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Autore: willbeyoungforever    10/08/2012    1 recensioni
Quinta storia che fa parte del progetto Disney!Gay, ossia la trasposizione con le ship di Glee (Faberry - Brittana - Klaine) delle storie Disney. Questa volta saremo alle prese con Rachel e Quinn nei panni di Rapunzel e Eugene.
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Rachel sogna Broadway. Come regalo di compleanno decide di chiedere ai suoi papà di portarla a NY, ma loro inspiegabilmente si rifiutano.
Quinn è la bad girl che tutti noi ricordiamo, capelli rosa e look punk...
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Santana Lopez | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney!Gay'
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Capitolo 5: Con la tua magia
 
“Quinn, Quinn…ti prego….possiamo rallentare adesso?” chiese ansimando Rachel all’amica che non aveva ancora smesso di correre come una pazza.
“Rach, dobbiamo allontanarci ancora un po’!” rispose quella, senza mai lasciare la mano della ragazza mora.
Rachel continuò a correre stremata, cercando di tenere il passo di Quinn, lungo il ciglio dell’autostrada, sotto la pioggia incessante.
Finalmente Quinn si fermò ed entrambe le ragazze si presero qualche istante per recuperare il fiato.
“Chi erano quelle persone, Quinn?” chiese Rachel, con il fiatone “e cosa vogliono da te?”
“Persone a cui non piaccio….diciamo che non sono molto popolare ultimamente” rispose la ragazza, sorridendo goffamente. Aveva tutti i capelli rosa bagnati e appiccicati sul volto, e anche tutto il trucco nero e pesante le si era sbavato attorno agli occhi. Nonostante questo Rachel la trovava ugualmente bellissima.
Le mani delle due ragazze erano ancora intrecciate, e quel contatto rendeva la morettina particolarmente agitata.
“Rachel” disse Quinn stringendo involontariamente le loro mani “dobbiamo trovare un posto dove stare a dormire…un posto dove nessuno ci può trova-“.
La ragazza non riuscì a finire la frase perché alle sue spalle comparvero prima Santana e Figgins, e subito poco dietro Ronnie e Sheila.
“Ora non riuscirete a sfuggirci, Faberry” disse Figgins con il suo particolare accento.
Le due ragazze non si domandarono nemmeno cosa significasse quel nomignolo; la cosa più importante in quel momento era cercare una nuova via di fuga. Correre non se ne parlava proprio. Erano stremate, non sarebbero mai riuscite a distanziarli abbastanza.
Rachel prese il coraggio a quattro mani e afferrò la sua borsetta marrone e senza preavviso la scagliò contro la faccia di Ronnie, tramortendola.
“Accidenti Rach, quella cosa è davvero un’arma micidiale! Devo assolutamente procurarmene una!” disse Quinn a metà tra lo stupore e la gioia.
“Smettila di parlare, e inventati qualcosa!” rispose sicura l’altra ragazza.
Quinn senza farselo ripetere due volte, con uno scatto spinse Sheila, che scivolò sulla terriccio bagnato. Quelle due erano troppo stupide, non c’era nemmeno competizione. Lo stesso valeva per Figgins. Infatti Quinn si avvicinò a lui, e con una mossa svelta gli abbassò i pantaloni, lasciandolo in mutande, e totalmente sconvolto. L’uomo non si aspettava una mossa del genere, per questo non fu nemmeno pronto a reagire quando Rachel lo colpì in viso con la sua borsa.
Ora l’osso più duro da sconfiggere era Santana.
Quinn e Rachel iniziarono a guardarsi attorno, e scorsero poco distante una specie di baita.
Cosa ci facesse una casetta del genere in metto alla Freeway, era assolutamente un mistero, ma in quel momento era la loro unica fonte di salvezza.
A Quinn bastò fare un cenno con il viso per far capire a Rachel che doveva correre li dentro.
La morettina con le sue ultime forze si diresse il più velocemente in quella direzione, lasciando però la sua arma (ossia la borsa) all’amica.
 
