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Autore: idolsfaith    07/08/2012    2 recensioni
-STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Amy e Louis, due ragazzi come altri ma che preferiscono avere una storia diversa. Fanno un patto: devi dire quello che pensi e quello vuoi, niente bugie o pensieri nascosti, quelli che rovinano sempre tutto.
*Dalla storia*
“Non dirmi che tu non lo vorresti, Amelie!”
“Volere cosa?” chiese sinceramente stupita dalla mia domanda.
“Non vorresti avere sempre la verità?”
“Ovvio, ma sai l'ho imparato da tanto che nessuno è sempre sincero. Soprattutto dopo quest'ultima batosta.”
“Ok, facciamo un patto.” dissi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Scrivo questa storia senza alcuno scopo di lucro, i personaggi dei One Direction non mi appartengono e quindi non rappresento i loro reali caratteri.
 

 

 

Capitolo 2. Another World

 

La chiamai il giorno dopo e mi sorpresi quando mi rispose dopo pochi squilli.

“Hey piccola” dissi sicuro di farla arrabbiare.

“Odio quando mi dai soprannomi stupidi, ma questo mi piace. E sto odiando anche il nostro patto perchè mi vergogno da morire a dirtelo.” rispose seria mentre io scoppiai a ridere.

“E non ridere stupido spazzettone.”

Cercai di trattenermi e ripresi “Beh, piccola, cosa e dici se oggi andiamo a fare un giro, piccola?”

“Continuerai a ripeterlo all'infinito, ora? Comunque dipende da dove vuoi andare?”

“Sorpresa!”

“Odio le sorprese, dico sul serio.”

“Lo so che dici sul serio devi rispettare il patto solo che, ormai ho organizzato, passo da te per le undici. Fatti trovare pronta, odio aspettare in compagnia di mamme curiose. Ciao piccola.”

Richiusi la telefonata per non sentire altre lamentele, altrimenti mi avrebbe fatto cambiare idea.

Guardai l'orologio che segnava le nove e mezza, dovevo solo rubare un costume a mia sorella e preparare tutto il resto, non avrei mai fatto in tempo.

Feci tutto di corsa e mentre stavo finendo di preparare i tramezzini notai che mancavano cinque minuti alle undici e per arrivare a casa di Amelie mi servivano dieci minuti buoni. Merda.

Per le undici in punto ero in macchina e sfrecciavo tra le vie di Doncaster pregando che la mia piccola fosse come tutte le altre almeno sotto il punto di vista della puntualità, preferivo ascoltare sua madre che essere ripreso da lei.

Alle undici e dieci ero da lei, suonai il campanello e mi aprì Amy. Era stupenda e sorrisi automaticamente.

“Buongiorno piccola, sei stupenda” dissi abbracciandola.

“Sorvolerò sul tuo ritardo solo per il complimento e perchè so che è sincero.” disse baciandomi una guancia.

“Adoro il fatto che non dobbiamo mai dubitare, di solito devi ripetere un complimento centinaia di volte prima che una donna lo accetti, o perlomeno non lo smentisca.”

“Lo adoro anche io, partiamo?”

“Un momento, prima devi metterti ciò che è in questa borsa.”

“Aspetta... lo sai quanto ci ho messo a scegliere cosa ho messo?” scoppia a ridere.

“Immagino, e trovo che tu sia magnifica, ma fa tutto parte della sorpresa.”

Lei sbuffò e prese di malavoglia la borsa dalle me mani dirigendosi verso la porta.

“Ah, piccola...” lei si girò “Prometti di non discutere ciò che troverai all'interno.”

“Giuro che se trovo cose oscene non le toccherò nemmeno.”

“Niente del genere tesoro, solo prometti.” dissi trattenendo le risate.

“Prometto.”

Uscì poco dopo, il vestito a strisce, adorabili, era lo stesso di prima, ma dallo scollo a barchetta vedevo gli spallini del costume regalatomi da mia sorella legati dietro al collo.

 

Dopo un'oretta parcheggiai la macchina e le aprii la portiera, lei scese e storse il naso.

 

It’s not me, it’s not you. There’s a reason.
I’m just trying to read the signals I’m receiving.
It’s like a stove on a fire, can you feel it?
I don’t know about you girl, but I believe that.
Words will be just words till you bring them to life.

I’ll lift you up, I’ll never stop.
You know I’ll take you to another world.
I’ll build you up, I’ll never stop.
You know I’ll take you to another world.
Everyday and everywhere.
I’ll lift you up, I’ll never stop.
You know I’ll take you to another world.

 

“Mi pareva di aver detto niente mare, Tomlinson.” disse secca.

“Tutto questo prima del patto, piccola.” risposi prendendola per mano.

“Questo non cambia le cose, niente mare vuol dire niente mare.” lasciò le mie dita.

“Scusa, solo io credo che prima di fare il nostro accordo non eravamo veramente noi, ci mentivamo nascondendoci dietro a delle maschere. Poi siamo andati al laghetto e ti ho vista così felice, scherzavi ridevi e mi sembravi più libera che mai. Ho cercato di cogliere dei segnali.”

