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Autore: MelsAlien    07/08/2012    0 recensioni
Lui era un mostro e lo sapeva bene.
Nessuno sapeva quello che era.
Lui era un assassino, e amava vedere il terrore negli occhi delle sue vittime.
Cambierà tutto questo?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10
1689.


Il silenzio pervade l'aria.
L'unici rumori provengono dall'esterno.
-Perché non mi racconti qualcosa di te?-
Raccontarle qualcosa di me.
Risi mentalmente. Ringhiai, voltandomi verso di lei.
Mi fissava, senza togliere lo sguardo da me.
-Cosa vorresti sapere?- Chiesi, cercando di risultare il più gentile possibile.
-Non lo so, parlami di te, della tua vita.-
Parlare di me. No, decisamente non è uno dei miei argomenti preferiti.
-Scusa, ma non ho molto da dire.-
O forse ho qualcosa da dire?
E se invece avessi soltanto un peso nello stomaco di cui non riesco a liberarmene?
-E se ti facessi  io qualche domanda?-
Inziai ad odiarmi per averle dato il consenso di proseguire questa conversazione.
Massì, dai, Bill, magari la cosa diventa interessante.
-Certo.- Risposi, appoggiandomi allo stipite della porta.
-Mh, dove sei nato?-
Le solite domande monotone.
-A Dresda.-  
Voleva farmi delle domande , no? Non ero costretto ad aggiungere particolari.
-Dresda.- Disse solamente.
Socchiusi gli occhi, pregando qualcunque Dio, che la conversazione finisse qui.
Ma lei, per l'ennesima volta, interruppe per l'ennesima volta quel silenzio che si era creato da noi due.
-Quando?-
-Quando cosa?- Chiesi a mia volta, inarcando un sopracciglio
-Quando sei nato?-
Quella domanda, quella semplice domanda fece vagare la mia mente, portandola a quasi quattro secoli prima.

1695
Inverno, il freddo congelava qualsiasi cosa osasse avventurarsi per le vie della città.
Ero seduto per terra, nello studio di mio padre, intento ad osservarlo mentre guardava il panorama fuori dalla finestra.
"L'unica vera ricchezza è la famiglia".
Me lo diceva sempre. Quando ebbi compiuto l'età di quattro anni, lui si avvicinò a me, inginocchiandosi per raggiungere la mia altezza, in modo da potermi guardare negli occhi.
-Bill.- iniziò, per poi prendermi in braccio e portarmi davanti alla finestra del suo studio.
Noi, noi eravamo una delle famiglie più importanti dell'epoca.
I nobili prevalgono sempre, si sa.
sempre successo e sempre sarà così.
-Guarda- mi disse -Guarda la  nostra città, la tua città.-
Mi guardai in giro, non potevo vedere molto. Il nostro castello era un maestuoso edificio, un tipico edificio barocco.
Il nostro, era uno dei castelli più sontinuosi di tutta Dresda, chi vi entrava, non poteva fare a meno di ammirarne ogni singolo particolare.
Mio nonno non badò a spese quando lo fece costriure.
"Deve rimanere nella storia, in modo che nessuno dimentichi."
Aveva uno stile tendente all'esagerazione, con un mix di eleganza.
I banchetti erano sempre tenuti nel primo piano, la tavolata era immensa, ma molto spesso vuota, dato che gli unici commensali eravamo io e la mia famiglia, e in disparte c'erano i servi.
La mia famiglia spendeva molto denaro sulle nostre cene, non badando a spese,voleva mostrare a tutti la sua ricchezza.
A tavola poi, non mancava mai la musica.
Ricordo inoltre, tutti gli architetti provenienti dalla Baviera. Mio padre li chiamava spesso, chiedendo loro di aggiungere particolari in ogni stanza.
Le stanze ornate da pavimenti intarsiati e soffitti  con sfarzose decorazioni.
Per non dimenticare poi il Salone delle Feste, dove i soffitti presentavano decorazioni in rilievo circondati da ghirlande.
Aggiungendo poi i giardini, rigorosamente all'inglese.
Ricordo inoltre, che nell'ala ovest c'era il teatro.
Mensilmente, mio padre invitava, nobili, amici , conoscenti, in modo che vedessero la nostra grandezza e il nostro potere, per poi farli assistere a quei spettacoli, che io trovavo terribilmente noiosi.
Ricordo come, fin da bambino mi fece vedere tutti i quadri appesi al muro, che rappresentavano personaggi a me sconosciuti.
-Un giorno tutto questo, figlio mio, tutto questo castello, tutto il mio potere, tutta l'eredità apparterrà a te.-


Sentii un forte dolore alla guancia destra.
Aprii gli occhi, non capendo cosa stesse succedendo, e mi ritrovai lei , in piedi, di fronte a me.
-Cosa c'è?- Chiesi, sbuffando.
-Da mezz'ora stai qui impalato senza muovere un muscolo.- Disse, portando le mani ai fianchi.
-Ho avuto un flashback, chiedo perdono.-
-Ad ogni modo, non hai risposto alla mia domanda.- Rispose in tono seccato.
-Quale domanda?-
Scosse la testa, sospirando nuovamente.
-Quando sei nato?-
-Oh, ti riferivi a quello.- accennai un sorriso- Sono nato nel 1689.-
-Mi...Mi...-
-Sì, milleseicentoottantanove, anzi, primo settembre del milleseicentoottantanove. Per caso vuoi un disegnino?-




NDA: AWW **
Boh, questo capitolo lo adoro in particolar modo **
Ringrazio tutti quelli che hanno letto quello precedente **
A presto,
Mels,
 

  
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