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Autore: me000    20/02/2007    1 recensioni
Intro rimossa poichè non valida.
Si prega di introdurne una che sia tale.
Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Hiei era a pochi metri da lei. Le ginocchia divaricate, leggermente flesse, pronto per lanciarsi all’attacco. Uto non aveva una spada, non era permesso portare armi all’interno del tempio. Il suo cervello cominciò a lavorare febbrilmente: il demone non scherzava, aveva intenzione di combattere, non aveva speranze di batterlo in uno scontro diretto, doveva cercare di guadagnare tempo ed elaborare una strategia.


“ Cosa aspetti ragazzina? Hai paura?”


L’unico desiderio della ragazza era far pentire quel nanerottolo della sua presunzione, dimostrargli quanto valeva.

“ Che coraggio! Sfidare a duello una principiante disarmata… complimenti, sei veramente il grande e temibile guerriero di cui ho sentito parlare..”

“ Tsk. Non mi interessano i tuoi commenti”


Dopo quella affermazione lapidaria, lo youkai rimase immobile per una manciata di secondi, come a raccogliere le forze per lo slancio violento con il quale si lanciò contro quegli occhi verdi che lo fissavano sbalorditi. In un attimo, la lama affilata fu a pochi centimetri dal viso bianco. Uto non la vide neanche arrivare, percepì soltanto la vicinanza del metallo gelato, ed il contrasto che questo andava a creare con il tepore del corpo di Hiei. I riflessi sviluppati durante gli allenamenti le permisero di schivare il colpo scattando di lato, tuttavia, la ragazza sapeva benissimo che il demone non si stava impegnando affatto, avrebbe potuto ucciderla da un momento all’altro, era un burattino nelle sue mani.

Quando si rialzò, trovò le iridi rosse ad aspettarla. Hiei sembrava divertirsi; il suo sguardo era rilassato, le sue labbra erano curvate in un sorriso spavaldo.
Uto sapeva bene che la forza fisica non era il suo forte. Doveva trovare un modo per sorprendere l’avversario.
La spada del demone tornò all’attacco, schivarla fu più difficile, la sua guancia sinistra entrò in contatto con l’arma e una piccola quantità di sangue inizio a sgorgare da un taglio orizzontale.


Doveva agire in fretta.


Genkai non le aveva insegnato soltanto le tradizionali tecniche di lotta. Estenuanti giornate di pratica, unite alle sue capacità innate, le avevano permesso di...Sotto la sorveglianza vigile della maestra le era stato concesso di avvicinarsi alle tecniche antiche, tecniche che risalivano ad un epoca remota, quando uomini e demoni erano costretti a dividere la stessa patria.
Il processo di apprendimento era stato lungo, faticoso...doloroso, ma era stato deciso che il sapere potesse essere assimilato solo a costo di immani sacrifici.
Non c'era via d'uscita.


Hiei si spinse nuovamente verso di lei, le braccia sollevate sopra la testa. Stringeva la spada con entrambe le mani, se l’avesse colpita, la potenza del colpo l’avrebbe tagliata in due.


Non aveva scelta, doveva giocare il tutto per tutto. Unì le mani, chiuse gli occhi e tentò di trovare la concentrazione necessaria. Era difficile riuscire ad ignorare il passo veloce e deciso del demone…sempre più vicino…
Disgiunse i palmi, distese le braccia verso l’alto, aprì gli occhi.


“ Ora!”


Lo youkai del fuoco era disorientato, ma cosa diavolo stava facendo quella strana ragazzina? Era lì, ferma, non si degnava neanche di guardarlo dritto in faccia. Se non si fosse data una mossa, sarebbe stato costretto ad ucciderla.


“Tsk”.

Hiei abbassò le braccia, stava per vibrare il colpo.
Uto aprì gli occhi. L’iride sinistro non era più verde, ma grigio come il cielo che sovrastava il tempio.





Il demone si risvegliò a terra, un dolore insopportabile attanagliava ogni singolo centimetro del suo corpo.

“ Maledizione! Ma cosa diavolo è successo!?”

Sentiva il gelo del pavimento contro la schiena, non riusciva a muovere un muscolo. La Ningen era lì, seduta a poca distanza da lui. Lo fissava senza dire una parola.


“Hiei”

“…”

“Hiei, ti serve aiuto?”

“Sparisci”


Il nanerottolo tentò di alzarsi. Riuscì ad appoggiarsi sui gomiti e si guardò intorno alla ricerca della sua fedele katana. Svenne un attimo dopo.






  
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