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Autore: NicoleBiebs    10/08/2012    2 recensioni
La storia narra di una ragazza di noma Nicole, 16 anni, Italiana.. una cosa però la differenziava da tutte, amava il suo idolo come nessuno mai avesse fatto prima. E' la sua storia.. da semplice ragazza italiana a ...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Salve... tanto so che nessuno lo leggerà,
l'ultimo capitolo è stato letto da sole 24 persone
ma diciamo che posso capirlo visto che
1. come scrivo fa cagare i cani
2. o tante idee ma mi scoccio di scriverle visto che nessuno le caga
3. spero di finire la storia nel prossimo capitolo.
Quindi mi toglierò velocemente dai piedi.. 
Kiara. 

 



-3 dalla pertenza.



Scesi si sotto, iniziai a tremare all’idea di dover affrontare tutta la mia famiglia per una cosa al quanto banale.. stavo solo decidendo il mio futuro, diverso da quello degli altri. Mi ci vedevo come cantante, è stato sempre il mio sogno. Da piccola alla solita domanda “cosa vorresti fare da grande?” io rispondevo sempre “la cantante” ma crescendo mi sono resa conto che quella poteva essere solo pura fantasia, un sogno. Però il sogno sembra che stia diventando realtà, non potevo mollare proprio ora. Avevo una famiglia che mi amava, una migliore amica che era come una sorella, un ragazzo che metteva prima me anche davanti alla sua carriera, un contratto discografico che aspettava solo che prendessi una penna per firmalo.. cosa potevo chiedere di più?
Nonna diceva sempre di credere nei miei sogni, io ci ho creduto fino alla fine ed ecco il risultato.. sono quasi arrivata a destinazione.
Arrivai di sotto e vidi tutti in silenzio che si guardavano con Justin seduto sul divano con mia zia che lo confortava mentre aveva la testa bassa e le mani tra quei bellissimi capelli color biondo quasi castano chiaro.
“Justin..” con un filo di voce riuscii a chiamarlo. Mi guardò ma non rispose e ritornò nella stessa identica posizione di prima.
“Justin, ti chiedo scusa.. sono stata una stupida lo so ma ancora devo capire, ancora devo afferrare il concetto che tu sei il mio ragazzo e davanti a te hai una carriera.. ti chiedo solo di capirmi, per me è tutto nuovo.. spero che non ti sia arrabbiato.” mentre parlavo mio nonno con le mie due zie se ne andarono e lasciarono solo me e lui nella camera. Mi sedetti vicino a lui e con una mano lo scossi.
”Justin hai capito.. ti chiedo scusa.” non finii di parlare che mi abbracciò, mi strinse forte a se, capii che quell’abbraccio era “ok, ti perdono”.
”lo so, è difficile ma prima sembrava tutto più semplice. Ora con la storia del contratto le cose sembrano peggiorare che migliorare.” gli dissi cercando di farmi capire tra le righe del mio discorso.
”Ho capito a cosa intendi, le urla di tua madre si sono sentite fin qui.. Chiara io non voglio obbligarti, la scelta è tua.. solo che così sarebbe tutto molto ma molto più semplice.” mi disse guardandomi dritta negli occhi mentre mi accarezzava dolcemente la mano.
“Si lo so.. dobbiamo solo aspettare il “verdetto” di mia madre e mio padre. Spero che mio nonno abbia detto qualche buona parola.” gli risposi con tono triste e abbracciandolo appoggiai la mia testa sul suo petto, tra le sue braccia mi sentivo al sicuro.
Passò qualche minuto e tutta la famiglia venne in salone da noi, io e Justin non ci movemmo neanche di un centimetro seguimmo solo con lo sguardo mia madre e mio padre che si sedettero proprio di fronte a noi.
”Ascoltatemi bene.. abbiamo preso una decisione...” a quelle parole il mio cuore iniziò a battere fortissimo e iniziai a stringere sempre di più Justin.. “Il contratto puoi firmarlo e io e tutta la tua famiglia ti appoggerà su tutto e per tutto. Per quanto riguarda ad andare in tour con Justin anche solo per un mese la risposta è no.” disse mia madre non riuscendomi a guardare negli occhi, sapeva che mi procurava dispiacere dicendomi quelle parole.
Alla fine è andata bene da una parte ma da l’altra non poteva andare peggio. Non riuscii a trattenere le lacrime e sporcai la maglia di Justin, stringendolo più che potevo. All’idea che non lo avrei visto per sette o otto mesi, la cosa mi rattristava parecchio e cosa avrei potuto fare per impedirlo? Nulla, esattamente NULLA.
Riuscii anche a sentire il cuore di Justin, batteva fortissimo, si vede che anche lui non prese bene la notizia, continuava a toccarmi i capelli e mi madre mi accarezzò una gamba e con il labiale mi disse ‘perdonami’.
 
