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Autore: _Deina13    09/08/2012    4 recensioni
Johanna rimane in silenzio qualche attimo, finchè io non capisco che 'è qualcosa che non va.
«Allora.. rimani con me» sussurra.
«Te lo prometto.» [...]
«Sarebbe bello, no?»
«Sarebbe bello cosa?»
«Una vita. Con te, Peeta e il bambino.Tu non hai sempre voluto un fratello?» «...O una sorella. Si, ma ora..Beh, non credo sia il momento più adatto» «Non penso esisiti un momento per avere un bambino, io non ero pronta quando lo era Peeta, ad esempio. Ma, se vogliamo parlarne, sono io che devo fare tutto il lavoro, lui deve solo stare a guardare, no?»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Le labbra di Gale tremano, ma se fosse lui a emettere questi strani sibilii ce ne arcogeremmo. Invece questi rumori vengono da lontano, ovattati dai cespugli che ci circondano.

«Heloise» mentre parla, lui trema anche più di una foglia secca smossa dal vento. Porge il coltello alla figlia, dalla parte del manico, e lei lo guarda con tranquillità. Molta più tranquillità della mia. «Poco sotto la mia nuca deve esserci un piccolo bozzolo, dove mi hanno iniettato quell'aggeggio per gli ibridi, dovresti..»

Senza dire nulla, né mostrarsi preoccupata o impaurita, Heloise abbassa il colletto della camicia del padre, ed un bottone gli parta dal torace. Impugna il coltello ce con un solo ed abile movimento del polso tagliò via la pelle tutta intorno a quello che ricordava tanto un sensore di localizzazione.

Lo lancia e Kat lo prende, mentre lei cura la ferita inferta al padre, Katniss aspetta pazientemente che le due lucine rosse hai lati del sensore smettano di lampeggiare. Non ci sono telecamere e Plutarch & Co. dovrebbero pensare che lui sia morto.

«Peeta!» Gale si alza in piedi e chiama il suo nome.

Io inizio a tremare, Jo ha un tuffo al cuore ed Heloise lo guarda come se volesse ucciderlo con lo sguardo. Tutti noi stiamo pensando che sta per tradirci, e per mandare Peeta qui a staccarci la testa e a dilaniare i nostri corpi come alligatori ucciderci. L'unica tranquilla, o così sembra, è Katniss, che è stesa con la testa contro le radici esposte di un albero, con una mano sulla pancia e con un altra sugli occhi, rigirandosi fra le dita il sensore nero senza vita. Deve mancarle davvero tanto il suo Peeta.

«Peeta!» fa un passo avanti, talmente lungo che finisce nell'oscurità degli alberi. Già è buio per colpa delle supposte-finte-nuvole, figuriamoci se ci si mettono anche le ombre dei rami altri al chiaro di luna.

Faccio segno ad una Heloise con gli occhi nutturni di un felino di ragigungermi al mio posto, allargo le gambe e la stringo a me più che posso. Cingo la vita Katniss e incrocio le dita alle sue sulla sua pancia. Faccio stendere Jo con la testa sulla mia spalla – lei che non parla è di sicuro quella più stanca di tutti – e le liscio i capelli, so che la rilassa.

Voglio che si sentano a sicuro con me, voglio riuscire ad offrire loro tutto quello che ho e anche quello che non ho. Anche se c'è poco da stare sicuri con me, non sono bravo come loro.

«Ho capito!» sentiamo ridere Peeta, in quella risata maniacale. «Devo prima uccidere te per uccidere loro» quasi lo vedevamo, lì fermo e sorridene con gli occhi iniettati di sangue e le braccia conserte. Risoluto e potente. «Vuoi proteggerli»

Stringo più forte le ragazze a me. Se Peeta vuole ucciderci deve prima uccidere Gale, e poi me. Mi chiedo perchè, se sono figlio di chi dico di esserlo, sono così impotente, codardo, stupido. Perchè non sono come mio padre? Tutti dicono che somiglio a Finnick, ma non è vero, non usciremo vivi da qui, soprattutto se ci sono io. Papà, ti ho deluso. Presto ti raggiungerò.

«Uccidimi allora! Uccidimi ora!» quelle esclamazioni vengono seguite da attimi di duro silenzio.

La pancia di Kat, o Kat stessa, freme in amniera spaventosa per una frazione di secondo. I respiri che Jo riesce a fare con le labbra umide dietro il mio orecchio sembrano castelli, costruiti con fatica e crolalti pezzo per pezzo in un nonnulla. Heloise non si muove, le guardo la schiena, dove la camicia dell'uniforme da Soldato è così sottile e chiara da percorrere ritmicamente la sua colonna vertebrale, dritta e perfetta.

