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Autore: Anor    09/08/2012    6 recensioni
"Questo racconto narra di un amore clandestino all'interno di una corte feudale.
Lei è una nobildonna, costretta a prendere in sposo un giovane principe del suo stesso rango; lui è un umile giardiniere dal gran cuore, intelligente e sveglio, oltre che bellissimo.
L'amore riuscirà ad abbattere anche le barriere sociali più rigide? I giovani riusciranno a coronare i loro sogni?"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Ecco qua il primo capitolo della storia. Iniziamo a fare miglior conoscenza della fanciulla e coloro che la circondano, il panorama della storia si allarga. Spero di non deludere le vostre aspettative! Buona lettura.

P.S. non farò MAI ossigenare la principessa Berta. Anche se Adam adesso è biondo platino, Berta ha i capelli NERI (e non si discute).

 

I.


-Ti dovrai sposare entro il tuo ventunesimo compleanno- 

Un silenzio attonito calò sulla stanza.

-E' una decisione che abbiamo dovuto prendere io e tuo padre, figlia mia. E' stato difficile anche per noi, ma così deve essere- la regina parlava con tono francamente dispiaciuto e la principessa non ebbe il cuore di protestare. Chiese solo: -perché?- con voce piena di rammarico.

-Come tu ben sai il regno verrà ereditato da tuo fratello, in quanto egli è l'unico figlio maschio. Il prossimo anno avrà l'età giusta per comandare, e se (Dio non voglia) tuo padre dovesse per qualche motivo venire a mancare, il regno sarebbe suo, senza alcuna reggenza.- Leila sospirò -Ecco, sia io che tuo padre abbiamo convenuto che tuo fratello non è pronto per un incarico del genere. Di certo ha seguito gli studi, ma non ha ancora la maturità che un cittadino si aspetta dal proprio re.-

-E con questo io che c'entro?-

-C'entri, eccome. Un tuo matrimonio significherebbe molto: il regno potrebbe passare a te e al tuo futuro marito, se le volontà del re saranno tali. Ovviamente il principe dovrà essere di nobile lignaggio, un ereditiere, per farla breve. Uniremo due famiglie importanti, e creeremo una solida alleanza. -

-Ma madre, dovrò sposare un uomo di cui non sono innamorata!-

-Essere figlia di re porta tanti privilegi, ma devi accettare anche i doveri che ti si impongono, ed il matrimonio è uno di questi. Sia chiaro che non sono contenta di vederti prendere come marito un uomo a cui non vuoi bene, ma dobbiamo pensare al regno, mia cara.-

La fanciulla abbassò lo sguardo rassegnata. -Chi è il mio promesso?-

-Tre principi si sfideranno in una giostra per la tua mano alla fine di questo mese. Vogliamo che il tuo sposo sia il più valoroso dei tre.-

-Quando potrò conoscerli?-

-La prossima settimana arriveranno e si presenteranno alla famiglia, per poi alloggiare in tre delle nostre villette separate dal castello.-

-Benissimo madre. Mi congedo, e rientro nelle mie stanze-

Con un inchino salutò la madre e si diresse verso il cortile.

Si tolse le scarpette, perché amava passeggiare a piedi nudi sull'erba fresca e curata del giardino. Faceva sempre così quando qualcosa la turbava e voleva riflettere. Non avrebbe sposato un uomo che non amava, non voleva che il suo matrimonio venisse combinato, ma allo stesso tempo era intrigata da questa situazione. Sognava il suo cavaliere. Come sarebbe stato? Durante l'adolescenza aveva fantasticato sul suo principe, ma quelle non erano niente di più che mere fantasie. Adesso però tutto cominciava a prendere una piega più concreta e preoccupante.

Si era seduta su un muretto, lo sguardo volto al cielo terso e le piante dei piedi solleticate dai verdi fili d'erba e canticchiava piano una melodia triste.

Il soffio del vento ed il cinguettio degli uccellini accompagnavano le sue parole come uno strumento musicale, e la ragazza era così assorta dal canto che non udì i leggeri passi dell'uomo che si stava avvicinando.

Quando lo vide, il fiato le si bloccò in gola.

Era un giovane piccoletto, sbarbato, biondo e con due grandi occhi color nocciola. I lineamenti fini e il portamento elegante però non si addicevano al suo abbigliamento ed al suo mestiere. Questi era infatti un giovane giardiniere di corte, nuovo arrivato nella cerchia dei servitori della famiglia reale.

-Mi dispiace avervi interrotta, mia signora.- disse con una voce suadente, dalla pronuncia leggermente strascicata -la vostra voce è stupenda, la curiosità mi ha spinto fino a qui.-

-Non si preoccupi, signor…temo di non sapere il vostro nome- disse la principessa, lievemente imbarazzata.

-Mi chiamo Thomas Joseph Ratliff, ma potete decidere voi come chiamarmi.- Chinò leggermente il capo e baciò la mano della fanciulla. -Lieto di fare la vostra conoscenza, principessa- soffiò con le labbra ancora vicine alla sua mano.

