Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: 1rebeccam    06/08/2012    19 recensioni
"Sarebbe tutto così semplice. Non ci vuole niente. Un secondo, un secondo soltanto per perdermi nei tuoi occhi e dirti che ti amo... Vorrei avere la forza di aprire la porta e stringerti tra le braccia, perché lo so che sei ancora qui. Ti sento, sento il tuo dolore e anche la tua rabbia."
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

...Sospira, al tocco freddo della canna attaccata alla sua fronte…
Come siamo arrivati a questo punto? Come abbiamo potuto pensare di poter sopravvivere a tutto questo? E’ assurdo… mio padre sta per ucciderci!
Guarda Kate, come se potesse farle sentire i suoi ultimi pensieri, incatena lo sguardo in quelle pietre verdi, spalancate e velate dal terrore, per dirle, ancora una volta in silenzio, che l’ama e che non si pente di nulla. Logan carica la pistola e lui chiude gli occhi…


 

La Resa Dei Conti


*
La Resa dei Conti - Knckout

*
31° Capitolo 

 

Image and video hosting by TinyPic

 


-Cosa credevi Katherine? Che non lo avrei ucciso? Credevi davvero che le mie, fossero solo minacce a vuoto?-
La voce di Jordan tuona per tutta la stanza, la penombra delle poche luci accese, mostra una maschera distorta del suo viso. Beckett sposta lo sguardo sulla pistola in mano a Logan, il dito premuto sul grilletto, come se stesse sparando a rallentatore e in quel movimento lento, la rabbia e l’istinto di sopravvivenza hanno il sopravvento. Strattona Lucas, che cade all’indietro, afferra il coltello, nascosto nello stivale e lo pianta con tutte le sue forze nello stomaco della guardia, che stramazza a terra, con gli occhi sbarrati.
Jordan la immobilizza, mentre Lucas si rialza prontamente, tenendo sotto tiro Castle, che non ha mosso un muscolo.
-Cosa credi di fare Katherine? I sentimenti! Invece di ficcare il naso nei miei affari, tua madre avrebbe dovuto insegnarti che i sentimenti portano solo delusione, dolore e… morte. Gli uomini della tua vita moriranno, tutti e due e tu starai qui a guardare. E se non mi dici dove hai nascosto il registro, sarò costretto ad andarlo a cercare dai tuoi amici, farò saltare in aria l’intero distretto, se sarà necessario e poi… rivolge lo sguardo verso Castle… poi andrò a cercarlo a casa dello scrittore, mi divertirò un mondo con sua madre e la sua dolce bambina.-
Castle è in ginocchio, piegato su se stesso per il dolore, a fatica riesce a mettersi in piedi per guardare dritto negli occhi Lucas, che gli punta la pistola alla fronte.
-Sparagli Lucas!-
Ordina il governatore, stringendo il viso di Beckett, costringendola a guardare la scena. Lucas carica l’arma, ma questa volta, Rick non chiude gli occhi, non deglutisce. Serra le mascelle e rivolge lo sguardo su Jordan.
-Perché… non lo fa lei di persona… signor governatore? Vediamo se… il drago ha il fegato di guardare… negli occhi una delle sue vittime e sporcarsi… le mani di persona senza… usare un cecchino o un tirapiedi!-
Mormora a stento, ma sicuro, girando lievemente la testa verso Jordan.
Lui si fa una grossa risata, porta la testa all’indietro e ride… ride di gusto.
-Oh, Richard! Sei veramente divertente. Dico davvero, quasi mi dispiace per la fine che stai per fare. A modo tuo sei simpatico!-
Gli dice in tono confidenziale, avvicinandosi ad un paio di centimetri dalla sua faccia, mentre continua a tenere Beckett stretta per il braccio.
-Non avevo ancora la barba, quando ho ucciso a forza di pugni un amico che ha tradito la fiducia della mia famiglia!-