“Santana, una volta eravamo amiche, che ti è successo?” cercò di convincerla Quinn.
“Che è successo a me? Io piuttosto mi farei la domanda opposta Fabrey…guarda come sei ridotta! Eri una delle ragazze più belle e popolari…e ora guarda come sei conciata!” la rimproverò Santana.
“E’ solo per questo che ti sei schierata dalla parte del preside? Perché non ti piace come mi vesto?” chiese Quinn facendo qualche passo indietro.
“Tu ti sei bevuta il cervello, Fabrey! Ti stai rovinando! Io, il preside e la Sylvester vogliamo farti tornare in te!” rispose Santana avvicinandosi sempre di più con fare minaccioso alla ex amica.
“Perché vi interessate tutti a me? Non pensate che è un po’ troppo tardi?” chiese la ragazza, con la voce rotta dal pianto.
“Smettila, Q. io ti sono sempre stata vicino!”
“Ah si? Anche quando la coach mi ha sbattuto fuori dalla squadra? Anche quando ho dovuto dare in adozione la mia bambina? Non mi pare Santana…non mi pare!”
“Q. tu sei meglio di così, perché non ti valorizzi? Smettila di sminuirti…”
Quinn nel frattempo continuava a retrocedere lentamente, il suo obiettivo era quello di raggiungere la baita, e sperare che ci fosse una serratura.
In quel caso sarebbe riuscita a chiudere fuori Santana, e con quella pioggia la ragazza si sarebbe allontanata per cercare un posto sicuro dove passare la notte.
Cercò di attuare quel piano, ed effettivamente ci riuscì; non appena la distanza tra lei e l’ispanica fu sufficiente, fece un piccolo sforzo e riprese a correre verso la porta della casetta, tenuta aperta da Rachel. Appena riuscì a fiondarsi al suo interno, la richiuse alle sue spalle, e fortunatamente vi trovò un’ottima serratura.
Le due ragazze sbarrarono la porta a chiave, e poi si accasciarono al suolo.
“E ora?” chiese Rachel, dubbiosa, sentendo la voce di Santana alle loro spalle, e i colpi che la ragazza stava tirando alla porta.
“Ora non possiamo far altro che aspettare. Santana non passerà mai tutta la notte qua fuori come un cane da guardia…per di più con tutta questa pioggia…”
”Tu dici, Fabrey?” replicò l’ispanica dall’altro capo della porta.
 
Quinn e Rachel riuscirono ad appisolarsi un pochino, solo quando Santana smise di battere sulla porta come un’ossessa.
Le due ragazze cullate dal suono della pioggia scrosciante, si addormentarono una accoccolata all’altra, con tutti i vestiti e i capelli bagnati.
Quando Rachel riaprì gli occhi, vide Quinn di fronte a sé che stava giocherellando preoccupata con la sua chioma rosa.
“Qui-Quinn…qualcosa non va? Ti vedo pensierosa…” chiese Rachel titubante.
“No, tranquilla Rachel…tutto ok…” rispose quella, con poca convinzione.
“Sei…sei sicura? Mi sembri turbata…è per colpa di qualcosa che ha detto Santana? Sai…anche se ero distante sono riuscita a captare comunque qualche frase…”
“Probabile…” rispose quella abbassando lo sguardo sulle sue scarpe nere.
“Ma non ne vuoi parlare, è così, vero?”
“Esatto…”
“Ok…però sappi che io sono qui se hai bisogno…tu stai facendo così tanto per me….ascoltarti è il minimo che possa fare…” rispose Rachel. La ragazza poco dopo, come colta da un’improvvisa illuminazione aggiunse “Aspetta! Ho un’idea! Molto dicono che la mia voce è magica, lo sai?”.
Quinn alzò finalmente i suoi bellissimi occhi verdi, incrociandoli con quelli castani dell’amica, facendo un’espressione buffissima.
“Non fare quella faccia! E’ vero! La mia voce ha il potere di guarire le ferite più profonde! Ti va di sentire?”
“Guarda che le mie sono belle profonde!” disse Quinn diverita.
“E io sono molto brava! Ora stai in silenzio e ascolta!”
Rachel prese la mano di Quinn, e poi la obbligò a chiudere gli occhi.
Dopo qualche secondo iniziò ad intonare le prime note della primissima canzone che i suoi genitori le avessero mai insegnato:
 
“Flower Gleam and Glow
Let your power shine
Make the clock reverse
Bring Back what once was mine
Heal what has been hurt
Change the Fates' design
Save what has been lost
Bring back what once was mine
What once was mine”
 
Quinn non potè far a meno di commuoversi sentendo quella dolce melodia.
“Co-come ti senti?” chiese titubante la morettina.
L’altra ragazza riaprì gli occhi e in un sussurro disse “Grazie”.
Rachel era riuscita nel suo intento, con la sua voce aveva toccato il cuore di Quinn Fabray, scaldandolo.
 

