Un irritante
raggio di sole entrò nella mia stanza, posandosi proprio sul
mio viso. Aprii
gli occhi ancora assonnati e mi sgranchii le braccia. Mi accorsi solo
dopo, che
il pc era rimasto accesso sulle mie gambe e il film era finito da un
bel pezzo.
Guardai l’orologio del pc. Erano le 8:06. Spensi il computer
e scesi dal letto.
Feci una
doccia, mi vestii, accesi il cellulare e scesi nell’atrio
dell’hotel. Salutai
la ragazza della reception e mi diressi nelle già trafficate
strade della
grande mela. Attraversai le strade, in cerca del bar di Sam. Quel bar
mi aveva
conquistato. Era accogliente e aveva del caffè davvero
delizioso, per non
parlare della Nutella.
Salutai Sam
e ordinai lo stesso del giorno di prima.
- Vivi
di cioccolata? – mi chiese Sam, sorridente.
In effetti, da quando ero arrivato a New York, non avevo mangiato nulla
che non
contenesse la cioccolata. Sono un golosone, cosa posso farci?
Però, dovevo
anche ammettere, che per il momento non potevo permettermi altro. Mi
chiesi
come avessi fatto se le riserve fossero finite, prima di trovare un
lavoro.
- Non
posso permettermi grandi pranzi o
colazioni, per ora. – risposi, amareggiato. Ma ci
tenni a sottolineare il
“per ora”. Ero ottimista. Insomma, vivevo in una
città enorme, ora. Possibile che
non trovassi un lavoro, che mi aiutasse a campare?
- Come
mai? – mi chiese, davvero
interessato. Potevo mai deprimere uno sconosciuto, con i miei problemi?
Beh, ma
dopotutto era lui che me l’aveva chiesto, no?
- Disoccupato
in cerca di un lavoro qualsiasi.
– risposi, con un sorriso amaro. Senza
accorgermene, mi ritrovai a
guardarmi intorno in cerca di qualcuno che avevo già visto
in quel bar, ma non
c’era nessuno. A parte una ragazza. Aspetta, quella era la
ragazza che avevo
visto per strada. Mi stava guardando. Forse, anche lei mi aveva
riconosciuto.
- Beh,
per quanto mi riguarda il bar, è
sempre bello pieno e potrebbe servirmi una mano. –
mi voltai verso Sam, in
cerca di una risata che non arrivò. Stava facendo sul serio?
Stava offrendo un
lavoro a uno sconosciuto il giorno prima. Beh, ma chi se ne frega!
Potrebbe
darmi un lavoro!
- Se
mi stai offrendo un lavoro, accetto! –
dissi tutto d’un fiato. Lui mi sorrise e mi annuì
e dovetti trattenermi dal
saltargli addosso. Avevo un lavoro! Avevo un lavoro! Questa
sì, che era una
bella notizia. Chissà, forse quello era anche il giorno
giusto per trovare una
nuova casa.
- Puoi
iniziare da domani, se vuoi. Vieni
domani mattina, prima dell’apertura. Verso le 6:00.
Così, imparerai almeno le
cose base. – mi spiegò ed io annui e
sorrisi a qualunque cosa stesse
dicendo. Non potevo crederci! Il secondo giorno nella grande mela e
avevo già
un lavoro.
- Bene.
Però, ora goditi il tuo cappuccino e
la tua brioche. – mi disse ed io presi la mia
ordinazione, pagai (strano,
visto che avrei lavorato lì) e mi andai a sedere al tavolo
del giorno prima
che, fortunatamente, era vuoto. Non so, già mi ero
affezionato a quel posto. Un
po’ come Sheldon* con il suo divano.
Mi stavo
godendo il mio caro cappuccino medio, mentre il mio cellulare ricevette
un
messaggio. Era un numero sconosciuto. Lo aprii e non sapevo che da quel
messaggio, tutta la mia vita sarebbe cambiata del tutto.
“Salve. Sono interessato a conoscerla per
un’abitazione. Possiamo vederci al bar sulla
trentacinquesima, alle 8:30?
Chieda di Kurt. Grazie.”
Accettai e
consumai in fretta la mia colazione, sperando di non fare tardi, come
il mio
solito. Mi avvicinai a Sam, per chiedergli dove si trovasse il bar
sulla
trentacinquesima.
- Scusa,
Sam. Che strada devo prende, per la trentacinquesima?
– chiesi, tutto affrettato e Sam mi
guardò stranito e non si decideva a
rispondermi. Erano le 8:25 e non volevo già risultare un
ritardatario, ma Sam
non mi rispondeva.
- Siamo
sulla trentacinquesima…- ah, già.