-Noto con piacere che colei che canta è bella quanto la sua voce, se non di più- il suo sguardo velatamente malizioso colpì profondamente la ragazza, che
 arrossì visibilmente e, dopo aver deglutito a vuoto, rispose: -voi mi lusingate, signore. I vostri modi sono degni di un principe, ma da ciò che vedo voi non siete che un umile servo. La vostra classe sociale non vi si addice.-

-Non vi dovete preoccupare, la vostra famiglia tratta bene i lavoratori, ed io non mi dispiaccio troppo della mia condizione.-

La ragazza alzò gli occhi in quelli scuri del giardiniere e capendo che parlava con sincerità si rasserenò. Il volto del giovane si aprì in un sorriso dolce e Berta si stupì nel sentire il cuore accelerare per la seconda volta.

Non le era mai successo, ma quel ragazzo aveva un fascino insito tutto suo completato da una bellezza fisica fuori dal comune. La corporatura esile, il ciuffo di capelli che gli cadeva sull'occhio destro, quel naso così particolare ed elegante, le labbra perfettamente disegnate, lo sguardo dolce e malizioso…tutto di quell'uomo l'attraeva all'inverosimile. Ma era un servitore, niente di più.

-Mia signora, volete fare una passeggiata?- chiese il giovane, porgendole il braccio.

-Sarebbe sconveniente sia per me che per voi che ci vedessero sottobraccio, ma vi seguo volentieri, se vi va di camminare-

Trascorsero la mattinata passeggiando e parlando amabilmente e all'ora di pranzo si salutarono.

-La vostra è stata una compagnia più che piacevole- disse Monna Berta con un sorriso -spero di incontrarvi ancora e di poter godere della vostra simpatia, ma adesso mi devo congedare, è l'ora del pranzo.-

-Lo stesso vale per me, principessa. Sarò lieto di accompagnarvi ancora nelle vostre passeggiate- con un inchino, Thomas si voltò e s'incamminò verso la mensa della servitù.

La principessa recuperò le scarpette e raggiunse la sala da pranzo. La tavola era già imbandita, ma ancora i suoi parenti non c'erano.

Al suono della campana entrarono il re e la regina, seguiti dal figlio Neil.

-Avevo mandato Raja a chiamarti, Berta, ma non eri nelle tue camere come avevi annunciato- le disse il re, appena la vide.

-Ero in giardino. Il tempo era splendido e non ho resistito.-

-Lo so, quando l'ancella è tornata ha detto che ti ha vista in cortile, ma non ti ha voluta disturbare perché ti stavi esercitando nel canto-

-S-sì, padre, è così- confermò la ragazza balbettando.

Il pranzo si concluse velocemente, e Berta tornò nella sua stanza. Si sdraiò sul letto, tentando di calmare il battito del cuore che sembrava impazzito contro il suo costato. Sentì bussare alla porta, e ricomponendosi velocemente diede il permesso di entrare. L'ancella superò l'ingresso, sorridendo dolcemente.

-Oh, Raja, non smetterò mai di ringraziarvi- disse la fanciulla avvicinandosi alla donna che era appena entrata -Siete una benedizione, non riesco a pensare a cosa sarebbe successo se mi avessero visto a passeggio con uno sguattero-

-Su, su, non ci pensate.- rispose abbracciandola -è andato tutto bene, questo è l'importante. Non piangete, mia signora.-

-Ma se ci avessero visti- disse Berta singhiozzando -s-se ci avessero visti lo avrebbero condannato a morte!-

-Il re e la regina sono comprensivi, non lo avrebbero fatto. Ma adesso non pensate a questo, tranquillizzatevi- accarezzò i capelli della giovane dolcemente, con fare materno.

-Non lo potrò vedere mai più! Non senza metterlo in pericolo! Raja, gli avevo promesso che ci saremmo rivisti, devo fargli avere mie notizie! Ma come?-

-Non disperate, principessa. Posso farti avere sue notizie e portargli il vostro messaggio, se voi lo desiderate.-

Un barlume di speranza brillò negli occhi della ragazza. -Davvero fareste questo per me? Raja, ancella mia, siete il mio angelo custode-

Berta raggiunse lo scrittoio, prese un piccolo lembo di pergamena e intinse il pennino nel calamaio, succhiando la punta della piuma.

-Principessa, non sono sicura che il giardiniere sappia leggere- intervenne l'ancella -non sprecate pergamena e inchiostro, posso riferire tutto oralmente. Inoltre un messaggio scritto sarebbe pericoloso, potrebbe finire in mani sbagliate.-

-Oh- esclamò con aria sorpresa e lievemente delusa -probabilmente avete ragione. Allora mettetevi d'accordo con lui sul luogo e l'ora in cui ci potremo incontrare. Voglio spiegargli di persona come stanno le cose. Confido nella vostra scaltrezza e nella vostra fedeltà. Sono... siamo nelle vostre mani, Raja.-

-Non avete di che temere, principessa.- Rispose l'ancella con un inchino, uscendo dalla stanza.
 

Note dell'autrice
Spero vivamente di non aver fatto un flop pazzesco...
Aspetto con ansia le vostre opinioni, che per questa storia sono ancora più importanti.
Mi raccomando di dirmi se c'è qualcosa che non torna nel linguaggio, nell'impostazione dei personaggi e nella storia nel suo complesso. Ovviamente segnalatemi anche gli orrori grammaticali, se ce ne sono (D:), non mi offendo.

Un bacione,
Anor

   
 
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