Piccolo respirò profondamente.
I suoi sensi erano tesi fino
all’estremo.
Fissava quella figura con un cipiglio severo.
No, concluse,
quel ragazzo non gli piaceva.
Troppo sicuro di sé.
Troppo
pericoloso.
Troppo impulsivo.
Se ciò che gli avevano raccontato fosse
stato vero…
No, il ragazzo non gli piaceva.
Ne,tanto meno, gli piaceva la
ragazzina.
Spostò lo sguardo su di lei.
Imbarazzo?!...era quello che stava
notando sulle gote di quella piccola vipera?
Impossibile.
Bulma Briefs non
era mai in imbarazzo.
Bulma Briefs avrebbe voluto trovarsi sotto un cumulo di terra piuttosto che
davanti a lui.
Tremò quando lo sguardo del giovane ambasciatore scese dai
suoi occhi verso l’ampia scollatura.
Si maledì per non aver indossato
qualcosa di più accollato.
Portò una mano al seno, come in un gesto di
preghiera.
Cenno che sembrò quasi infastidire lo sconosciuto, che spostò
velocemente lo sguardo, con un’espressione di disappunto
Bulma Briefs era in
imbarazzo.
- allora?!...vogliamo continuare a rimanere in silenzio ancora per
molto?- proruppe Messer Briefs, scoppiando in una risata.
- Meglio, signor
ambasciatore, che lei ci spieghi il perché della sua, certo graditissima,
visita…- continuò il Supremo, asciugandosi la bocca con un
fazzolettino.
Vegeta fissò ancora in silenzio il vecchio seduto con
un’espressione sprezzante poi, con voce profonda e quasi annoiata, rispose
-
don Francisco Juan de Freeza, il vescovo Freezer pretende che gli venga
restituito il ducato di Torisonia.-
Atona e fredda.
Quella voce le ferì le orecchie.
Atona e fredda.
E
stava decretando il destino del ducato che apparteneva a Chichi?!
No. Bulma
non poteva sopportare oltre.
Stava per alzarsi, urlare a quell’indisponente
di uscire immediatamente dalla sua proprietà quando…
Il suo cuore sussultò,
Le sue mani fremettero, il suo fiato si smorzò quando ascoltò suo padre
rispondere
- nonostante non ci siano più eredi legittimi, le ultime volontà
del duca erano che le sue terre…-
- al mio…Signore…non interesano questi
particolari…- interruppe il giovane chierico, fissando gli occhi freddi del
vecchio Briefs con arroganza.
Piccolo estrasse dal fodero la spada e un
rumore secco ruppe l’aria.
Il suono dei battiti frenetici dei cuori si
fondeva a quello delle minuscole stille di sudore che scendevano dalle fronti
tese.
- immagino che lei comprenda quanto questa decisione sia importante. Ed
immagino che un erede degno della stirpe dei suoi padri sappia perfettamente
che…- Messer Briefs rispose con voce serena e tranquilla, incurante della
tensione che si andava accumulando.
- Ma io…diversamente da don de Freeza, so
aspettare…- disse Vegeta, chinando leggermente il capo, mascherando così il
sorriso beffardo che gli si era stampato in volto
…Nessun erede. Nessun erede…
Bulma fissava un punto lontano.
Lontano da
suo padre, che stava mentendo, lontano da Piccolo, che lasciava scivolare
lentamente la spada lungo il fianco, lontano dal supremo, che tornava solo ora a
respirare, lontano dall’ambasciatore.
Ora , improvvisamente, lui non aveva
più alcuna importanza.
Chi era Chichi?
- se è una decisione lunga che ci aspetta, messer Vegeta, è opportuno che lei
resti nella nostra umile Terra per qualche tempo, prima di tornare dal suo
signore.- intervenne Briefs, alzandosi dal trono e prendendo una mano di
Bulma.
- Già ho preso disposizioni per fermarmi in una locanda…- aggiunse il
Chierico, portandosi una mano al petto
- …assolutamente. Mai si dica che ad
Ovestonia non si è gentili con gli ospiti…lei resterà nella nostra dimora per
tutto il tempo necessario alle trattative…- interruppe messer Briefs,
avvicinandosi al centro della sala, trascinando dietro di sé una Bulma
recalcitrante.
- Il piacere è mio nell’accettare la vostra offerta tanto
generosa…- disse Vegeta, trovandosi di fronte padre e figlia, accarezzando
l’elsa della spada, gesto che no sfuggì ad un nervoso Piccolo.
La mano di
Bulma tremò di fronte al giovane ambasciatore e portò lo sguardo verso
terra.
Il padre si voltò verso di lei, fissandola imbronciato.
- Sono
sicuro che anche mia figlia è onorata della presenza di un così magnifico membro
della classe aristocratica…- disse Messer Briefs, rivolgendosi a Vegeta
-
Sono sicuro anch’io che la vostra bellissima figlia sia lieta di avere intorno
un altro membro…- il volto di Bulma si tinse di rosso e i suoi occhi si
fissarono a quelli del giovane
- …dell’alta società…- aggiunse Vegeta, dopo
qualche imbarazzante secondo.
- Bene…le disposizioni per la vostra permanenza
sono già state date…- disse l’anziano padre, alla quale l’allusione di Vegeta
era del tutto sfuggita.
- Principe Vegeta…- si congedò l’uomo, scortando la
figlia fuori dalla sala, seguito dagli altri componenti del Consiglio.
La ragazza si voltò verso la romantica figura del Principe senza regno per
qualche istante.
Ora aveva capito cosa quel ragazzo suscitasse in lei.
Rabbia.
- ma cosa ti è preso Bulma?!...solitamente posso sempre contare sulla tua
ospitalità e sulle tue buone maniere con gli ospiti…- le chiese il padre, appena
fuori dalla porta, più preoccupato che amareggiato.
- Nulla…devo andare in
camera mia…- disse lei, sfuggendo dalla presa dell’uomo – mi dispiace padre…-
corse via.
- allora?!...come era questo ambasciatore?...- chiese Chichi, appena Bulma
tornò in camera, sbattendo violentemente la porta.
- lo odio- rispose la
ragazza, fissando il pavimento.
Perdonate l’enorme assenza e le mediocrità del capitolo.
Spero di non
avervi deluso eccessivamente.
Grazie per la pazienza dimostrata.