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Autore: Red Eyes_    10/08/2012    6 recensioni
Non so se va pubblicato qui e se lo posso fare, ma comunque ci provo.
Questo è il mio grido di una situazione che sono stanca di vivere da ormai 16 anni. Per questo vorrei che almeno diate un occhiate, perché voglio mandare un messaggio a tutti quanti che ritengo importante. Grazie. Se per caso ho sbagliato a pubblicarlo qui, vorrei che me lo dite gentilmente XD Per il resto...Buona lettura. Grazie mille.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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grido

Il mio Grido!


Questa non è una FF di fantasia, ma tutto ciò che scrivo è reale.
L'ho scritta e pubblicata anche per dire a chi la mia stessa
situazione di non arrendersi!
Questo è il mio "Grido" che per troppo tempo
è rimasto all'ombra.
Buona lettura!



Ancora una volta. Di nuovo. Ormai ho perso il conto di quanti lividi e segni rossi ho visto nel mio corpo.
Quanti anni sono che subisco tutto questo? 16 anni. è forse normale che in tutti questi anni
sono stata continuamente colpita da percosse?
Non dovrei divertirmi come tutti, senza aver paura di esprimere le mie emozioni?
Da quanto mi dice lei : Non posso.
Non posso piangere, ridere, fare battute, leggere, ma devo solo servirla come se
fosse il Dio in terra, perché è così che deve essere. è per questo che sono nata?
Perché crearmi se nemmeno mi volevi? è questa la mia punizione?
Se non mi volevi allora perché mi hai fatto nascere, ti prego, dimmelo. Io non capisco.
Hai voluto, invece, torturarmi giorno dopo giorno scolpendo dentro di me un dolore, una ferita - anzi, più ferite- che probabilmente
non si rimargeranno mai più.
Per colpa tua ho paura delle persone, non mi posso fidare di loro, perché tutti mi potrebbero fare del male, come fai tu.
Ho paura di mostrare cosa sono, perché potrei essere derisa, chiamata debole.
Tu, lo fai ogni giorno. Mi chiami: debole, inutile, diavolo...
Molte offese, anche troppe, che ogni giorno appena arrivi dal lavoro mi riempono la testa e risuonano di continuo
per il pomeriggio e la sera.
Sono solo io con te e nessuno mi può sentire. Nessuno può vedere le mie lacrime silenziose che scendono dalle mie guance e finiscono nel cuscino quando tu non ci sei.
Piango perché è l'unica cosa che posso fare. Annuisco ai tuoi insulti, perché se rispondo mi potresti fare ancora più male.
Sono abituata al dolore ormai, ma dentro di me è come se colpisci ogni volta con l'acido quelle ferite aperte facendomi gridare dentro, pregare di fuggire via da qui.
Fa male. Terribilmente.
16 anni così e sono già impazzita.
Psicologo, attacchi di crisi, pianti isterici...
Sono diventate cose quotidiane. Quando tu mi hai visto che piangevo dopo l'ennessima botta, mi hai preso per i capelli dicendo che se avessi continuato
mi avresti mandato da uno che mi avrebbe imbottito di farmici così tanto che avrei dimenticato anche chi ero.
Alcune volte mi chiedo perché è successo proprio a me?
Destino? Non saprei. Ma questo destino sicuramente non mi piace, non sto vivendo come una adolescente.
Vivo solo in catene e sono solo una bambola con cui lei, si sfoga ogni giorno.
Perché....non valgo nulla. Valgo quando una cosa inutile e morta, che non serve a nessuno.
Una bambola rotta che nemmeno qualcuno guarda. Mi hai rovinata.
Ricordo ancora quando sono caduta in depressione alle medie e invece di aiutarmi i mie "amici" mi
prendevano in giro. I maschi : mi scansavano e deridevano di continuo, perché non ero abbastanza troia e bella per loro.
Le femmine: mi volevano tagliare i capelli, buttare i vestiti e quando vedevano i lividi pensavano che ero scema a farmi del male da sola.
Nessuno mi credeva.  Mi credevano una matta.
Non mi importava di loro. Odiavo tutti, soprattutto tu. Dovevano andare tutti all ' inferno.
Mi hai fatto odiare il mondo intero, mi hai escluso da esso, non mi stai facendo vivere una vita
sana e normale. Sei solo una donna egoista che si diverte a far soffrire sua figlia.
Ogni volta che mi picchi, mi dai le botte in testa con un oggetto di continuo, mi graffi, tu ridi.
E nei tuoi occhi leggo il divertimento in ciò che fai.
16 anni di tortura, che stanno distruggendo sempre di più la mia mente.
Volevo farla finita sai....?
Perché vivere se tanto non servo a nessuno? Perché andare avanti così?
Meglio morire. Forse se c'è una prossima vita, sarò più felice.
Ma poi, arrivò P*.
Una ragazza, come me, conosciuta così per caso con cui iniziai a parlare amorevolmente con me. Gentilmente. Gli stavo simpatica e anche a me lei piaceva.
Parlavamo ogni giorno e mi sono sempre più affezionata a lei ogni giorno che passava, era diventata come una "mamma" per me. Una sorella maggiore.
Una persona che nell' oscurità mi ha teso la mano, con il sorriso, credendo in ciò che ero.
Mi ha mostrato una via di uscita da questo inferno che ancora sta continuando.
E da P, sentì anche il mio primo : Ti voglio bene!
Detto con sincerità. Nessuno me lo aveva mai detto.
Mi sentì felice, da morire, non mi sembrava vero. Una frase così semplice che riesce a farti sentire benissimo.
E poi, mi abbracciava, riempiva di attenzioni come una cucciola.
Dalla ragazza che odiava il mondo, mi ha cambiato in colei che invece sorride alla vita, per quanto buia può essere, di non arrendersi mai.
Le devo molto, per questo le sarò per sempre riconoscente.
P sapeva della mia situazione e per questo cercava di aiutarmi, ascoltarmi quando ero triste e sostenermi ogni volta. Non voleva cambiare nulla in me,
ero perfetta così come sono. Mi ha fatto essere fiera della persona che sono.
Andò così per tempo, però....