“Forse ho mentito, ma avresti comunque dovuto chiedermelo.” si riavvicinò un po'.

“Ok, hai ragione. Ora mi sembra tutto teso tra di noi. Io volevo soltanto dar vita ai miei pensieri, darti la forza di stare vicino a me, perchè so che non è semplice.” lei ridacchiò e mi avvicinai ancora , fino a riprenderle la mano “vuoi tornare a casa, o cambiare posto?”

“No, ormai siamo qua, andiamo in spiaggia?”

Sorrisi di nuovo e incominciammo a camminare mentre lei rimaneva aggrappata al mio braccio.

Attraversammo un piccolo sentiero e stendemmo gli asciugamani sulla spiaggia, tirai fuori il piccolo pic-nic e incominciammo a mangiare.

“Dimmi la verità, non volevi venire solo per non sporcarti di sabbia, vero?”

“No, non sono mica schizzinosa, io. Solo non mi andava.” mi alzai e mi tolsi la maglia rimanendo in costume.

 

One for me, one for you
What you doing
Girl the music sounds so good
When you're moving
Let me take you higher
Let me do it
Just say hey, pretty girl, i'll believe it
Words will be just words
Till you bring them to life

I lift you up, i'll never stop
You know i'd take you to another world
I build you up, i'll never stop
You know i'd take you to another world
Everyday, in every way
I lift you up, i'll never stop
You know i'd take you to another world.

Iniziammo a mangiare e a parlare del più e del meno quando ad un tratto si alzò in piedi, tolse i pantaloncini che aveva ancora indossava e rimasta con il costume verde che le risaltava gli occhi in una maniera mozzafiato si incammino incerta fino alla riva.
Fino a fermarsi ancora prima di toccare l'acqua con le punte dei piedi, mi avvicinai e l'abbracciai da dietro.
“Adoro gli abbracci, ma sei bollente e sto morendo da caldo. Se non ci fosse quel maledetto patto ti chiederei di allontanarti, ma la verità è che vorrei che mi stringessi a te più forte che puoi.” sentivo qualcosa che a tratti le rompeva la voce, rendendo il tutto ancora più sentimentale.

“Devi solo chiedere, piccola.”dissi accoccolandomi a lei e poggiandole la testa sulla spalla.

Restammo così per momenti che mi sembrarono ore, potevo sentire ogni rumore della spiaggia: le voci, il mare, il vento caldo tra gli ombrelloni, le risate, gli schizzi. Ma allo stesso tempo mi sembrava tutto così ovattato come se il suo profumo, uno di quelli buoni naturale, puro come lei, mi portava fuori dal mondo allontanandomi da tutto.

D'un tratto alcuni bambini ci passarono davanti correndo e schizzandoci da capo a piedi, così la presi in braccio e corsi in acqua trascinandola con me. Arrivati ad un'altezza adeguata mi abbassai fino a rimanere fuori soltanto con la testa.
“Sei uno stupido, cosa ti è saltato in testa? Io non lo so, oggi vuoi davvero soltanto farmi incazzare? Basta dirlo subito sai, magari ti dico qualche altra cosa odio oppu...”
Troncai le sue lamentele con un piccolo ed innocente bacio all'angolo della bocca, mi aspettavo di tutto, anche uno schiaffo, ma non quello che fece.
Si strinse più forte a me mugugnando qualcosa di molto simile a un 'non serve fare il ruffiano'.
Così le chiesi “Hai paura dell'acqua o non sai nuotare?”
Scoppiò in una risata “Secondo te a diciannove anni non riesco a nuotare?”

“Un mio caro amico inizia a saltare come una femminuccia appena l'altezza del mare supera la metà della coscia.” scoppiò di nuovo a ridere e io non potei fare a meno che unirmi a lei. La sua risata era come musica per me, la musica più bella. Ed ogni suo movimento sembrava fare parte di un affascinante balletto lungo una vita intera.

La feci scendere dalle mie braccia e inizia a schizzarla, bagnando definitivamente i suoi boccoli rossi. Si finse indignata e mi saltò sulle spalle per tentare di annegarmi spingendomi dall'alto, le presi le mani poggiate sul mio petto e la portai giù con me.

 

Let me find at your secret
Just let me in, let me show that I'd keep it
Close to my heart
Just let me in, let me show what I mean

I lift you up, i'll never stop
You know i'd take you to another world
I build you up, i'll never stop
You know i'd take you to another world
Everyday, in every way
I lift you up, i'll never stop
You know i'd take you to another world
Oh yeah, you know i'd take you to another world
I build you up, i'll never stop
You know i'd take you to another world
I lift you up, i'll never stop

Presi l'asciugamano e glielo porsi, poi presi il secondo e mi asciugai in fretta stendendolo poi sulla sabbia e coricandomi.
“Adesso dovremmo fare cambio asciugamano.” sentii dire.
“E perchè scusa?” chiesi curioso.
“Perchè mi ci sono asciugata i capelli ed ora è completamente fradicio, mentre il tuo è bello asciutto! Ovvio no?”