Gli è così vicino, che può sentire il calore del suo fiato addosso, ma invece di allontanarsi, Castle, sostiene il suo sguardo e facendosi forza, come se non sentisse più dolore, comincia a parlare spedito.
-La sua famiglia!? Non ha detto che non ha nessun vincolo? Non si è vantato di essere immune da legami di sangue e che questo la fa restare lucido in ogni circostanza?-
Jordan, sente la rabbia montargli fino al cervello, non sopporta il modo in cui gli tengono testa entrambi, nonostante stiano per morire. Afferra la pistola dalle mani di Lucas.
-Vuoi che ti ammazzi io? Bene Richard! Sarebbe scortese da parte mia rifiutare l’ultimo desiderio di un condannato a morte.-
Gli punta l’arma alla gola, ma Castle non batte ciglio.
-Ammazzare qualcuno deve dare un immenso potere, ma dare l’ordine ad un killer, deve provocare una scarica di adrenalina incredibile. Un potere illimitato, che le fa tenere in pugno la vita di due persone: la vittima e il suo carnefice. Questo si, che si chiama potere!-
-Ammetto che è una grande soddisfazione!-
Quando lo sente ridere per l’ennesima volta, Castle scuote la testa. Non riesce a concepire che quel mostro, che crede di essere un dio, possa essere suo padre. Non riesce a capacitarsi che sua madre, possa averlo amato davvero.
-Quanti omicidi aveva sulla coscienza, quando ha ordinato la morte di Johanna Beckett? Ricorda i nomi di tutti o subito dopo li cancella con un colpo di spugna?!-
Jordan sta al gioco. Il fatto di non avere fretta di ucciderli, dimostra ancora una volta, quanto si senta sicuro di sé. Non gl’importa minimamente che qualcuno possa arrivare in loro aiuto, in un modo o nell’altro, ha la certezza di uscirne pulito. E poi è anche curioso di sapere dove voglia andare a parare, Beckett invece lo ha già capito e lo guarda trattenendo il respiro.
-Potrei citare un bel po’ di ‘incidenti’ causati da Coonan e Lockwood, ma ci vorrebbe troppo tempo… e il tuo… è appena scaduto…-
Castle è fuori di sé, non sente più nemmeno il dolore in corpo e cambia discorso improvvisamente, confondendo Jordan.
-Quando le ho chiesto se conosceva mia madre, lei non è stato completamente onesto con me, dicendo che era solo un suo fan… lei ha conosciuto intimamente mia madre, non è vero?-
Jordan ride ancora.
-Che c’è Richard! Sei forse geloso? Era un bel bocconcino tua madre, a quei tempi!-
-Mi chiedo solo, come abbia potuto ingoiare l’orgoglio, quando lei l’ha lasciata, per andare di punto in bianco ad Hollywood con il suo regista!-
Il viso di Jordan diventa paonazzo, il ricordo di quel tradimento sembra averlo punto sul vivo.
-Avrei dovuto ucciderla! Ma tu come fai a sap…-
Il governatore lascia la frase a metà e scuote la testa.
-Va bene Richard, ho capito, stai cercando di recuperare un paio di minuti con le tue chiacchiere!-
-Già… sono bravo con le chicchiere io… a proposito degli incidenti di cui parlava prima, basterebbe citarne uno per tutti. Justin Gray, per esempio… era un banchiere, se non sbaglio. Un altro amico che aveva tradito la fiducia della sua famiglia!-
Jordan strattona Beckett per avvicinarsi ancora di più a lui, corruccia la fronte e guardando Lucas, si rende conto che ha la sua stessa espressione.
-Un terrazzo, suo padre, il suo braccio destro ed altri due tirapiedi. Si sta chiedendo come faccio a saperlo? Pensi se ci fosse stato qualcuno nascosto sul terrazzo ad origliare, mentre mettevate a punto il piano per uccidere il banchiere.-