«No» dice in fine Peeta. La sua voce è seria, è da quando siamo partiti da casa che non lo sento così, quasi mi fa paura. Lo sento quasi stringere i pungi e voltarsi – il terreno fradicio e l'erba secca scivolano come seta sotto le sue suole piatte. «Non c'è divertimento così, non credi?»

Quando Gale torna non dice nulla e ci guarda. Io credo di essere l'unico che ricambia il suo sguardo, nemmeno sua figlia lo sguarda in faccia, ha lo sguardo perso nel terrento e i suoi capelli – a questa luce scuri come quelli della madre – mi solleticanoil naso.

Gale s'inginocchia e le sue rotule si scontrano con qualche radice o ceppo, o persino qualche pietra sul terreno, perchè sentiamo il dolore crudo delle sue ossa fremere e vediamo la sua schiena trasalire. Oppure solo l'unico a vederlo? È probabile.

Passano numerosi istati e nessuno si decide a parlare. Ci sono delle risposte non spiegate a domande non poste, e dato che nessuno si decide a fare il primo passo, mi sacrifico io, dato che ci sono così tante parole e segni di punteggiatura fra tutti questi due metri di distanza fra noi.

«Gale.. ma tu non sei..» ammetto che non sono uno che parla molto, e di questo ne sono al corrente, ma tanto da non riuscire a parlare con il padre 'morto' della mia 'quasi'-fidanzata 'forse'-incinta, non lo credevo.

Come devo rivolgermi a lui? Devo chiamarlo Generale Hawthorne? È ancora un Generale? È vivo o è la mia immaginazione? Sto sognando? Sono morto? Mio padre dov'è? E le ragazze, anche loro sono morte? Perchè sono morto? Disadratazione? Che modo stupido di morire! Cento volte meglio venire dilaniato da alligatori ibridi.

Predo il respiro, caccio le domande che la mia maente fra alla mia bocca e che la mia bocca fa alle mie orecchie, desiderose di saperne di più anche loro. Vorrei che le ragazze mi venissero incontro e mi aiutassero a formulare una domanda con un qualche senso logico – per quanto logico possa essere qualcosa che esce dalla mia bocca – ma rimangono in silenzio, senza voglia di parlare, o senza forza di parlare. In fondo, non le biasimo.

La mia bocca emette qualche suono, che fa capire che sono pronto a parlare, ma quello che una volta era il Generale Hawthorne, mi precede.

«Io non sono morto? È questo che vuoi chiedermi?»

Scuoto la testa. «No, volevo chiederti.. perchè... tu non sei.. cioè, Peeta, tu, voi non siete..»

«Io ero ibrido fino a pochi minuti fa, te l'ho già spiegato J.» mentre parla rivolge un sorriso di cortesia a Heloise, che non alza la testa e quindi credo che non lo abbia notato. «Cos'è che vuoi chiedermi?»

Apro di nuovo la bocca, deciso a parlare e completare una frase perlomeno decente, accettabile. Ma ancora una volta, qualcuno parla al posto mio. E finalmente perchè mi sto rendendo ridicolo.

«Vuole chiederti perchè tu non sei dalla parte di Peeta, o di Plutarch, in ogni caso» Johanna ha la voce motlo stanca, parla ad occhi chiusi mentre un altro castello lascia cadere a terra mattone per mattone uno alla volta, come fosse pioggia.

«Ah» riprende Gale. Una volta c'era un dolce rapporto fra i due, a lei lui paiceva e lui era.. molto carino con lei. Ma tutto prima era molto diverso da adesso. Prima mio padre era vivo. «Prima combattevamo tutti per conto nostro, io da solo, Peeta da solo, voi insieme, e tutti gli uni contro gli altri»

«Prima?» Heloise prende la parola, e sale seduta sulla mia gamba tesa. «Perchè? Ora è cambiato qualcosa?»

Lui si stringe nelle spalle. «Non lo so.. ora sono tornato umano, di certo non mi metterò contro di voi»

«Che strano» esclama Heloise. «Perchè di sicuro noi ci metteremo contro di te»

Si, ma resta un interrogativo Gale, perchè tu sei ancora vivo?

Sono così stupido da non essere riuscito a capire che era questo che dovevo chiedergli per prima cosa. Come hanno fatto Katniss e Peeta a credere in me e a farmi divetare un Soldato se non sono nemmeno capace di carpire al 'nemico' le informazioni giuste. Dove sono i miei alligatori?

Heloise deve aver capito che è compito suo domandare, dato che ormai credo che Jo si sia assopita, ma non per molto ancora. Perchè Katniss stringe le dita gelide e pesanti alle mie sulla sua pancia

e getta un urlo.



F.

   
 
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