“L'uomo
deve
scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue
decisioni.”
Paulo
Coelho
“Mi
offro
volontaria!! Mi offro volontaria come tributo!!”
E’ una
voce
che urla forte. Prima
incerta, poi
sempre più sicura, quasi arrabbiata. E’ la sua
voce.
Fa
un passo avanti, diretta verso il palco; ma
non c’è ne bisogno, poiché subito dopo
un cenno di assenso di Effie Trinket,
due pacificatori si affrettano ad afferrarla, quasi potesse scappare,
quasi
avesse scelta; e a portarla verso il palco. In quel momento la invidio:
cammina
a testa alta, sicura di se, pronta a tutto pur di salvare sua sorella.
Osservo la
scena scorrere davanti ai miei occhi. Non posso credere a quello che
vedo, non
posso. Katniss, lei, con quegli occhi grigi così profondi da
farmi venire le
vertigini ogni volta che li incrocio, con la voce così
melodica da far zittire
gli uccelli; salirà nell’arena. E sarà
massacrata. E io guarderò tutto questo,
lo osserverò dalla tv che solo in questi giorni funziona,
dal grande schermo
montato nella piazza. Un urlo mi affiora dal profondo, mi lacera il
petto fino
a farmi esplodere. Stringo i pugni fino a farmi sanguinare le mani.
Fino a che
mi guardo intorno: gli
altri ragazzi
sono girati verso di me, mi guardano con occhi compassionevoli, ma
sollevati
allo stesso tempo. “Cosa avete da guardare?..”
biascico. “Peeta.. mi..mi
dispiace…. Non posso crederci…ti hanno
estratto”. E’ Cindra, una delle mie
compagne di classe, che mi spiega con voce tremante. Smetto di
respirare, il
cuore salta un battito. I miei occhi scrutano la gente intorno a me,
quasi per
accertarsi che sia tutto vero, che non sia solo un brutto incubo. Forza Peeta, muoviti.. Non fare la figura
del cacasotto, mi dico. Ma il mio corpo rifiuta di
rispondermi.
“Ragazzo,
sarai il tributo maschile di questa
edizione…!! Vieni su e rendi onore al tuo distretto.
” Cinguetta Effie con voce
squillante, entusiasta, leggermente indispettita e inutilmente
concitante. Per
fortuna in qualche modo riesco ad avere
il controllo di me stesso, e con passi tremanti mi dirigo verso il
palco. Non
riesco a connettere. Ok, Peeta, facciamo
il punto della situazione. Ti hanno estratto. Oh, cazzo. E Katniss
sarà con te
nell’arena. Oh, merda.
La cruda
realtà mi si affaccia nella
mente: perché? Che scherzo beffardo è questo? Non
solo salirò nell’arena, dovrò
anche combatterla. E forse ucciderla. No, no cosa vado a pensare? Non
potrei
mai uccidere Katniss.. Ma
Capitol City
farà di tutto pur di fare
scontrare i tributi tra di loro. Pur di vedere il sangue scorrere nelle
loro
mani. Nelle nostre mani.
Sono sul
palco. Di fronte a me tutti i ragazzi del distretto 12 ci guardano
immobili: i
conoscenti con disperazione e tristezza, gli altri con rassegnazione. I
miei
occhi cercano quelli dei miei genitori, dei miei fratelli. La mamma
è in
lacrime, urla. I miei fratelli cercano di consolarla, ma anche loro
sono
distrutti. Faccio di tutto per mostrarmi forte, sicuro; per non far
trapelare
la disperazione che mi sta crescendo dentro.
Davanti
a me ho Effie Trinket, e di fianco
Katniss. Per un attimo un sorriso mi affiora nel viso: questo
sarà l’unico
momento che avrò per stare con la ragazza che amo. La
conoscerò, dopo tanto
tempo in cui non ne ho avuto il coraggio. Prima di morire, prima che
tutti e
due saremo spediti al macello. Riaffioro in tempo dai miei pensieri per
sentire
Effie urlare, con la sua solita allegria: “Felici Hunger
Games! E che la
fortuna, sia sempre dalla vostra parte!” Devo fare uno sforzo
considerevole per
trattenermi dal non saltarle addosso. Lei, con quei vestiti
orripilanti, parla
gioiosa a una popolazione di gente affamata degli Hunger Games, come se
avessimo vinto una fornitura speciale di cibo o che so io. Come sempre
nessuno
applaude, e la conduttrice si ritrova a parlare con un pubblico
invisibile. Ma
questa volta, qualcosa di diverso accade: piano piano ogni ragazzo
inizia ad
alzare il braccio al cielo, nel tipico saluto del nostro distretto. Mi volto lentamente verso
Katniss: anche lei
sta guardando incredula, ma intravedo nei suoi occhi uno scintillio di
speranza, di ribellione. Poi improvvisamente anche lei si gira verso di
me, e i
nostri sguardi si incrociano. Sappi che
combatterò fino alla morte. Non importa quante persone
dovrò uccidere. Tornerò
a casa, sembra dirmi. In quel momento ne sono sicuro:
l’aiuterò. Perché è
la ragazza che amo, perché ha una possibilità di
vincere. Perché non potrei fare
altrimenti.
E appena
fatta questa scelta, il mio corpo si rilassa. Ho una missione. Una
missione che
posso portare a termine; e che comprende lei, salva.
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a tutti! Mi è sempre piaciuto pensare a come avesse vissuto
tutti quei momenti
Peeta, i suoi pensieri, i sentimenti alle reazioni di Katniss (anche
perché ho
un innegabile cotta per Peeta, e mi vedo molto più in lui
che in Katniss xD) Quindi
ho deciso di scriverli.. Questa è la mia prima fan fiction,
quindi sono un
sacco nervosa e curiosa di sapere che ne pensate.. perciò
commentate! Che siano
critiche, pensieri, qualunque cosa.. grazie = ) P.S.
Spero vi
sia piaciuta