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Autore: harrysavedme    08/08/2012    10 recensioni
Lui si era avvicinato a me, prendendomi le mani. –Capisci che sono geloso, Jamie, non ti posso vedere con nessun’altro ragazzo che non sia me, anche se sono solo il tuo migliore amico. E so che è abbastanza da egoista, perché tu non fai queste scene di gelosia come me. Ma posso uscire anche con cento ragazze, ma come hai detto tu Jamie,- con il pollice aveva accarezzato la piccola H sul mio polso sinistro -sono tuo. E lo sai.-
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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How beautiful you are to me

	


Wake me up - Ed Sheeran





I should ink my skin with your name
And take my passport out again 
And just replace it
See I could do without a tan
On my left hand,
Where my fourth finger meets my knuckle
And I should run you a hot bath
Fill it up with bubbles



 

-Jamie, guarda!- Harry era corso verso di me, alzandosi la maglia e mostrandomi il suo pancino bianco, dove c’era scritto grande e in nero il mio nome, con la J e la E al contrario.
-Harold, cosa hai fatto?- mi ero alzata dal prato dove ero seduta, e avevo lasciato perdere i fiori che avevo in mano, raggiungendolo.
-Ieri sera ero a casa di Matt, mio cugino, e quando mi ha passato le patatine aveva il polso tutto nero, come quando noi torniamo a casa che dipingiamo a scuola. Allora gli ho chiesto perché andava in giro con uno scarabocchio sul braccio e lui mi ha risposto ‘È un tatuaggio, Hazza, e c’è scritto in cinese il nome della mia migliore amica Sarah’. Poi mi ha chiesto se mi piaceva e io gli ho risposto che lo volevo anche io! Ma mi ha detto che sono ancora troppo piccolo.- aveva sporto il labbro inferiore, assumendo un’espressione triste. -Ma io lo volevo subito! Così quando sono tornato a casa ho preso il pennarello di mamma e mi sono scritto il tuo nome qui!- aveva accennato un sorriso e indicandosi il pancino.
-Harold, devo dire che per avere cinque anni sei proprio stupido.- avevo constatato, avvicinandomi a lui e abbassandogli la maglietta con l’orsacchiotto che indossava. -Hai anche scritto male le lettere. Ora come fai?- mi ero seduta e lui mi aveva imitato.
-Quando mamma stamani mi ha visto e gli ho raccontato di ieri, si è messa a ridere e mi ha detto che i tatuaggi non si fanno con un pennarello. Mi ha detto che quando avrò 15 anni lei mi darà il permesso per farlo!-
Io avevo sorriso, vedendo la sua espressione felice. –Allora, quando avremo 15 anni ci faremo dare il permesso dai nostri genitori e ci faremo questo tatuaggio. Però io non lo voglio sulla pancia ok?-
Lui aveva annuito vigorosamente, mostrandomi il suo sorrisone enorme a cui mancava un dentino e mi aveva abbracciato forte. –Ti voglio bene, Jamie.-



Dieci anni dopo avevo sorriso a quel ricordo. Io ed Harry siamo sempre stati amici, ci eravamo conosciuti all’asilo. E a 15 anni lo eravamo ancora: un rapporto bellissimo, che in molti invidiavano. Non avevamo segreti, non provavamo mai sentimenti negativi, se non la tristezza quando eravamo lontani.
Quel giorno, il giorno del mio quindicesimo compleanno, si era presentato alle 10 e mezza di mattina con il suo solito sorrisone, un cupcake celeste decorato con una candelina in una mano, e un biglietto nell’altra, dove c’era scritto l’orario di un appuntamento e il nome del negozio di tatuaggi. Poi, diviso il dolce a metà e dopo averlo mangiato, eravamo usciti e mi aveva presa per mano mentre correvamo verso il tatuatore.
-Io mi tatuo una J sul polso. Tu?- aveva detto, rallentando il passo.
-Una D. Voglio tenere Derek sempre vicino a me..-
-Stronza.- aveva sorriso, sferrandomi piano un pugno sul braccio. Io avevo riso, ed eravamo entrati nel negozio.