Non gli avevo detto come mi chiamavo. E pensare che ci avrei dovuto
lavorare lì
dentro.
- Blaine.
– Sam annuì e mi sorrise.
Aspetta, ma se ero già sulla trentacinquesima…
Significava che quel tizio stava
venendo nel bar di Sam! Wow, per una volta ero in anticipo e non in
ritardo. Un
record! Questo dovevo segnarmela sul calendario.
A un tratto,
dalla porta entrò un ragazzo, tutto affrettato. Ma io
già avevo visto quel
ragazzo. Ma certo! Era il ragazzo a cui avevo ceduto il posto il giorno
prima.
Salutò Sam e si avvicinò al bancone chiedendo se
qualcuno avesse chiesto di
lui. Aspetta. Ma quello era Kurt?
- Stavi
cercando un tizio che cerca casa? –
chiesi e lui si voltò verso di me perplesso, chiedendomi se
fossi un indovino.
Io sorrisi e gli porsi la mano.
- Sono
io. Piacere, Blaine. – strinse la
mia mano. Era calda e morbida. Strana. Emanava un calore strano.
Diverso. Ma
anche piacevole.
- Kurt.
– mi sussurrò, poi il suo viso si
aprì in una smorfia di stupore. Avevo qualcosa in faccia?
- Tu
sei il ragazzo, che ieri mi ha ceduto il
posto. – disse, stupito.
- Colpevole.
– dissi io, ghignando. Lui
mi sorrise e ordinò un latte macchiato scremato (lo
memorizzai nel caso, avessi
dovuto offrirgli un caffè) e mi portò tra le
strade di New York.
Parlammo a
lungo sui pagamenti (e lui rimase sorpreso quando gli dissi che Sam mi
aveva
offerto un lavoro), ma non mi disse la cifra che avrei dovuto pagare.
Mi disse
che lavorava per la Vogue (Wow!) e che poteva permettersi il suo
appartamento,
ma che un po’ di compagni non avrebbe fatto male (e qui
pensai che mi avesse
preso per una badante) e che voleva risparmiare un po’ di
soldi per un viaggio
con suo padre. Mi parlò della casa. Dai suoi racconti
sembrava carina, ma non
potevo saperlo, no? Infatti, lui si offrì di portarmi nella
casa (ancora
solamente sua, per ora) per farmela vedere.
Era in un
palazzo non molto alto, ma sembrava parecchio costoso. Appena entrai,
mi sembrò
di star entrando in una villa di un riccone. Certo, la mia vecchia casa
non era
male, ma quell’appartamento sembrava quello di un milionario.
O forse, ero io
che vedevo gli edifici di New York come quelli degli uomini
più ricchi del
mondo.
- Wow!
È-È… Non ho parole. –
commentai e,
infondo, davvero non sapevo cosa dire. Per me era la casa
più bella del mondo.
Lui mi sorrise e sembrava che il suo sorriso stesse illuminando la
stanza.
- Grazie!
Vieni, che ti mostro tutta la casa.
– mi disse e lo seguii.
Per me, solo
l’entrata valeva per due stanza, anche se era completamente
vuota, C’era solo
una pianta accanto alla porta, niente di più. Mi condusse
nel soggiorno e… Wow!
Era grandissimo. C’erano due divani di pelle a tre posti,
disposti a L. Nell’angolo
c’era un televisore di… 80 pollici?! Dietro ai
divani, c’era una libreria
enorme piena di libri e DVD. Ce n’erano di ogni forma e tipo.
Poi, le seguii in
un corridoio lunghissimo. Per me, sembrava senza fine.
C’erano due bagni, molto
spaziosi anche. Poi, c’erano due camere da letto e quella che
avrebbe dovuto
essere la cucina. La stanza infondo al corridoio era la stanza di Kurt.
C’era
un grande letto matrimoniale, dall’aria molto morbida. Alla
destra del letto, c’era
una porta che conduceva in un altro bagno. Quello personale di Kurt.
Davanti al
letto, c’era un armadio che copriva l’intera
parete. “Beh, per lavorare alla
Vogue, deve essere un guru della moda”,
pensai. Uscimmo dalla stanza, dopo che Kurt mi disse una regola
importante: “Se entri nella mia
stanza senza bussare, ti
distruggo”, testuali parole. Poi, mi fece vedere
quella che sarebbe stata
la mia stanza se fossi andato a vivere lì. Devo dire, che
rimasi molto
soddisfatto. Era molto grande e c’era, come nella camera di
Kurt, un letto
matrimoniale, un armadio grandissimo e un mio bagno personale. Poi, mi
portò
nella cucina. Si poteva dire che fosse la stanza più piccola
della casa, ma era
comunque abbastanza grande e molto attrezzata. Poi, mi
riportò nel salotto, per
mostrarmi la stanza a cui lui teneva di più. Ah, e qui
valeva la stessa regola
della camera da letto. Entrammo e sì, quella era la stanza
più grande della
casa. Ero uno studio. C’erano fogli sparsi ovunque sulla
scrivania, un Mac e un’altra
libreria enorme.