 
*Inizio della scuola. -3 giorni dalla partenza di Justin.*
 
Finita l’estate, fine della vita.. inizia la scuola. Ormai vado in secondo superiore e già conoscevo la mia classe, professori e diciamo anche i ragazzi delle altre classe.
Sinceramente non mi aspettavo nulla di che come primo giorno di scuola, avremmo di sicuro parlato con i professori della nostra estate, di quello che abbiamo fatto e tutte quelle cose che si raccontano, di solito, alle amiche.. almeno i miei professori sono così. ‘-‘
Quella mattina mi accompagnò mio padre con la macchina, passammo davanti casa di Gaia e ci accompagnò a scuola. Era da tanto che non vedevo la mia migliore amica, mi era mancata però senza dirgli nulla già sapeva tutto.. gliel’aveva detto Christian.. che, per la cronaca, quei due stanno benissimo e anche se stanno a chilometri di distanza il loro rapporto sta una meraviglia.
Verso il tragitto di scuola pensai ‘se Gaia e Chri ce l’hanno fatta e ce la faranno fino l’anno prossimo a stare insieme ma ognuno nel proprio paese, perché non dovremmo riuscirci io e Justin? Che differenza c’è?’ questi tipi di pensieri mi aiutarono a stare calma e soprattutto a non farmi pensare che tra soli 3 giorni il mio ragazzo sarebbe partito.
Papà ci lasciò fuori scuola e entrammo. La mia scuola ha un cortile immenso e per entrare devi per forza passare per quella strada. Mentre camminavo e parlavo con Gaia mi sentivo osservata e anche seguita. Ci sedemmo su un piccolo muretto prima di entrare e aspettammo che le nostre amiche arrivassero. Tutti quelli che passavano mi guardavano e poi “parlavano” indicandomi, come mi dava i nervi quel comportamento soprattutto da i più grandi. Vidi due ragazzine che si avvicinarono a me e Gaia.
”Sei Chiara vero? La ragazza di Justin Bieber?” mi disse quella ragazza imbarazzata, si vedeva che era più piccola ed era anche il suo primo giorno di scuola in quella scuola, la sua amica mi guardava con degli occhi spalancati ma non diceva una parola.
“Si sono io..” dissi semplicemente.
“La mia amica è una tua fan, da quando ha visto il tuo video dove canti è ossessionata da te e vorrebbe farsi una foto con te.” mi disse spingendo l’amica verso di me.
”Ah si certo.. hai il cellulare? Perché io non porto macchine fotografiche a scuola.” dissi abbracciando la ragazza.
Mentre ci facevamo la foto tutti ci guardavano e alcune ragazze sparlavano e ridevano. Ti senti figa a ridere di una ragazza? Bah.. contenta te.
Dopo la foto le due ragazze mi salutarono e se ne andarono.
“Ecco la nostra fidanzatina famosa preferita” sentii delle voci dietro di me, erano i miei compagni di classe. Li salutai velocemente e presi Gaia per un braccio e di corsa ci dirigemmo in classe.
”Giuro che non riuscirò a sopportare questo tutto l’anno..” dissi correndo e sbuffando.
Arrivammo in classe non misi neanche il piede dentro che tutti, compreso insegnante, mi iniziarono a fissare. Dio, che brutta situazione. Non fiati e mi andai a sedere al mio solito posto.
La professoressa iniziò a parlare e a raccontarci della sua estate così successivamente fu il nostro turno. Parlò prima Gaia e raccontò un po’ tutto quello che gli era successo, non nei dettagli. Quando arrivò il mio turno, anche lo sfigato della classe si girò e mi fissavano tutti.