Il governatore non risponde, la sua espressione continua ad essere corrucciata, non riesce a capire.
-Che significa? E’ stato più di 40 anni fa! Che ne sai tu della riunione sul terrazzo?-
Castle sorride e per un momento incolla gli occhi ai suoi e il suo sguardo diventa di sfida.
-E’ strano come una persona così attenta e precisa come lei, non abbia saputo leggere tra le righe. Posso capire che non sia riuscito a leggere i dettagli tanti anni fa,  ma che non ci riesca adesso, dopo avere studiato le nostre vite, i nostri movimenti, le nostre famiglie… Proprio non ha mai avuto nessun dubbio?-
Adesso il governatore ha davvero perso la pazienza.
-Nessun dubbio… su cosa!?-
-Faccia mente locale signor governatore. Quando l’ha lasciata mia madre? Non è stato forse, il giorno dopo l’incidente del signor Gray?!-
Jordan preme con più forza la pistola alla sua gola, mentre la mano che tiene Beckett al braccio è stretta peggio di una tenaglia. Lei non riesce a muoversi e  passa lo sguardo spaventato dalla faccia di Castle a quella del governatore.
-Cosa c’entra Martha? Non ho ancora capito dove vuoi arrivare con queste storie da romanzo, ma ovunque sia, io ti spedirò comunque all’inferno.-
Castle continua, incurante dell’arma puntata alla sua gola.
-Cosa c’entra Martha!? Aveva scoperto di essere incinta, era felice, innamorata, avrebbe fatto qualunque cosa per te.-
Dice tutto d’un fiato, senza rendersi conto di avere cominciato, improvvisamente, a dargli del tu.
-Era venuta a dirtelo quella sera. Ha evitato l’entrata principale ed è passata dal retro, direttamente sul terrazzo della tua camera, ma quando è arrivata vi ha sentito. Tu, tuo padre, Lucas e altri due.-
-Di che diavolo stai parlando? Che significa che era incinta?-
Jordan preme il dito sul grilletto, che emette un leggero click, Beckett chiude gli occhi aspettandosi lo sparo e Castle deglutisce, ma non si ferma. Non sta più solo perdendo tempo, ormai il suo è un bisogno impellente di spiattellargli in faccia tutta la verità.
-Ha sentito te che ordinavi l’omicidio di quel banchiere: ‘mettetegli un cappio al collo e fate in modo che sembri un suicidio…’ Le tue esatte parole, il tuo primo ordine di morte, sotto la supervisione di paparino.-
Lucas è sempre più nervoso e raccoglie da terra la pistola di Logan.
-Basta Victor, sta solo prendendo tempo, sparagli e facciamoli sparire in fretta!-
-Zitto Lucas… voglio capire fin dove arriva la sua fantasia.-
Lo interrompe Jordan, con un ghigno divertito.
-La mia fantasia? Questo omicidio non c’è nel tuo prezioso registro. Solo voi sapete che Justin Gray non si è suicidato, come potrei sapere di quella discussione, se qualcun altro, oltre voi, non fosse stato su quel terrazzo e non vi avesse sentito?-
Il ghigno divertito di Jordan sparisce improvvisamente. Si rende conto che la ricostruzione fatta da Castle, su quella sera, nei particolari, è esatta e che, la protagonista della storia, è la donna con cui andava a letto 40 anni prima, ed è… sua madre!
Beckett resta immobile davanti all’espressione indecifrabile del governatore, che ha incominciato ad intuire la verità, ed è proprio la sua espressione che le mette ancora più paura.
-Hai appena fatto due più due, non è vero signor governatore? Hai appena capito perché desidero che sia tu ad uccidermi? Devi avere il coraggio di essere lucido e senza sentimenti, devi guardarmi dritto negli occhi per potere sparare a tuo figlio.-
Dice l’ultima parola alzando la voce e sporgendosi in avanti verso di lui, nonostante Lucas gli punti la pistola addosso e lo trattenga a forza.
