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Autore: ElleLawliet    08/08/2012    1 recensioni
O.MIO.DIO.
Ok è la prima Ichiruki che scrivo: non odiatemi >.<
La storia è una AU pura. Tutti i personaggi di Bleach ambientati in un mondo normale, senza Hollow o Arrancar. Spero vi piaccia e abbiate pazienza!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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POV RUKIA
 
Rukia ancora non riusciva a capacitarsi di ciò che era successo.
In quel momento era stesa sul letto vicino ad Ichigo, schiacciata tra lui e la parete della stanza. L’arancione aveva gli occhi chiusi e le aveva passato un braccio sulle spalle.
Lei lo osservava con attenzione: notò un pelo sulla punta del lungo mento, considerò che i capelli erano troppo lunghi, osservò la fronte larga. Alzò lentamente una mano, leggermente imbarazzata, e gli accarezzò piano una guancia.
Sentì la pelle di lui fremere sotto il suo tocco.
Ichigo aprì un occhio e la guardò, sorpreso ma compiaciuto.
Rukia si morse il labbro inferiore e passò con la mano sul naso per poi scendere alle labbra.
- Pensi che Tatsuki verrà a chiarirsi? – le chiese ad un tratto lui, richiudendo l’occhio.
- Lo farà di sicuro – gli sussurrò lei, ritirando la mano. – Non è il tipo di persona che lascia le cose a metà e poi per lei sei un amico importante: cercherà di spiegarsi -.
Lui tacque per un po’. – Prima hai detto che Tatsuki avrebbe potuto fingere… credi che lo farebbe? Cioè, non sarebbe da lei -.
Rukia ci pensò su. – Bé, penso che Tatsuki sia leggermente orgogliosa. Prova ad immaginare Tatsuki che ci viene a dire che le piace Renji. Dopo tutto quello che ha detto, dubito che abbia avuto la forza di venire a dircelo. Quindi può aver benissimo aver finto per coprire la storia -.
- Chissà da quanto vanno avanti – si chiese Ichigo.
- Ieri ho visto Renji in moto… forze si era visto con lei – suppose Rukia.
Ichigo si girò su un fianco in modo da poterla guardare dritta negli occhi. – Può darsi… però hai detto di essere arrivata in un quartiere di periferia… casa di Tatsuki si trova verso il centro -.
- Possono essere andati lì per non farsi vedere – ipotizzò lei.
- Uffa – sbottò Ichigo, grattandosi una guancia. – Così non arriviamo da nessuna parte! -.
Lei ridacchiò. Stava per riprendere, quando suonò il campanello.
Ichigo si alzò di scatto. – Sarà lei…? -.
Rukia si alzò a sua volta e lo superò, per andare ad aprire.
Lungo le scale Ichigo passò avanti. Il campanello suonò ancora.
- Arrivo! – gridò lui, poggiando una mano sulla maniglia.
Rukia lesse la meraviglia sul suo volto quando alla porta trovarono Hitsugaya. Poi la sorpresa divenne rabbia.
- Tu…! – ringhiò.
Rukia studiò il ragazzino: aveva i capelli argentei, una lunga sciarpa azzurro acqua, leggermente fuori luogo, dato che erano in piena estate. Portava una camicia bianca e dei pantaloni neri aderenti.
Gli occhi verdi scrutarono Ichigo senza mostrare alcun segno di paura.
- Kurosaki – disse, con voce tagliente, che infastidì visibilmente Ichigo. – Sono qui per Karin -.
- Idiota, credi che io ti lascerò entrare così dopo il casino che hai fatto?! – gridò Ichigo. – Karin non vuole veder… -.
- Zitto! – tuonò una voce dietro di lui. L’arancione si girò e vide Karin a sulle scale. La giovane Kurosaki osservava Hitsugaya con espressione imbarazzata. Scese di corsa le scale.
Hitsugaya le sorrise e Rukia fu costretta a trattenere la mano di Ichigo, che stava tremando dalla rabbia.
– Devo parlarti – chiarì il ragazzo dai capelli argentei.
Karin deglutì ma annuì. – Arrivo -.
- Ma, Karin. Lui si è comportato da vero… - stava dicendo Ichigo, ma la sorella lo fulminò con uno sguardo.
- Lasciami fare – gli disse.
- Karin-chan… – Yuzu era ai piedi della scala, con le mani strette al petto.
