Stavano volando verso sud.
Vegeta faceva fatica a tenere testa alla ragazza.
Vegeta faceva fatica a tenere testa alla ragazza.
Sembrava superdotata. Non aveva conosciuto mai conosciuto
una donna che sembrasse così potente.
Volando riusciva a vedere le mutandine al di sotto della
gonna corta che la Sayan indossava.
Le si avvicinò.
“Sei stanco, Vegeta?” chiese lei.
“No, per niente…forse sarai tu quella stanca!” ribatté il
Sayan visibilmente contrariato e offeso nell’orgoglio.
Poteva sentire il suo profumo. Sapeva di petali di rose
miste con profumo di arance.
Vegeta trovava questo profumo molto buono ma naturalmente
non lo disse alla ragazza.
“Ah, a proposito il mio nome è Frenzis” disse la ragazza
senza degnarlo di uno sguardo.
“Buono a sapersi, donna!”.
“Eh, come sei altezzoso!”.
“Sono il tuo Principe, donna…lo devo essere per forza!”
“Sai che sei pesante? Non hai più sudditi, o quasi, e stai
ancora lì a pavoneggiarti di essere un Principe?”
“Rimane il fatto che sono pur sempre un gradino più alto
di te, se non di più!”.
“Ah, vogliamo vedere?”.
“Mi credi un codardo?”.
“Non si sa mai”.
“Allora mi credevi un codardo!”.
“Non ho detto questo. Evidentemente non mi ascolti oppure
non mi capisci quando parlo”.
“Ti capisco benissimo…e ti ho anche ascoltata. Sei tu
quella che capisce poco!”.
“Ah, mi stai offendendo?”
“A me pare di sì. Credo di averti reso pan per focaccia!”.
“Sì, come no…Non sapresti vincere una discussione nemmeno
con una lucertola!”
“Taci, donna. Sai solo starnazzare a vanvera come le oche.
Sei uguale a quella donna con cui convivo. ”.
“Non mi puoi paragonare ad una che non conosco!”.
“O, sì che posso. Non sarai mica tu a proibirmelo”.
“L’ ho detto in senso metaforico, Vegeta!” disse la
ragazza ridendo.
“Mi stai dando sui nervi. Spicciati a portarmi nel posto
in cui siamo diretti, perché non ti sopporto più”.
“Ah, ma davvero? Pensavo che ti piacessero le mie
mutandine!”
Vegeta arrossì lievemente. La ragazza se ne accorse. Il
Sayan era in imbarazzo.
“Ma quella ha gli occhi anche dietro?” pensò Vegeta assai
arrabbiato.
“Sì, mi piacciono molto. E con questo?” disse lui
recuperando la sua solita sicurezza e la sua insolenza.
“Oh, beh, niente…Volevo insinuare che non mi trovi poi
tanto male!”
“Credo che tu ti stia facendo troppe fantasie, donna!”
“Può darsi…Comunque prima a poi dovrai darmi la
soddisfazione di battermi con te”.
“Non c’è problema. Quando vorrai sarò a tua disposizione”.
“Va bene, grazie”.
Arrivarono in un punto fra delle montagne dove c’era una
navicella.
“Ecco, ci siamo”.
“Dobbiamo salire su quella navicella?”
“E dove sennò?”.
Scusate, è un
capitolo di
transizione…Spero che vi sia piaciuto e che lo commentiate lo stesso.
Ho
poco tempo per ringraziare chi ha letto e
soprattutto chi ha recensito, perciò metto solo i nomi: Cicci 12 e
Francyssj.