-Victor, ci sta prendendo in giro, sta solo perdendo tempo, forse hanno avvertito la polizia…-
Ma Jordan lo interrompe ancora una volta.
-Ti ho detto di stare zitto Lucas! Nessuno sa di quell’omicidio.-
Guarda Castle con tutto l’odio che può provare e soprattutto mostrare nello sguardo.
-Tua madre andava a letto con un bel po’ di gente anche quando stava con me, potresti essere figlio di chiunque.-
-Mia madre non stava con nessun altro. Mia madre ti amava! Quella sera ha scoperto la vera identità del padre di suo figlio e questo l’ha distrutta. Il solo pensiero che io potessi crescere come te, in mezzo ad intrighi, inganni ed omicidi, l’ha fatta vomitare e, nonostante ti amasse, ha scelto l’amore più grande: quello dei sentimenti, quello che vincola, che fa scendere a compromessi, che porta dolore… ha scelto l’amore per suo figlio. Ti ha detto di averti ingannato per portarmi via da te e tu eri così innamorato di te stesso, che non hai avuto nessun dubbio. Eri così preso da Victor Jordan che, nonostante fossi ferito soprattutto nel tuo ego maschile, per paura di uno scandalo, l’hai lasciata andare come una qualunque, non l’hai mai cercata, anche solo per curiosità. Eri così orgoglioso, che non hai saputo leggere i dettagli… e lei ha ringraziato il cielo ogni giorno, per questo.-
-Non può essere, non può averlo fatto davvero. Tua madre è solo una sgualdrina!-
Castle si sente scoppiare dalla rabbia, Lucas lo tiene fermo, ma lui si sporge ancora di più contro Jordan.
-Mia madre mi ha portato via dalla spazzatura! Non ha mai voluto dirmi chi fosse mio padre, ha sempre e solo detto che non lo sapeva. Ha preferito farsi credere una che saltava da un letto all’altro anche da me, piuttosto che dirmi la verità… e si sarebbe portata questo segreto nella tomba, se stamattina non avesse sentito il tuo nome mentre leggevamo quei documenti…-
Sospira, riprendendo fiato. Ripensa a quella mattina, al turbinio di sentimenti provati durante il racconto di sua madre, al dolore che provava lei mentre parlava. Guarda l’uomo che ha davanti, guarda suo padre… fisso negli occhi e pieno di rabbia continua.
-Quando ha sentito pronunciare il tuo nome, è tornata improvvisamente a quella sera, alle parole che ti ha sentito pronunciare, al dolore e alla paura provati decidendo di scappare via da te e non ha potuto fare a meno di raccontarmi tutto.-
Si volta a guardare Beckett con gli occhi lucidi, la rabbia è improvvisamente svanita, lasciando il posto allo stesso dolore di poche ore prima.
-E la cosa peggiore sai qual è? Che MIO padre… ha ordinato l’omicidio di Johanna Beckett!-
Lo guarda ancora con disprezzo, mentre Beckett stringe i pugni dalla rabbia, perché lui continua a sentirsi in colpa per questo.
-Mio padre ha fatto ammazzare la madre della donna che amo!-
Lucas si rende conto che il governatore sta vacillando, tutta la sua proverbiale calma, la sua sicurezza, stanno lasciando il posto solo ad una grande rabbia.
-Victor, ascoltami. Anche se fosse vero, non ha nessuna importanza, non è uno di noi, non appartiene alla nostra famiglia! Sta andando tutto a rotoli non lo capisci? Qui non si tratta solo di noi, c’è in ballo più che la nostra reputazione. Siamo ancora in tempo a liberarci di loro.-
Jordan non lo ascolta, continua a tenere stretta Beckett, ma abbassa la pistola puntata alla gola di Castle. Lo guarda con gli occhi stralunati.
-Mio figlio! Quella sgualdrina ti ha rubato a me! Come ha potuto ingannarmi così?-
