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Autore: Florence Rhymes    08/08/2012    2 recensioni
Un Giardino.
Una Cella di Rovi.
Una Ragazza dalla pelle Nivea vi é rinchiusa.
Non sa chi é,non ha nulla del suo passato.
Solo due nomi,Sayuri e Naho,entrambi strettamente legati a ciò che ella realmente é.
Tante domande s'affollano nella sua Testa.
Ma perché gli Antichi Déi d'un Antica Civiltà sembrano così interessati ad annientarla?
Qual'é l'Antico Peccato che ella ha commesso?
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Phrase
01



Naho.Naho.Naho.Naho.
Cos'é Naho? Chi é Naho? Catene ai polsi.
Naho.Naho.Naho.Naho.
Rovi tutt'intorno. Una fanciulla si trovava rinchiusa in un piccolo spazio,attorno a sé solo rovi. E su questi rovi -strano a dirsi- vi erano dei magnifici Fiori Blu.
Amore spirituale.
La fanciulla vestita di bianco,dall'animo candido e fragile,prese ad arrampicarsi su quella rete di rovi,graffiandosi sempre più.Parve non essere interessata a quelle stille rosso cremisi che grondavano dai taglietti creati dai Rovi,sporcando la sua candida pelle nivea.

Naho.Naho.Naho.Naho.
Se lo ripeteva come un insopportabile nenia.Si chiedeva chi fosse Naho,o cosa fosse.
Mentre s'arrampicava,mise il piede in un minuscolo buco presente in quella rete -troppo piccolo,e troppo in alto rispetto a dove ella precedentemente si trovava,per pensare di renderlo abbastanza grande da farla passare- e cadde rovinosamente giù.I Rovi le crearono nuovi tagli,durante quella caduta,che la riportò al punto di partenza.
Ancora Catene. Ancora Rovi. Ancora Rose Blu.
Sospirò.

"Ti chiamerò Sayuri"

Schiacciò una Rosa Blu con la mano,lasciando che quel bellissimo colore si mischiasse col rosso cremisi delle sue ferite. Sarebbe mai uscita da quel posto?O vi avrebbe passato il resto dei suoi giorni?
Portò le gambe al petto,dondolandosi come se fosse una bambina piccola. Era una sua impressione,od i Rovi le si stringevano sempre più attorno?

"Sayuri?"
"Vuol dire Piccolo Giglio"

Raccolse malamente un paio di Rose Blu,alcune persino rischiarono di rompersi,e le tenne fra le mani,come se fossero state le Rose d'un Bouquet.Le guardò una ad una.Erano così belle.
E così maledette,come lei.
Si appuntò una rosa fra i candidi capelli.

"Mi appartieni.Sei il mio Piccolo Giglio."

Luce. Tanta Luce.
Si avvicinò gattonando alla fonte di queste ferite.Qualcuno aveva allargato il buco fra i rovi,quello che precedentemente l'aveva fatta cadere.
Sgranò gli occhi. Davanti a lei vi era un ragazzo.Un ragazzo che,al primo impatto,ella trovò bellissimo.
Gli occhi,quello la colpirono.Neri,e belli come la più preziosa delle pietre.Prima sgranò gli occhi,probabilmente stupito di vedere una persona in quella cella di Rovi,poi le sorrise,allungando la mano dallo spiraglio,ed ella non ebbe alcun indugio,quando l'afferro.
E finalmente,era libera.
Per tutto questo tempo,non attese null'altro che qualcuno che venisse a liberarla.
Forse,quel ragazzo era quel qualcuno.
"Come ti chiami?"
Chiese lui. Ella scosse la testa,muta,completamente incapace di parlare. Ella stessa,non conosceva quale realmente fosse il suo nome. Lui scosse le spalle,sorridendo bonario e scompigliandole i nivei capelli.
"Ti chiamerò Sayuri"
Lei sgranò gli occhi,inizialmente arretrando.Cos'era questa sensazione di panico che le attanagliava il cuore?

Naho.Naho.Naho.NAHO!

Naho.
Era come se qualcuno,o qualcosa,nella sua testa le urlasse con foga quella specie di nome. Era il suo?Era lei,Naho?
Cos'era,lei?
Fece spallucce,mentre si scrutava. Era piena di graffi e ferite,eppure ciò non le procurava alcun tipo di dolore.
Perché?
Le persone -Ella,si poteva definire tale?- provavano dolore,anche per minuscole ferite?E se sì,perché lei no?
Alzò lo sguardo verso il ragazzo,come a chiedergli perché Sayuri.
"Sayuri significa..."

Non dirlo.Non dirlo.NON DIRLO!

Ancora,qualcuno urlava dentro la sua testa. Non dirlo.
"Piccolo Giglio."
E fu come se la terra sprofondò sotto i suoi piedi. Cadde,sgranando gli occhi e strisciando all'indietro per fuggire da quel ragazzo,che per qualche strano motivo le procurava quelle dolore sensazioni di panico che ora l'attanagliavano. Desiderò di non essere mai uscita dalla Prigione.
"Tu sei il mio piccolo Giglio."
Urlò di dolore. Si sentiva come se qualcuno le stesse martellando la testa.
Perché quelle semplici parole le avevano fatto quest'effetto,diamine?! Perché era rinchiusa lì,chi era quel ragazzo?
"Na...ho"
Sussurrò ella,un sussurro appena udibile,molto simile ad uno squittio,serrando successivamente le labbra e tappandosi con forza le orecchie.
Non voleva sentire altro.
Non doveva sentire altro.

Naho,chiamami Naho!

   
 
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