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Autore: Yu_Kanda    10/08/2012    7 recensioni
Kanda è ossessionato da un sogno che ha fatto; Lavi è ossessionato dallo strano comportamento di Kanda dovuto al sogno. E se le due ossessioni finissero col coincidere?
[LaviYUU]
[Pubblicata per il LaviYuu Day 2012]
[Fanfiction Classificata 1° e vincitrice del premio 'LOL' al Contest "Due Cuori e..." indetto da Hariken e Silyia_Shio sul Forum di EFP]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, PURTROPPO è tutto in mano a quella pazza della Hoshino... Perchè, se fosse stato altrimenti... Il manga non sarebbe diventato un'accozzaglia informe di assurdità, e Lavi sarebbe insieme a Kanda da un bel pezzo!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!



 


Why Yuu have to be so Sharp? - Due Cuori e una Katana


Capitolo
2: Chi Ha Detto che i Sogni Svaniscono Quando Viene il Giorno?

 

 

La Caffetteria era discretamente gremita, notò Lavi con soddisfazione. La confusione che vi regnava avrebbe coperto il rumore dei passi e mascherato i suoi movimenti, ma cosa ancora più gradita, Yuu gli stava dando convenientemente le spalle. Intrufolarglisi sotto il tavolo sarebbe stato uno scherzo, si disse il giovane.

Bloccò appena in tempo il saluto di Jerry portandosi un dito alle labbra, mentre gli sfilava davanti per poi acquattarsi in terra e infilarsi sotto la fila più vicina di banchi. Iniziò a strisciare carponi fino a quello al quale sedeva Kanda, badando bene che nessuno notasse quella manovra.

Il cuoco, senza parole, si abbassò dietro al bancone tirando fuori la cassetta del pronto soccorso; bè, insomma, conoscendo i soggetti non si poteva mai sapere, bisognava essere previdenti...

Uno dei Finder però notò il movimento sotto il proprio tavolo indovinandone lo scopo e bisbigliò qualcosa agli altri: il brusio di voci cessò di colpo.

Kanda sollevò la testa per capire che diavolo potesse essere successo di tanto eclatante da zittire tutti così d'un tratto, la sua amata soba ancora tra le bacchette, ma non notò nulla di insolito. Eppure i Finder sembravano alquanto sulle spine. Chissà perché.

"Tch. Idioti," pensò Kanda, tornando a concentrarsi sul proprio pasto.

In quel momento fece il suo ingresso Allen, salutando tutti con il solito fare allegro e cordiale. Jerry accolse l'arrivo del giovane Esorcista con un'espressione sollevata, ammiccando verso di lui e rivolgendogli gesti e smorfie, per attirarne l'attenzione sulla catastrofe che era certo stesse per avere luogo.

Che strano, si disse Allen, Jerry appariva preoccupato, gli faceva cenni strani e lì c'era troppo silenzio... davvero insolito. Lo sguardo del nuovo arrivato venne catturato dal saluto di un'altra Esorcista, Lenalee, che lo chiamava al proprio tavolo. Allen si diresse verso di lei, inoltrandosi fra le file di panche e banchi, quando un guizzo di rosso sotto uno di essi attirò la sua attenzione. Il ragazzetto si sporse per vedere di che potesse trattarsi, realizzando che proprio a quel tavolo sedeva Kanda.

ARGH. Troppo tardi, l'Esorcista Giapponese aveva notato di essere osservato. Allen gli rivolse un sorriso imbarazzato, ricevendo il solito 'CHE' insofferente in risposta, quindi il suo sguardo fu catturato di nuovo dal lieve movimento di rosso sotto il tavolo. Incuriosito ancor più che spaventato dallo sguardo omicida di Kanda, Allen si chinò leggermente, paralizzandosi nel riconoscere Lavi, che lo salutava dal pavimento, agitando la mano con quella sua espressione ebete stampata sul viso.

