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Autore: Lady A    05/08/2012    6 recensioni
[…] «Urca, ahhhhh ho capito! Le "coccole"… eh, eh, eh!», esclamò imbarazzato, tappando leggermente le orecchie al piccolo, in modo che non sentisse "il discorso". Era incredibile come certe situazioni fossero in grado di metterlo a disagio, difatti tra i coniugi calò un silenzio tombale che però ben presto, venne rotto dal saiyan stesso che con far seppure impacciato baciò e abbracciò teneramente la moglie, che stringendo il bambino a se, si adagiò meglio sul letto matrimoniale e dormirono tutti insieme… proprio come una vera famiglia. […]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Gohan, Goku | Coppie: Chichi/Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Suo padre




 
Era una gelida e cupa serata di dicembre, mancavano poche settimane al Natale, la luna e le stelle erano completamente assenti, il vento soffiava forte, il cielo era ammantato di nuvole e la neve con i suoi candidi chicchi, cadeva in abbondanza ricoprendo ogni cosa e donando ovunque un’atmosfera quasi magica. In una casetta tondeggiante - unica abitazione del Monte Paoz - assieme ai rumori della natura, quella notte echeggiò con insistenza anche il pianto disperato di un bambino, il piccolo Gohan di sette mesi e mezzo, che in preda alla febbre alta, teneva vigili i suoi giovani genitori. Goku con un espressione piuttosto spaventata e i capelli più scarmigliati del solito, si accingeva a camminare per tutta la casa tenendolo in braccio e cercando invano di cullarlo.
«Shh, shh da bravo Gohan, calmati su… », mormorò con la sua solita voce pacata e rassicurante, carezzandogli amorevolmente il visino arrossato e imperlato di sudore; il pargolo, udendo la voce di una figura tanto amata come quella del padre, schiuse leggermente i piccoli occhietti neri come l’ebano e con fare disperato e sofferente, con la sue piccole e candide manine si aggrappò saldamente alla tuta del genitore, non smettendo però di emettere lamenti e stilli - che sembravano quasi una richiesta d’aiuto - che indubbiamente impaurirono ulteriormente il saiyan, che non sapeva come comportarsi. Non gli piaceva assolutamente vedere la gente soffrire, tantomeno quel bambino, suo figlio. Con lui stava scoprendo un altro aspetto della vita, l’essere padre… ciò non era una cosa molto semplice, non poteva essere paragonato agli allenamenti e ne al cibo, niente di specifico… però era una cosa molto bella, gli piaceva. Quel piccino a volte sapeva essere un vero demonio, soprattutto quando assieme a Chichi cambiandogli il pannolino, gli schizzava quasi per dispetto a getto continuo la pipì, centrandolo in pieno volto. Al ricordo di quei macabri episodi, lo guardò di sbieco, salvo poi scrollare il capo, ridacchiare divertito e stringerlo più forte a se; Gohan per fortuna sapeva essere anche un angioletto. Quando tornava dagli allenamenti e lo raggiungeva, il piccino lo accoglieva sempre con gioia, agitando freneticamente la simpatica coda e dimenandosi per essere preso in braccio e coccolato.
«Ma-ma... mamma…», pigolò il bambino con voce flebile, cercando con lo sguardo un’altra figura molto importante per lui… la madre. Chichi avendo riattaccato il telefono dopo un lungo consulto con il pediatra, si affrettò a raggiungere il figlio e il marito che intanto erano giunti in camera da letto; rimase per pochi secondi ferma sull’uscio della porta, intenerita nel notare il modo in cui Goku carezzava e stringeva il loro bambino, sì, lo aveva sempre saputo, anche se era un eterno bambinone e a volte un po’ idiota era un ottimo marito e un padre meraviglioso.
«Tesoro ha da poco parlato con il medico… dobbiamo somministrargli della medicina … », mormorò, avvicinandosi ai due e carezzando la piccola manina di Gohan che immediatamente gliela strinse cominciando a chiamarla mamma. La bruna sorrise intenerita e i suoi occhi nell’udire quella parola cominciavano a brillare di una luce propria, ogni volta che sentiva il suo bambino chiamarla in quel modo provava un emozione indescrivibile. Goku le poggiò una mano sulla spalla, sbattendo varie volte gli occhi per la stanchezza, eh sì, chi avrebbe mai detto che occuparsi di un bambino così piccolo stancasse più degli allenamenti ?
«Urca, allora dagliela subito, non mi piace vederlo piangere! », piagnucolò con fare puramente infantile e dispiaciuto, carezzandogli dolcemente la piccola testa piena di capelli intrisi di sudore; con massima attenzione, lo adagiò al centro del letto matrimoniale, sedendosi poi al lato sinistro, Chichi imitò il marito mettendosi al lato opposto.
