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Autore: unaDADAqualunque    06/08/2012    1 recensioni
Lei ha bisogno di innamorarsi. Lui è ricco, famoso, gay.
Le loro vite devono subire una svolta.
Dal 1' capitolo:
“La tua foto mi ha rasserenato la giornata. Ti ringrazio.”
Enter. Messaggio inviato. L'aveva fatto.
Si sentiva viva come non mai. Era definitivamente uscita dal coma.
(Non ho mai scritto nulla, questa per me è la prima volta. Ogni suggerimento è più che ben accetto!
uDADAq)
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Milano/Londra, Dicembre.

 

I'll be recording the new show next week. Would you like to come and meet me, here in London? If yes, I'll wait for you. R. xxx”

 

Non era sicura di quello che aveva letto. Anche se capiva bene la lingua, usò il traduttore su internet per avere la certezza di non essersi sbagliata. Non poteva crederci.

Richard le stava chiedendo di raggiungerlo a Londra per le registrazioni del nuovo programma.

Voleva andarci, di corsa. Salire sul primo aereo disponibile e scappare da quel buco che chiamava casa. Ma da sola? No, non poteva andare da sola. O sì?

Per tutta la mattinata rimase come inebetita davanti al computer cercando di capire disperatamente cosa fare. Andare o non andare? Sognare o lasciar volare via ogni desiderio?

Chiamò Licia, la sua più cara confidente. Le parlò di Richard, rise, pianse, strillò, si calmò poi pianse di nuovo. Licia staccò dal lavoro. Decise di andarla a trovare, perché al telefono pensò che Martina fosse impazzita.

Bussò alla porta, venne come tirata in casa a forza. Nemmeno il tempo di togliere il cappotto che Martina già parlava a tutta velocità.

 

Io credo di essermi innamorata, Lili... Sai che sono due settimane che non penso più ad Alessio? Mi sento bene se penso a Richard. E' una strana sensazione, come se lo conoscessi da sempre.” Disse tutto d'un fiato.

 

Calmati, respira. Ma non mi hai detto che è gay? Come puoi sperare di farlo innamorare di te?” Replicò Licia.

 

Io non voglio farlo innamorare di me, voglio solo vedere almeno una volta i miei occhi riflessi nei suoi, sentire il suo profumo, abbracciarlo, accarezzarlo, vedere se le sue mani sono belle, se sono brutte, capire se anche lui mi vuole bene. Non pretendo di essere amata, ma voglio andare da lui... Anche solo per sapere che non è frutto della mia immaginazione. Che esiste. Mi puoi capire?” Aveva le lacrime agli occhi, le mani accartocciate e le gambe che si muovevano come in preda alle convulsioni.

 

Licia la guardò teneramente, le fece una carezza, la strinse a sé e le cantò la loro canzone. Martina si rilassò piano piano.

Una tazza di tè, una fetta di torta senza glutine, una carezza al gatto. Tutto sembrava essere tornato al suo posto.

 

Io dico che dovresti andarci. Devi andarci a tutti i costi. Stai con lui un giorno, due giorni... Capisci se può esserci qualcosa. E se va male, torna a casa. Ma promettimi di non perdere la lucidità. Lui non ti ha promesso nulla.” Disse l'amica, il cuore in gola.

 

Lili, lo sai che ti adoro vero?” Rispose Martina con ancora le lacrime che le rigavano il volto.

 

Si era fatto tardi. Licia era andata via, e lei era rimasta sola davanti al pc. Rispose a Richard:

Ci sarò. Lasciami prenotare il volo e l'hotel e ti farò sapere il giorno preciso del nostro incontro. A presto.”

 

La risposta di Richard fu tempestiva. Quasi come avesse atteso tutto il giorno davanti allo schermo (e in realtà fu proprio così).

 

Don't need to spend a lot of money for a cold hotel room, you can stay at my home. Let me know when you are coming, and where you'll land. I'll be there for you. You can stay all the week if you want. X” Questo diceva il messaggio.

 

Velocemente acquistò il biglietto per Londra, le dita tremavano digitando il codice della carta di credito. Scrisse a Richard che sarebbe arrivata il giorno dopo a Stansted verso mezzogiorno.

Corse a preparare la valigia. Si andò a tagliare i capelli. Comprò dei trucchi e dei vestiti nuovi. Doveva essere bellissima... Doveva ammaliarlo.

Chiamò sua madre pregandola di andare a preparare il pranzo al gatto mentre lei era via. Le disse solo che andava a trovare un amico a Londra. Un ragazzo con il quale era rimasta in contatto perché avevano suonato assieme quando lei aveva lavorato là. Bugia. Ma sua madre non avrebbe capito. Decise di mentirle, a malincuore.

Lo stava facendo davvero, stava andando fino a Londra per un uomo che non poteva dire di conoscere veramente. Eppure sentiva che non si sbagliava su di lui.

Richard era davvero l'uomo ideale per lei? Forse sì. Per quanto fosse poco attraente e goffo, totalmente glabro e sovrappeso, con il tempo le sembrava sempre più bello perché compensava i difetti fisici con la dolcezza e la simpatia.

 

Ore 01:00/00:00.

 

Entrambi non riuscirono a dormire quella notte. Martina a Milano, Richard a Londra. I loro cuori uniti a metà strada senza conoscere i veri sentimenti l'uno dell'altro.

Arrivò mattina, era ora di partire. Un'ultima carezza sulla testa del gatto, uno sguardo dalla finestra alla grigia Milano. Martina era pronta.

 

Volo 975 Milano – Londra Stansted. Ore 10:05. Si parte.

  
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