- L-Lavi? - balbettò, senza pensare alle conseguenze che il pronunciarne il nome avrebbe potuto avere. - Perché...? - fece per chiedere, ma non ebbe il tempo di terminare la domanda.

Kanda scattò immediatamente, piegandosi a guardare sotto al tavolo e trovandosi faccia a faccia col volto sorridente di Lavi.

No. Questa era una persecuzione, non bastavano le allucinazioni, ora anche la versione in carne e ossa lo tormentava. Kanda riesaminò la sua ultima considerazione: Lavi era solito tormentarlo, quindi quella rappresentava la normalità e lui non avrebbe dovuto turbarsi più di tanto per qualcosa cui era più che abituato... Eppure, ora scoprire che era nascosto lì sotto a spiarlo lo faceva sentire vulnerabile e, soprattutto, lo imbarazzava. Molto.

- Che ci fai sotto il mio tavolo? - sibilò, tentando di mantenere la voce sufficientemente minacciosa. Lavi lo salutò a gesti, sforzandosi di mettere insieme una scusa plausibile per la sua presenza sul pavimento della mensa, carponi e quasi fra le gambe di Yuu.

- Allora mi vedi? - replicò sorpreso, registrando il crollo di tutte le sue supposizioni riguardo il comportamento bizzarro di Kanda.

- Certo che ti vedo, idiota! - ruggì quest'ultimo, afferrando l'intruso per la collottola ed estraendolo brutalmente da sotto l'improbabile nascondiglio. - Mi spii? - aggiunse in un tono che definire ostile era un eufemismo; ma una volta faccia a faccia con l'oggetto della sua ira, non riuscì a mantenere il contegno furioso.

Non di fronte all'espressione genuinamente meravigliata – e intimorita – di Lavi. Un sopracciglio iniziò a tremargli leggermente, mentre si sforzava di continuare a guardarlo in modo truce.

- Eri così intento che pensavo stessi sognando a occhi aperti. - disse il povero malcapitato, come se potesse essere una giustificazione valida per la sua presenza sotto il tavolo della mensa sul quale l'altro stava mangiando. - Sai che i sogni sono lo specchio dell'anima?

Gli occhi di Kanda si dilatarono nell'udire quell'affermazione. Serrò la stretta sulla sua vittima e iniziò a tremare visibilmente.

Staperuccidermi, staperuccidermi, staperuccidermi, ripeteva la mente di Lavi a ciclo continuo. Che aveva detto mai per farlo infuriare così?

Kanda non poteva credere alle sue orecchie. Il bastardo stava insinuando forse che la colpa del sogno (che non aveva fatto) ricadeva solo su di lui? Che il suo inconscio aveva trasformato in immagini qualcosa che lui desiderava accadesse? No, si sbagliava. Lui non provava niente per un idiota cronico come Lavi. Desiderarlo? Semplicemente ridicolo.

Bugiardo.

Ignorò la vocina interiore che l'aveva appena insultato.

Tch.”

Lavi emise una risatina imbarazzata, aspettandosi di essere colpito in qualche maniera, ma, prima ancora che qualcuno pensasse di intervenire per separarli, Kanda lo mollò all'improvviso. Girò sui tacchi e si avviò con passo deciso fuori dalla mensa.

- Y-Yuu? - chiamò Lavi, incerto, ma il giovane non si voltò indietro.

Allen aveva assistito all'intera scena, combattuto se intervenire oppure no. Sapeva che i due amici erano soliti litigare a quel modo e che Kanda non avrebbe mai realmente ferito Lavi, a dispetto di ciò che poteva dire o minacciare di fare. Però, nonostante complessivamente il suo comportamento rispecchiasse la norma, c'era qualcosa fuori posto. Era... strano.

- Ma che ha? - commentò, altrettanto perplesso.

- Vorrei tanto saperlo anche io. - borbottò Lavi nel raggiungere lui e Lenalee, con l'intento di sedersi insieme a loro per mangiare. Avrebbe ripreso le sue attività spionistiche dopo pranzo.

