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Autore: _diana87    10/08/2012    7 recensioni
Patrick Jane parte all’inseguimento della talpa di Red John, dopo aver combinato un casino dietro l’altro, ma di lui si perde ogni traccia. Teresa Lisbon, triste per la partenza del suo partner, cade in uno stato di depressione dal quale non riesce a reagire quando una notte viene aggredita violentemente. Mesi dopo, Patrick ritorna ma ha tutt’altro che buone intenzioni: ha una pistola nascosta nella sua giacca ed è pronto a fare una strage. Quando si trova faccia a faccia con Teresa, realizza quanto le cose siano cambiate ed è di fronte ad una realtà che non si aspettava...
Genere: Dark, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Grace Van Pelt, Kimball Cho, Un po' tutti, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Saaaalve

Another place to fall

 

 

 

 

"MI AIUTI A FARE UN BAGNO?"

 

 

 

 

I giorni scorrono lentamente, e in men che non si dica, è già passata una settimana.

Come ogni mattina, Teresa si risveglia tra le sue morbide lenzuola. Si alza per dirigersi in cucina, seguendo l'aroma di té che l'avvolge e le fa compagnia per la colazione. Patrick l'aiuta addirittura nelle faccende domestiche, come se fossero una coppia di sposini. Lui il marito affettuoso, lei la sposina in dolce attesa. La realtà però è ben diversa.

Intanto al CBI è già iniziata a correr voce che i due partner abbiano deciso di mollare la polizia per creare una famiglia, poiché accidentalmente, qualche giorno fa, Wayne Rigsby si era lasciato sfuggire che Teresa Lisbon è incinta.

Immediatamente si era creato il panico. Il nuovo capo del CBI aveva chiamato Lisbon assicurandosi che stesse bene, e dicendole che doveva restare a casa qualche mese. Erano in crisi, come tutti, ma dovevano concedere le ferie per maternità quando serviva.

Lisbon poi aveva voluto sentire chi della sua squadra aveva sparso la voce, così Cho e Van Pelt indicarono spudoratamente Rigsby, il quale a nulla servì nascondersi dietro il suo sandwich.

"E va bene, il danno ormai è fatto." aveva poi detto la senior agent, quasi del tutto rassegnata ad accettare la sua condizione.

 

Quella mattina, mentre il suo consulente scappa per andare nel suo covo segreto al CBI tentando di capirci qualcosa su Red John, in realtà riunendosi con gli altro componenti della squadra che stavano già indagando per conto loro, Teresa resta a casa guardandosi intorno finché non riceve la chiamata di Grace.

"Ehm capo... stanno iniziando ad arrivare messaggi e fiori di auguri..."

"Ma il mio compleanno è ancora lontano..."

"...ehm... indovina per cosa?"

Il boccheggiare dell'agente mora vale più di ogni parola. Si copre il viso, saluta la sua collega e torna nella sua stanza. Ogni qual volta che passa davanti lo specchio e si guarda di profilo, alza la maglietta per vedere se la pancia è cresciuta ancora. Nulla. Forse è impercettibile il cambiamento, forse lei si controlla tutti i giorni e non nota nulla. Non sarebbe ora di andare da un ginecologo?

Sbuffa e manda al diavolo ogni suo pensiero. Prende la giacca, la pistola e il distintivo, e ha in mente un unico posto dove desidera andare.

Ma appena apre la porta e guarda giù dalle scale, viene colpita da un flashback di quella notte. Spalanca gli occhi. Guarda di sotto e ha le vertigini. Tutto intorno a lei sembra muoversi. Sta cadendo a terra anche lei?

E' solo una piccola sensazione. Riesce a tenersi alzata reggendosi allo stipite della porta. Il sudore le scende dalla fronte. Forse deve rientrare, non è il caso che esca fuori.

E poi di nuovo quei flashback.

E' tutto nero intorno a lei. L'oscurità l'avvolge. Si sente così oppressa da quella figura nera che la sovrasta e abusa di lei.

Si graffia il viso, tentando di togliere quelle immagini dalla sua mente. Distesa a pancia all'aria nel suo piccolo salone, afferra il cellulare e compone l'unico numero di cui ha bisogno ora.

 

"Fatemi capire. Per tutto questo tempo, avete indagato sul caso Red John lontani dal CBI e senza che Lisbon se ne sia resa conto? State imparando proprio in fretta!"

Il mentalista fa il gesto di alzare la mano pronto per dare il cinque alla squadra di Lisbon, ma si trattiene quando Cho si schiarisce la voce guardandolo serio.

Immediatamente, Patrick si ritrae. Forse non è il momento di fare giochetti.

"Sai che il CBI non ti riammetterà più in squadra se stavolta non sei sicuro di catturare John?" dice Grace dandogli i file su cui stanno lavorando.

Il consulente biondo corruga la fronte, e gli altri non sanno se si sta concentrando per rispondere all'agente rossa, oppure per leggere e pensare ad un piano contro il serial killer.

"Con Lisbon non funziona molto? Voglio dire, l'ipnosi non sta producendo buoni frutti, quindi forse dovremmo passare noi all'azione--" Rigsby viene interrotto da un calcio da sotto il tavolo da parte di Grace.

