movimenterà! (almeno spero! ^^).

MI raccomando, commentate! Commenti e critiche costruttive, aiutano un autore a migliorare! ^_^

 

 

   
 
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