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Autore: Marty_Winchester    06/08/2012    3 recensioni
Jessica è una donna forte e sicura, ma dentro di sè è segnata da un profondo e misterioso dolore. Non si affeziona a nessuno: "tutti, prima o poi, muoiono"
Un giorno incontra un uomo in un bar, dolce e affascinante, bevono e finisco a letto insieme. Successivamente scoprirà il suo nome: Dean.
L'amore può far soffrire, ma vivere senza affetto è come esser già morti
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Punto di vista: Dean

Un altro giorno qualsiasi, un’altra caccia come tutte le altre. Da circa una settimana non riesco più a trovare sollievo in cose che di solito me lo davano: bere, fare sesso, mangiare. Ogni cosa, ogni stramaledetta azione che compio, mi ricorda un paio di occhi chiari, bellissimi e lucenti, appartenenti a una ragazza incantevole: dolce come il miele, bella come un fiore, ma aggressiva come una tigre. Come ho potuto lasciarla andare? Perché non le ho detto di venire con me? Sono davvero un’idiota. Sammy, fratellino, grazie di avermi fatto aprire gli occhi ieri sera. (nda: Vane tuo marito è il fratello più intelligente a volte eheeh)

«Dean! Non posso crederci, sei sempre il solito»

«Sammy esci! Non vedi che sono con una ragazza?!»
Mio fratello si allontana dalla soglia della porta e sparisce nel resto della stanza.

«Purtroppo lo vedo, quello però che mi fa andare in bestia è che questa ragazza non sia Jessica»
Continua, con un tono di voce visibilmente alterato.

«Io vado, chiamami»
Guardo appena la mora, mentre indossa i suoi vestiti; mi limito a dire “ciao Karen” e lei risponde “mi chiamo Krystal”.

«Sam, sei proprio un guasta feste»
Affermo, una volta che la ragazza è uscita. Non mi dispiace veramente che mio fratello mi abbia interrotto sul più bello, sarebbe stato il solito squallido sesso, ma non lo ammetterò mai.

«E tu, Dean, sei uno stupido idiota»
Mi risponde mio fratello e lo sento aprire il frigo, probabilmente sta per bersi una birra.

«E tu sei uno stronzo»

 «Già, sono uno stronzo, ma almeno non infilo la testa sotto la sabbia, o qualcos’altro da un’altra parte. Tu sei innamorato e invece che cercare quella ragazza, cosa fai? Scopi tutte quelle che passano»

«Io? Innamorato? Il mio unico amore è l’impala»

«Ma senti quello che dici?»
Questa discussione è durata fin troppo: mi infilo in bagno, almeno qui avrò un po’ di pace.

«Okay Dean, tu rimani lì.» la voce di Sam mi arriva ovattata per colpa della porta chiusa «Io vado nel paese qui vicino, dove una certa ragazza sta lavorando a un possibile caso»

«Come fai a saperlo?»
Dal tono della mia voce traspare una certa speranza, spero che non sia così evidente.

«è stata fotografata accidentalmente vicino alla scena di un possibile crimine o incidente, ma tu rimani pure qui: io vado e se riesco a farla ubriacare sarà facile sbattermela, quella puttana»
Quelle parole fanno assopire i neuroni nel mio cervello, apro con forza la porta del bagno e sferro un cazzotto a mio fratello.

«Che ti dicevo? Sei innamorato fratello. Ahia, che male…»
Sammy si appoggia la bottiglia ghiacciata sullo zigomo, mentre io mi rendo conto della verità nelle parole di mio fratello. Mi sono innamorato. Io, Dean Winchester, mi sono innamorato.

«Prova un’altra volta a parlare di lei in questo modo e ti vengo sopra con la macchina»