-Ha fatto tanto male?- Harry si era osservato la piccola J sul polso, coperta da una pellicola trasparente. Aveva un sorriso che mi rendeva ancora più felice di quanto già ero. Sorrideva alla nostra amicizia, ed era la più grande soddisfazione che avrei mai potuto avere.
-Per niente.- gli avevo sorriso stampandogli un bacio sulla guancia. –Ti voglio bene Harry, grazie.- 




'Cause maybe you're loveable
Maybe you're my snowflake,
And your eyes turn from green to gray
And in the winter I'll hold you in a cold place
And you should never cut your hair
'Cause I love the way you fick it off your shoulder

 

	
		

La neve cadeva, lenta: da poco aveva incominciato ad imbiancare le strade della città, piene di lucine per il Natale in arrivo.
-Jamie Allison Miller! Spero seriamente tu mi stia prendendo in giro!- Mi ero girata, sorpresa di sentire la sua voce proprio lì, in mezzo alla strada. –Harry?-
-Jamie, lo sai che ti voglio bene. Ma sono andato a casa tua per chiederti di uscire e chi mi apre? Tua madre che allegramente mi sorride e mi dice ‘Jamie è andata dalla parrucchiera, vuole farsi un taglio tipo Katie’. Katie! Ma ti rendi conto? È quasi pelata! Non provare ad entrare la dentro! I tuoi capelli sono belli così. Sei bellissima così. Fine.- mi aveva preso per il polso e mi aveva trascinato via, mentre ridevo come una scema.
-Harold sei proprio stupido. Stavo uscendo per farti il regalo di Natale!- con la mano libera gli avevo dato uno schiaffetto sulla testa, sorridendo.
Lui mi aveva lasciato subito il polso, passandosi la mano sul collo e mordendosi il labbro, come faceva quando era nervoso. Ed era estremamente tenero. –Scusa Jamie..-
Io avevo riso ancora, e gli avevo dato un buffetto sulla guancia. –Ti preoccupi per i miei capelli?-
Lui aveva accennato un sorriso, facendo comparire solo una fossetta e mi aveva fissato coi suoi occhi verdi e pieni di dolcezza. –A me piacciono tanto, non tagliarli.- mi aveva abbracciata, stringendomi forte. –Perché sei tanto bella così.- aveva sussurrato, affondando il viso nei miei capelli. 

 

		 

And you will never know
Just how beautiful you are to me
But maybe I’m just in love
When you wake me up

 

		

Mi ero seduta sulla panchina fuori dalla mensa, mangiando la solita mela. Poi mi ero girata, sentendo la sua risata poco lontano.
Lo avevo visto per mano con una ragazza, Susan credo. Lui aveva lo stesso sorriso dolce che poche ore prima aveva fatto a me, e le sue mani erano intrecciate a quelle della ragazza come spesso si ritrovavano le nostre.
Perché lei riceveva le mie stesse attenzioni? Chi era lei? Me ne aveva parlato solo qualche volta, insomma. Si conoscevano da qualche settimana, e già la trattava così? Come me, che ero sua amica da 13 anni? Come poteva?
Avevo chiuso gli occhi, cercando di calmare il respiro. Non c’era bisogno di provare quei sentimenti così strani.
Quando li avevo riaperti, Harry e la ragazza stavano passando davanti a me, sempre con le mani strette fra loro. E lui mi aveva sorriso, quel sorriso così bello, che si abbinava così bene con i suoi occhi. Erano verdi, quasi come il prato che stava calpestando.
O forse come le alghe nell’acqua viste dalla superficie?
Io avevo sorriso a mia volta, e lui prima aveva guardato la ragazza accanto a lui e poi me, facendomi l’occhiolino. Mi stava facendo vedere che l’aveva conquistata e che ne era fiero.
Gli avevo alzato il pollice destro e finto un sorriso, per poi distogliere lo sguardo e maledire il mio cuore pieno di gelosia, che in quel momento era desideroso di trovarsi al posto della ragazza. 
Un sentimento in una situazione che non potevo raccontare al mio migliore amico, che aveva appena risvegliato dei sentimenti che non mi sembrava normale provare verso di lui.
Quello fu il giorno in cui avevo capito che il mio cuore non vedeva più Harry come un amico. 