Anche Jerry tirò un sospiro di sollievo nel vedere che la situazione si era risolta e tutti i presenti erano interi e ansiosi di mangiare.

- Ti ha graziato, ragazzo mio. - canzonò l'apprendista Bookman, mettendo via l'attrezzatura medica. - Ero già pronto a rattopparti, sai.

- Già, non è strano? - concordò Allen.

- Kanda sembra turbato ultimamente. - si aggiunse al coro anche la voce di Lenalee.

Lavi spostò lo sguardo dall'uno all'altro dei presenti. Maledizione, non poteva permettere loro di interferire con la sua missione privata, voleva essere il solo a scoprire cosa angustiava l'impassibile Kanda Yuu!

- E quando non lo è? - sdrammatizzò. - Gli passerà. Spero. Mangiamo? - si sedettero tutti, annuendo concordi.

 

 

Lavi lasciò la mensa pensieroso, riflettendo su cosa potesse essere che affliggeva tanto Yuu da farlo diventare distratto e assente a quel modo. Decise che glie lo avrebbe chiesto direttamente, ma non riuscì a trovarlo da nessuna parte, sembrava svanito; fu invece Bookman a trovare lui, riportandolo senza tanti complimenti alla biblioteca per fargli terminare il proprio lavoro.

Più tardi, quella sera, Lavi decise che avrebbe lavato via la stanchezza con un bel bagno caldo. Si spogliò distrattamente, quindi avvolse un asciugamano attorno alla vita e aprì la porta a vetri che separava l'antibagno dalla sala in cui era la grande vasca colma d'acqua bollente. Restò a bocca aperta nel trovarsi di fronte Kanda, che si stava avvolgendo a sua volta nell'asciugamano. Wow.

Doveva essere uscito dall'acqua in quel momento e gli voltava le spalle; si stava sistemando il telo intorno ai fianchi, i capelli bagnati che gli ricadevano in ciocche lungo la schiena. Lavi non poté resistere e lo abbracciò da dietro, ridendo.

- Ti ho trovato finalmente! - gli sussurrò all'orecchio in tono scherzoso.

Kanda si irrigidì tra le sue braccia, iniziando a divincolandosi con forza immediatamente dopo, e Lavi avrebbe detto che fosse in preda al panico. Si aspettava rabbia, perché mai Yuu era spaventato? Da cosa poi?

- Lasciami andare, idiota! - gli intimò il giovane, raddoppiando gli sforzi per liberarsi, col risultato che entrambi persero l'equilibrio e il suddetto idiota gli rovinò sopra con tutto il suo peso.

- Mi dirai perché sei così strano? - chiese questi in tono serio, guardandolo dritto negli occhi.

Kanda si sentì morire, percepiva ogni singolo centimetro del corpo seminudo di Lavi contro il proprio e la loro posizione in aggiunta non aiutava di certo. Con la mente già ripensava al sogno che non poteva più negare a sé stesso di aver fatto, e quella certa parte di lui stava reagendo allo stimolo. Lavi si sarebbe accorto. Avrebbe capito cosa lo turbava. Un senso di profonda vergogna lo invase; distolse lo sguardo, piegando il viso di lato.

L'unico occhio di Lavi si dilatò per la sorpresa percependo la leggera pressione contro il proprio inguine. Non poteva essere...

- Y-Yuu? - esclamò; all'improvviso si figurò cosa il giovane sotto di lui stesse facendo un attimo prima, quando l'aveva visto armeggiare davanti a sé con l'asciugamano, o almeno così aveva creduto. - Io... non mi aspettavo che anche tu sentissi questo tipo di necessità... mi dispiace... averti interrotto. Ecco, credo che dovrei, uhuh, andar via e lasciarti solo...?

- Cosa? - Kanda sbiancò, tornando a guardarlo, confuso. Poi capì. - Non è come pensi, io non...

