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Autore: Cheonefer86    08/08/2012    2 recensioni
Gli occhi si aprono nel buio della notte. L’avete sognato e le immagini sono ancora chiare nella vostra mente...
Quando il sogno è così nitido da non poterlo scindere dalla realtà, forse bisogna domandarsi se sia soltanto un sogno.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- Gli occhi si aprono nel buio della notte

Questa storia partecipava al gioco “Le parole del Cuore” dell’LS Forum e rispondeva alla seguente domanda:

1- Gli occhi si aprono nel buio della notte. L’avete sognato e le immagini sono ancora chiare nella vostra mente...

 

 

 

Occhi di sangue

 

 

La nebbia si addensa davanti ai miei occhi, soltanto echi lontani si odono.

Nell’aria c’è odore di sangue, così forte da darmi la nausea, da farmi girare la testa. Così forte da inebriare i miei sensi.

Cammino tra i silenzi e l’invisibile, cammino seguendo questa scia che sta accrescendo la brama in me; non riesco a trattenere la lingua nel leccare avidamente le labbra.

La nebbia si fa sempre più fitta insinuandosi tra la mia carne.

Cerco di afferrarla con una mano, ma mi sfugge tra le dita, come quella luce che si allontana sempre più oscurata da una densa coltre fosca.

Sento uno sguardo posato su di me, un oscuro sguardo affamato.

Stringo l’elsa della spada, pronta ad usarla al minimo segnale di pericolo.

Fa freddo. Lo sento penetrare nelle mie ossa, invadere i miei pensieri, come la nebbia che mi fa perdere in un intricato labirinto di morte.

Ho un compito ben preciso da svolgere e non posso permettere ad una fitta foschia di sentimenti di annebbiare completamente la mia ragione.

Serro le palpebre e per un attimo mi sembra di vederli, i tuoi occhi neri tinti di sangue, riesco a scorgere una complessa tela rossa che si espande dalle tue pupille. Quegli occhi li conosco più dei miei. Quegli occhi li amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.

“Riuscirai a portare a termine il tuo compito?” mi aveva chiesto il Maestro.

“Sì.” avevo risposto senza pensarci.

“Lo ami?”

“Sì.” avevo ripetuto convinta più che mai della mia affermazione.

“Bene. Puoi andare.” si era limitato a dirmi.

Lo amavo, ma lo avrei ucciso.

Avrei dissipato quello sguardo relegandolo in un recesso buio della mia anima.

- Cosa sei venuta a fare? – una voce tra la nebbia.

- Ad ucciderti.

- Vorresti uccidere il Principe delle Tenebre?

- Le Tenebre non hanno padroni. La notte non è buia perché tu lo desideri. La luna si alza e il sole sorge senza che tu possa farci niente. Sei soltanto uno sguardo di sangue tra la nebbia. Sei soltanto il signore dei tuoi stolti simili che ti servono più per paura che per devozione, più per riconoscenza che per paura. No, tu non sei il Signore delle Tenebre, sei il Signore degli Stolti. Ed io ti ucciderò.

La nebbia comincia a vorticare e ad ammassarsi intorno agli occhi di sangue, fino ad assumere la forma di un uomo, un uomo che celava un mostro.

- Vieni pure. Non mi opporrò al volere di colei che possiede la mia anima.

Il colore dei suoi occhi si fa sempre più intenso, più vivido, come fiamme che tutto bruciano.

Ed io sto bruciando lentamente.

- Avvicinati e fai quello che devi.

Mi avvicino per baciare le sue fredde labbra e per vedere l’ultima volta gli occhi di sangue da vicino.

Un colpo al cuore, preciso ma non mortale.

Una ferita dalla quale bere il suo sangue e addormentare per sempre quella brama che è cresciuta in me.

Si accascia al suolo e lo abbraccio.

Un altro taglio a recidere il collo e mi ritrovo a stringere per qualche istante cenere argentea, prima di sparire sospinta da una leggera brezza che sussurra il suo nome.

Mi addormento sotto la luna tinta di rosso, il rosso degli occhi di sangue.

 

Grido nel buio della mia stanza.

- Va tutto bene? – mi chiede l’uomo che mi è accanto.

- Sì, tutto bene, ho solo avuto un incubo – rispondo abbracciandolo più forte che posso.

- Non preoccuparti, era soltanto un brutto sogno – cerca di calmarmi, ma non ci riesce.

- Era così reale da farmi paura – aggiungo aggrappandomi ancora con più energia, come se avessi paura di cadere.

Mi stringe a se carezzandomi la schiena, guardo fuori la finestra: c’è una fitta nebbia nell’aria, non si riesce a scorgere niente intorno.

Tra il candore di quel bianco vedo due occhi rossi, occhi di sangue.

Sorrido.

 

 

   
 
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