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Autore: _Breakable    07/08/2012    5 recensioni
La Kurtbastian Week è cominciata, perchè non provare a partecipare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ad appena 8 anni, Kurt Hummel subì una grande perdita nella sua vita.

Sua madre Elizabeth morì in un incidente stradale lasciando il piccolo Kurt distrutto insieme a suo padre, Burt Hummel.

Quando perdi qualcosa di così importante e non sai come rimpiazzarla, è difficile andare avanti ma Burt fece di tutto per portare avanti la vita di entrambi.

Ad un anno dalla morte, la tristezza si poteva ancora leggere nei loro occhi, ma qualcosa di piccolo e spelacchiato fece tornare negli occhi di Kurt un piccolo sprazzo di felicità.

Una gattina, con un bel pelo folto bianco e lucente e degli occhi simili a quelli di Kurt, di un blu splendente.

Kurt l’aveva chiamata Elizabeth in memoria di sua madre e da quel giorno non si staccò più da lei.

Fu davvero difficile per Burt strappare la gattina dalle mani di Kurt ogni mattina per andare a scuola ma non poteva fare altrimenti.

Ci giocava anche a prendere il the e la gattina si era affezionata molto al bambino da fargli molte fusa giornaliere.  Kurt gli aveva comprato anche un guinzaglio con delle perline rosa per portarla sempre con se quando doveva passare il pomeriggio nell’officina di suo padre o a fare spesa.

Alcune volte capitava anche che si confidasse con lei e quando era triste la gattina sembrava capirlo perché gli si accoccolava contro aggrappandosi con le sue piccole unghiette facendo subito tornare il sorriso a Kurt.

Solo che quel giorno non c’era traccia di un sorriso nel piccolo volto del bambino.

“Papà, non riesco a trovare Elizabeth.” Disse Kurt singhiozzando.

Il padre vedendo il figlio in lacrime lo prese subito in braccio tranquillizandolo.

“Vedrai che è nascosta da qualche parte qui in casa o è uscita in giardino, tranquillo. Andiamo a cercarla.”

Detto questo Burt si alzò dalla sedia e prese per mano il figlio aiutandolo a cercare la piccola gatta per tutta la casa.


 
**


Nella casa accanto, un bambino della stessa età di Kurt sbuffava sonoramente alla vista della sua nuova casa.

“Sebastian, non fare quella faccia. Vedrai che qui ti piacerà!” squittì la madre del bambino.

Sebastian Smythe si stava appena trasferendo e la cosa non gli piaceva affatto.

Nella sua vecchia casa lui aveva tutto. Era a tre piani e aveva due camere da letto e una per tutti i suoi giochi. Invece questa nuova era solo a due piani e, come lo aveva avvisato sua madre, aveva per se solo una camera dove dovevano entrare tutti i suoi giochi!
Per non parlare del quartiere. Non era a Westerville ma in un piccolo quartiere di Lima dove le case sembravano tutte così spente.
Solo la sua e quella accanto avevano un colorito più allegro rispetto alle altre.

Mentre sua madre e suo padre scaricavano tutto il necessario dai furgoni insieme a dei ragazzi che lavoravano per l’agenzia di trasporti, lui scese dalla macchina e si guardò intorno non sapendo cosa fare.

All’ennesimo sbuffo sentì qualcosa strusciarsi sui suoi piedi e abbassò subito lo sguardo trovandoci un gatto dal pelo bianco che miagolava.

Sebastian per prima cosa alzò un sopracciglio e poi cercò di spostare il gatto con un piede ma quello non voleva andarsene e cercava in tutti i modi di aggrapparsi a lui.

Alla fine, si guardò per un’altra volta intorno e non vedendo nessuno lo prese in braccio.

Aveva con se un collarino rosa. Ah, quindi è una femmina, pensò Sebastian.

Accarezzò per un attimo quel pelo folto e morbido per poi notare una piccola targhetta sul collarino.

C’era scritto solo un nome: Elizabeth Hummel.

Che nome formale per un gatto.

“Sebastian, dove hai preso quel gatto?” la voce di suo padre lo distrasse da tutto e si girò per rispondergli.

“Continuava a miagolare sotto i miei piedi. Guarda, ha una targhetta.”

Il padre si inginocchiò per vedere il gatto più da vicino e lesse il cognome.

“Gli Hummel sono i nostri nuovi vicini, perché non vai a riportargli il gatto, forse hanno un figlio e puoi farti un nuovo amico.” Gli disse suo padre dandogli una piccola pacca sulla spalla.