 
Punto di vista: Jessica
Mi lascio cadere pesantemente sul letto e mi sfilo le scarpe, usando i piedi. Rimango in posizione fetale, con la testa tra le mani, iniziando a piangere leggermente. Sto uscendo di senno, sono stressata e odio tutto. Ho sempre mal di testa, un nodo allo stomaco e ogni volta che impugno un’arma mi chiedo: “ma perché non mi faccio un favore e mi tolgo di mezzo?”
Ogni tanto la depressione torna a rovinarmi la vita, il passato tormenta anche a distanza di anni. Prima che me ne renda conto inizio a piangere convulsivamente. La mia mente corre ai vari coltelli, pistole e proiettili che tengo nascosti in camera. O esco per bere, oppure mi uccido in questa stanza.
Infilo di fretta un paio di ciabatte verdi e abbandono questa stanza pericolosa e tentatrice. Mi allontano il più possibile, corro così velocemente che è faticoso non perdere le infradito. Nell’aria respiro un odore di alberi misto a umidità, a breve dovrebbe iniziare a piovere. Ho i piedi doloranti, la maglietta blu appiccicata alla pelle, i pantaloni troppo stretti sono sul punto di strapparsi; non posso fermarmi, non devo bere alcolici o pensare al suicidio. Spero che correre mi faccia allontanare da quei pensieri nocivi, non devo permettere a tutte le persone che mi hanno fatto soffrire di perseguitarmi. Io sono forte, nessuno può farmi del male, non più. Devo pensare alle gioie della vita, all’amore, a Dean. Certo, probabilmente quest’ultimo è chissà dove con chissà quale sgualdrinella; sono proprio un’ipocrita: io sono una donna facile, non devo sentirmi superiore a nessuno.
Il mio corpo non risponde più, ho i muscoli che urlano e il respiro molto corto: devo fermarmi. Ho l'affanno, aspetto che il cuore mi pulsi meno freneticamente nel petto prima di concentrarmi sul paesaggio circostante (ho corso molto e devo capire dove sono). Vicino a me si trova un ponte, posso sentire l’odore di acqua stagnante. Merda, questo è il ponte che ha causato la morte di quelle persone, nessuno ha scoperto se si tratta di omicidi o di suicidi. Tutti sono propensi a considerarli omicidi, i famigliari sostengono che le vittime non avessero ragioni per togliersi la vita, come se la vita stessa non fosse una ragione. Non è un caso esilarante, anzi non sembra nemmeno un caso per me, ma avevo una sensazione. Balle: speravo che nella città vicina potesse trovarsi Dean, tenendo conto degli strani presagi e dell’annuale festa della birra. Sono una vigliacca, non volevo rimanere delusa e quindi ho preferito indagare su un caso senza fondamenti, invece che seguire il mio istinto e cercare il Winchester.
All’improvviso il vento mi schiocca forte sul viso, avverto una sensazione di freddo e istintivamente faccio scorrere la mano dietro alla schiena, in cerca della pistola. Porca puttana! Sono disarmata: ero così terrorizzata di poter attentare alla mia vita, da uscire senza portarmi niente. Peggio che morire per mano propria c’è solo essere uccisa da un mostro. Giro di scatto la testa, scappare è l’unica cosa saggia.
Troppo tardi.
Davanti a me si trova un fantasma, probabilmente è Camille McDonald, l’unica morte violenta di cui ho letto, avvenuta nei paraggi.

«Hey, non ti preoccupare. Sono qui per darti pace»
Mi investe un vento molto forte, mi fa cadere a terra e sbatto con violenza contro l’asfalto. Mi alzo difficoltosamente, cercando di non badare troppo al dolore.

«Non devi fare per forza del male, stronza»

«Ho solo aiutato la gente. Passavano su questo ponte con il desiderio di buttarsi, ma non avevano la forza per farlo, così gli ho dato una mano. Ti darò io pace»


Punto di vista: Dean
La mia bambina sfreccia per queste strade, asfaltate per miracolo, mentre nelle orecchie rimbomba una delle mie canzoni preferite. Sam, seduto accanto a me, analizza quello che ha scoperto. Secondo lui non è un caso per noi, sostiene che un paesino piccolo e quasi desolato deve essere semplicemente nocivo alla sanità mentale, meglio così: potrò concentrarmi solo su Jessica.
Quando scorgo in lontananza il ponte che dista meno di un chilometro dal centro abitato, iniziano a sudarmi le mani e il mio cuore fa un tuffo nel petto. Continuo ad accelerare e a rallentare, non vedo l’ora di arrivare, ma allo stesso tempo sono agitato. Sam mi fissa, porca troia, ho gli ormoni in subbuglio peggio di un adolescente.
Faccio appena in tempo a riconoscere la figura della mia ragazza, si la considero questo, prima che si butti dal ponte.

«No!»
Grido e accelero così bruscamente che la macchina protesta. Quasi esco dalla macchina prima ancora che si sia fermata completamente e mi precipito nel punto in cui prima si trovava Jess, mi rifiuto di pensare che sia morta.

 «Aiuto!»
Il mio cuore torna a battere quando avverto quella voce, mi sporgo e la vedo: bellissima, dolce, con una luce particolare negli occhi. Mi allungo e afferro la sua mano, così morbida e delicata. Non lascerò mai andare la sua mano.

Punto di vista: Jessica

Non mi importa dei graffi, del dolore generale, dell’essere a piedi scalzi su un asfalto bollente. Non sento sfinimento, tristezza, ansia, paura. Mi specchio negli occhi dell’uomo più bello che esista, il calore che avverto semplicemente guardandolo è indescrivibile, mi fa dimenticare ogni pena.

«Jessica, come stai?»
Smetto di guardare il maggiore e mi volto verso Sammy, è davvero in apprensione e con un dolce sguardo. I loro genitori hanno fatto proprio un ottimo lavoro.

«Ciao Sam, ora sto benissimo»
Mi sorride e apre la portiera dal lato del passeggero, invitandomi a entrare; forse avrà intuito che il fratello è troppo impegnato a guardarmi per mettere in moto il cervello. Sorrido e mi accomodo nell’auto, stare in questa macchina con loro mi provoca un enorme piacere.





**angolo dell'autrice**
scusate il ritardo, scrivere non è una cosa automatica u.u almeno ho sfruttato il mio stato d'animo per mandare avanti la ff
allora allora, che ne pensate?? finalmente Dean ha capito cosa prova per Jessy, si sono finalmente ritrovati e... adesso? Tranquilli, ci saranno molte cose da leggere xD
grazie e un bacio a mio marito (Dean) mia moglie (TheWinchesterGirl) mia cognata (Vanny_Winchester) il marito di mia cognata, mio cognato (Sam_Winchester) e ovviamente a tutte le mie sorellina

   
 
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