«Devo fargli una siringa… devi mantenerlo bene! », proferì con tono calmo. Il saiyan di tutta risposta, non appena udì la parola "siringa" lasciandosi prendere dallo terrore, afferrò immediatamente il bambino – stringendolo amorevolmente a se – e scese dal letto, guardando la moglie con le ciglia inarcate e la fronte aggrottata.
«Ma… Chichina, sei pazza? E’ così piccolo, come puoi fargli una siringa?», borbottò con sguardo pregno di preoccupazione e di dissenso. La fanciulla si alzò dal letto, portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mise le mani lungo i fianchi e lo guardò con aria di sfida
«Per chi mi hai presa? Non sono mica una madre snaturata! Gohan è anche il mio piccolino! », gridò stizzita e offesa. «Ha la febbre altissima e per placarla c’è bisogno di un'iniezione! », ringhiò, fulminandolo con lo sguardo. Il bambino udendo quelle repentine urla; spaventato, cominciò a piangere ancora di più, facendo preoccupare ulteriormente il padre. Non gli andava molto a genio l’idea che la moglie punzecchiasse il bambino, lui che in primis aveva paura degli aghi, rabbrividì al pensiero di doverlo mantenere, rendendosi complice di quell’atto così "crudele".
«Ma è proprio necessario … ?», sussurrò afflitto, risistemandosi sul letto. La mora, si portò una mano alla fronte con fare esasperato; quando si trattava di siringhe , Goku non capiva più nulla!
«Certo che lo è!», sbraitò spazientita e dettò ciò, lasciò la stanza, per tornarvi subito dopo, dove con molta attenzione, poggiandosi sul comò  color legno chiaro, cominciò a preparare tutto l’occorrente. Goku osservò con attenzione e sgomento i movimenti della moglie, rabbrividendo non appena la vide impugnare "l’arma" e conficcarla in una boccetta dove spirò il medicinale; istintivamente poggiò la mano destra sugli occhi del bambino e quella sinistra sui suoi. Chichi dopo aver terminato la preparazione, si avvicinò a passo lento verso il letto, guardando con fare stizzito il marito.
«Smetti immediatamente di fare lo stupido e mantienilo, devo fargliela sul braccio! », convenne innervosita, avvicinandosi ai due; Goku tolse la mano dagli occhi e deglutì a fatica, aveva affrontato i più peggiori nemici e vinto dure sfide, ma questa volta era ben diverso… la puntura era il suo punto debole e anche se stavolta non toccava a lui, gli dispiaceva tremendamente che a subirla fosse suo figlio, per giunta così piccolo e indifeso. Prese un profondo respiro e fece sedere il bambino sulle sue gambe, mantenendolo delicatamente per i fianchi, Chichi gli tolse il vestitino giallo e dopo aver intriso il braccio con dell’alcool, fece fuoriuscire del liquido incolore dalla siringa. I denti di Goku cominciarono a tremare sconsideratamente, lo scintillio dell’ago era una visuale tremenda per i suoi occhi.
«Ahi! Ahi! P-piano… ho p-paura! », si lamentò, cominciando a tremare come una foglia, di tutta risposta ricevette una bella sberla da parte della consorte irritata come non mai.
«Te lo ripeto! Smettila immediatamente, se ti muovi finirò per far davvero del male al mio piccolino! Mantienilo e sta zitto! », sbottò arrabbiata. E detto ciò il guerriero prendendo un profondo respiro e chiudendo gli occhi, strinse forte a sé il bambino, tenendolo ben fermo, deglutì a fatica; si aspettò di udire strilli più forti e disperati invece… Gohan si zittì tutto d’un tratto, poggiò la testolina sul suo petto muscoloso e permise alla mamma di fargli quella benedetta iniezione. Chichi tirò un sospiro di sollievo, anche lei del resto si sarebbe aspettata una reazione peggiore da parte del figlio.
«Bravo bambino! », esclamò fiera, togliendolo dalla braccia del marito e stringendolo a sé per baciarlo e coccolarlo amorevolmente. «Menomale che ha preso tutto da me! », aggiunse con orgoglio, sedendosi sul letto. Il moro aprì gli occhi e guardò la moglie quasi con fare indispettito mettendo il broncio; quando Gohan staccandosi dalla madre gli saltò completamente addosso e cominciò a emettere degli stilli che soleva fare quando richiedeva l’attenzione del padre su di se! Goku allora cominciò a fargli il solletico e a ridacchiare divertito.
«Anche sul fatto di saltarmi addosso ha preso da te! Eh, eh, eh, eh!», mormorò con fare infantile, sghignazzando. Le gote della ragazza di tutta risposta, si imporporarono violentemente, in effetti molte volte – come la loro prima notte di nozze – lasciandosi prendere dall’entusiasmo di averlo finalmente sposato, soleva saltargli letteralmente addosso; il saiyan dapprima titubante e perplesso, di rimando però, pure faceva la sua parte… e anche molto egregiamente, non per niente Gohan ne era il risultato. Abbassò leggermente lo sguardo in preda all’imbarazzo, salvo poi guardarlo con fare scandalizzato e tirargli una cuscinata.