Lavi gli rivolse un sorriso comprensivo, toccandogli la fronte in modo scherzoso con la punta del dito indice.

- Yuu non puoi negare l'evidenza... cos'è che preme contro di me altrimenti? - affermò, sinceramente incuriosito dall'incredibile rivelazione.

- N-Non crederai che io... - balbettò Kanda, cercando di giustificarsi; altra nota stonata.

Perché Kanda Yuu non balbetta. Mai. In nessun caso. Eppure stavolta era successo. Il suo sangue freddo era andato a farsi benedire e lui si sentiva smarrito come un bambino che ha paura del buio.

- Non c'è nulla di male Yuu, tutti i maschietti lo fanno. - ridacchiò Lavi, estremamente compiaciuto di aver scoperto questo lato così genuinamente umano dello stoico samurai.

Questi però lo guardò inorridito, facendolo rendere conto di aver toccato un tasto sbagliato.

Tutti i maschietti lo fanno. Tutti, tranne Kanda Yuu.

Eppure... Lavi si sollevò abbastanza da poter toccare con mano quell'evento incredibile, ma l'altro lo scalzò approfittando della ritrovata mobilità. Scattò in piedi e guadagnò lo spogliatoio, da cui, gettatasi l'uniforme sulle spalle fuggì di corsa. Altro evento storico.

Perché Kanda Yuu non scappa. Mai.

Ciò nonostante, era appena corso via come se avesse avuto il diavolo alle calcagna.

Lavi fissò la porta aperta costernato: questa volta aveva combinato un gran bel guaio, davvero. Mortificare a quel modo Yuu, non glie lo avrebbe mai perdonato.

 

 

Lavi quella notte non riuscì a chiudere occhio, ripensando all'accaduto. Non tanto per la situazione imbarazzante o per la scoperta fatta sulla vita sessuale di Yuu, no. Lo sconvolgeva il fatto che aveva goduto del contatto, che il percepire l'erezione di Yuu contro di sé l'aveva riempito di desiderio.

In realtà, non aveva mai ponderato molto sui sentimenti di amicizia che nutriva per il giovane, accantonandoli in un angolo del suo 'io' come gli raccomandava sempre il vecchio Bookman.

Sembrava proprio che non fosse per nulla amicizia ciò che lo spingeva a cercare per gioco il contatto fisico con Yuu, oppure il caparbio inseguire la compagnia di lui, come invece pretendeva di convincersi. Ne era prova inoppugnabile il pensiero insistente che ora gli girava in testa chiedendo: "A chi pensava Yuu, mentre...?"

Un interrogativo che lo dilaniava. No, la gelosia lo dilaniava. E non sapeva come gestire la cosa.

 

 

Il giorno dopo, Kanda era sparito. Lavi avrebbe voluto scusarsi con lui quella mattina, ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte e l'incertezza sul loro attuale rapporto lo angustiava da morire. Voleva riportare tutto com'era prima, al solito gioco del colpisci e scappa, con lui che lo irritava e Yuu che rispondeva minacciandolo con l'amata katana. Temeva che non gli avrebbe più rivolto la parola e non poteva permettere che accadesse, doveva scusarsi, anche se ciò avesse incluso nel pacchetto un incontro assai ravvicinato con Mugen.

Ma Kanda lo sfuggiva.

Quando infine verso sera riuscì a intravederlo, il giovane gli indirizzò uno sguardo strano per poi allontanarsi, diretto chissà dove nei meandri dei corridoi della Torre. E lui non lo seguì. Se Yuu non lo voleva tra i piedi per un po' poteva capire. Avrebbe aspettato a cercare di parlargli.

Si sentiva davvero un idiota, e d'altro canto non sapeva nemmeno bene cosa avrebbe potuto dire a Yuu senza ottenere l'effetto contrario. Era famoso per farsi uscire di bocca la cosa sbagliata al momento più inopportuno.

