Non ti perdonerò.
Può l'amore, come
quello che nutrivo dentro di me, trasformarsi in un
sentimento di fortissimo odio verso la stessa persona verso cui era
rivolto?
La
risposta é sì.
Mai
avrei creduto possibile che una cosa del genere potesse capitare a
me, eppure è accaduta.
Ti
amavo, Bella. Ti Amavo e ti veneravo come se fossi stata la mia dea
personale, una dea che mi incantava attraverso la sua musicale risata
e i suoi occhi di un colore così semplice ma per me magnetico.
Per
te avrei fatto di tutto.
Per
te avrei perdonato tutto, ma questo... questo no.
Tre
anni fa sei scappata via da me convinta che ti avessi tradito
soloamente perché la mia ex ragazza, incapace di accettare di
essere stata lasciata, si era presentata alla tua porta raccontandoti
una stupida e crudele bugia sul fatto che ti avessi tradito con lei,
e tu le hai creduto senza batter ciglio.
Senza
affrontarmi, senza chiedermi spiegazioni e lasciarti dire che era
tutta inventato, hai fatto le valigie e sei andata via facendo
perdere le tue tracce.
Hai
creduto più a lei che a me che dicevi di amare.
Ti
ho cercata, sai?
Ho
bussato varie volte alla porta di tuo padre, di Jacob, di Angela e
di chiunque potesse fornirmi informazioni su di te, ma nessuno ha mai
voluto, o saputo, rispondermi.
Non
hai idea di quello che ho passato e della forte depressione in cui ero
caduto.
Sono
un uomo, ma anche gli uomini, al pari delle donne, hanno dei
sentimenti e possono soffrire e piangere come loro. Non
siamo diversi.
E”
solo merito della mia famiglia se sono ancora in questo mondo, sai?
Loro
mi sono stati accanto come non mai, consolandomi e aiutandomi a
ricucire la ferita inferta da te e impendendomi di fare gesti che ora
so' non ti meritavi, ma soprattutto non meritavo io.
E adesso sei qui, di
fronte a me, intenta a tenere la mano a una bambina
dagli occhi verdi e i capelli ramati che mi assomiglia in maniera
impressionante: mia figlia.
Ti
sei presentata questa mattina presto alla mia porta, dicendomi che
avevamo avuto una figlia e che solo ora avevi capito dell'enorme
errore che avevi fatto a nascondermela per farmela pagare.
Mi
chiedi scusa e piangi mentre io ti racconto la verità che ti eri
rifiutata di sentire quel giorno, preferendo allontanarti da me.
Mi
chiedi scusa, ma io non posso accettarle, e non le accetterò mai.
Sei
scappata via fregandotene per tutto questo tempo di ciò che ti eri
lasciata alle spalle, ma non è questo che non ti perdono.
Quello
che non ti perdono è il fatto che per tutto questo tempo tu mi abbia
proibito di sapere che ero padre.
Non
ti perdono perché mi hai proibito di assaporare la felicità di
conoscere una figlia appena venuta al mondo.
Non
ti perdono perché a causa tua ho perso di tenere fra le braccia quel
minuscolo fagottino parte di me; non mi hai permesso di sentirla
piangere, ti darle il latte con il biberon con gli orsetti disegnati
sopra, di cambiarle il pannolino sporco o semplicemente di cullarla
per farla dormire nel cuore della notte.
Dimmi,
Bella, potrai mai restituirmi tutto questo?
Potrai
mai ripagarmi di cio' che mi hai fatto perdere per colpa della tua
codardia, del tuo maledetto orgoglio e della tua stupidissima sete di
vendetta per la quale hai usato nostra figlia, ripeto, nostra
figlia, privandole di un padre dal suo primo giorno di vita?
Non
è così che funziona, Bella.
Solo nelle favole, o nelle storie scritte con l'innocenza di chi si sta appena affacciando alla vita reale, le donne come te vengono idolatrate al loro ritorno dopo aver compiuto una simile nefandezza; ma questo non è il mondo della fantasia: questa è la realtà, e per cio' ti dico che no, non ti posso perdonare né oggi e né mai.
Renesmee
è mia figlia, e io, come suo padre, voglio vivere finalmente, e fino
in fondo, questo mio ruolo nella sua vita.
Farò
di tutto pur di averla accanto, vederla crescere e renderla felice.
Ora vai via, lontano da me e da quel cuore che hai infranto e poi trasformato in ghiaccio, un ghiaccio che solo la nostra bambina potrà sciogliere con il calore del suo sorriso.
Ora
lo posso gridare al mondo, Bella: è finita e io ti odio.
Salve!
Credo
che fosse il 2010 quando, in preda alla rabbia, ho chiuso il mio
account autore per passare a quello lettore e ora, a distanza di
tanto tempo, sono ritornata a postare.
La
storia che avete – spero – letto è stata scriita molto tempo fa
ed è un contro-cliché che tanto odio: le donne che portano via i
figli e poi, quando tornano, vengono santificate nonostante il gesto
schifoso fatto.
Io
sono dell'idea che sia una cosa inacettabile portare via il figlio a
un padre qualsiasi sia il motivo (escluso se ci sono violenze in
casa), quindi trovo impensabile che quando poi lei si rifà viva,
venga accolta con tappetto rosso, applausi e “ uomini zerbini”
senza che nessuno le dica qualcosa contro.
E'
un mio pensiero senza alcuna nota polemica, eh! :)
A presto!
PS: chiedo scusa per gli errori che sistemerò più avanti.
Ciao!