Adesso è Castle che mostra un ghigno sarcastico.
-La risposta te la sei appena data tu stesso. Mi ha rubato a te! Sarei stato una tua proprietà, come lo sei stato tu per tuo padre e lei questo non lo avrebbe permesso, a costo di farsi ammazzare… e io non ho mai capito quanto mi abbia amato realmente, fino a stamattina.-
Dopo avere urlato per tutto il tempo, l’ultima frase diventa soltanto un sussurro, mentre Lucas si gira di scatto verso una delle finestre, in lontananza è sicuro di avere sentito delle sirene.
-Victor, avevo ragione, sta perdendo solo tempo, sta arrivando la polizia, come credi di giustificare tutto questo?-
Il governatore strattona Beckett, facendola finire per terra e abbassa entrambe le braccia lungo i fianchi, come se fosse improvvisamente stanco.
-Fai silenzio Lucas, quando la polizia sarà qui, ci penserò io, tu intanto fai sparire i documenti.-
-Victor…-
-Maledizione Lucas! Fa come ti ho detto.-
Urla Jordan esasperato, ma Lucas punta la pistola verso Castle, il nervosismo ha il sopravvento su di lui e non riesce più a ragionare lucidamente, Rick e Kate lo guardano con gli occhi sbarrati e prima che possano rendersene conto, spara due colpi, uno dietro l’altro.
Castle sussulta e resta a bocca aperta. Si guarda addosso, toccandosi incredulo. Dovrebbe sentire dolore, invece non sente niente e quando solleva la testa, il governatore è esattamente davanti a lui, con gli occhi spalancati e un piccolo rivolo di sangue che esce dalla sua bocca. Si accascia su di lui, che lo afferra a fatica per il dolore alle costole e si china, per accompagnarlo nella caduta.
-Victor! Santo cielo… Victor… che ho fatto? Maledetto bastardo, è tutta colpa tua!-
Lucas diventa una belva contro Castle. Quando si rende conto di avere colpito Jordan, punta di nuovo l’arma, roso dalla rabbia, pronto ad uccidere, ma Beckett è più veloce, rotola a terra verso di lui, afferra la pistola caduta al governatore e spara per prima, colpendolo in pieno petto. Lucas cade all’indietro, la camicia bianca si colora lentamente di rosso, gli occhi sbarrati guardano il vuoto; non le serve tastargli il collo per capire che è morto sul colpo.
Sospira, gli occhi le si riempiono di lacrime e le mani continuano a tremarle, come prima di entrare in quella maledetta casa. Getta la pistola a terra, come se fosse arroventata, chiude gli occhi ed istintivamente porta la mano al collo in cerca della catenina, raggiunge l’anello e lo stringe con forza, fino a che le nocche diventano bianche. Dopo un paio di respiri profondi,  guarda verso l’altra stanza, riesce a vedere gli occhi di suo padre spalancati per la paura.
-Papà!-
Lui chiude gli occhi, sospira di sollievo, dietro il bavaglio e lei finalmente va a liberarlo.
-Katie… grazie a Dio!-
Mormora l’uomo, perdendosi tra le braccia della figlia.
-Fammi dare un’occhiata alla ferita, papà.-
-Sto bene Katie, il proiettile è uscito, fa solo tanto male, ma sto bene… e tu?-
Le chiede, accarezzandole il labbro, proprio sopra la ferita.
-E’ tutto a posto papà… è finita! Adesso è davvero finita.-
Resta abbracciata a lui, le sirene sono sempre più vicine; tra qualche minuto quel posto sarebbe stato pieno di poliziotti e avrebbero dovuto dare delle buone spiegazioni, la verità sul capitano Montgomery sarebbe venuta alla luce, ma era il prezzo da pagare per essere ancora, miracolosamente vivi.
Il suo sguardo si posa su Rick, in ginocchio, accanto al governatore agonizzante, ed ha una stretta al cuore, quando vede i suoi occhi pieni di lacrime.
