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Autore: ilDottore 2    09/08/2012    2 recensioni
Isabel è una ragazza tranquilla e studiosa che ama leggere. La sua vita viene stravolta dalla scoperta del suo vero passato e dal suo irrimediabile futuro, ma lei non ha la minima intenzione di restare ferma a guardare mentre altre persone decidono per il suo destino. Anche a costo di andare contro a tutto quello in cui lei crede ??
Genere: Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da poco salito il sole che Isabel raccolse l’asciugamano da terra e si vestì re per andare a scuola dopo aver indossato jaens e maglietta verde militare, prese dall’attaccapanni la giacca a vento color oliva del padre, giugno aveva portato con se un venticello frizzante che purtroppo aveva rimandato l’apertura delle piscine e dei parchi acquatici. Scendendo al piano inferiore si era soffermata a guardare una vecchia foto di appesa alla parete, risaliva a prima che la madre di Isabel morisse nell’incidente stradale che aveva costretto suo padre in sedia a rotelle.

Isabel sorrise della loro vita prima che venisse stravolta, sua madre Helen aveva i capelli lunghi e neri, leggermente mossi, due occhi che sembravano il cielo estivo, Isabel conosceva quegli occhi li rivedeva ogni giorno nello specchio. Il viso di Helen era quasi angelico, suo padre le aveva raccontato che quando erano al liceo Helen era la ragazza più ammirata da tutti. Spostando lo sguardo Isabel vide suo padre Jack, ora molte rughe gli marcavano il volto facendolo sembrare un vecchio burbero, ma all’epoca Jack Rangol era stato il quaterback della squadra di football e l’idolo delle ragazze, doveva ammetterlo la sua famiglia era partita alla grande sua madre dopo avere finito il liceo a ventitrè anni aveva aperto un agenzia di collocamento, suo padre aveva continuato gli studi in Italia, ma questo non aveva scoraggiato l’amore che provavano l’una per l’altro , dopo essersi laureato in giurisprudenza ed essere diventato avvocato tornò in Virginia e sposò Helen, dopo poco tempo nacque Isabel, che in quella foto doveva avere quasi un anno.

Un odore famigliare la riportò alla realtà, la pancetta stava rosolando nella padella, Isabel scese gli ultimi scalini e vide suo padre alle prese con la colazione, i capelli stavano diventando grigi, la sedia a rotelle cigolava ogni volta che spostava il peso, Isabel si avvicinò a suo padre, e gli schioccò un bacio sulla guancia, le labbra entrarono in contatto con la barba trascurata, che la punse, “Buongiorno papà !” cercò di essere il più felice possibile nel esclamare quelle parole, suo padre la guardò e i suoi occhi verdi si illuminarono, facendo un sorriso pacifico le rispose “Buongiorno a te cara” Isabel si incuriosì “Perchè ti sei svegliato così presto ?” suo padre distolse lo sguardo “Ho, sta mattina non avevo sonno” le occhiaie, le suggerirono che stava mentendo “Dopo scuola ti va di andare a fare una passeggiata nel parco ?”auggerì lei, suo padre ricominciò ad strastullarsi con la pentola “Ok, però prima fai i compiti ”. Isabel fu felice che il padre avesse voglia di uscire, era quasi una settimana che non usciva di casa, oltre per fare le visite mediche di routine. Appena sentì che in televisione stavano per annunciare le notizie del mattino, Isabel raccolse velocemente lo zaino sul divano e salutò il padre frettolosamente, quando uscì di casa vide che l’autobus la stava aspettando e l’autista la stava guardando e picchiettava il dito grassoccio sull’orologio al polso, Isabel corse più che potè per arrivare, salendo si scusò per il ritardo e con lo sguardo cercò l’amica Katie. Quando si avvicinò l’amica la guardò dall’alto in basso, Isabel chiese seccata “Che c’è ?”, Katie scoppiò una bolla con la lingua e la guardò “Quando ti deciderai a vestirti in modo più decente sembri appena uscita dall’esercito !”, Isabel non potè trattenere una risata “Non indosserò mai le magliette attilate che mi regali sono oscene, quasi al limite dell’indecenza !”, quando si guardarono negli occhi scoppiarono entrambe a ridere Isabel e Katie erano sempre stati agli opposti.

Katie era bionda e sfoggiava sempre dei riccioli perfetti, la sua pelle era sempre stata abbronzata, adorava il rosa e il suo hobbie era lo shopping, al contrario Isabel teneva i capelli corti, neri e la sua pelle era sempre stata bianca come il latte, di un pallore innaturale, il rosa non era sicuramente il suo colore preferito o tutti i colori shock che Katie indossava. A un certo punto Katie le disse “Allora, vieni alla festa domenica ?”

“Naa...non è da me venire a una festa dove l’unico scopo è ubriacarsi ” Katie la guardò con il suo sguardo da cerbiatta, cioè abassare le palpebre e sbattere le ciglia convulsamente, facendo una faccia puramente innocente “ma mia cara, e per questo che tutti ci vanno !”.

Ad un tratto l’autobus frenò bruscamente e Isabel si sentì sobbalzare in avanti, avvertendo un forte dolore allo sterno, era andata a sbattere contro il sedile anteriore, mentre l’autista imprecava, tutti si alzarono per vedere cos’era sucesso, Isabel vide un ombra imponente davanti all’autobus, il senso di panico salì lentamente in tutti. “Ma che cazz.. ?” esordì l’autista, l’ombra non si muoveva rimaneva immmobile, ad un certo punto l’autista scese dal veicolo con il viso pallido e sibilò con voce tremante “Vado a vedere come stà, e che nessuno si muova da quest’autobus !”. Tutti allungarono il collo per vedere cos’era successo, Isabel sentì montare uno strano presentimento il suo sorpo le diceva di fuggire il più lontano possibile, ma la sua mente era incuriosita da quello che stava accadendo. Laurel scese per vadere cosa stesse succedendo, perchè l’autista non era ancora tornato, la presidentessa dei vari club, prese più coraggio che potè e appena passò accanto ad Isabel sentì subito il forte odore di fragola che la contradistingueva, scese gli scalini con passo malfermo, poco dopo che la sua chioma castana era scomparsa dall’autobus e tutti stavano trattenendo il respiro per l’impazzienza, fino a quando un’urlo squarciò il silenzio e tutti entrarono nel panico uscirono anche due ragazzi dell’ultimo anno e non sapendo come Isabel li seguì e lentamente così fecero tutti, quando scese l’ombra era sparita, ma a terra l’autista giaceva morto con la gola squarciata grondante di sangue, gli occhi erano spalancati e la faccia era una maschera di terore, Laurel aveva le mani davanti alla bocca e urlava, qualcuno gridò “Chiamate il 911 !” chi urlava, chi piangeva , Jeremy il nerd era svenuto, ma Isabel rimase immobile a guardare la gola dell’autista il sangue che colava dalla ferita formava una pozza intorno al corpo, Isabel non riusciva a distogliere lo sguardo da quella sostaza cremisi che macchiava l’asfalto, un senso di vuoto le opprimeva lo stomaco, dopo circa dieci minuti arrivarono l’atobulanza e le autorità che avevano dichiarato l’autista J. Ronald era deceduto in circostanze misteriose.

 

  
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