Successe di nuovo. Per qualche mese era andato tutto liscio e anche le botte erano meno frequenti, ma era solo una dannata illusione, perché
lei, iniziò nuovamente a torturarmi più di prima, continuando a minacciarmi con i coltelli da cucina puntati allo stomaco.
Davanti al mio migliore amico R a riempirmi di botte con i tacchi o cose solide. E lui doveva guardare senza dire nulla.
Mi sentivo umiliata. Non davanti a loro ti prego.
Da quel momento continuarono a succedere una serie di eventi che mi portarono ad un gesto di cui mi sono molto pentita:
Mi sono auto lesionata.
Appena dopo aver discusso con quella donna, in preda ad una completa crisi, ho preso il primo coltello che avevo in mano e mi sono tagliata le vene. Volevo che
quel sangue con cui era mischiato anche il suo DNA sparisse.Non sentivo il dolore della ferita, non sentivo nulla.
Lo feci proprio davanti a lei. Ma lei, non fece nulla, restò a guardarmi , prendendo l'oggetto tra le mie mani pulendolo, senza nemmeno guardarmi.
In quello stesso momento arrivò mio padre, che subito accorse in mio aiuto. I ricordi di quel momento sono un pò confusi, poiché
non ero in me. Persi completamente il controllo.
Mi sono pentita di ciò. Non dovevo farlo, in rispetto a quelle persone che mi volevano bene, per P, per R , per mio padre e per LUI.
Oh, lui....il primo ragazzo che mi ha fatto battere il cuore in quel modo frenetico e unico in cui solo uno sguardo
ti fa provare mille emozioni.
Ci siamo rincontrati in piscina, grazie ad un nostro amico in comune. Eravamo alle medie insieme, era l'unico che non mi prendeva in giro
anzi, gli sono sempre piaciuta per qualche strano motivo. Mi ha aspettato. è sempre stato innamorato di me e mai di nessun' altra per tutto questo tempo.
Anche a me piaceva, ma....avevo paura di ciò che provavo io stessa.
Comunque, quando lo rividi sentì una piacevole sensazione dentro il petto, come una fiamma che si riaccende dopo tanto tempo.
I suoi occhi smeraldi, così sinceri, così meravigliosi. Un mare verde in cui sperdermi e lasciarmi cullare.
Da quel giorno in piscina abbiamo continuato a sentirci ogni giorno, lui era davvero gentile con me, mi faceva sentire bella e speciale per qualcuno.
Mi accettava. In tutto e per tutto, non gli importava dei miei difetti e se ero leggermente lunatica ( o "ciucca" come dice lui), mi amava
e mi ha sempre amato perché sono sincera, semplice e di una dolcezza infinita di cui pochi si sono accorti.
Mi ha accettato anche per il fatto che mi piacciono anche le donne ( lo dico chiaramente.)
una cosa che si è sempre visto fin da piccola.  Non gli importa. Se quella è una parte di me, allora va bene.
E nel tempo anche io mi sono sempre più innamorata di lui, ogni giorno di più. Non ho mai capito cos' era l'amore, ma forse finalmente l'ho capito.
E poi dopo il mio viaggio dalla Francia, ci baciammo in casa sua.
