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Autore: Albicocca    08/08/2012    6 recensioni
A tutto il fandom. A le ragazze del gruppo di facebook. E soprattutto a Nicole e ad Angelica perché senza di loro non ce l'avrei mai fatta.
Miyu Asari. Un nome. Un semplice nome. Un nome da dove parte tutto.
Un uomo misterioso aiuterà Miyu salvandola da una situazione abbastanza scomoda.
E grazie a questo che ha inizio questa storia.
-
"Non sono più nulla. Non sono quello che credo di essere. E nemmeno quello che tu credi che io sia."
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

 

Va tutto di merda.
 
Con uno scatto veloce tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca e ne prese una, che subito accese. Sbuffò, mentre cacciava fuori del fumo dalla bocca, e si sedeva sulla panchina che dava sul parco principale della cittadina, mentre il silenzio regnava sovrano.
 
Infondo erano le due di notte, chi poteva essere ancora per strada a quell’ora? Nessuno, solo lei. Ci viveva da quando aveva cinque anni in quelle strade, dove ne aveva passate di tutti i colori e sapeva tutti i più insidiosi vicoli del quartiere.
 
E anche se lì intorno giravano persone poco raccomandabili, come drogati o maniaci, lei non se ne preoccupava. Non aveva paura.
Sospirò e alzò lo sguardo verso il cielo notturno, costellato di stelle.
 
Quella di certo non era stata la giornata migliore della sua vita. Scosse la testa: quando mai nella sua vita aveva avuto dei momenti davvero belli, felici? Che erano durati più di dieci minuti? Mai.
 
Ma infondo era anche colpa sua.
 
Tra il suo carattere da far schifo, la sfiga e il destino, non sapeva chi mandare a fanculo.
 
Quello che aveva combinato era solo uno dei tanti guai che in sedici anni di vita, aveva fatto. Solo che quella volta la goccia aveva traboccato il vaso e si era ritrovata seduta davanti a due poliziotti. E non era riuscita ad evitare una sentenza con il giudice dei minori, fissata per la mattina dopo.
 
Cazzo, e ora? Che mi invento?
 
Questa volta l’aveva combinata grossa, enorme. Sarebbe finita sicuramente in riformatorio e non avrebbe avuto possibilità di evitarlo. Oppure, forse,  c’era una possibilità, ma era sicura che sarebbe stata terribile per una come lei.
Insomma, cosa potevano inventarsi gli assistenti sociali per farle smettere di combinare casini? Qualcosa di brutto.
 
Osceno. Orribile. Altri aggettivi negativi.
 
Infondo lei era solo l’ennesima ragazza “complicata” che cercavano di “aiutare”, o almeno così dicevano. Ma lei li odiava. Anche se su questo punto non c'era da sorprendersi, lei odiava tutti. O almeno faceva credere di odiare tutti.
 
Ma almeno quella volta aveva un motivo valido per odiarli, sul serio.
Cioè, quei due deficienti la vedevano solo come una ragazza porta problemi che non aveva emozioni. Cosa sbagliata perché in tutto quello che faceva lei ci metteva emozione e sentimento.
Infondo la rabbia era un sentimento, no?
 
Rimase lì il tempo di finire la sigaretta, e poi si alzò, buttò la cicca per terra e la schiacciò con la punta delle sue converse consumate, poi si  pulì con una manata i pantaloncini bianchi e scambiati. Erano vecchissimi quei pantaloncini, ma infondo, non si poteva permettere di più. Ed era già fortunata ad averli.
 
Già, lei non era benestante come la metà dei ragazzi della sua età, era abbastanza povera, ma si sapeva accontentare.
Si incamminò per un vicolo abbastanza buio e stretto,  fino ad arrivare ad una casa un po’ troppo piccola per ospitare dieci persone, ma ormai, lei ci aveva fatto l’abitudine a vivere in quel posto.
 
Ad osservarlo da fuori, non sembrava un posto in cui far vivere dei bambini di due o tre anni, visto le varie crepe nei muri e la muffa sulle pareti.
 
Ma era casa sua.
 
