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Autore: saxy    07/08/2012    1 recensioni
Probabilmente questa è una visione cupa della situazione, ma vorrei conoscere anche una sola persona che, donando il proprio cuore, non si sia mai sentito schiacciato dal macigno della realtà; insomma, non esiste l'amore perfetto, quello che abbiamo sentito sempre raccontare dai nostri genitori quando ci portavano a dormire e ci leggevano le favole...
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2.Il bosco

 

Veramente molto simpatica!

L'avevo conosciuta proprio in quel momento e già ne andavo pazza: mi sembrava il genere di persona che non badava alle apparenze e che era disposta a godersi quelle vacanze, come solo io sognavo.

La mattina seguente non sapevo come occupare il mio tempo: non vedevo l'ora di prendere le mie cose e ritornare fra quegli scaffali polverosi; forse Chloe rappresentava la mia ultima spiaggia, la speranza di non gettare al vento le mie giornate.

Siccome non potevo fissare l'orologio continuamente, decisi di montare in sella alla bicicletta ed andare in un boschetto vicino ad un parco, nelle vicinanze di casa mia; mi sarei svagata e rilassata, pensando a quali argomenti tirare fuori quel pomeriggio.

Passavo davanti a diverse abitazioni e questa non è una novità, ma quello che più mi faceva riflettere era passare davanti alla casa del mio ex: eravamo in buoni rapporti, anche se non ci vedevamo da anni e i suoi nonni mi salutavano ogni volta che mi trovavano per strada. Erano passati 4 anni da quando ci eravamo lasciati...già “ci”: parlo al plurale quando la decisione l'aveva presa lui ed io, come se andasse benissimo e non provassi niente, gli avevo detto che andava bene, potevamo rimanere amici e che non ci ero rimasta male. Forse era tutto vero, ma a volte ci ripensavo e mi chiedevo cosa avessi sbagliato: alcuni miei amici mi avevano detto che lui si vedeva con un'altra, motivo per cui lui aveva deciso di rompere con me ed altri si ostinavano a sostenere che fosse un cretino. Probabilmente entrambe le versioni erano vere, ma ci tenevo perché il primo amore non si dimentica mai e nonostante tutto gli volevo ancora bene.

In poco tempo ero giunta al parco dove avevo incatenato la bici e avevo imboccato una stradina con l'erba alta.

L'erba era cresciuta: era da un pezzo che non tornavo qua. Di solito le persone si isolano per riflettere, per sognare senza distrarsi dal caos della vita quotidiana; io invece mi recavo nel boschetto per ascoltare musica e ballare. Sembrerà strano, ma è proprio così: di solito la gente dice di ascoltare le canzoni, però la verità è che nessuno la “ascolta” con attenzione; quasi nessuno segue le parole come se uscissero dalla bocca del cantante. C'è poi chi balla perché vuole farsi vedere: io ballo per seguire l'onda musicale che è in me.

Non è facile spiegarsi, motivo per cui metto le cuffie, accendo il mio walkman e riavvolgo il nastro.

I miei compagni di scuola mi hanno sempre chiesto il motivo di quel trabiccolo ormai “decrepito”, come più volte lo avevano definito: inizialmente rispondevo “perché mi piace”, ma con il passare del tempo smisi di dar spiegazioni perché la gente non ti capisce; come disse il buon vecchio Nietzsche “Le tue azioni vengono sempre elogiate o criticate, mai capite.”.

Dovevo smettere di pensare.

Siccome rischiavo di cantare, oltre che ballare, avevo optato per un brano senza parole: shout and fell it di Count Basie; da quando avevo visto il film Swing kids me ne ero innamorata completamente.

Seguivo la chitarra e poi quando suonavano le trombe muovevo i piedi a tempo di swing: in quel modo avrei consumato tutte le suole delle scarpe, ma non mi interessava minimamente.

Incrociavo i piedi e ruotavo su me stessa: quando gli strumenti facevano una pausa, mi fermavo pure io. Poi ripartivo: aprivo le braccia in contemporanea con le punte dei piedi. Piede avanti e piede indietro con il movimento alterno del braccio opposto.

Ogni tanto ci mettevo più piroette insieme rischiando di cadere a terra, anche se inciampavo sui rami. Non avevo scelto un luogo ben preciso: infatti mi spostavo in avanti e seguivo il bosco.

Il brano seguente era tratto dal film Billy Elliot: i love to boogie di T-Rex. Non era un brano impegnativo, ma se udito al massimo volume...bhè...era tutta un'altra cosa.

 


We love to boogie, we love to boogie
Jitterbug boogie, Bolan pretty boogie
We love to boogie on a Saturday night

 

Con il tallone poggiato a terra muovevo la punta del piede sinistro a destra e manca; poi univo le gambe e muovevo avanti e indietro le braccia, come se stessi correndo. Saltavo, credendo di muovermi come una ballerina di danza classica, giravo su me stessa e mi nascondevo dietro i tronchi degli alberi comparendo ora da una parte, ora dall'altra.

