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Autore: FairySweet    09/08/2012    2 recensioni
Era semplicemente una seconda occasione e niente di più. In fondo, lui non aveva chiesto niente dalla vita ...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Short film 3                                                                                                                            Sola con te Stessa







“E va bene” Wilson sobbalzò dalla sedia spaventato da quell’entrata violenta e pericolosa “Sono stata paziente con quell’idiota del tuo amico, gli ho dato tempo per riprendersi ma ora basta!” “Lisa non credi di esagerare?” ma lo sguardo della donna era tagliente, posò le mani sulla scrivania inspirando a fondo “Dov’è?” domandò cercando di ritrovare la calma “Non ne ho idea” rispose esitante cercando di non incrociare il suo sguardo “Non raccontarmi stupidate James! Odio le bugie e generalmente non tollero le prese per il culo. Giuro che lo vado a prendere di persona e lo riporto in ospedale  a calci  quindi dimmi dov’è”  fece un bel respiro, doveva trovare le parole giuste per dirle che quell’uomo contro cui si accaniva se ne era andato “Aspetta un secondo” iniziò prendendosi la testa tra le mani “Che c’è? Non ti senti bene?” si chinò appena verso di lui cercando di capire che cavolo stesse combinando “Lisa .. devo dirti una cosa ma non so come …” “Oddio” lo interruppe la portandosi una mano sugli occhi “Cos’ha fatto? Ti prego dimmi che non ha curato un tizio con qualcosa di estremamente pericoloso o che non ha costretto un uomo a scegliere tra due cure totalmente inutili. Ti prego dimmi che non abbiamo una causa da milioni di dollari addosso” l’uomo sorrise divertito da quello slancio puro “No, niente di tutto questo” “E allora cos’ha ..” “Si è licenziato” la vide tremare leggermente afferrando la sedia per non cadere “Cosa?” “Ha lasciato questa nella cassetta della posta” tirò fuori una busta candida dalla tasca del camice “È la sua lettera di licenziamento” la prese tra le mani cercando di ritrovare un punto fermo nella stanza ma tutto girava vorticosamente “Dov’è?” ora era più una supplica che una minaccia, il tono della sua voce era diverso e una lieve nota di preoccupazione stava velocemente prendendo il posto della rabbia “L’ho chiamato venti minuti fa, era in aeroporto ma non mi ha detto dove andava e credo che si sia liberato del telefono” la vide annuire appena passandosi una mano tra i lunghi capelli scuri “Non ho più un primario di diagnostica” “La vuoi smettere” sbottò alzandosi di scatto dalla sedia “Cosa devo fare James? Devo correre dietro all’aereo e impedirne il decollo?” “Devi smettere di far finta che lui non ti interessi” “Sono fidanzata” “No” la corresse sarcastico “Hai lasciato Lucas per lui e gli hai detto che lo ami” “E lui se ne è andato” sbottò secca “Non ho nessuna intenzione di corrergli dietro Wilson perché lui non è ..:” “Ti è corso dietro per sette anni” urlò avvicinandosi a lei “Sei lunghissimi anni, è finito rinchiuso nel reparto psichiatrico per te e ora vieni a dirmi che non ti ha mai inseguito” “Stavo per dire che lui non è il primo che mi abbandona” sorrise posando sulla scrivania del medico un foglio “D’ora in avanti il suo reparto non esiste più. Se hai bisogno di un’assistente scegli pure tra i suoi. Gli altri saranno riassegnati” sorrise ancora prima di abbandonare velocemente lo studio.

Camminava spedita per i corridoi con lo sguardo basso per evitare le occhiate curiose, non doveva sembrare molto in sé ma questo lo sapeva bene.
La porta del suo ufficio segnava quel limite invalicabile oltre il quale, le chiacchiere non avevano il permesso di giocare a ferirla.
Immobile con le spalle contro la porta fissava un punto a caso del muro, incapace di muoversi, incapace perfino di articolare due parole lasciava che le lacrime scivolassero silenziose sul suo viso.
Non riusciva  a smettere di piangere e forse nemmeno lo voleva, si lasciò scivolare fino al pavimento abbracciando le gambe con le mani e la fronte nascosta sulle ginocchia.
Quella non era la donna forte di sempre, l’amministratrice di uno degli ospedali migliori dello stato era sparita lasciando al suo posto una bambina spaventata e ferita che si lasciava andare allo sconforto. Aveva lasciato Lucas per lui, era corsa da lui con la speranza di riuscire a guarirlo e quella notte passata assieme sembrava la conferma che il suo cuore aspettava ma lui se ne era andato.
Era scappato lontano, evitava di parlare con lei, non la guardava nemmeno e quegli ultimi mesi passati a litigare … era stanca, troppo stanca per corrergli dietro anche se questo, era quello che urlava il suo cervello ma lei non reagiva , restava immobile a lasciare che le lacrime tagliassero il suo cuore scendendo fino all’anima.
Lei non piangeva mai, era forte, terribilmente forte eppure ora, si sentiva sola e abbandonata da un uomo che probabilmente non la meritava e che si divertiva a giocare con lei prendendola in giro.
Ora quegli occhi che tante volte lui aveva paragonato al mare erano l’essenza stessa di quell’enorme specchio d’acqua. Quello sguardo caldo e sensuale era pieno di rabbia e di tristezza e proprio come il mare, lasciava che quell’acqua salata percorresse avanti e indietro il suo cuore.
  
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