L’odore del suo corpo mi inebria la mente
rendendomi vulnerabile a qualsiasi attacco.
Lo sento, è qui.
I suoi passi sull’erba bagnata provocano mille
suoni quasi impercettibili uno diverso dall’altro che mi indicano la sua
posizione.
Non ho il coraggio di attaccarlo, preferisco
rimanere ferma e aspettare che sia lui a fare la prima mossa.
Poi un rumore più forte degli altri sovrasta i
diversi suoni provenienti dalla natura circostante.
Silenzio.
Lo so: è dietro di me, ma non ho il coraggio
di guardarlo in faccia.
Non voglio osservare nuovamente i suoi occhi e
perdermi un’altra volta dentro.
No, già troppe lacrime sono state versate per
lui.
Non ho più la forza di andare avanti, ma
perché?
Perché quel giorno mi hai abbandonata?
Avrei fatto di tutto per te!
… Di tutto.
Non piangere Anko, non
un'altra volta…
Piango, ma materialmente le lacrime non
escono.
Sono finite.
Le fitte mi irrigidiscono impedendomi
qualsiasi movimento; sono immobile e tu mi sei dietro.
Cosa succederà adesso?
Mi farai un’altra volta tua e poi mi
abbandonerai?
Aspetto inutilmente una tua mossa, sono troppo
scossa per girarmi e parlarti.
Vorrei urlare, chiedere aiuto, vorrei poter
uscire da questa situazione, ma la paralisi che mi avvolge non mi permette di
fare ciò.
Guardo il mio riflesso nell’acqua, mi osservo
attentamente, non sono più la donna che ero.
Ora, sono debole psicologicamente e
moralmente.
Il veleno che scorre nelle mie vene, lo stesso
che mi hai iniettato tu quella sera, mi logora lentamente.
Brucia; il marchio da te impresso sul mio
collo ora arde di dolore.
Tremo perché ho paura di te.
Paura di quello che vuoi farmi.
Dov’è la ragazza
temeraria e piena di spirito?
Dov’è la Anko di un
tempo?
I miei sogni, le mie speranze, le mie
ambizioni sono tutte sparite quella sera, quando mi hai fatto tua.
Da allora non faccio altro che piangere e
strillare in silenzio.
I sorrisi che rivolgo a Kakashi quando torna a
casa sono tutti falsi.
Mento al mio uomo, come d’altronde anche lui
fa con me.
Si, sensei, il mio uomo: tu sei sparito
dalla mia vita lasciandomi intorno solo aria e polvere.
Mi hai abbandonata nel paese del ghiaccio ed è
stato lui a ritrovarmi, Kakashi.
Da allora siamo diventati inseparabili, l’uno
compensa l’altro; anche se il nostro sentimento è un ideale utopico basato su
fondamenta subdole e meschine.
Io non lo amo e lui non mi ama. Il nostro è
solamente affetto reciproco, niente di più.
Come posso amare,
nuovamente dopo tutto quello che mi hai fatto?
Ora, dopo molto tempo, sei qui di fronte a me;
sei tornato per distruggere il mondo che con tanta fatica mi sono ricreata.
Mostro!
Sul tuo volto un espressione compiaciuta: il
tuo è un sorriso sadico.
Ti eccita far soffrire le persone, è un lato
del tuo carattere che non puoi cambiare, ma d’altronde tu sei Orochimaru.
Mi parli con il tuo solito tono da superiore
strafottente, rimembri i ricordi che custodisco dolorosamente di quando non ero
che una tua allieva.
Mi vedi soffrire e sei felice perché il dolore
altrui compara la solitudine che hai provato e che continui a provare.
Hai cercato di amare, ne sono certa, ma sei
stato sempre respinto e rifiutato ed ora ti diverti a violentare la gente come,
in passato, hanno fatto con te.
No.
Lui non conosce la
parola “amore”, Anko: non prova dei sentimenti.
Ma questo, tu, non
l’hai mai capito…
Allunghi il tuo collo, la tua faccia ora è qui
che mi sussurra parole che non riesco a capire.
Fallo ora, ti prego,
uccidimi!
La tua lingua inizia ad accarezzarmi
lentamente provocandomi piccoli gemiti di dolore mischiato al piacere e
facendomi sobbalzare al suo tocco così apparentemente sicuro e deciso.
