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Autore: PottermoreB    06/08/2012    6 recensioni
« Com'è che non passa, con gli anni miei, la voglia infinita di te? Cos'è quel mistero che ancora sei, che porto qui dentro di me? Beh, Lily, qualunque cosa sia, voglio scoprirlo. Piano piano, negli anni… » continuò, trafficando con le tasche della divisa mentre lei lo fissava confusa e con gli occhi un po’ lucidi.
[One-shot partecipante al contest Coppie per tutti i gusti]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prima che leggiate la storia, questa One-shot partecipa al contest Coppie per tutti i gusti indetto da Bellatrix_92.
E dedico questa "cosa" alla mia dolce Ilaria, le voglio un mondo di bene, anzi LA AMO. Spero che sia di vostro gradimento, buona lettura! Ah, se vi va lasciate pure una recensione, anche con solo scritto "bello" o "fa schifo, datti all'ippica.", mi farebbe piacere.



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Un raggio di luna entrava dalla finestra della Sala Comune, illuminando dolcemente il bel viso accigliato di un giovane Grifondoro che si sporgeva un po’ sulle scale che portavano al dormitorio femminile.
« Lily! Lily! » bisbigliò, sistemandosi gli occhiali sul naso e guardandosi intorno con aria nervosa. Aveva una paura matta che lei non si presentasse.