Adesso gli serviva aiuto. Un aiuto esperto. Sì. Sospirò. Avrebbe chiesto consiglio all'unica persona nell'intero Ordine Oscuro capace di farsi dare ascolto da Kanda Yuu: Lenalee.

 

 

Approfittando di un attimo in cui la ragazza era da sola, Lavi l'avvicinò sussurrandole all'orecchio che aveva bisogno di parlarle in privato. Lenalee lo guardò stupita, quindi annuì, scambiando con lui uno sguardo eloquente.

- Si tratta di Kanda, vero? - bisbigliò di rimando. Lavi non riuscì a nascondere la sorpresa e il disappunto di essersi fatto leggere così facilmente: lui, un famoso commediante. Annuì appena e la ragazza ridacchiò. - Ce l'hai scritto in faccia. - disse; all'espressione imbronciata che il giovane le rivolse, gli posò una mano sulla spalla. - Vieni, nel laboratorio laggiù non ci disturberanno, è vuoto adesso.

Lavi la seguì senza protestare. Una volta soli, fissò Lenalee imbarazzato, non sapendo come ottenere la sua collaborazione senza rivelare i dettagli del problema.

- Allora? - chiese lei con aria di rimprovero, sedendosi. - Che hai combinato?

- Perché dai per scontato che sia colpa mia? - si lamentò Lavi; Lenalee sollevò un sopracciglio in maniera molto significativa. - E va bene, è colpa mia. Ho messo Yuu in imbarazzo e ora mi evita come la peste. - ammise.

La ragazza ridacchiò, scuotendo il capo, il che fece ondeggiare i due codini in cui teneva raccolti i lunghi capelli scuri.

- Ma è quello che fai sempre. Perché stavolta dovrebbe essere diverso? - chiese ancora; poi gli sorrise di nuovo, attendendo di ricevere una spiegazione.

Giusto, era il suo comportamento tipico, però lui non poteva rivelarle cosa lo rendeva 'diverso' senza smascherare sia sé stesso che Yuu; inoltre, aveva la netta impressione che Lenalee intuisse quando mentiva.

- Io non lo so, davvero. Yuu si comporta in modo strano e non capisco perché. - disse allargando le braccia, sconsolato. - Ero preoccupato e l'ho seguito; invece ho combinato un guaio. Potresti parlare con lui e fare in modo che non mi uccida appena mi vede? Te ne sarei molto grato.

Se Lenalee convinceva Yuu che lui era sinceramente dispiaciuto di qualunque cosa avesse fatto – e lei era molto brava in queste faccende – forse aveva una speranza di recuperare il loro rapporto di amicizia. Lei lo fissò divertita, sopprimendo un'altra risatina.

- Andiamo, conosci Kanda. Si arrabbia, ma poi gli passa. Basta aspettare un po'. - affermò, forte della sua conoscenza circa il soggetto in questione, - Ti sei scusato con lui?

Lavi aggrottò le sopracciglia. Questo era il consiglio risolutore? Certo che desiderava scusarsi, eccome se ci aveva provato, ma... lo sguardo che aveva Yuu, il modo in cui se n'era andato... lo avevano convinto che non era proprio il caso di insistere, per lo meno non in quel momento.

- No... - dovette ammettere. - Vorrei, ma non so da dove cominciare senza che Yuu usi Mugen su di me.

Sperava in un suggerimento meno ovvio, ma non poteva urtare i sentimenti di Lenalee facendoglielo notare. Inoltre, la sua priorità in quel momento era scoprire ciò che turbava Kanda, a maggior ragione ora che sospettava potesse dipendere dalla sfera sentimentale. La qual cosa creava in lui un moto di gelosia davvero seccante, considerato che non avrebbe dovuto provare alcun tipo di emozioni per il giovane.

- Capisco. - continuò Lenalee. - Quindi, come posso aiutarti?

