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Autore: comeonfernando    09/08/2012    0 recensioni
Immaginavo qualcosa del genere, ma la mia fantasia non sarebbe potuta arrivare a tanto.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Primo giorno
 

“Adele: Dove sei?” mi vibrò il cellulare. “Sto arrivando, dammi 3 minuti”.
Eccoli lì, lei: la mia migliore amica, i genitori e la sorella più piccola. Mi stavano aspettando accanto la sbarra del rimessaggio, sapevo bene che una volta messo piede su quel camper la mia estate sarebbe partita alla grande. In effetti già era iniziata molto bene, ma quella per la quale stavo partendo era la vera vacanza.
Impiegammo cinque ore buone ad arrivare, era interminabile quel viaggio!
Ero abbastanza nervosa al pensiero di rivedere tutti, ma la noia del tragitto mi ha fatto abbastanza calmare, fino a quando non vidi il cartello “a 100 metri” del campeggio.  Il cuore iniziò a battere fortissimo, quasi volesse uscire dal petto e mi sentii una vampata di calore salirmi fino alla testa.

“Buon pomeriggio, mi dia il documento. Prego, fino a che non apre la reception può sostare qui” ci salutò il tizio all’entrata del campeggio, una specie di guardiano.
“Sofia, scendiamo?” mi guardò con sguardo nervoso Adele. “Dobbiamo” risposi.
Poggiai piede a terra e le gambe mi iniziarono a cedere e a tremare, tenevo stretto il braccio di Adele facendo piccoli passi verso il viale principale del campeggio. Uno sguardo qua, uno là, ma non si vedeva nessuno. Andammo in piscina, era chiusa, dopotutto erano le tre del pomeriggio e la gente normale si riposa a quell’ora.
Ritornammo sul viale principale, io iniziai a sorridere a una figura in lontananza  e Adele iniziò a gridare “Clara! Claraaaa!”. La ragazza iniziò a correre e ci abbracciò fortissimamente, poi ci guardò con gli occhi lucidi: “Dio, che bello che siete qua!”

Accanto a lei c’era la sua migliore amica Jessica, capelli ricci e mori e naso all’insù, non mi aveva fatto una brutta impressione.  
Spostai lo sguardo e allargai le braccia, arrivò Michele, mi prese in braccio e iniziò a baciarmi la guancia. Disse subito che ero cambiata un casino dall’anno scorso, poi salutò Adele. Dietro di noi si sentì la sgommata di una bici, era Saverio che ci sorrise.

Sono proprio qua, come un anno fa, ancora non ci credo! E pensare che ho rischiato anche di non venire. Pensai, ho riflettuto per un intero inverno a ciò che avevo vissuto l’estate scorsa e ora mi posso finalmente rifare il bagno in questa splendida piscina, stare sveglia fino alle 4 di mattina sulle sdraio con il pile sulle gambe, andare al mare a mezzogiorno e ritornare a mezzogiorno e mezza.

Il pomeriggio lo passammo come sempre, come i vecchi tempi, in piscina e ai campetti a guardare il torneo di calcio dove principalmente giocano quarantenni con crisi di mezza età.
 
La sera, dopo lo spettacolo di presentazione che fanno ogni benedetto sabato di ogni benedetta settimana per tre mesi, ci mettemmo sulle sdraio, in cerchio a chiacchierare. Nel frattempo prestavo qualche sguardo alle ragazze che insegnavano i passi dei balli di gruppo, bruttini, per giunta.

Dopo tutte le sere trascorse ancora mi ostinavo a mettermi i pantaloncini corti o la gonna sfidando così l’umidità a bordo piscina e finendo per passare tre o quattro giorni dall’arrivo senza voce. Rimanere senza voce in un villaggio è la prima cosa da evitare per sopravvivere, non puoi non strillare durante i balli o mentre si canta tutti insieme mettendo la musica dal cellulare. Come si perde la voce? Stando la sera a bordo piscina in pantaloncini corti, ovviamente. L’umidità penserà “Uh, guarda un’altra fessa che si acchita tutta con minigonna. Domani starai senza voce, bella mia!”


Ho deciso di raccontare la mia estate principalmente spinta da una mia amica che dopo avergli raccontato ciò che mi è successo mi diede il consiglio di trascrivere tutto, sennò poi  dopo mesi mi sarei dimenticata molti particolari. Poi aggiunse anche di pubblicarla. Beh, che dire, io l'ho seguito e mi farebbe tantissimo piacere se mi dicesse cosa ne pensate. Al prossimo capitolo. 
 

  
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