Dio, se ricordo quel momento...era...così intenso. Un' esplosione di sentimenti che si fusero insieme. I nostri cuori che battevano insieme, il calore delle sue labbra, le sue mani
che con delicatezza mi toccavano i capelli come se fossi qualcosa di fragile e prezioso. Il suono dei nostri respiri che si fondevano insieme come una cosa sola.
Da quel giorno noi stiamo insieme, c'è fiducia tra di noi, mi sostiene. Mi rende VIVA.
è quasi un anno che stiamo insieme, è quasi un anno che mi ha fatto ridere, emozionare, sentire la ragazza che vuole per la vita accanto a sè.
Lui e P, mi hanno aiutato molto. Mi hanno fatto capire  che la vita va vissuta, che c'è sempre la luce. Basta solo avere il coraggio di cercarla.
Ancora oggi io mia madre mi picchia, mi offende ogni giorno in modo pesante e tira oggetti addosso, ma io mi rialzo in piedi
gli rispondo a tono, mostro liberamente ciò che sono. Quelle lacrime che prima erano silenziose, ora sono diventante un GRIDO.
Un grido di coraggio e disperazione allo stesso momento. Un grido di chi è stanco di ciò e vuole sfogarsi facendo sapere a tutti
che se conoscono persone che vivono questa situazione di non chiudere gli occhi, ma di aiutarla.
E per chi la vive, non arrendetevi. Non fatevi sottomettere dal dolore.
Andate avanti, sorridete. La luce c'è. Non sarà buio per sempre.
Fatevi coraggio e tirate fuori cosa avete dentro.
Gridate al mondo il vostro dolore, la vostra furia, la vostra voglia di vivere come si deve a tutto il mondo
così degli occhi si rivolgeranno verso di voi e vedranno la persona che siete.
Riusciranno a capire che anche voi siete un essere umano, come tutti gli altri.
Non contate la ragazza, la situazione famigliare, l'orientamento sessuale.
Non soffocate le lacrime.
SE VOLETE PIANGERE FATELO.
SE VOLETE RIDERE, RIDETE.
SE VOLETE GRIDARE DI RABBIA, GRIDATE.
SE VOLETE VIVERE, VIVETE!
SERVE SOLO IL CORAGGIO DI ANDARE AVANTI!
Io ci sono riuscita grazie a loro a delle persone meravigliose che mi hanno spronata a vivere.
E anche se sono rinchiusa in questo inferno, ho il coraggio di combattere e so che un giorno tutto questo finirà.
QUESTO è IL MIO GRIDO DI RABBIA E VOGLIA DI VIVERE!




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Bene. Mi sento meglio sinceramente. Forse nessuno leggerà questo sfogo, ma spero anche di aver mandato bene il mio messaggio. Perchè non credo di essere solo al mondo di vivere una cosa del genere.
C'erano anche altre cose da dire, ma ho detto solo quello che serviva.
* P, R, e LUI: Allora, ovviamente è chiaro che lo resi anonimi. Ma l'ho voluti indicare con una lettera, solo loro possno capire che l'ho scritti qui.
Lei: Sarebbe mia madre. Credo proprio che si sia capito, ma tengo comunque a precisarlo.
Io vi lascio, alla prossima :)
  
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