Inizi a percorrere tutto il mio viso e ti
fermi all’incavo tra il collo e la spalla: precisamente dove giace il marchio
che tu stesso mi hai impresso quel giorno di tento tempo fa.
Tanto tempo fa…
Ne è passato di tempo, eppure io sono
cambiata.
Allora non ero che una ragazzina innamorata
del suo maestro, e non ti nego che molto probabilmente lo sono tutt’ora.
Solo che questo sentimento astratto si è unito
all’odio che nutro nei tuoi confronti componendo una soluzione tossica e
venefica.
Il veleno che scorre nelle mie vene è il
risultato dell’odio unito all’amore.
Due sentimenti, ossimori tra loro, che io
stessa covo gelosamente dentro di me, da quel giorno.
È colpa tua.
Solo e soltanto colpa
tua.
Mostro!
La tua lingua continua a muoversi astrattamente
come se stesse cercando qualcosa di molto importante ed io intanto continuo a
gemere sotto il tocco di quest’ultima senza sapere cosa fare.
Senza voler fare
qualcosa, Anko.
Non mentire a te
stessa, non serve…
Non agisco perché sono debole: le mie difese
interne sono state abbattute con molta facilità dalle tue parole ingannevoli.
Mi hai tradita dentro e continui a farlo
tutt’ora… sei viscido.
Un serpente, Anko.
Viscido come un
serpente velenoso.
Le tue carezze ad un certo punto finiscono e
mi sussurri all’orecchio una frase che mi lascia di stucco.
Sento le lacrime salire e spingere con forza
sulle iridi.
Sento una fitta allo stomaco che mi logora
dall’interno distruggendo ogni mia difesa.
Sento i battiti del cuore che diventano
irregolari.
Mi sento vuota e inutile, ma d’altronde sono
sempre stata una nullità.
Non ero che un misero pedone sulla grande
scacchiera della vita: il mio unico scopo era servire da esca e da protezione.
Non sono mai stata niente per nessuno, quanto
più per te.
Un oggetto, Anko.
Ti ha sfruttata come
un oggetto e tu glie l’hai permesso.
<< Ecco perché non ti ho mai accettata:
sei così … debole! Non combatti mai, ti lasci usare da tutti. Sei debole
Anko, debole… >>
Si, sensei, avete ragione: sono ancora una
ragazzina che non ha compreso il pieno valore della vita.
Sono troppo debole per essere un ninja. Non
sono degna di portare tale carica.
Inizio a piangere ancora, ma dalle mie iridi
questa volta esce un liquido giallastro e uniforme: veleno.
Tolgo fuori tutto il veleno che tu stesso mi
hai iniettato inebriandomi.
Ripenso intensamente in questi pochi secondi
di silenzio alle tue parole.
Possibile che ho sprecato un vita intera a
rincorrere ideali fasulli?
Possibile che tutti i miei sforzi sono stati
vani?
Possibile che tu abbia ragione?
Come può avere ragione
Anko?
Pensa.
Pensa al sangue che
hai versato per ottenere il titolo di ninja.
Pensa, Anko.
Pensa.
La mente umana è
facilmente plasmabile.
Le parole sono l’arma
più micidiale che esista.
Sono le uniche che
riescono a farti provare miliardi di sentimenti diversi tra loro.
Per combattere questo
“mitra” micidiale, serve il ragionamento.
Pensare è l’antidoto
giusto.
Pensa, Anko, pensa…
La mia mente diventa un contenitore di parole
e frasi che non avrei mai pensato di dire.
Il mio passato è avvolto nel mistero, non ho
memorie.
È colpa tua!
Non ricordo di aver provato emozioni.
Ero apatica a tutto, tranne che al tuo
sguardo.
È colpa tua!
Ero forte, ma il veleno che mi hai dato
a tradimento mi indebolisce di giorno in girono.
Rischio di invecchiare senza aver vissuto
neanche un attimo della mia vita.
È colpa tua!
Ma cosa dico?
Io non ho una vita…
È sempre e soltanto
colpa tua!
Come posso amare l’uomo che mi ha portato alla
rovina?
Basta! È tempo di agire…
Sei cresciuta, Anko.
Complimenti.