Scoppiai a ridere “Un cambio no, ma vieni qua in parte a me!”

“Ma non ci sto!” ma percepii dei passi accanto a me.

Mi girai a pancia in su e prima ancora che potessi aprire bocca, la trovai stesa sopra di me.

Aprii gli occhi e mi accorsi che pochi centimetri ci dividevano, avrei voluto baciarla, ma mi sembrava affrettato e così continuai ad avvicinarmi ma senza precipitare le cose e poggiandole le mani sui fianchi.

“Ahia!” urlò ad tratto.

Si alzò di scatto pronta ad urlare contro e chiunque, ma il suo sguardò si addolcì alla vista di un bambino che davvero dispiaciuto riprendeva il pallone che per sbaglio aveva colpito Amy.

Il piccolo si scusò in fretta e scappò via, mi misi a sedere e le fece lo stesso dall'altra parte del telo.

“Allora, potresti raccontarmi della tua repulsione contro il mare, se ti va.”

“Nessuna repulsione, solo troppi ricordi e non belli.” disse alzando le spalle.

“Vorrei solo che riuscissi ad aprirti con me, vorrei essere il paio di chiavi che apre i tuoi segreti, Amy. Vorrei scoprirti.”

“Sempre detto io! I maschi ti vedranno sempre come una cosa da spogliare!”

Scoppiai a ridere e lei mi seguì a ruota, riusciva sempre a sdrammatizzare tutto!

Poi si alzò e venne verso di me e si sedette tra le mie gambe poggiando la schiena contro il mio petto e cominciò a parlare.

“Mio padre era un marinaio, lui viveva al nord e quando conobbe mia madre si trasferì qui da lei ed ebbero me. Ma era il suo lavoro e non poteva permettersi di abbandonare tutto, così cerano mesi in cui restava con noi e altri in cui tornava nella sua vecchia casa e faceva il pescatore.” si fermò e fui sicuro di sentire un sospiro, uno di quelli che ricacciano le lacrime e la strinsi un po' a me.

“Amy, non voglio che tu ti senta obbligata ad aprirti con me. Possiamo riparlarne quando ti va.”

“Voglio farlo ora, non mi sento obbligata, mi tengo dentro tutto da così tanto tempo. E poi l'altra volta ti sei aperto tu, oggi scartiamo me.”
Le sorrisi, sperando di sembrare incoraggiante.

“Avevo tredici anni e ormai mi ero abituata a questa storia, ogni volta non vedevo l'ora che tornasse, mi piaceva averlo a casa e qualche volta mi aveva anche portata al largo con piccole barche. Ma un giorno chiamarono a casa, rispose mamma e la vidi sedersi con una mano sulla bocca. Le dissero che avevano perso le tracce della sua barca e le comunicazioni erano interrotte a causa di una tremenda tempesta. Fu l'ultima volta che sentii parlare di mio padre prima del suo funerale. I corpi vennero ritrovati pochi giorni dopo, ma nessuno si era salvato.”

La girai verso di me e vidi le lacrime calde percorrere le sue guance, l'abbracciai, un abbraccio stretto di quelli che le piacevano.

Raccolsi le cose facendo finta di non vedere mentre cercava di calmarsi, era come se la capissi mentre non voleva che notassi che ci stava ancora troppo male.

La riportai a casa, m'accompagnai fino alla porta e le dissi “Mi dispiace, ma non trovo le parole adatte, solo... Non te lo meriti, piccola. Non meriti niente di tutto questo e oggi, prima della pallonata, avrei voluto baciarti.” Mi sorrise le diedi un bacio sulla guancia e tornai a casa.

Se possibile più felice di quella mattina.

 

Erano le tre del mattino e stavo dormendo profondamente quando sentii il cellulare vibrare sul comodino alla mia destra: un nuovo messaggio, Amy.

Avrei voluto baciarti anch'io spazzettone.”

 

 

 


Hey, sono imperdonabile, lo so.
Torno dopo giorni e giorni, scusate ma ho avuto dei problemi e non ho potuto aggiornare prima!
Poi questo capitolo, volevo dire una cosa, allora forse può sembrare strano che lei racconti così tanto della sua storia a Louis che infondo non conosce benissimo, quindi vi spoilero (?) una cosa il prossimo, o al massimo tra due (ma credo il prossimo lol) sarà dal punto di vista di Amy. Voglio scriverlo così si capisce anche cosa pensa e come si sente lei. Mi sembra un buona idea, no?
Spero vi piaccia e spero vi sia piaciuto anche questo.
Ringrazio tutte quelle che hanno letto la mia storia, quelle che l'hanno recensita (Aww :3) e anche quelle che l'hanno messa nelle seguite e le tre che l'hanno messa tra le preferite *-*
Inoltre starò via per qualche giorno in vacanza, scriverò ma non potrò proprio pubblicare!


In caso ci fossero errori di battitura, devono essermi sfuggiti, mi scuso (di nuovo .-.) in anticipo! :)

 

 

  
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