*

 
 
“Salve signori Berry, mi spiace disturbarvi così di primo mattino, ma volevo semplicemente avvisarvi che la vostra adorata figlioletta Rachel, è stata rapita da una poco di buono di nome Quinn Fabray, una ragazza di facili costumi che frequenta brutte compagnie. Sospettiamo che siano dirette a New York…come dite? Voi siete già li? Perfetto! Io e la mia squadra stiamo per prendere un volo per la Grande Mela…ci vediamo là. A presto”.
Il preside Figgins riattaccò il telefono e poi rivolse uno sguardo soddisfatto a Sheila e Ronnie, aggiungendo: “Abbiamo Fabrey in pugno, ormai!”
 

*

 
Rachel si risvegliò a causa del telefono che le squillava nella tasca. Stropicciandosi gli occhi, si ritrovò accoccolata contro Quinn.
Arrossendo vistosamente, si allontanò subito dal corpo dell’amica, e poi si affrettò a rispondere al telefono.
Per non disturbare la ragazza che stava ancora dormendo placidamente, si diresse nel bagno di quella piccola baita, chiudendosi la porta alle spalle.
“Si?” domandò, parlando sottovoce.
“ODDIO RACH, MA ALLORA SEI VIVA! MA DOVE SEI? E CHI è QUESTA FABREY CHE TI HA RAPITO?”
Rachel era confusa. Le voci dei suoi due papà si sormontavano preoccupate dall’altro lato del telefono.
“Papà? Ma che vi prende?” chiese la ragazza turbata.
“Rachel ci ha appena chiamato il preside della tua scuola, spiegandoci che una pazza ti ha rapito e ti sta portando a New York! Tesoro noi non abbiamo i soldi per pagare un riscatto, lo sai vero?”
“Ma cosa state dicendo? Siete impazziti? Nessuno mi ha rapito! Quinn è una mia compagna di classe! L’ho incontrata in aeroporto…”
“Com’è fatta?” chiese immediatamente Leroy.
“Dio papà, è una ragazza normale, è solo un po’ eccentrica…”
“In che senso? Anche tu sei eccentrica, tesoro mio…” chiese Hiram dall’altro lato della cornetta.
“Si ma io non ho i capelli rosa…” rispose seccata Rachel.
“Rosa?!” dissero all’unisono i due uomini.
“Dio papà, non fatene un dramma! È  un colore come un altro…”
“Non è per questo, Rachel! Quella ragazza è tutta vestita di nero, con degli anfibi neri, e delle calze a rete nera?” chiese Hiram, quasi facendole l’interrogatorio.
“Si…ma come fai a saperlo?”
“Dove siete adesso? Veniamo immediatamente a prenderti Rach! Quella ragazza è una ladra e anche una bugiarda!”
“Ma cosa state dicendo?” chiese sconvolta Rachel.
“Rachel, quella ragazza ci ha rubato una collana all’aeroporto…non fidarti di quello che ti racconta! E’ subdola!”
”Non vi credo!”
“Vai a controllare! Ha una collanina di Tiffany con una R….era per te, Rach!”
Rachel rimase attonita sentendo quella confessione.
“Sta con te solo per rapinarti!” aggiunse Hiram preoccupato.
”Non voglio sentire le vostre sciocchezze!” disse la morettina improvvisamente, chiudendo la chiamata sconvolta.
Decise addirittura di spegnere il cellulare, per evitarsi qualsiasi chiamata.
Certo quello che le avevano detto i suoi papà era vero, in parte. Quinn aveva quella collanina con la R, ma non poteva essere una subdola ladruncola che la stava sfruttando solo per derubarla.
No, Rachel aveva scoperto il vero carattere di Quinn.
Era una ragazza dolcissima e anche molto sensibile. E forse Rachel si stava innamorando di lei.
Non poteva credere che le parole dei suoi papà fossero vere.

Ecco a voi il nuovo capitolo!
Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono/seguono/recensiscono la storia!
Alla prossima e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate
baci
Ottavia
   
 
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