Puoi farcela, basta
credere in te stessa.
…Tu ci credi?
Non ti sopporto sei un essere viscido e
invertebrato.
Mi hai solamente usata.
Mi fai schifo, Orochimaru, ora posso dirlo:
sei ripugnante.
Io sono un ninja ho lottato per impossessarmi
di questo titolo.
Ricordo ancora il giorno in cui ho indossato
il coprifronte della foglia.
Ricordo ancora le parole del terzo Hokage
sussurratemi di nascosto.
<< Lotta piccola Anko, sempre! >>
Da allora ho sempre lottato, incessantemente.
Nessuno mi ha mai sconfitta in battaglia e mai
succederà.
Combatti fino allo
stremo.
È questa la missione
principale di ogni ninja.
Combatti sempre per
difendere ciò che ami!
Stringo i pugni, Orochimaru lascia la presa e
si posiziona dietro me, incuriosito dalla mia reazione.
Prendo il coprifronte della foglia tra le
mani.
Ricomincio a piangere, questa volta, le
lacrime che escono sono vere e pure, come vero e puro è il mio animo.
Sorrido, lui mi osserva e mi nota un po’
impaurito.
Mi volto verso di lui e lo fisso negli occhi.
Quanti ricordi mi passano per la mente ora.
Sei stato un bravo maestro per me, devo
ammetterlo.
Ti ringrazio perché senza di te non sarei
potuta crescere, ma ora ti apprezzo perché ho compreso.
Forse un po’ troppo tardi, dovevo capirlo
prima, ma non importa.
Quello che è rilevante ora è che finalmente
posso dire di aver appreso il vero valore dell’ essere ninja.
Non sono più una ragazzina Orochimaru, no,
sono cresciuta.
Lo vedi questo coprifronte?
Ho sudato e lottato per ottenerlo ed ora
morirò per lui.
Morirò con onore, combattendo per il mio paese
e per i miei ideali.
Un ninja, Anko,
difende sempre ciò che ama.
…Qual è la cosa che ti
sta più a cuore?
Ancora con lo sguardo fisso nei tuoi occhi
congiungo le mani.
Io sono Anko Mitarashi, sono un ninja e morirò
combattendo!
<< Fatti avanti Orochimaru! >>
****
A distanza di qualche anno un uomo si ritrova,
come sempre, a piangere su una pietra.
Tanti nuovi nomi sono impressi su
quest’ultima.
Anko Mitarashi, Jonin
speciale morta in missione.
Una delle ninja più
forti e valorosi del Villaggio della Foglia.
Il cielo piange sono
passati esattamente due anni dalla sua morte.
<< Complimenti Anko, hai ottenuto quello
che volevi. Sei contenta ora?>>
Una risata strozzata e agghiacciante
riecheggiò per qualche secondo nell’aria, poi la figura di un uomo sorretto a
stento da un altro apparve per poi scomparire misteriosamente dietro una siepe.
<< Signor Orochimaru, sta molto
male?>>
Nessuna risposta, solo un ghigno terrificante
che si conclude con una smorfia strozzata di dolore.
Erano due anni che
Orochimaru non si faceva sentire: non poteva muoversi, le sue gambe erano state
bloccate da un potente Fuuinjutsu* proibito.
Il bene, in fine,
trionfa sempre.
<< Lotta piccola Anko, sempre >>
C’era riuscita...
…Era diventata un vero
ninja.
Questo è un piccolo esperimento che covo, dentro me, da
Natale ed ora finalmente dopo molte modifiche posso essere certo di postarlo
anche se non sono sicuro del risultato finale.
Vi chiedo di essere clementi con me, perché non è il mio
campo; cioè questa è la mia prima One-Shot in prima persona, quindi vi chiedo
di biasimarmi un po’ e di non essere troppo categorici!
Accetto molto volentieri anche le critiche, perché voglio
tendere a migliorare sempre più, soprattutto nei campi (come questo) in cui
scarseggio.
PS: I periodi in corsivo centrati dovrebbero essere i
discorsi della “coscienza” di Anko, ma ognuno li interpreti come meglio crede.
*Fuuinjutsu = Tecinica di Sigillo.
Vi ringrazio, infine, dell’attenzione che mi avete dato e
che continuate a darmi.
Lupus