Magari si è addormentata, pensò osservando l’orologio e vedendo le lancette spostarsi per segnare la mezzanotte, è tardi e domani abbiamo lezione.
E mentre finiva di formulare quel pensiero e si avviava verso il dormitorio maschile, il suo naso percepì un buonissimo profumo di fiori. La sua bella Lily scese le scale lisciandosi la gonna della divisa e quando entrò nella luce lunare a James saltò un battito. Dio, era bellissima, con i capelli rossi che la circondavano come una morbida nuvola e la bocca piegata in un sorriso.
Non poteva ancora credere che, dopo sette anni, fosse finalmente sua.
Così per convincersene ancora un po’, si allungò leggermente verso di lei e le diede un bacio a fior di labbra. Con un occhio socchiuso la vide alzare la mano e si preparò a ricevere uno schiaffo.
Ecco, aveva rovinato tutto.
Ma invece che colpirlo, la sua piccola mano candida gli accarezzò la guancia, mentre lo tratteneva sulla sua bocca. Dopo qualche secondo, quando la smania di approfondire il bacio divenne insopportabile, il ragazzo si allontanò di un passo. Non voleva rovinare tutto veramente.
Le sorrise e la prese per mano. 
« Vieni, voglio farti vedere una cosa. Però dobbiamo usare questo…» disse James, mostrandole il Mantello dell’Invisibilità.
Lei storse il naso e fissò la stoffa che pendeva dalla mano di lui. 
« Io in quel coso non ci entro. No, Potter, mi rifiuto! Sono un… »
« Sì, sei il Prefetto Perfetto, ‒ la interruppe lui. ‒ ma non voglio farmi scoprire da Gazza, mi da già abbastanza punizioni. Ed è una cosa importante.»
Quando lei accennò a replicare, il ragazzo tirò fuori la sua migliore faccia da cucciolo. « Ti prego, Evans. » mormorò con sguardo implorante.
Lei sbuffò sonoramente e si infilò sotto il Mantello con James, borbottando cose tipo “ma chi me lo fa fare” e “proprio io, che sono Caposcuola..”.
Si strinsero e si abbassarono un po’ sotto il Mantello, che ormai non li copriva tutti e uscirono dal buco del ritratto. Salirono scale su scale e proprio mentre Lily chiedeva « Dove mi stai portando, Potter? » entrarono nella Torre di Astronomia. James tolse loro il mantello con un gesto fluido e lo infilò in una qualche tasca nascosta della divisa. La ragazza stava fissando la coperta stesa a terra, le due candele galleggianti che illuminavano appena la stanza con la loro fiamma tremante e le cibarie raccolte in un piccolo cesto da picnic.
« Mi hai portata fin qui per mangiare?! » esclamò. « Potter, sei veramente un cretino! »
Lily girò i tacchi per andarsene, ma James le avvolse la mano attorno al polso e la fermò, tirandola a se.
« Ho solo pensato che fosse carino pensare al tuo stomaco, non ti ho portato qui per questo. » sussurrò a un soffio dalle sue labbra, i corpi talmente vicini che si sfioravano. Lei, inevitabilmente, arrossì e allora James si allontanò di un passo. Con un inchino galante la invitò a sedersi e la rossa lo fece, mentre il rossore ancora sfioriva dalle sue guance.
Quando si sedette di fronte a lei, James si passò nervosamente una mano tra i capelli. E se dice di no?! , pensò in preda al panico. Si sistemò di nuovo gli occhiali sul naso mentre faceva un respiro profondo per prendere coraggio. Ormai erano lì, doveva farcela per forza. La Grifondoro lo fissava con grande curiosità, e dopo aver preso un ultimo respiro, il moro parlò. « Com'è cominciata io non saprei, la storia infinita con te, che sei diventata la mia lei di tutta una vita per me. Sai, ancora non ci credo, mia dolce Lily, non riesco a credere… ‒ il ragazzo si interruppe per intrecciare le dita con le sue ‒ …che sei la mia ragazza. Ci vuole passione con te e un briciolo di pazzia, ci vuole pensiero perciò lavoro di fantasia. ‒ le indicò fuori dalla finestra dove dei fuochi d’artificio, probabilmente i Fuochi Freddi Filibuster con Innesco a Acqua, stavano formando la figura di un grande giglio bianco ‒ Ne servirà di più per dirtelo ancora per dirti che più bella cosa non c'è, più bella cosa di te, unica come sei, immensa quando vuoi, grazie di esistere..» le mormorò, interrompendo la sua dichiarazione per bere un po’ di succo di zucca. Aveva la gola terribilmente secca e le guance gli stavano prendendo fuoco. Lui, James Potter, figlio di Charlus Potter, non era mai arrossito, se non forse la prima volta al cospetto della McGranitt. Si asciugò rapidamente la bocca, prima che lei parlasse e gli facesse perdere coraggio. « Com'è che non passa, con gli anni miei, la voglia infinita di te? Cos'è quel mistero che ancora sei, che porto qui dentro di me? Beh, Lily, qualunque cosa sia, voglio scoprirlo. Piano piano, negli anni… » continuò, trafficando con le tasche della divisa mentre lei lo fissava confusa e con gli occhi un po’ lucidi.
« James, che stai dicendo… » la frase le morì in gola, mentre il ragazzo tirava fuori una scatolina di velluto rosso che lei riconobbe subito. Trattenne il fiato quando lui l’aprì scoprendo un bellissimo seppur piccolo diamante incastonato in un anello.
« Lily Evans, vuoi sposarmi? » domandò tutto d’un fiato, fissandola negli occhi verdi che vide subito riempirsi di calde lacrime. Dovette fare una faccia veramente confusa perché lei rise e gli buttò le braccia al collo, facendolo cadere all’indietro. Si sentì un piccolo tonfo mentre lui sbatteva la testa contro il pavimento e lei gli inondò il collo di lacrime di gioia, mentre sussurrava « Sì, sì, sì, sì.»
A James in quel momento sembrò di volare, meglio di come qualsiasi manico di scopa avrebbe potuto fare, sentiva il suo cuore battere rapido nel suo petto e librarsi verso la felicità più completa. Non sentiva il dolore alla testa, non sentiva niente, se non il corpo della sua Lily premuto sul suo e la dolce voce di lei che non smetteva un attimo di ripetere quel « sì ».
Le accarezzò la schiena e la baciò sui capelli con gli occhi chiusi, per imprimersi nella mente quel momento per sempre.
« Ti amo, Lily Evans. »
« Ti amo, James Potter. »
« Finché morte non ci separi? » domandò speranzoso lui.

Lily gli sorrise dolcemente e prima di chiudere la bocca sulla sua, sussurrò: « Finché morte non ci separi. »

   
 
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