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Autore: FairySweet    06/08/2012    3 recensioni
Era semplicemente una seconda occasione e niente di più. In fondo, lui non aveva chiesto niente dalla vita ...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Short Film 1                                                                             Una seconda Occasione






Non aveva mai pensato nemmeno per un momento di avere una famiglia, non aveva mai nemmeno immaginato di fare sesso e diventare padre eppure era successo. Quella notte del cazzo, invasa dai fumi dell’alcol l’aveva improvvisamente catapultato in un inferno.

Passeggiava su e giù per quel corridoio come se all’improvviso il suo razionale cervello potesse trovare una soluzione a tutto quel casino e invece, solo il fastidioso ticchettio dell’orologio a far compagnia a tutti i suoi pensieri.
Non sapeva nemmeno lui perché fosse lì, in fondo quella ragazza l’aveva conosciuta una notte lontana ormai nove mesi, lei non voleva il bambino e se quel piccolo non avesse avuto i genitori sarebbe andato in adozione.
Forse sarebbe stata la cosa più logica da fare, non era pronto ad essere padre, era incasinato e confuso ma c’era qualcosa dentro di lui che gli impediva di allontanarsi da lì, forse, il merito era di quel legame naturale che un genitore prova per una piccola parte di sé ormai diventata vita o forse, era pura e semplice verità.
Il rumore ritmico del bastone al suo fianco era in qualche modo tranquillizzante, l’unica cosa sicura e stabile della sua vita “Quanto diavolo ci vuole a far uscire un bambino da un utero” sibilò spazientito ma quasi in risposta alle sue lamentele l’infermiera uscì raggiante dalla sala parto “Complimenti paparino, è una bella femminuccia” ma la faccia scura e tetra dell’uomo la costrinse immediatamente a fare retromarcia “Lei è qui per il parto della signorina Mellis vero?” annuì appena senza fiatare “Meno male, credevo di aver sbagliato persona” sorrise di nuovo ma non ottenne nessuna risposta “Vuole vederla?” bella domanda, non sapeva nemmeno cosa dirle ma le sue gambe si mossero da sole, la curiosità per quel piccolo essere nato da pochi minuti era più forte di qualsiasi ragionamento.
A medicina si era divertito come un matto ad immaginare donne sdraiate su quei lettini ad urlare come delle matte,  continuava a ripetere che essere uomo era infinitamente più bello, ma lì, su quel lettino non c’era una donna qualsiasi.
Là sopra, con il viso arrossato e la fronte mandida di sudore c’era la ragazza che aveva dato alla luce una piccola parte di sé.
Si avvicinò appena, giusto quel tanto che bastava per spiare la neonata tra le sue braccia “È piccola” sbottò ironico “Tu eri molto più grande quando sei nato?” “Giusta osservazione”  si lasciò cadere sulla sedia accanto “Cosa farai?” domandò perplesso “Non ne ho idea, io non posso tenerla con me non sono pronta, tu mi sei rimasto accanto durante tutto questo tempo se vuoi ..”scosse appena la testa spiando la piccina “Allora andrà in adozione” “Cosa le accadrà?”  la ragazza alzò appena le spalle ridendo “Passerà di famiglia in famiglia fino a quando i servizi sociali non le troveranno una coppia stabile” “Bella prospettiva” sussurrò posando la testa contro il muro, c’era troppa confusione tra i suoi pensieri, dentro di lui qualcosa urlava “Scappa più lontano che puoi” e poi c’era quella vocina “Quella non è una bambina qualsiasi … quella è la tua seconda occasione” scosse appena la testa chiudendo gli occhi “D’accordo” la ragazza si voltò sorridente verso di lui “La terrai con te?” in fondo che male poteva fare? Forse sarebbe stato un uomo migliore con una bambina accanto, forse sarebbero cresciuti assieme e lei lo avrebbe addolcito, forse quel dolore lancinante che provava da mesi se ne sarebbe andato. Era solo una piccola umana, un errore di una notte che portava metà del suo corredo genetico e non voleva vedere i suoi preziosi geni sprecati.
L’avrebbe tenuta con sé, c’era un buon cinquanta per cento di possibilità che potesse rovinare anche la vita di quella bambina ma l’altro cinquanta per cento cos’era? Magari era un futuro, qualcosa di lontano e sfocato che gli avrebbe fatto dimenticare il passato così nitido e pungente “Sei sicuro?” la voce della ragazza lo riportò alla realtà di colpo “Impacchettala, la porto con me” sorrise appena alzandosi mollemente dalla sedia “Come la chiamerai?” “Non lo so, tu hai qualche idea?” ci pensò qualche secondo fissando la bambina “Rylie”  “Che nome è?” rispose ironica “Ehi, la porto con me quindi avrà il nome che scelgo io” la ragazza sorrise avvolgendo per bene la piccola tra le coperte “Forse sarai un bravo paparino” sbuffò prendendo tra le braccia quel piccolo fagotto rosa.
Era terrorizzato, aveva paura di stringerla troppo forte, aveva paura di farle male ed era impacciato e goffo “Smettila di ridere ragazzina insolente” mormorò afferrando il bastone “I bambini sono inutili … almeno i cuccioli delle scimmie si aggrappano alla madre per non cadere” esclamò sollevando appena la piccola “Se piange troppo posso restituirla?” “Firmi qui” mormorò esitante l’infermiera.
Quello scarabocchio sul foglio era un catena, la linea continua che univa la sua stupida e misera vita  a quella di una bambina innocente, che aveva avuto la sfortuna di finire nel cuore sbagliato.

Quello scarabocchio sul foglio era un catena, la linea continua che univa la sua stupida e misera vita  a quella di una bambina innocente, che aveva avuto la sfortuna di finire nel cuore sbagliato.

  
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