Karin rivolse uno sguardo gentile alla sorella. – Tutto apposto: io e Toshiro andiamo a fare due passi – così dicendo si mise le scarpe. – Torno presto -.
Yuzu la osservava, combattuta. Poi sospirò. – Allora ti aspetto -.
Karin le sorrise, poi alzò gli occhi su Hitsugaya. – Andiamo? -.
Il ragazzo annuì e le fece spazio per farla uscire.
- Kurosaki – si congedò, facendo un piccolo inchino. Poi si chiuse la porta alle spalle.
- Ichigo…? – lo chiamò Rukia, dubbiosa: la sua mano tremava ancora.
- Accidenti! – imprecò il ragazzo, sbattendo la mano libera contro il muro. Yuzu sobbalzò.
- Meglio se sali, Yuzu-chan – le disse Rukia, guardandola di sbieco. – Resto io con Ichigo -.
La ragazza salì di corsa le scale. Pochi secondi dopo si sentì la porta della stanza chiudersi.
- Okay – mormorò Rukia, tirando Ichigo per la mano. – Sediamoci, su -.
Lui strinse i denti ma la seguì. Si accomodarono in soggiorno.
- Quello stupido… come osa venire qui dopo quello che ha fatto a Karin?! E lei gli è andata dietro come un dannatissimo cane! -. Rukia sentì la sua voce caricarsi di rabbia.
- Karin-chan sa quello che fa: avrà avuto i suoi motivi per andare con Hitsugaya -.
- No, no! Lei doveva lasciarmelo anche solo un secondo di più e gli avrei spaccato la testa, a quell’idiota del cavolo! Cosa crede, che Karin sia la sua bambola da compagnia? -.
Rukia non gli rispose, ma gli accarezzò la mano. – Calmati – gli suggerì. – Vedrai che andrà tutto bene… Karin-chan non è una stupida e riuscirà a chiarire le cose con Hitsugaya -.
Ichigo sospirò, e Rukia sentì la sua mano rilassarsi leggermente.
Era appena calato il silenzio, quando il campanello suonò ancora.
- Ma vedi che giornata – borbottò Ichigo. Quella volta non sbagliarono previsione: Tatsuki e Renji aspettavano dietro la porta.
Non appena Ichigo ebbe aperto, Tatsuki alzò gli occhi. – Ichigo fammi spiegare! – lo pregò.
L’arancione deglutì. – Entrate – disse, facendo loro segno di passare.
Renji lo superò, tenendo lo sguardo alto. Non sembrava molto preoccupato, piuttosto sembrava annoiato.
- Yo, Rukia – la salutò, alzando una mano. Lei lo salutò.
- C’è anche Kuchiki-san? – chiese Tatsuki, entrando.
- Buon giorno – la salutò Rukia, sorridendo.
Ichigo chiuse la porta e si diresse in salotto.
I quattro si sedettero sui divani. Tatsuki e Renji su uno e Ichigo e Rukia sull’altro.
Tatsuki era a disagio e teneva gli occhi bassi.
- Prendo da bere? – si offrì Rukia, alzandosi per spezzare il silenzio, ma nessuno le rispose, così si rimise a sedere leggermente imbarazzata.
- Allora? – disse Ichigo, cercando di non far trasparire la sua curiosità.
Tatsuki alzò gli occhi e scambiò uno sguardo con Renji, il quale alzò le spalle e si appoggiò allo schienale della poltrona.
- Bé – iniziò la ragazza, mordendosi il labbro inferiore. – Le cose tra me e Renji sono… cambiate poco più di una settimana fa -.
Rukia notò che Tatsuki era arrossita e un po’ le dispiacque di doverla forzare a parlare, ma era fin troppo curiosa.
- Sai, era il periodo degli esami. Tutto partì da Inoue. Come immagino tu sappia lei è sempre andata bene a scuola. Era in ansia per me, perché temeva che io non sarei riuscita ad avere buoni voti, per via di tutti i miei impegni pomeridiani. Così decise di organizzare una specie di corso.
- Io avevo appena finito le lezioni di Judo alla palestra, così decidemmo di vederci per farmi fare ripetizione. Però lei aveva un piccolo problema: Inoue non è capace di spiegare le cose che sa. Diciamo che capisce tutto al volo, ma non sa come spiegarlo in parole più semplici.