«Razza di snaturato, troglodita! », ringhiò offesa. «Ok, varie volte avrò anche preso l’iniziativa, ma a tutto il resto ci hai pensato tu! », aggiunse, facendo per alzarsi dal letto, quando la presa ferrea del marito la bloccò; il ragazzo la guardò con la sua consueta espressione da ebete, grattandosi il capo.
«Eh, a cosa ci ho pensato io? », domandò con fare puramente ingenuo, carezzando leggermente il capo al bambino, ormai caduto tra le braccia di Morfeo. Chichi inarcò un sopracciglio e sbuffò.
«Dopo che ti sono saltata addosso! », replicò quasi con naturalezza, portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio e carezzando anche lei il bambino. Goku si portò una mano al mento e la fissò confuso.
«Urca, dopo che ho sconfitto Junior mi sei saltata addosso e poi siamo partiti sulla Nuvola Speedy ! E questo che intendi? », domandò di rimando, confuso più che mai. Chichi cadde all’indietro e sospirò imbarazzata! E lei che credeva alludesse a ben altro! Non c’era speranza, Goku era sempre un inguaribile bambinone !
«Lascia perdere! », mormorò un po’ delusa, mentre il suo volto d’avorio nel ripensare a quei particolari momenti andò in fiamme. Quel rossore sul suo viso, non sfuggì al marito, che inevitabilmente si incuriosì più che mai, gli imprigionò delicatamente il volto tra le mani e la guardò dritta negli occhi.
«Chichina, a cosa ti riferisci? Voglio saperlo! », proferì con quel suo consueto tono infantile. Il cuore della ragazza prese a scalpitare più forte, deglutì a fatica e lo guardò.
«Zuccone che non sei altro! Hai presente quello che facciamo in camera da letto la sera quando Gohan dorme? », borbottò irritata. «E non rispondermi che dormiamo, perché a volte, facciamo ben altro! », precisò, abbassando poi leggermente lo sguardo. Goku si grattò nuovamente il capo, salvo poi arrossire di colpo e tossire quasi si stesse strozzando.
«Urca, ahhhhh ho capito! Le "coccole"… eh, eh, eh!», esclamò imbarazzato, tappando leggermente le orecchie al piccolo, in modo che non sentisse "il discorso". Era incredibile come certe situazioni fossero in grado di metterlo a disagio, difatti tra i coniugi calò un silenzio tombale che però ben presto, venne rotto dal saiyan stesso che con far seppure impacciato baciò e abbracciò teneramente la moglie, che stringendo il bambino a se, si adagiò meglio sul letto matrimoniale e dormirono tutti insieme… proprio come una vera famiglia. Le lotte, le guerre, le minacce al pianeta Terra erano pericoli ancora lontani… nessuno sapeva niente di tutto quello che sarebbe successo in futuro, nessuno avrebbe mai immaginato tutto quello che sarebbe toccato a quella famiglia… all’apparenza normale. Nessuno poteva immaginare le pene che avrebbe patito ogni singolo componente. Quella notte tre le pareti di casa Son, echeggiarono due parole, due semplici parole in grado di racchiudere grandi emozioni e speranze. "Ti amo" sussurrato sottovoce da Goku, con quella sua indole giocosa, che tanto piaceva a Chichi. Gohan poi, nel bel mezzo della notte, risvegliandosi dal suo breve sonnellino, invece che risvegliare i genitori con il suo pianto, mormorò infantilmente per la prima volta la parola "papà”.
"Papà" quattro lettere… appena balbettate fecero svegliare nel bel mezzo della notte il diretto interessato.
"Papà" quella parola echeggiò svariate volte nelle mente …
"Papà" l’udire quella parola, portò la sua bocca a spalancarsi e i suoi profondi occhi a brillare di luce propria; sembrava strano ma quella volta a scaturire quella reazione nel saiyan non fu una vittoria ad un torneo o un qualcosa di commestibile… ma fu suo figlio.
"Papà" Eh già, aveva sempre notato quel luccichio speciale nello sguardo di Chichi quando Gohan la chiamava mamma e ora lui stava provando la stessa emozione. Un emozione capace di lasciarlo di stucco ma anche di entusiasmarlo come non mai.
«Urca, figliolo!», esclamò al massimo della felicità, facendo svegliare la moglie che lo guardò di sbieco, salvo poi accorgersi che quell’entusiasmo era dovuto a lui… il loro bambino e alla sua nuova parolina… quella parolina alla quale Gohan per parecchi anni avrebbe dovuto rinunciare a pronunciarla, ma nonostante tutto sarebbe rimasta sempre nel suo cuore… Goku anche per lui era un eroe, ma era e sarebbe rimasto per sempre suo padre.
 
 



  
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