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Autore: Fink    05/08/2012    2 recensioni
Un nuovo caso. Un cadavere ritrovato davanti ad una delle biblioteche di Washington.
“Se quei due lavoreranno assieme al caso ne vedremo delle belle, voleranno scintille” disse Tony rivolgendosi a Ziva e McGee.
Si tratta della mia prima fanfiction, o meglio la seconda ma la mia prima a capitoli...Tutta JIBBS! Spero vi piaccia.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DODICESIMO
 
Erano trascorse diverse settimane da quando avevano arrestato Fuchs e recuperato le refurtive. Il direttore Shepard era stato dimesso dall’ospedale, ma le era stato dato un lungo periodo di riposo. Nel frattempo il suo ufficio sarebbe stato occupato dal vicedirettore in trasferta da San Diego. Ziva era andata a prenderla e l’aveva accompagnata a casa.
 Non vedeva l’agente Gibbs da quando si era svegliata in quella stanza in penombra e lui le aveva detto che tutto sarebbe andato bene, che avrebbero preso il trafficante e che era felice di vederla sveglia. Tutto questo tre settimane prima.
Da quando era tornata a casa erano passati tutti. Abby e Ziva per prime. Abby si era perfino offerta di lasciarle l’ippopotamo Bert, dicendo che sarebbe servito più a lei. Poi erano passati gli agenti McGee e DiNozzo. Tim era sempre un po’in soggezione davanti a lei, mentre Tony cercava di sdrammatizzare sull’accaduto. Dopo la missione atta ad incastrare la Grenouille, lei e Tony si erano avvicinati molto; per certi aspetti l’agente le ricordava Gibbs. Ducky era arrivato con uno splendido mazzo di fiori. Era passata anche Cinthia e perfino il giovane assistente del dottor Mallard, il signor Palmer era andato a farle visita. Ma di Jethro nessuna traccia.
“Passerà. Sai come è fatto Gibbs. Dagli tempo.” le aveva detto Ducky.
 
 
Le giornate negli uffici del NCIS trascorrevano con una certa regolarità. C’era un nuovo caso da seguire, un marines scomparso. Il vicedirettore faceva la voce grossa con Gibbs e la sua squadra, cercando di darsi un tono. Passava le notti in compagnia della sua barca e, sempre più raramente, con il colonnello Mann. Hollis si era accorta che lui non avrebbe fatto nessun passo avanti per mantenere la loro relazione. Aveva deciso di trasferirsi alle Hawaii non appena ottenuto il congedo. Gli era rimasta solo Kelly, la sua barca.
Aveva pensato molto a Jen in quelle ultime settimane, soprattutto quando, alzando gli occhi dalla scrivania, guardava verso il ballatoio. Gli era capitato più di una volta di sorprenderla a fissarlo, a volte con un’espressione di rimprovero ma, molto più spesso, con un sorriso.
Per non si sa quale motivo, vide Jen in abito da sera, scendere le scale che portavano al suo ufficio. “Al vicedirettore l’abito da sera non sta così bene.” Pensò mentre scartavetrava la barca.
 Aveva chiesto a Ducky di farle da cavaliere ad una non ricordava quale occasione. Ammise di aver provato un briciolo di gelosia quella sera. Chissà perché non aveva chiesto a lui di accompagnarla. Ma visti i trascorsi tra loro, era più che comprensibile.
Bevve un sorso di bourbon.
“Certo che è una donna testarda e dannatamente orgogliosa. Non bastava che dovessi badare a lei quando era una “pivella”, no. Continua a farmi preoccupare anche ora che è direttore. Però quanto mi mancano i nostri battibecchi. E mi manca la sua voce, il suo sorriso e quegli occhi verdi nei quali potrei perdermi, ormai per lei sono un libro aperto. Ha ancora delle gambe niente male.”  Prima di addormentasi pensò di passare a trovarla il mattino dopo. Era da una settimana che pensava la stessa cosa, ogni sera.
 
 
La luce del mattino filtrava attraverso le finestre; un sole ancora pallido ma che stava raccogliendo le forze per far scogliere le ultime tracce di neve. La primavera era alle porte.
Il campanello all’ingresso suonò svegliando Jen. Da quando era convalescente aveva preso l’abitudine di dormire un po’ di più. Guardò la sveglia, erano quasi le otto e mezza. Indossò una vestaglia e si affacciò alla porta. “Noemi, apri tu. Scendo subito.”
Un uomo di alta statura era in piedi al centro dell’ingresso e la stava guardando. Il cuore di Jen ebbe un sussulto. Per qualche assurdo motivo si sentì commossa, ma ricacciò le lacrime. Nonostante la gioia di vederlo fosse enorme, lo era anche il disappunto. Perché mai aveva aspettato quasi un mese prima di passare.  
“Pensavo che dopo tutti questi anni si fosse sgualcita.” Disse Gibbs in chiaro riferimento alla vestaglia. Gliela aveva regalata a Parigi.
“Non la uso quasi mai.” Scese le scale e si fermò davanti a lui. “Se è venuto a sincerarsi delle mie condizioni di salute, beh, sto bene, agente Gibbs.”  
“Dobbiamo parlare.” Rispose l’agente. “Lo sai che con la tua azione avventata hai messo a rischio l’operazione, il mese scorso. Sei il direttore, Jen. Ci si aspetterebbe che ti comportassi come tale.”
“Sei qui per dirmi come fare il mio lavoro?” ma cosa aveva sperato, che la prendesse tra le braccia e la cullasse. Stava parlando di Gibbs. Poi lo vide sorridere.
“Mi sei mancata Jenny.” Disse semplicemente avanzando verso di lei di un passo. “Non potevo perdere anche te.” Il cuore di Jen ricominciò a battere all’impazzata. I loro sguardi si incrociarono, il volto di Gibbs si avvicinò sempre di più a quello di Jenny, finchè le labbra si incontrarono. Fu un bacio tenero. Una richiesta di perdono e di speranza.
“Ne sei sicuro?” gli chiese Jen.
“E tu?”
Per tutta risposta Jenny lo baciò di nuovo.

 
“Le avevo detto di usare del tatto con quei giornalisti.” Lo rimproverò il direttore avvicinandosi alla scrivania. Gibbs la guardò e le sorrise.
Tutto era tornato alla normalità o quasi. I suoi agenti erano tutti al loro posto, Tony stuzzicava McGee e Abby continuava a dormire in una bara. Jennifer Shepard aveva ripreso il suo ruolo a capo del NCIS mantenendo una piena obbiettività sul posto di lavoro, ma il posto letto accanto al suo non sarebbe mai più stato vuoto.


FINE

 

Ebbene sì, fine...o forse un nuovo inizio... grazie a tutti quelli che hanno avuto la voglia e la pazienza di leggere e che hanno lasciato un commento o che lo lasceranno... Un abbraccio e a presto...
 

 

   
 
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