Jordan solleva una mano verso Castle e lui la stringe tra le sue.
-Quello… che hai detto… è… è… la verità?-
Chiede, parlando con molta fatica e Castle risponde di si, solo con il movimento della testa, senza riuscire a dire altro.
-Io non ho mai… conosciuto… nessun altro… tipo di vita… non mi hanno… insegnato ad essere… diverso… Tua madre… è stata l’unica… persona che… mi ha fatto sentire calore nel cuore… io… io… l’ho amata veramente.-
Rick si china su di lui per permettergli di sentire meglio.
-Anche lei ti ha amato, tanto e… credo non ti abbia mai dimenticato…-
Gli risponde senza pensarci e, immediatamente dopo, non riesce a credere di averlo detto. Jordan gli stringe la mano e abbozza un sorriso. Per un momento, il grigio gelido dei suoi occhi, si trasforma in un chiarissimo azzurro caldo.
-Mio… figlio!-
Riesce a sussurrare, prima di spegnere quel nuovo colore limpido, per sempre.
Castle ha le mascelle serrate e gli occhi inespressivi colmi di lacrime, sembra impietrito e continua a tenergli la mano.
Jim Beckett, poggia la mano sul viso di sua figlia.
-Quello che ho sentito poco fa, è vero? Quell’uomo era davvero il padre di Rick?-
Lei assapora la carezza, chiudendo gli occhi.
-Si papà, il governatore Jordan era il padre di Rick!-
Sussurra, stringendolo ancora più forte.
-Va da lui Katie, è lui che ha bisogno di te adesso, io sto bene.-
Lei gli dà un bacio sulla fronte, commossa dalla dolcezza di suo padre, torna nello studio e s’inginocchia accanto a Rick, gli mette un braccio attorno alle spalle, mentre con l’altra mano gli accarezza il viso e lui affonda la testa nell’incavo del suo collo.
-Abbiamo… sconfitto… il drago… Kate!-
Avrebbe dovuto essere un grido di vittoria, invece è solo un sussurro, un sussurro tradito dalla voce tremante e da lacrime silenziose, che bruciano sulla ferita allo zigomo e bagnano il collo di lei. Kate vorrebbe riuscire a dire qualcosa di sensato, per lenire il sentimento che lui sta provando al momento; un sentimento che non può nemmeno essere definito. Cos’è esattamente? Dolore, rabbia, malinconia, sollievo o rassegnazione?
Lo stringe forte a se e le viene in mente solo una cosa sensata da dire: l’unica così difficile da ammettere e da dire fino a poche ore prima, ma così semplice e veramente importante al momento, per entrambi.
-Ti amo Rick!-
Quelle parole gli arrivano all’orecchio, con la stessa voce tremante e con le stesse lacrime silenziose. Castle si accoccola ancora di più a lei, stringendole la mano che gli tiene sul viso e quella stretta dà a lei una sola consapevolezza: il suo scrittore bambino ha appena visto la sua vita sgretolarsi, come un castello di sabbia distrutto dal vento, ha il cuore a pezzi e la cosa peggiore, quella che le fa più male, è che si vergogna di provare quel dolore.
Passano solo pochi secondi, ma a loro sembra passata un’eternità, le sirene vicinissime lo risvegliano all’improvviso. Si guarda intorno come smarrito, cerca di rimettere a posto le idee e si alza di colpo, lamentandosi per il dolore alla costole e si dirige fuori dalla stanza.
-Rick, dove vai?- …



Continua...


Angolo di Rebecca:

E' finita... stavolta è finita davvero...
Le parole di Kate dovrebbero essere di sollievo e anche quelle di Rick:
Abbiamo sconfitto il drago... Kate...
Invece sono parole di dolore, parole di angoscia... è finita bene,
ma il dolore è più forte!
E adesso, tutti sapranno...

  
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: 1rebeccam