 

 

And would you ever feel guilty if you did the same to me
Could you make me a cup of tea
To open my eyes in the right way
And I know you love Shrek
Because we’ve watched it 12 times
And maybe we’re hoping for a fairytale too
And if your DVD breaks today
You should’ve got a VCR
Because I’ve never owned a blue ray, true say



 

-Sinceramente non me ne frega se è la terza volta che esci con lui, Jamie. Non mi va che ti vedi con John!- si era alzato dal divano di casa mia, spengendo la tv che trasmetteva un cartone animato e aveva cominciato a fare su e giù per il salone, nervoso come lo avevo visto poche volte.
-Scusami tanto, Harry, chi sei tu per decidere con chi devo uscire e chi devo vedere?- avevo poggiato la tazza di thè sul tavolino vicino a me.
Lui aveva sbuffato. –Sono il tuo migliore amico! So come sei fatta, purtroppo conosco lui, e fidati che non fa per te.-
Mi aveva fatto girare le palle. -Harry per favore, non ti ho mai impedito di vederti con le tue amichette, e tu ne hai avute il triplo di me! Sono tutte ragazze facili, e tu sei così bello dentro e fuori e non ti meriti quelle ochette, ma ti ho mai detto qualcosa? Nemmeno a me piace che tu passi il tempo con altre ragazze, che dedichi loro attenzioni che dedichi a me e che dovrebbero essere soltanto mie, perché tu sei il mio migliore amico, perché sei mio, ma non mi pare di essere venuta da te, puntandoti un dito contro e dicendoti apertamente che non dovevi uscire con una di loro!- mi ero alzata dal divano anche io, andando verso di lui arrabbiata come non lo ero mai stata.
Lui si era girato, guardandomi e calmandosi un momento. –Cosa hai detto?-
Mi ero bloccata. –Cosa ho detto? Devo per caso ripeterti tutto, Harold?-
Lui aveva cercato di trattenere un sorriso. –No, solo una cosa.-
-Non mi va che vedi delle ochette?-
-No.-
-Non ti sono mai venuta a rompere le palle come stai facendo tu a me ora?-
Aveva alzato gli occhi al cielo. –Nemmeno.-
-E allora cosa? Io questo ti ho detto.-
Lui si era avvicinato a me, prendendomi le mani. –Capisci che sono geloso, Jamie, non ti posso vedere con nessun’altro ragazzo che non sia me, anche se sono solo il tuo migliore amico. E so che è abbastanza da egoista, perché tu non fai queste scene di gelosia come me. Ma posso uscire anche con cento ragazze, ma come hai detto tu Jamie,- con il pollice aveva accarezzato la piccola H sul mio polso sinistro -sono tuo. E lo sai.-






I know I’ve always been shit at computer games
Because your brother always beats me
And if I lost, I go across and chuck all the controllers at the TV
And then you laugh at me
And be asking me
If I’m a be home next week
And then you lay with me till I fall asleep
And flutter eye lash on my cheek between the sheets
And you will never know
Just how beautiful you are to me
But maybe I’m just in love
When you wake me up


 

		