 

Belinda Mae Fender's got a Cadillac Bone
Jenny's lost her cherry walking
all the way home
The passions of the Earth blasted it's mind
Now it's neat sweet ready for
the moon based grind

 

Vai con la chitarra immaginaria!

Poi un bel salto mentre cercavo di toccarmi le punte dei piedi in aria, senza riuscirci, questo era chiaro.

Mi libravo in aria come una cretina eppure mi piaceva da morire: cambiavo modalità di salto ogni volta. Piegavo le gambe, le aprivo, ne alzavo una sola, mi reggevo le ginocchia con le braccia e via.

 

We love to boogie
We love to boogie on a Saturday night
We love to boogie
High school boogie, jitterbug boogie
We love to boogie on a Saturday night

 

Era fantastico ballare in quel modo. Sarebbe stato divertente farmi un bel filmato e rivederlo dopo diversi anni: probabilmente mi avrebbero mandato in un manicomio.

Terminata la canzone, ero completamente sudata, ma portavo sul volto un sorriso compiaciuto come se avessi appena vinto una medaglia.

Le cuffie mi erano cadute dalle orecchie: c'era qualcuno che applaudiva e mi diceva “brava”; mi stavo girando lentamente, quasi impaurita. Chole era appoggiata ad un pino e mi fissava divertita.

  • Brava! Mai vista esibizione migliore!-

Mi sarei voluta sotterrare. Non potevo sdraiarmi come tutti sotto l'ombra di qualche alberello e dormire? No! Io dovevo dare spettacolo!

Dovevo sbrigarmi, dovevo fare qualcosa. Mi inchinai con il braccio destro dietro la schiena e quello sinistro in prossimità della pancia.

  • Grazie, grazie, troppo gentile!- che idiota!

  • I miei complimenti, non sapevo che fossi una ballerina!- non capivo se stesse scherzando oppure fosse seria.

  • Non lo sono...sono una dilettante che saltella come un capretto felice!-

  • Lo vedo! Ma è divertente vedere che c'è ancora qualcuno in grado di far ciò che ama e non ciò che vogliono gli altri. E poi non sei niente male.- mi fissava in modo strano...strano forse per me, ma non per lei che mi sorrideva come se le sue parole non avessero alcun peso.- intendo come ballerina.-

  • Oh, sì lo aveva capito. Grazie, ma non faccio altro che seguire le note. Sai dovresti provare anche tu! È rilassante.-

  • No, sarei una balenottera che cerca di danzare, ma senza alcun successo.-

  • Ma dai! Prova! Qua non ti vede nessuno e nessuno può giudicarti.-

  • Non credo sia una buona idea...non ho nemmeno un mp3!-

  • Ma io ho degli auricolari.-

  • No, lascia perdere; magari la prossima volta quando sarò pronta psicologicamente, d'accordo?-

  • Va bene, non insisto più. Dimmi: come mai da queste parti? Le persone non vengono mai qui, l'erba è troppo alta e poi è un posto isolato.-

  • Facevo un giro e mi sono imbattuta in una stradina che mi ha portata in questo bosco. Poi ho sentito un rumore e sono giunta in questa zona, dove ho trovato una menade danzante!-

  • Sai è difficile arrivare qua e ti assicuro che non ci sono “stradine”...-

  • stavo osservando un esemplare di Iphiclides podalirius.-

  • E sarebbe?-

  • Una farfalla.-

  • Non ti credevo tipa da farfalle, o meglio: non ti credevo una che segue le farfalle.-

  • E che tipo di persona credevi che fossi?-

  • Non saprei...non ti conosco, ma mi hai dato l'impressione di una persona responsabile, con i piedi in terra, disponibile...una brava persona.-

  • Mi hai descritta come una santa! Non lo sono e ti darò l'occasione di conoscermi meglio, se vorrai.-

  • Certo, perché no. Se ti va possiamo rimanere un po' qua a sedere ed a fare due chiacchiere.-

  • Mi piacerebbe, ma fra 10 minuti devo essere nel negozio di scarpe in paese. Tanto abbiamo detto che ci vediamo oggi pomeriggio in biblioteca, no?-

  • Ti andrebbe allora di cambiare posto e di vederci qui?-

  • D'accordo. Allora ci vediamo più tardi.-

Era stato stranissimo incontrarla lì, ma nonostante il luogo e le circostanze si era comportata come se ci conoscessimo da più tempo. Mi dava sicurezza...anche se mi aveva beccata a fare qualcosa di puramente personale, non mi sentivo imbarazzata: sì, sentivo un po' di imbarazzo, ma non era così accentuato come capitava con altre persone.

***
Prossimo capitolo: Conoscersi.


 

  
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