Neanche il tempo di dire qualcosa, che il cellulare di Jane squilla. Controlla rapidamente sul display: Teresa lo sta chiamando. Lo sguardo preoccupato non passa inosservato, poiché anche gli altri agenti intuiscono che c'è qualcosa che non va.

"Lisbon? Tutto okay?"

Dall'altro capo del telefono c'è attesa. Teresa sospira, esitante. I secondi passano inesorabilmente.

Grace litiga con un pezzo di carta davanti a lei, Rigsby deglutisce a fatica, Cho giocherella nervosamente con una penna.

"Lisbon? Tutto okay?" ripete Patrick stavolta preoccupato, respirando e cercando di captare il respiro della sua partner dall'altra parte.

"Sì...sto bene..." finalmente risponde, con un filo di voce. Il mentalista riprende il suo battito naturale. "Mi aiuti a fare un bagno?" per poi tornare ad accelerarsi di nuovo.

I tre davanti a lui lo guardano in attesa di risposte e lui cerca di mantenersi calmo. Le ha appena chiesto di aiutarla a mettersi in doccia?

"Sì, Lisbon. Sto arrivando." voce controllata, mani ferme, occhi fissi su un punto indecifrato del luogo. Patrick chiude la conversazione e tenta di fare il disinvolto. Questa cosa di Teresa non ci vuole. Spera in cuor suo che non ritornino le voci a perseguitarlo e chiedergli di far del male alla donna.

Non se lo perdonerebbe mai, sopratutto perché non sarebbe in sé.

"Lisbon ha chiesto il mio aiuto. Vado da lei. Ci aggiorniamo per il piano." saluta flebile mentre si allontana.

I tre agenti si guardano l'un l'altro cercando di capire cosa abbia fatto sbiancare il loro consulente, sempre così controllato nelle sue espressioni.

 

L'agente minuta è lì seduta di spalle, col suo accappatoio addosso e i capelli tirati in su sorretti da una cipolla.

Jane lascia cadere le chiavi di riserva a terra, apparentemente meravigliato da quella bellissima vista davanti a lui. E' come se Teresa lo stesse aspettando. Si volta lentamente. I suoi occhi sono spenti; continua ad essere quel fantasma che cammina per quella casa deserta. Lui le rivolge uno sguardo pieno di compassione e con gli occhi la segue mentre si dirige in bagno, lascia cadere l'accappatoio dietro di lei e appanna la porta.

Patrick è ancora immobile, e solo qualche secondo dopo decide di muoversi, chiudere la porta e raggiungerla cautamente.

Apre la porta, quasi per timore di trovarla nuda. Combatte con il suo desiderio di vederla in quello stato.

"Teresa...posso...?"

La donna è di spalle, rannicchiata dentro la vasca. Le spalle e la schiena esposte e magre. Abbastanza magre. Tanto che Patrick, avvicinandosi, può contare le costole e quasi tracciare la spina dorsale.

"Puoi aiutarmi a... lavarmi la schiena? Non ci arrivo... e mi fa male sforzarmi..." gli dice Teresa, porgendogli la spugna color panna.

Il consulente, imbarazzato, inizia a tirarsi su la camicia, per evitare di finire inzuppato, e con un movimento delicato, quasi le massaggia la spalle, le scapole, per poi passare all'intera schiena. Con un movimento impercettibile, o almeno così pensa, percorre con il dito la sua schiena. La donna ha un brivido e il mentalista, accorgendosene, si ritira immediatamente.

"Io non---scusami, Teresa, non credo di farcela---" non riesce a terminare la frase, in preda alla commozione, che Teresa si volta, non curandosi di esporre le sue forme davanti a lui, per bloccarlo con la mano flebile.

"Patrick Jane, ti sto chiedendo un favore. Ti prego." abbassa lo sguardo, tornando a coprirsi. "Non so a chi rivolgermi se non a te."

Quelle sono le parole che sta aspettando. Quella è la sua Teresa. Quel misto prima di rabbia, e poi di fragilità, di dolcezza.

Spogliata letteralmente di tutte le sue paure, si sta esponendo sia mentalmente e sia fisicamente al suo consulente. Quell'uomo che per nove anni ha considerato il suo partner, il suo amico, per poi finire per innamorarsene.

Le sorride e ormai nessuno dei due si cura più di chi è vestito e chi no e torna a fare ciò che aveva appena iniziato.

"Voltati, così posso continuare. Anche mia moglie mi chiedeva di farlo."

"E non è imbarazzante per te?"

Lui ci pensa un po' su, poi ride di sottecchi.

"Neanche un po'."

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco sana di mente):

Capitoletto non tanto lungo, ma come al solito pieno di Jisbon.

Patrick sempre più nel lato oscuro, ma da una parte lo fa per resistere a Teresa...

D'altra parte lei, è chiusa in sé stessa, e il ricordo dell'aggressione è difficile... ma ce la metterà tutta per aiutare la sua squadra... voi che dite?

Alla prossima e grazie per chi legge, recensisce e segue la storia!

D.

   
 
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