-Ma come cazzo funziona questa roba?!-
-Jamie non dire parolacce, c’è Lou!- la testa sorridente di Harry si era affacciata dal muro che divideva la sala dalla cucina di casa sua.
-Harry, allora per favore vieni qua e spiegami come funziona questo gioco, perché io non so proprio come fare!-
Il piccolo Lou aveva sbuffato. –Jamie te lo ho spiegato cinque minuti fa.-
-Lou ma è difficile, non riesco!-
-Non ci vuole molto ad avvicinare un personaggio ad una porta.-
-Oh, al diavolo!- avevo lasciato il joystick sul cuscino ed ero sprofondata nel divano.
La risata di Harry era arrivata alle mie orecchie, facendomi sorridere il cuore. –Vieni, andiamo in camera mia.-
Mi ero alzata, aggiustandomi il pigiama che indossavo. Ero stata ospite a casa sua, quei giorni, a causa dei miei genitori che se n’erano andati via per lavoro.
-Hai sonno?- mi aveva chiesto, chiudendo la porta della sua camera.
Io avevo sbadigliato, e mi ero sdraiata nel letto che usavo quei giorni. –Un po’.-
Lui si era avvicinato, baciandomi la guancia. –Buonanotte, allora.-
Dopo qualche minuto, la sua voce bassa e roca mi fece venire i brividi. –Jamie?-
-Dimmi Harry.-
-Vieni a dormire qui con me?-
Ero arrossita, ringraziando il buio che rendeva invisibile ad Harry il colorito delle mie guance. Poi mi ero alzata, camminando piano verso il suo letto e mi ero seduta incerta, ma lui mi aveva prontamente preso per le spalle e mi aveva stretto forte a se.
Il mio viso era poggiato sul suo collo, e per un momento avevo respirato il suo profumo, sorridendo contro la sua pelle e lasciandovi involontariamente un leggero bacio. Mi era venuto spontaneo, e subito ero arrossita ancora, sentendo il cuore che perdeva un battito.
Avevo sentito anche il suo che aveva cominciato a battere forte, ed una sua mano aveva alzato il mio viso, costringendo i miei occhi ad incatenarsi ai suoi.
-Jamie.- aveva sussurrato.
Harry, Harry.
Aveva avvicinato piano la sua bocca alla mia, ed aveva lasciato che le nostre labbra si incontrassero, dopo anni che si conoscevano, anni che si erano aperte in sorrisi, anni in cui avevano tenuto nascosto i sentimenti che provavamo.
Non ricordo quale fu il primo pensiero che aveva raggiunto la mia mente. Forse ‘Finalmente’, oppure ‘Cazzo, no’, o ancora ‘Oddio mio, continua’, però di una cosa sono certa: nella sua mente era arrivato il pensiero della necessità di continuare.
E lui lo aveva fatto. Si era stretto maggiormente a me, aveva inclinato di quanto possibile la testa e aveva lasciato incontrare le nostre lingue, con una dolcezza che credevo non fosse propria di Harry in quelle occasioni.
Quella notte ci eravamo amati.
E alla fine, poco prima di addormentarsi fra le mie braccia, i suoi occhi si erano incollati ancora una volta ai miei, felici. -Ti amo Jamie, ti ho amata in ogni momento.- 

 

		

And I think you hate the smell of smoke
You always try to get me to stop
But you drink as much as me
And I get drunk a lot
So I take you to the beach
And walk along the sand
And I’ll make you a heart pendant
With a pebble held in my hand
And I’ll carve it like this necklace
So the heart falls where your chest is 

 

		

