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Autore: _myhappyending    08/08/2012    2 recensioni
Santana ha deciso di intrufolarsi nelle stanza di Sebastian per rubare la lista delle Regionali. Sarà così semplice?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hello guys. Yeah, sono qui con un'altra One-Shot Sebtana. Enjoy. :3

Cause I can read those velvet eyes
And all I see is lies

 

Idiota. Stupido. Infantile. Ti farò sputare veleno finché non mi implorerai di ucciderti, e anche in quel caso ti farò soffrire atrocemente.
Non erano molto puri i pensieri di Santana Lopez, mentre ricordava che Sebastian l’aveva spinta fino a farla cadere contro il tavolino in legno lucido.
Mai l’aveva sopportato, e in quel momento ancora di meno. Come aveva anche solo potuto provarci? Gli avrebbe amputato entrambe le mani e gliele avrebbe ficcate in bocca.
Più camminava per i corridoi della Dalton, più la tensione saliva, facendole battere la giugulare e la venetta sulla fronte. Gli avrebbe fatto vergognare di esistere. Quel damerino.
 
Il Glee Club aveva dichiarato guerra agli Usignoli alle spalle di Schuester, e aveva chiesto a Santana di infiltrarsi alla Dalton e spiare tutte le loro performance.
Santana avrebbe preferito che ci fosse andato Blaine, ma sarebbe stato riconosciuto subito.
Invece, Santana no. Aveva legato i capelli in uno chignon, e lo aveva coperto con un cappello alla francese nero. Non indossava la divisa delle cheerios, ma un semplice jeans e una maglietta.
Anche così, però, si sentiva tremendamente fuori luogo, perché alla Dalton tutti indossavano la divisa.
 
Quando giunse davanti alla sala degli Usignoli, un’enorme fila di persone guardava dentro la porta.
Una canzone che Santana non conosceva le giunse all’orecchio, e si tirò su sulle punte per cercare di guardare anche lei. Non riusciva a vedere niente, e qualcuno le tirò persino una gomitata.
“Ma che diavolo sta succedendo?” domandò a nessuno, sbuffando.
“Oggi le prove degli Usignoli sono aperte al pubblico, non è fantastico?” rispose una ragazzina, bionda, non più di tredici anni. “Non è stupendo il cantante?!” domandò con una voce stridula e acuta.
“Ma per favore, è più gay dei Teletubbies” rispose con aria di sufficienza l’ispanica, voltandosi e facendo ritorno verso l’uscita.
Era così stizzita, perché di fronte a tutti, gli Usignoli non avrebbero provato la scaletta per le Regionali, e lei voleva quella scaletta, per forza.
 
“Ti aspetto in camera, okay?” la voce di un ragazzo distrò Santana, che si voltò a guardare due studenti che parlavano
“D’accordo, non chiuderti a chiave, però!”
Un ghigno quasi involontario si dipinse sul volto di Santana, mentre a passo spedito cominciò a salire le lunghe scale in marmo bianco.
Seguendo il ragazzo di poco prima, lo osservò girare le chiavi nella toppa della sua porta. “Scusami!” Lo chiamò, prima che sparisse dentro la stanza. “Potresti dirmi il numero della stanza di Sebastian Smythe?” sorrise in un modo che non le apparteneva.
“Tredici”. Rispose lui, un po’ confuso da Santana. “Ma non so se puoi andarci. Non fanno entrare nessuno nei dormitori”
“Oh, tranquillo, è per una sorpresina..”
 
