Il liquore si muove lentamente creando piccole onde ambrate che s’infrangono contro i bordi mentre il bicchiere rotea lentamente davanti al suo volto in intricate spirali luminescenti. Quand’era più giovane anche solo l’idea di usare con quella tranquillità i suoi poteri da biotica le sarebbe risultata ridicola ma ora è così abituata da non soffrire più nemmeno del minimo effetto collaterale. Shepard richiama a se il bicchiere e lo svuota in un sorso, godendo della sensazione di bruciore che si impadronisce della sua gola e che sembra sopire almeno un poco un altro bruciore, più profondo e duraturo. Quando la porta della sua stanza si apre non riesce a trattenere una piccola smorfia, aveva ordinato a IDA di bloccare l’accesso alla stanza, le aveva detto che non voleva vedere nessuno ne che qualcuno vedesse lei così, non aveva forse il diritto di chiedere tutto questo? E' o no il capitano di quella stramaledettissima nave?
–Shepard..- la voce calda di Garrus le sembra stranamente eccitante, come balsamo su una ferita, ma è ancora abbastanza in se da sapere di non dover farsi vedere debole da un suo sottoposto.. e dopotutto nemmeno vuole farlo. Cerca di alzarsi e di guardarlo con il solito sguardo severo, vorrebbe dirgli fermamente che sta bene e ordinargli di uscire ma tutto quello che riesce a fare e tentare di tenere un equilibrio il più possibile stabile  e borbottare un –vai via- che sa di pianto . Perché erano anni che Rouge D. Shepard non si sentiva così sul punto di spezzarsi. L’ultima volta era stato quando, bambina, si era ritrovata da sola dopo aver assistito allo sterminio della sua famiglia e della sua colonia a girovagare tra cadaveri macilenti e palazzi distrutti, un precario scudo biotico faticosamente sollevato come unica protezione. Anche ora, fissando i grandi occhi azzurri del suo cecchino, vorrebbe poter sollevare uno scudo tra di loro, ma l’unica cosa che può fare è abbassare lo sguardo e lasciarsi cadere di nuovo sul letto sfatto. Garrus la guarda in silenzio, non sa cosa dire, non ha mai avuto problemi a parlare con Shepard ma quella che si trova davanti non è il comandante che lui conosce. La giovane donna che guarda senza emozioni (o forse con troppe) il whisky ambrato non sembra che un ombra del deciso capitano della Normandy. Dov’è l’eroina della Cittadella, colei che ha affrontato Saren senza tentennamenti? Dov’è la donna che è tornata dalla morte per sconfiggere i collettori? Gli occhi blu del turian passano sui lunghi capelli mossi che circondano un viso ovale sul quale spiccano due grandi occhi verdi, che al momento non sembrano avere la forza di ricambiare il suo sguardo. Prende la sedia dalla scrivania e l’avvicina a Shepard prima di sedersi, in modo da poter vedere chiaramente il suo viso nonostante la differenza d’altezza
–Vuoi parlarne?- non le ha chiesto se sta bene perché è evidente che NON sta bene, e non le ha chiesto nemmeno il motivo di quel suo malessere perché è ovvio anche quello..
–No- ammette la donna con un tono calmo e misurato ma fin troppo falso per ingannare l’alieno anche solo per un secondo.
–Shepard ti conosco e so che..- il viso della donna si alza di scatto verso di lui mentre gli occhi lucidi lo guardano furiosi
–Mi conosci, Garrus? No, nessuno mi conosce. A nessuno interessa conoscermi o sapere quello che penso, l’unica cosa importante è che Shepard faccia quello che deve fare.. lo è per tutti..- se all’inizio urlava l’ultima parte della frase le è uscita in un sussurro stanco, come se ammetterlo l’avesse svuotata di tutte le forze residue. Il silenzio si protrae lento, il turian non sa che dire.. quanti anni sono che la conosce? Quante missioni hanno svolto insieme? Quante volte lei l’ha aiutato o ha cercato di conoscerlo e comprenderlo? Molte, forse troppe e mai una volta che lui abbia cercato di fare altrettanto. Si è illuso di esserle amico ma, di colpo, si rende conto che conosce il soldato, il comandante ma che non sa praticamente nulla della donna che sta dietro a tutto questo. Non gli è mai sembrato importante. E, improvvisamente, la cosa lo disgusta. Prende delicatamente la mano del suo comandante e attende che lei alzi lo sguardo su di lui
–A me interessa conoscerti, Shepard- dice serio, cercando di scacciare il disagio per quella scena schifosamente sdolcinata e decisamente non da lui. Ma in fondo lei è ubriaca, con un po' di fortuna non se lo ricorderà nemmeno..  
–Rouge- sussurra la donna dopo un attimo, abbassando lo sguardo leggermente imbarazzata mentre il turian la fissa perplesso
–il mio nome- chiarisce sbirciandolo da sotto le lunghe ciglia –Mi chiamo Rouge Shepard- le sue guancie s’imporporano mentre rialza il viso verso di lui con un sorriso umido, avvenimento che l’alieno trova stranamente interessante
–Rouge- ripete mandando inconsapevoli brividi al suo comandante –Piacere di conoscerti, Garrus Vakarian- mormora stringendole un po’ di più la piccola mano tra i tre artigli che compongono la sua. 



Angolo dell'autore:
Il senso di questa one-shot? Semplicemente adoro il personaggio di Garrus e ho pensato di utilizzarlo per tirare su di morale la mia Shepard :) La fic si colloca in Mass Effect 2, dopo che Kaidan ha fatto lo stronzo su Horizon.