- Verresti con me? Vorrei che osservassi il comportamento di Yuu, magari riesci a capire perché è così strano. - propose Lavi, sperando che accettasse. - In alcuni momenti pare che non ci veda; ieri credevo mi avesse scoperto. Gli stavo proprio davanti e lui mi ha oltrepassato senza notarmi.

La fanciulla assunse un'aria perplessa, restando pensierosa per qualche momento.

- E va bene, ma poi dovrai cercare di chiedergli scusa, intesi? - disse. Lavi annuì. - Siete amici e le scuse funzionano sempre, specie quando non si ha nessuna colpa. E non guardarmi così, lo sai anche tu.

Lenalee era furba ed esperta in questi sotterfugi per 'fare pace', come diceva lei, e per fortuna aveva completamente frainteso la situazione. Il che, giocava tutto a suo vantaggio.

 

 

Scivolarono in silenzio per i corridoi, in cerca di Kanda nei luoghi in cui era solito trascorrere il suo tempo quando non era via in missione, per osservarlo. Lo sorpresero che meditava e si appostarono appena fuori della stanza, come aveva fatto Lavi il giorno precedente.

Kanda da principio apparve sereno e concentrato, ma poi le sopracciglia gli si aggrottarono, iniziando a tremare. Ruppe più volte la posizione per imprecare e colpire il pavimento col pugno e questo, in effetti, era strano, concordò Lenalee – portandosi le mani al viso prima di riprendere il controllo e rimettersi composto sul tatami.

Dopo la decima volta che questo accadeva, Kanda si alzò di scatto agguantando Mugen e i due spettatori clandestini quasi furono scoperti quando uscì come una furia dalla stanza, continuando ad inveire tra sé.

In realtà, avrebbero dovuto essere stati visti senza possibilità di scampo, invece Kanda aveva posato lo sguardo su Lavi e poi tirato dritto come se nessuno di loro fosse mai stato lì. Era come posseduto.

Insistettero nel seguirlo, assistendo ad altre scene insolite, e di nuovo rischiarono di essere scoperti, vicino alla Caffetteria questa volta. Dopo averlo perso di vista di ritorno dalla foresta, dove si era allenato – o meglio, aveva tentato di farlo – si erano consultati, ipotizzando che sarebbe andato a mangiare qualcosa. Però si erano imbattuti in lui prima di potersi appostare per aspettarlo, appena girato l'angolo che dava sull'ingresso della Caffetteria.

Lavi aveva abbracciato Lenalee, trascinandola contro il muro e coprendola col proprio corpo, un sorriso ebete sul viso, e Kanda era entrato lanciando uno sguardo assente verso di loro. Anche stavolta era andata! Lavi tirò un sospiro di sollievo, sbirciando dentro la stanza per vedere dove il giovane si fosse seduto.

Lenalee però, al contrario di lui, si era accorta che Kanda li aveva notati eccome e che la sua espressione si era incupita immediatamente. Ne ebbe poi conferma dallo sguardo che le rivolse quando gli passarono di fianco per raggiungere uno dei tavoli.

Appena seduti, Lavi le chiese ancora una volta cosa ne pensava del comportamento assurdo di Kanda, ma la ragazza non era affatto propensa a credere che stesse male. Anzi, si era fatta un'idea ben precisa della cosa.

- Ti vede benissimo, Lavi. - sussurrò, cercando di farlo smettere di elencare le numerose altre stranezze compiute da Kanda. - È solo molto arrabbiato. Parlagli. Cerca di chiedergli scusa e non assillarlo, ma soprattutto, sii sincero.

Sembrava facile, quando Yuu non pareva volergli permettere nemmeno di avvicinarsi. L'occhiata che gli aveva scoccato mentre passavano accanto a lui dopo essere entrati nella Caffetteria, poi, era carica di amarezza; il suo umore era a dir poco proibitivo. Come avrebbe fatto ad ottenere un'occasione di parlargli in privato?

   
 
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