Quando aprì la porta della sua stanza, le si presentò davanti un mondo intero. Due letti con le lenzuola ben sistemate, due scrivanie e un sacco di libri.
La scritta “Thad” padroneggiava sopra uno dei due letti, e quindi Santana lasciò perdere quella parte di stanza.
Si concentrò sull’altra. Sul letto di Sebastian vi erano tre mensole, e ognuna di esse era piena di trofei di ogni altezza. Tutti lucidi, erano posti a testimonianza del talento di Sebastian. Probabilmente li aveva vinti a Parigi, o qualunque fosse stata la sua stupida città natale da damerino dei piani alti.
Aveva quasi voglia di sputargli nel letto, o di ficcarci dentro un serpente.
“Idiota..” bisbigliò, avvicinandosi alla scrivania di Sebastian, cominciando ad aprire i cassettini posti al di sotto. “Dove diavolo hai quella scaletta..” aveva paura che qualcuno la scoprisse, che lui o Thad potessero entrare e beccarla mentre rovistava tra le sue cose. Che sarebbe successo? Avrebbe potuto finire in prigione, addirittura.
Il rumore di una porta del bagno che si chiudeva la fece sussultare, e già vedeva nella sua mente le porte della prigione che si aprivano per ospitarla.
Ma quando si girò, il ragazzo che vide non era né Seb né Thad. Era giovane, forse quindici anni, occhi azzurro cielo e capelli neri scompigliati. Era appena uscito dalla doccia, probabilmente. Era tutto vestito, ma i suoi capelli erano bagnati. “E tu sei..?” domandò il ragazzo, con un’espressione interrogativa sul volto.
Santana deglutì, cercando di far girare il suo intelligentissimo criceto. “..La cameriera!” esclamò.
Il ragazzo alzò un sopracciglio e fece spalline, convinto. “Pulisci bene la scrivania di Sebastian allora, non sopporta la polvere”
“Oh, ma certo..” rispose, con un sorriso così finto che avrebbe potuto accorgersene persino Brittany. Ma quel ragazzo no, continuava ad avere un’espressione scocciata in viso. “Ah! Il ragazzo ha qualcosa di importante qui? Tipo, non so, un orologio, i compiti.. La lista delle canzoni delle Regionali.. Non vorrei buttar via nulla!” Sei un genio, Santana, sei un genio. Continuava a pensare nella sua testa.
Il ragazzo scoppiò a ridere, come la risposta fosse palesemente ovvia. “No, no. Specialmente la lista, la porta sempre con sé. Dal suo orologio non si separa mai e.. i compiti li fa fare a me, dopo il sesso”
Santana alzò le sopracciglia, roteando gli occhi. Schifoso opportunista. Vide il ragazzo uscire dalla stanza, sbadigliando. L’aveva stancato molto, quel damerino.
Doveva andarsene prima che Sebastian tornasse, eppure non voleva andarsene così.. doveva fare qualcosa.
 
Santana aveva lasciato la stanza di Sebastian e si stava dirigendo all’uscita, quando notò che la fila di persone di fronte alla sala prove era notevolmente diminuita.
Non stavano più provando, ma mentre passava di fronte alla porta, notò alcuni Usignoli intenti a parlare con le ragazze. Stupidi damerini, anche loro. Pensò, prima che qualcuno le interrompesse il passaggio. Quando alzò lo sguardo, incontrò un paio di occhi verdi. “Lopez” iniziò Sebastian, mostrandole un sorriso sghembo. “Ti mancavo già?”
“Per niente, ero venuta a dirvi che il centro commerciale oggi è chiuso, dove andrete a fare scorte di gel?” Santana sorrise e fece spallucce, e un ragazzo con fare agitato le cadde addosso.
“Se-Sebas..” l’affanno non gli permetteva di parlare, ed era così stanco di correre che si appoggiò a Santana. Di rimando, la ragazza si spostò e lasciò che il braccio del ragazzo cadesse a peso morto.
La faccia di Sebastian era un misto tra il confuso e lo schifato, e alzando gli occhi al cielo, appoggiò una mano sulla spalla dello studente, guardandolo negli occhi. “Che diamine succede, Paul?”
“Le tue.. le tue… Corri fuori!” Biascicò il ragazzo per terra, confondendo ancora di più Sebastian.
Quando si girò, Sebastian si accorse che Santana non era più lì, ma non ci fece molto caso. Cominciò a camminare a passo spedito verso l’uscita, e mentre camminava, sentiva gli sguardi degli altri studenti su di lui, che ridacchiavano.
Uscito dal portone, Nick si avvicinò al francese, smettendo di ridere improvvisamente. “Amico, guarda lassù”. Indicando la finestra di Sebastian, si accorse che dal balconcino pendeva il suo lenzuolo con la scritta: “Sai dove ficcarti i trofei, damerino cretino”
Digrignò i denti e strinse i pugni. “Maledetta Lopez” bisbigliò, mentre lei lo osservava compiaciuta dietro un albero. 

   
 
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