- Eravamo in biblioteca e Renji ci sentì fare lezione. Si accorse delle nostre chiare difficoltà, così decise di aiutarci. Iniziammo a vederci dopo scuola. All’inizio ero contraria, ma dopo tre giorni mi ricredetti. Renji mi aiutò molto e migliorai tantissimo. Il quarto giorni Inoue non venne a fare lezione perché aveva una visita medica e io mi ritrovai da sola con Renji.
- Con mia grande gioia, Renji si dimostrò molto… dolce, nei miei confronti. Alla fine della lezione mi chiese di uscire – Tatsuki fece una pausa per schiarirsi la voce e arrossì di nuovo.
- Come mai le chiedesti di uscire con te? – domandò Ichigo al rosso.
Renji lo guardò negli occhi. – Avevo sempre pensato che Tatsuki fosse una stupida ragazzina con la fissa per le arti marziali. Cavolo, che c’è di strano se ho cambiato idea? ho passato tanto tempo con lei e posso affermare di aver rivalutato tutto quello che pensavo su di lei -.
Rukia vide Tatsuki sorridere leggermente e non poté fare a meno di sospirare: non ci poteva fare nulla se le faceva piacere vederla contenta.
Ichigo sembrò accettare la risposta e incitò Tatsuki a continuare. Lei annuì.
- Decidemmo di vederci un sabato sera, tre giorni fa. Mangiammo insieme. Una bella serata, ad essere sincera. Ci salutammo verso mezza notte. Lui non si era ancora allontanato quando cinque ragazzi iniziarono a infastidirmi.
- Uno di loro cercò di prendermi la borsa. Io cercai di fermarli, ma erano troppi. Ancora prima che gridassi, Renji mi venne ad aiutare. Fu molto coraggioso da parte sua. Le prese da morire, però riuscì a metterli in fuga tutti e cinque – la ragazza lanciò uno sguardo al rosso, poi riprese. – Bé; da quel momento io e lui ci siamo frequentati. E quello che hai visto oggi… oh, andiamo, Ichigo! Ho quindici anni, per la miseria; non sono tenuta a darti spiegazioni per quello! – sbottò, accaldata. A quella sua sfuriata Renji sorrise e le strinse per un attimo la mano.
- Calma – le intimò, tranquillamente. Tatsuki si schiarì la voce, poi guardò Ichigo.
L’arancione la osservò. Rukia avrebbe tanto voluto sapere cosa stava pensando.
- Eravate insieme anche ieri, quando ci siamo incontrati? – domandò Rukia a Renji.
Lui scosse il capo. – Ero andato lì per conto mio. Dovevo riportare un DVD e per caso ti ho incontrata -.
Rukia annuì e sbirciò Ichigo.
- Dimmi cosa pensi, Ichigo – lo pregò Tatsuki. Rukia si stupì a vederla così: non credeva che anche Tatsuki si mostrasse debole. Si diede della stupida e rifilò una leggera gomitata ad Ichigo per riportarlo tra loro.
- Ho capito – disse, alla fine. – Però sono stupito, cerca di capire, dannazione. Una attimo prima lo odi, un attimo dopo le sbaciucchi! -.
Tatsuki alzò il mento, mentre Renji ghignò. – E come bacia… - mormorò, malizioso. Per la battuta si guadagnò un pugno allo stomaco che lo lasciò senza fiato.
- Così impari, pervertito – lo sgridò Tatsuki, a denti stretti.
- Questo… mi piace di te – sussurrò Renji, boccheggiando. La ragazzo arrossì.
Rukia sorrise e vide anche Ichigo rilassarsi.
Passarono una buona ora con i due, prima che se ne andassero.
- Sono felice che tu abbia capito – disse Tatsuki prima di andarsene, mano nella meno con Renji.
Ichigo chiuse la porta e sospirò, sollevato.
- Sembrano felici – considerò Rukia, battendogli sulla schiena.
- Pare di sì – rispose Ichigo girandosi. Poi l’abbracciò.
Rukia sobbalzò. – Ichigo…? -.
- Sssh – le intimò lui, stringendola a sé. – Restiamo un po’ così -.
Era una richiesta strana da parte sua, ma Rukia capì che era il caso di non controbattere: anche Ichigo Kurosaki aveva bisogno di un momento di pace.
Così lo abbracciò a sua volta e appoggiò la testa alla sua spalla. Per una attimo dimenticò tutto e tutti: c’era solo Ichigo e nulla, nulla aveva importanza.

  
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