- Allora?
Che dici, ti piace? Io pago 800
dollari al mese, quindi noi dovremmo fare a metà. –
cosa?!! 800 dollari?! Ed
io dove li prendevo 400 dollari al mese, per pagare questo tizio?
- È
bellissima.
Davvero. Me per me è troppo costosa. Sono stato appena
assunto in un bar. Dove
li trovo 400 dollari al mese, per darli a te? – il
suo sorriso sparì e mi
parve la fine del mondo. Insomma, aveva un buon lavoro. Poteva
permettersi
quell’appartamento da sogno.
- Oh.
– questo fu il suo unico commento.
Sembrava che gli dispiacesse davvero, ma io non potevo mai trovare
tutti quei
soldi. O forse, si?
- Mi
dispiace moltissimo. Vorrei davvero
vivere qui, ma non credo che lo stipendio nel bar di Sam mi possa
aiutare a
pagare.
- Ok.
Spero che tu possa trovare una cosa più
conveniente per te. Buona fortuna. – mi disse e mi
sorrise amaramente. Io
lo ringraziai e gli concessi un sorriso finto.
****
Mi
dispiacque lasciare la casa di Kurt. Era bellissima e stavo
già immaginando
come fosse la mia vita lì, ma non avevo i soldi per pagarlo.
Non avevo ricevuto
altre chiamate ed ero ancora senza casa e con una fame da lupi.
Andai al bar
di Sam per fare due chiacchiere, nella speranza di non incontrare Kurt.
- Ehi,
ciao. – mi salutò Sam,
preparandomi già qualcosa da prendere. Sembrava che mi
conoscesse già da chissà
quanto. Io mi avvicinai, un po’ triste.
- Ehi,
che hai? – mi chiese, guardandomi
negli occhi.
- Sono
ancora senza casa. – risposi semplicemente.
- E
la casa di Kurt?
- Era
troppo costosa per me.
- Quanto
ti ha cercato?
- Quattrocento
dollari al mese.
- Wow!
Sono parecchi.
- Con
l’appartamento che si ritrova, lo
capisco.
- Ehi,
Kurt se l’è sudato quell’appartamento.
– mi disse, innervosendosi un po’.
- Tu
lo conoscevi già?
- Eravamo
nel Glee club insieme, alle
superiori.
- Eravate
in un Glee?
- Si,
perché?
- Lo
ero anch’io.
- Non
me lo aspettavo!
- Nessuno
se lo aspetta, mai.
- Tu
di dove sei?
- Westerville.
Tu?
- Lima,
insieme a Kurt. Ma come sei venuto a
New York, senza lavoro e senza casa?
- Lunga
storia.
- Spero
che me la racconterai, un giorno.
Note
Salve a tutti!!
Sì, lo so che dovrei sotterrarmi, per non aver
aggiornato per tutti questi giorni, ma purtroppo mio nonno è
rimasto solo e,
senza volerlo, mi sono ritrovata a fargli la badante. Strano, eh? Beh,
meglio
goderceli finché ci sono ancora, no?
Beh, allora che
ve ne pare del capitolo? Si è scoperto chi è
il mio personaggio. Blaine! E chi altro, se non quel cucciolo di
Blaine.
Credevate che avrebbe accettato l’appartamento di Kurt, vero?
Bhe, vi ho
trollati come il caro Ryan-pelato-Murphy. Ma non preoccupatevi, questa
storia è
una storia puramente Klaine, quindi l’appartamento, voglia o
non voglia, Blaine
deve prenderselo.
Vorrei
ringraziare klaine4ver
e Lady_Nakahara
per aver messo la storia nelle seguite. Grazie, davvero. Poi, vorrei
ringraziare
CandyKlaine per aver messo la storia nelle preferite. Grazie!!! E poi,
ringrazio Ari_Klaine per aver messo la storia, perfino nelle ricordate.
Wow!
Davvero, grazie! Non me lo merito.
Sappiate
sempre, che le recensioni sono
sempre accettate.
Beh,
alla prossima. Sperando, presto.
Baci
Gay
Bye. Cioè, volevo dire Bye Bye.
P.S.: * Sheldon e il suo
divano: chi di voi
segue The Big Bang Theory? Io lo adoro. Per chi non lo sapesse, Sheldon
è un
ragazzo che ha un posto sul suo divano, dove nessuno può
sedersi.