Quella casa aveva mille difetti, eppure, quando attraversava il l'uscio, sentiva un venticello caldo abbattersi sul viso, seguito dalle risate dei suoi fratellini. Già, i suoi fratellini.
Non erano fratelli di sangue, no, ma lo erano di “cuore”, come diceva sempre la zia. Di cuore perché si volevano bene anche se non avevano lo stesso sangue. O gli stessi genitori.
 
Era cresciuta tra sconosciuti che alla fine, avevano dimostrato di amarla più dei suoi stessi parenti.
 
Bussò.
Una donna sulla quarantina o poco più, le aprì.
Aveva un espressione corrucciata in volto, con gli occhi blu scuro stanchi che fissavano quelli della ragazza.
“Eccoti qui, peste, entra. La tua cena è sotto il forno. Io vado a dormire. - si voltò e salì le scale, arrivata a metà si voltò e la guardò poi disse ironicamente - Domani torna alle nove di mattina direttamente, mi raccomando.” e scomparì sulle scale dirigendosi in camera sua.
Lei sorrise passandosi una mano tra i capelli corti.
 
La zia Pei non cambiava mai.
 
Infondo era stata quella donna un po' strana che collezionava quelle spaventose bambole di porcellana, ad averle donato una vita e un infanzia felice – per modo dire, ovviamente. Se non fosse stato per Pei Asari, avrebbe continuato a vivere in un orfanotrofio dove tutti la odiavano e il sentimento veniva ricambiato. Quell’orfanotrofio era stato il suo incubo per due anni. E la zia Pei l'aveva salvata da quel incubo.
 
E la ringraziava per questo, anche se non lo dimostrava spesso, soprattutto quando si metteva nei guai.
 
Ma infondo senza di lei la vita della zia sarebbe stata molto monotona e noiosa. 
 
 
  








Albicocca~
 
Ho chiamato il mio angolo Albicocca con l’ondicella perché è figo.
L’ondicella rende tutto più figo, ammettiamolo.
Comunque sono qui con una nuova long *la linciano*
Una long a cui tengo molto. Sul serio, sto facendo i salti mortali per renderla bella, o almeno il minimo.
Questa idea nasce dall’unione di Revenge e LOS – molto Revenge e poco LOS – perché non sapevo come continuare entrambe le storie. E allora mi sono detta; perché non unirle in una sola?
No, non sarà la copia spiaccicata di Revenge con la nazionale norvegese. No. E’ proprio diversa. Ho preso spunto da alcune cose, solo alcune.
E ovviamente ho fatto sparire Shin~
Era diventata una Mary Sue e io odio le Mary Sue.
La protagonista di questa storia è molto diversa, si come fisico che come carattere come avete potuto notare da questo prologo. La amo proprio per questo, comunque.
Ho in mente tante cose fiQue [cit.] da far succedere. Bei personaggi da trattare e pochi OC.
Amo i personaggi sconosciuti e in questa fanfiction ci saranno molti personaggi poco conosciuti - Bianca~ -
Ah sì, poi il nome. Il nome che significa senza nome.
Nameless perché c’entra con la protagonista. Lo scoprirete penso nel capitolo quattro perché proprio Nameless.
Avviso che sarà una solo l’inizio di una “serie” chiamata Perfection.
Capirete perché Perfection, andando avanti.
Sempre se vorrete~
Volevo dire molte cose. Sul serio.
Comunque questa long è dedicata a tutte le ragazze fantastiche che ho conosciuto nel fandom, soprattutto a quelle del gruppo di facebook.
E soprattutto – si di nuovo – a Niki ed Angy.
Penso che le conosciate. Tutte e due.
Loro mi hanno aiutato sempre, mi hanno sostenuta, Angy mi ha minacciato parecchie volte e Niki mi è stata vicina.
Conto di finire questa long-fic proprio per loro. E poi ho giurato ad Angelica che lo avrei fatto, oppure sono certa che mi picchia.
Beh, non più che dire.
Ultima cosa: la BiancaFideo governerà il mondo~
Un bacio,
Miam~
   
 
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