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Autore: Giulx22_    07/08/2012    1 recensioni
eravamo uno davanti all'altra, nervosi e impazienti
'cambierà qualcosa tra noi?'
'non mi importa chi sei, cosa fai, dove stai io voglio solo il tuo amore'
'voglio che tu l'accetti così com'è'
'lo accetterò, ma tu dovrai accettare me, noi'
'lo farò'
'ti amo'
'ti amo'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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scuola finita, ora mi aspettava il peggio.
l'ultimo anno.
maturità.
ma in quella sera non era importante.
ero con i miei amici a festeggiare l'ultimo giorno.
in un locale.
era la prima volta per me ma non lo feci notare.
mi ambientai facilmente.
musica, amici, ragazzi, tutto.
non ebbi problemi a buttarmi nella mischia.
iniziai subito a ballare senza problemi.
le mie amiche presero già un bicchiere di qualcosa.
io no.
avevo promesso ai miei che sarei tornata cosciente.
«ehi giulia non prendi niente?»
«no, sto bene così' mi chiese sarah».
sapevo ballare, non pensare a niente, divertirmi anche senza alcool.

feci una pausa.
la testa mi scoppiava per quella musica troppo alta e mi venne da vomitare.
andai in bagno ma dalla mia bocca non uscì niente.
ritornai al bancone stordita e appoggia la testa fra le mie mani.
avrei desiderato di andarmene molto volentieri ma la maggior parte dei ragazzi maggiorenni erano ubriachi e non potevo di certo lasciarli li.
quindi più tardi avrei chiamato mio padre che avrebbe chiamato altri genitori per venirli a prendere.
continuavo a cercare di mantenere la calma.
tenevo le dita sulle tempie per far smettere quel dolore
«è la tua prima volta vero?»
mi disse una voce maschile, che da come avevo capito si trovava accanto a me.
«si nota così tanto?»
«beh.. no ma io lo capisco»
girai piano la testa e mi trovai un ragazzo, più o meno diciottenne, riccio, occhi verdi e bellissimo sorriso.
tornai subito a guardare il bancone.
«voi due non prendete niente eh?»
ci chiese il barista.
«no.. stiamo apposto così grazie»
il barista se ne andò dall'altra parte non soddisfatto.
«non bevi niente tu?» chiesi ancora tenendo la mia testa tra le mani.
«no, non posso»
«perchè?»
accennò un sorriso.
«se mi lasci accompagnarti a casa te lo dico»
«ma neanche per sogno»
«quindi non te lo dico»
era quella la risposta che voleva, in poche parole non potevo saperlo.

prese una birra
«non dovevi bere niente?»
«una birra non fa niente, e poi non lo noterà nessuno che l'ho bevuta»
«chi non dovrebbe notarla? i tuoi genitori?»
«vuoi sapere troppe cose»
bevve la birra ridendo.
la testa continuava a farmi male.
e non sapevo più che cosa fare.
«tieni»
tirò fuori dalla tasca una pasticca
«prendi questa»
«non prendo droghe»
rise di gusto
era bella la sua risata ma per lo spavento non ci feci caso
«ti pare che ti do della droga davanti a tutti? è per il mal di testa»
non ne ero ancora sicura.
«non mi fido, non so chi sei e nemmeno come ti chiami»
«harry, contenta? ora dimmi il tuo»
«giulia»
«ora vuoi accettare questa pasticca per il mal di testa o no?»
la presi dalla sua mano.
chiesi un bicchiere con l'acqua e la inghiottì.
«se mi succede qualcosa, so dove trovarti, i miei amici sono qui»
rise di nuovo
«quelli ubriachi? uau ho paura»
non risposi.
aspettai solo che la pasticca facesse effetto.

dopo mezz'ora il mal di testa passò e guardando l'orario decisi di chiamare mio padre.
«vado di fuori a chiamare mio padre» dissi ad harry.
«ti accompagno, c'è tanta di quella gentaccia in giro»
era una presa in giro, ma venne comunque.
spiegai a mio padre la situazione e subito lui chiamò gli altri genitori.
tra un'ora sarebbero arrivati.
guardando harry che era appoggiato al muretto notai che era davvero alto.
«sei fidanzata?» mi chiese all'improvviso.
«no..» dissi quasi a malincuore.
«quindi.. posso darti il mio numero?»
«c-certo»
ci scambiammo i numeri
«quando posso chiamarti?»
«quando vuoi, è estate adesso»
«io.. vedrò di chiamarti quando sono libero»
mio padre arrivò con gli altri genitori.
entrarono dentro al locale e uscirono con tutti i miei amici, l'unica che ancora ci capiva qualcosa ero io.
mio padre mi chiamò per entrare in macchina.
«devi ancora raccontarmi tutto di te, harry»
«lo so, buona notte»
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Ciaaao c:
primo capitolo.
se recensite mi farebbe piacere,
anche per sentire cosa ne pensate c':
  
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