-Butta quella sigaretta.- mi aveva detto.
-Posa quella birra, coglione.- gli avevo risposto, scatenando la sua risata.
-Vieni alzati, scema.- mi aveva teso la mano per aiutarmi ad alzarmi dalla sabbia.
-Hai tutti i piedi sporchi di sabbia.- aveva constatato guardandomeli. –Non ci sali in macchina così.-
-Come sei simpatico, Harold. A casa a piedi non ci torno.- gli avevo stretto la mano.
Lui mi aveva sorriso stampandomi un bacio dolce sulle labbra. Poi aveva messo una mano in tasca, tirando fuori una bustina di velluto.
-Tieni Jamie. Buon ottavo mesiversario.- mi aveva teso la bustina, ed aprendola avevo trovato un piccolo cuore di pietra verde.
-È del colore dei tuoi occhi..- avevo detto, e lui aveva sorriso ancora di più.
-Così penserai sempre a me, e non mi dimenticherai mai.-
I miei occhi si erano appannati e lo avevo abbracciato forte come non avevo mai fatto. –Come potrei mai dimenticarti, Harry?- 

 

 

Now a piece of me is a piece of the beach
And it falls just where it needs to be
And rests peacefully
So you just need to breathe to feel my heart against yours now
Against yours now
Maybe I’m just in love when you wake me up
Maybe I’m just in love when you wake me up
Maybe I fell in love when you woke me up

 

		

Mi alzo di colpo, respirando velocemente. Il mio sguardo si posa sulla sveglia: le 4 di notte. 
Sospiro. 
Sono passati sette mesi, e il ricordo della vita con Harry occupa ancora la mia mente, e mi sveglia la notte.
Mi sveglio, ancora innamorata di lui.
Mi siedo, cercando di calmare il respiro.
Sono tanti i modi in cui possiamo perdere una persona.
Possiamo sbagliare noi, e non essere perdonati.
Può sbagliate lei, e noi ci facciamo forza per dimenticarla.
Qualcuno ce la può portare via. Può cambiate idea da sola. L'amore diminuisce. 
Certo, sono tutte situazioni facili da gestire diciamo. Nel senso, possiamo sempre perdonare, essere perdonati, ritrovarsi o ritrovare l'amore.
La morte invece se ne frega.
La morte è un attimo: ora ci sei, fra poco chi lo sa.
La morte è crudele: se ne frega del dolore che provi tu, che proverà chi ti ama, della rabbia di chi rimane solo e in vita. Dei rimpianti, dell'odio. Se ne frega di tutto.
Se ne frega di chi sta portando via: un fratello, un figlio, un amico, un fidanzato.
Se ne frega dei progetti che chi muore aveva, se ne frega del vuoto che lascia, magari nel momento più perfetto di una vita.
Come un puzzle: fatichi tanto per completarlo e poi perdi un pezzo, al centro, magari il più importante, e lasci un buco vuoto.
Così sono io, con un buco vuoto proprio al centro del petto.
Mi alzo vestendomi di corsa e correndo verso la macchina. Decido che forse è il momento di cercare di andare avanti.
Mentre arrivo in spiaggia, ripenso a quello che successe quella sera.


Era il nostro primo anniversario e lui mi voleva portare a cena fuori. E io lo aspettavo seduta sullo scalino davanti la porta di casa mia, ma lui non era mai arrivato. 
Mi ero preoccupata, così lo avevo chiamato, ma il telefono era spento. Di solito se faceva tardi mi avvertiva.
Ma il mio telefono non aveva tardato a squillare, mostrandomi il nome della mamma di Harry. 
-Anne?- avevo risposto agitata e confusa.
-Jamie corri, vieni davanti al bar di Ben.- la sua voce era strana, quasi urlata.
Io ero corsa in macchina, e avevo guidato velocemente verso il bar che non distava molto da casa mia.
Avevo cominciato a sudar freddo quando avevo visto delle luci lampeggiare. 
Ero scesa di corsa dall'auto e avevo corso più forte che potevo verso le luci.
Ambulanza, polizia.
Due auto. La parte anteriore di quella a me più familiare era tutta accartocciata.
Sangue, sparso su sulla strada.
Tante persone. Passanti curiosi, medici e poliziotti indaffarati, uno dei quali abbracciava goffamente Anne, che cercava inutilmente di correre verso l'ambulanza urlando e piangendo. 
Mi ero girata. I suoni avevano cominciato ad arrivarmi ovattati all'orecchio, tutto si era appannato. 
Mi ero avvicinata all'ambulanza e lo avevo visto.
Avevo visto il suo viso d'angelo pieno di sangue, come il suo corpo. Avevo visto la strana posizione che aveva assunto il suo collo. Ero confusa, non riuscivo a realizzare.
Poi qualcuno mi aveva presa per il braccio, ma avevo fatto in tempo a sentire altre due parole da quei medici che circondavano il mio angelo.
-È finita.-
Quelle due parole segnarono la mia vita.


