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Autore: Niky McGregor    07/08/2012    3 recensioni
Felicia è una donna single con una figlia di tre anni a cui dedica tutta la sua vita. Lavora in uno degli alberghi più lussuosi di Boston, il "Sunshine" e sembra una donna abbastanza tranquilla.
Ma cosa celano veramente i suoi occhi grigi e quella espressione innocente che sfoggia sempre? Qual'è stato il suo passato? In un modo o nell'altro la sua vita si collegherà a quella di Emily Lowell, un agente di polizia che ha subito un trauma alla tenera età di tre anni, l'età di Rose... riuscirà a scoprire il grande segreto di Felicia? E David è veramente un amico?Scoprirete tutto leggendo!
Buona lettura
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Eventi sospettosi



Foto: <3



Dopo aver spiato l'amica, David si diresse a passo spedito dietro a quell'uomo.

Le mani in tasca e il cappuccio abbassato sulla testa come un criminale, lo seguiva a distanza assorto nei suoi pensieri.

Quell'uomo ha gli stessi occhi di Rose e il modo in cui ha reagito Feli non mi è piaciuto per niente... devo scoprire di chi si tratta!”

Assorto com'era tra i suoi pensieri quasi si fece investire da un auto nera che stava passando in quel momento. Si fermò appena in tempo cercando di non perdere di vista il suo uomo, quando il semaforo divenne rosso e una fila di macchine iniziò a circolare davanti ai suoi occhi. Era sparito nel nulla...

-Mannaggia! Maledetto bastardo!- imprecò portandosi le mani dietro alla testa.

Una donna lo guardò male, coprendo le orecchie a suo figlio.

-Ma tu guarda che maleducato! Sua madre non le ha insegnato a parlare educatamente?- lo riprese mentre una vecchietta annuiva con forza.

-Ma va al diavolo tu!- le disse tornando sui suoi passi.

Aveva tenuto il negozio chiuso per quel giorno così decise di andare a casa per farsi una doccia.

Tornò all'albergo e si diresse verso la sua macchina.

Quando vide la signora Fennings uscire dall'albergo con la sua solita espressione corrucciata si chiese come doveva sentirsi la sua amica in quello stesso momento e senza pensarci due volte rientrò nell'albergo e trovò la rossa intenta a parlare al telefono.

Era voltata di spalle così non si era accorta della sua presenza.

-No Sharon voglio solo assicurarmi che mia figlia stia bene e ti sto chiedendo di non portarla al parco per nessuna ragione! Falle guardare la televisione o gioca con lei... insomma inventati qualcosa ma non uscire con lei!- la sentì dire.

La osservò mentre abbassava le spalle e gettava la testa all'indietro.

-Passami Rose.- disse con un sospiro.

-Ciao tesoro!... no non puoi andare al parco con Cindy oggi... ti ho detto di no! Rose fai quello che ti dice Sharon e non insistere a voler uscire... d'accordo... ti voglio bene amore mio... sì a stasera, un bacio.-

Felicia chiuse la chiamata e si voltò verso David come se avesse percepito la sua presenza.

-Sei tornato!- lo accolse sorridendo.

Il biondo sorrise di rimando pur sapendo che lei stava mentendo... ormai ne era certo: l'allegria di Felicia era solo una facciata e lui era deciso a scoprire l'altra.

-Sì diciamo che non ho niente da fare... con chi eri al telefono?- le chiese.

Il suo sorriso iniziò a vacillare e i suoi occhi si incupirono all'istante.

-Con Sharon... la babysitter di Rose... non voglio che esca di casa oggi.- rispose poi riavviandosi i capelli dietro al' orecchio destro.

-Come mai? È una bella giornata oggi.- commentò il biondo, puntando i suoi occhi castani in quelli grigi di lei.

-Perché sta covando l'influenza e non voglio che sudi o...- cominciò a dire ma si bloccò non appena vide l'amico scuotere la testa.

-Feli, con me puoi essere sincera... qual'è la vera ragione per cui tua figlia non dovrebbe uscire di casa oggi?- sussurrò avvicinandosi.

Messa alle strette Felicia iniziò a sudare freddo e le sue mani presero a tremare.

-Dave, senti è come ti ho detto non voglio che si ammali... ora scusa ma devo tornare al lavoro, quindi se non ti dispiace dovresti andartene.-

-D'accordo, per questa volta lascio correre ma tu non me la conti giusta.- la assecondò l'uomo indietreggiando.

-Io non ti sto nascondendo nulla, credimi!- questa volte lo disse con voce sicura e lo sguardo determinato.

Il biondo decise di lasciar perdere e con un gesto della mano si voltò e uscì dall'albergo.

Giunse nuovamente alla macchina ed entrò nell'abitacolo, senza avviare il motore.

Si stava intromettendo in qualcosa di pericoloso ne era certo...

Un uomo bussò al suo finestrino e quando lui abbassò il vetro si ritrovò faccia a faccia con la persona che aveva seguito prima.

-Sì?- chiese cercando di tenere ferma la propria voce.

Senza dire nulla l'uomo lo prese per il colletto e lo avvicinò a sé.

Aveva una forza incredibile e David iniziò a boccheggiare bisognoso d'aria.

-Osa seguirmi un'altra volta e giuro che non risponderò delle mie azioni!- gli disse minaccioso.

-Io... io non.- balbettò il biondo.

-Ti è chiaro il messaggio?- esclamò nuovamente l'uomo.

Ora David ne era certo, quello era il padre di Rose e Felicia stava scappando da lui, per quello non voleva che la bambina andasse al parco.

-Altrimenti che mi fai?- riuscì a dire provocatorio.

-Fidati... non vorresti saperlo! Sappi solo che se ti becco un'altra volta a seguirmi mi implorerai di ucciderti e l'inferno ti sembrerà nulla al confronto.- lo minacciò nuovamente.

Lì rifilò un ultima occhiata malevola poi lo lasciò andare, rimettendosi gli occhiali sugli occhi e allontanandosi come se niente fosse accaduto.

David si passò una mano sulla fronte respirando profondamente. Se prima voleva scoprire tutto su quel uomo, ora ne era certo... lui DOVEVA scoprire tutto... ne andava della vita di Feli e Rose... e anche della sua.

Avviò il motore e sgommando uscì' dal parcheggiò.

Giunse a casa e senza pensarci due volte si diresse verso il frigo e si tirò fuori una birra. La aprì con l'apri bottiglie e ne bevve una sorsata generosa.

Che diavolo sarà successo a Feli da spingerla a scappare da quell'uomo?” pensò fissando assorto il suo portatile.

Si sedette a tavola ed accese il computer. Attese un attimo e poi entrò su internet. Digitò il nome di Felicia Torrence e quando vide ciò che era venuto fuori spalancò gli occhi ed emise un suono strozzato.

-Non può essere!!!- imprecò.

   
 
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