”Allora nicole, dicci un po’ la tua estate..” disse curiosa.
“La mia estate.. mh.. la mia estate. Ma in realtà non ho fatto nulla questa estate sono rimasta a Napoli dove che sono tornata da Milano.” dissi facendo la vaga, non volevo far sapere a tutti i cazzi miei.
“Questo lo sappiamo.. noi vogliamo sapere.. hai conosciuto qualcuno in particolare?” e così andò dritta al punto. Rimasi calma non potevo alterarmi con un’insegnate.
“Ho conosciuto un ragazzo, siamo insieme da tipo 3 o 4 mesi. E chiudo DEFINITIVAMENTE l’argomento.” dissi decisa. Rimase tutti un po’ male dal tono di voce in cui lo dissi, ma cavolo volevo la mia pricavy.. già da un po’ di tempo non sapevo cosa significasse.
Quelle 4 ore passarono molto velocemente, poi mi arrivò un messaggio, puoi immaginare di chi fosse.
’Ti vengo a prendere fuori scuola, qui a Napoli non sono tanto famoso più che altro i ragazzi mi possono odiare ma non Kenny sto al sicuro. Ti aspetto nel cortile. A tra poco. Ti amo.’
All’idea ero semplicemente eccitata non me ne fregava di nulla, era una cosa normale. Vidi dalla finestra della mia classe arrivare una Range Rover nera, era lui, sicuro.
Suonò la campanella, anche se non avevamo fatto nulla era pur sempre una tortura stare in quella scuola. Fui quasi una delle prime ad uscire, vidi Justin seduto sul muretto di fronte il cancello gli andai contro e lo abbracciai.
“uh guardate qui, ma che onore avere Biberon fuori scuola nostra.. dovremo abituarci a queste visite inaspettate?” disse un ragazzo più grande, avrà avuto anche lui diciotto anni.
”Prima cosa il mio nome è Bieber forse il Biberon lo usi ancora tu, perciò ti sei confuso. E secondo sono venuto a prendere la mia ragazza, quindi sei pregato di non rompere.” disse Justin in tono aggressivo. Intanto cercavo di tirarlo dalla maglia, cercando di fermarlo e non farlo avanzare.
”Wau che paura.. sa anche parlare italiano.” disse di nuovo il ragazzo mentre faceva il fighetto con i suoi amici.
”Sono un’artista internazionale.. so fare molte cose.” gli rispose Justin facendogli un occhiolino e prendendomi per mano dirigendoci verso la macchina.
“Ah bella macchina ragazzo.” disse Justin provocandolo, in confronto alla Range Rover la macchina del tizio non era nulla. Entrammo in macchina e ce ne tornammo a casa.
 
*durante il tragitto*
”Sai che quel tipo in prima mi piaceva?” gli dissi anche se non era affatto vero, volevo vedere la sua reazione.
”Ah davvero? Ti piacciono dei tipi al quanto strani.” mi disse infastidito.
“Beh.. ora sto con un tipo che va a sbattere contro i vetri, usa le cinture ma ha ugualmente i pantaloni che gli cadono quindi sono destinata a stare con tipi strani.” gli dissi avvicinandomi alla sua guancia per dargli un bacio, eravamo fermi al semaforo. Non disse niente, scoppiò a ridere e mentre mi avvicinavo lui si girò di colpo trovando le mie labbra. Chiusi gli occhi per quei pochi secondi e mi allontanai sempre con gli occhi chiusi e ci rendemmo conto che mille clacson di macchine ci stavano bussando perché era verde. Ridemmo entrambi e Justin continuò a guidare fino a casa.
  
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