Mi asciugo le lacrime, trasalendo per i ricordi.  Mi fa male il cuore.
Ci poggio una mano, sentendo un ciondolo. Quello di Harry.
Le lacrime scendono, bollenti, insistenti.  Vorrei essere morta al posto suo. Vorrei non soffrire così. 
-Perché cazzo te ne sei andato Harry? Perché?!- urlo. Non mi potrà mai sentire, ma ho bisogno di sfogarmi.
La mia vita sembra non avere un senso da sette mesi.
Sette mesi senza il mio ragazzo, che però è stato per 18 anni il mio migliore amico. 
Mesi in cui non avevo una ragione per sorridere, dato che l'avevo persa. 
Mesi in cui avevo cercato di ricominciare, ma non era colpa mia se in ogni persona vedevo un paio di familiari occhi verdi che mi scrutavano.
Mesi in cui ovunque guardavo c'era la sua assenza. 
Continuo a piangere, poi prendo un respiro profondo. -Harry mi manchi come l'aria. Ma voglio andare avanti, anche se vorrei ci fossi tu qua. Ma non ci sei. Come faccio Harry? Come?- 
Sento una folata di vento freddo accanto a me. Rabbrividisco.
-Harry?- forse sto impazzendo. Mi asciugo l'ennesima lacrima. 
Il vento diventa caldo e mi fa sorridere, scaldandomi dentro.
Mi sento come se ci fosse Harry accanto a me, che mi fa sentire che è sempre con me, ma che mi incoraggia a ricominciare, che mi da forza. 
Forse è autoconvinzione, o forse è la realtà. Non importa.
Le lacrime scendono ancora, ma provo a sorridere. È così che mi vorrebbe Harry: forte.
Quasi sento la sua voce dirmi 'Non importa quanto è dura, tu rialzati sempre Jamie'.
Il vento caldo si smuove ancora, facendomi apparire la sua voce troppo reale. 
Sospiro e mi sfilo la collana col cuore verde. Devo dimostrare a me stessa che proverò ad andare avanti, a sorridere.  Devo dimostrarlo ad Harry.
Mi avvicino all'acqua, cercando di lasciar perdere i ricordi che mi circondano.
Prendo un respiro e guardo la collana accennando un sorriso, poi la lancio più lontano che posso.
Penso a me ed Harry.
A tutta la nostra infanzia, a tutte le avventure, alle esperienze, ai sentimenti, le piccole litigate, i sorrisi, le risate, le lacrime, il primo bacio, il nostro amore.
Mi chiedo se gli ho dimostrato quanto lui era importante per me, quanto avevo bisogno di lui anche solo per un respiro.
Permetto loro di entrare in me un'ultima volta, cercando di sostituire la gratitudine alla tristezza.
Grata di averlo conosciuto e di essere contata qualcosa per lui. Grata perché per 15 anni ho avuto una persona stupenda accanto a me.
Ringrazio Harry, come se fosse li con me e ripeto le parole che ho detto qualche mese prima e che resteranno sempre incise nel mio cuore.
-Ti amo.-  Mentre mi asciugo l'ultima lacrima, sento ancora il vento caldo accarezzarmi la guancia.
-Non ti dimenticherò, Harry. Mai.-


















asdfghjkl.




 

  
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