“Non voglio farmi amici qui e non mi piace questo posto.” Sbraitò Sebastian staccandosi da suo padre per poi avviarsi verso la casa vicino.

Odiava il modo in cui suo padre e sua madre gli dicevano di farsi nuovi amici e di abituarsi al posto. Tanto non ne aveva neanche nella vecchia casa di amici, quindi non aveva problemi a rimanere solo.

Arrivò al portico degli Hummel e sistemandosi il gatto in braccio suonò due volte il campanello.

Saltellò appena su un piede aspettando che aprissero e quando la porta si aprì rimase a bocca aperta.

Davanti a se c’era un ragazzino poco più basso di lui con dei grandi occhioni azzurri e un po’ gonfi, come se avesse appena pianto, pensò Sebastian.

“I-io ho trovato la tua g-gatta.” Balbettò Sebastian porgendo la gatta.

Il bambino alla vista della gatta si illuminarono gli occhi e la sua bocca si aprì subito in un sorriso.

“Elizabeth!” urlò per poi prenderla in braccio e stringerla a se.

Sebastian piegò di lato la testa e osservò la scena un po’ stranito ma anche con un po’ di dolcezza.

Il bambino davanti a lui posò la gatta ai suoi piedi e la spinse dentro casa.

Poi fece una cosa che non si aspettava minimante. Il ragazzino si sporse verso di lui e gli gettò le braccia al collo stringendolo in un caloroso abbraccio.

“Grazie, grazie davvero.” Gli sussurrò nell’orecchio.

Sebastian rimase fermo e aspettò che il ragazzo si staccasse da lui.

Si portò una mano dietro al collo e sorrise timidamente abbassando lo sguardo.

“Io…di niente. Era lì davanti a me e ho pensato di riportartela…” disse velocemente.

Il bambino non fece in tempo a dire niente che un uomo, probabilmente suo padre, fece capolino dalla porta.

“Kurt hai visto che Elizabeth- Oh, tu devi essere il figlio degli Smythe!” esclamò alla vista di Sebastian, il quale annuì appena.

“Bene, allora vado a salutare subito i tuoi. Kurt da bravo, comportati come si deve.” Disse prima di scompigliare i capelli a suo figlio e allontanandosi dai due.

Sebastian rimase un po’ a fissare Kurt, o così almeno aveva capito si chiamasse, ma poi dovette subito abbassare lo sguardo perché quella palla di pelo si era di nuovo aggrappata alla sua gamba.

“Ad Elizabeth piaci… Se ci dici il tuo nome puoi venire a giocare con noi quando vuoi!” esclamò Kurt. “Io mi chiamo Kurt, Kurt Hummel.” Sorrise porgendogli la mano.

Sebastian strinse subito la mano sorridente. “Sono Sebastian, Sebastian Smythe.”

“Uh, che nome importante Sebastian! Potresti essere il mio ospite d’onore ai miei banchetti di the. Ti piace prendere il the? A me e ad Elizabeth molto e ci farebbe piacere avere un ospite! Tu potresti fare il principe della serata, sembri proprio un principe!”

Sebastian rimase per un attimo ammutolito per la parlantina veloce del ragazzo ma poi sorrise, nessuno l’aveva mai invitato ad un banchetto di the.

“Parteciperò molto volentieri, solo se anche tu fai il principe con me!” esclamò Sebastian.

A quelle parole a Kurt gli si illuminarono gli occhi e sorrise ancora di più.

“Allora vado a preparare tutto, torna pure tra un oretta e chiedi il permesso ai tuoi genitori, non vorrei disturbarli troppo!” disse prima di riprendere la gatta in braccio e avviarsi in giardino.

Sebastian sorrise e corse verso la sua nuova casa. Ma si, forse gli sarebbe piaciuto quel posto. 


















Note dell'autrice. 
Ecco il terzo giorno!
Io, invece di prendere la strata per lo smut, ho scelto di fare qualcosa di dolce ed eccolo qui!
Per quanto riguarda gli aggiornamenti, dovrei farcela a scrivere qualcosa per gli altri giorni e venerdì e sabato sarà una mia carissima amica ad aggiornare perchè io vado a fare una piiiiccola vacanza. 
Spero che anche questo aggiornamento vi sia piaciuto e le recensioni sono sempre gradite u.u 
Potete trovarmi anche su twitter con lo stesso nome che ho qui su EFP. 
Alla prossima! 
  
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