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Autore: xkidrauhlover69    11/08/2012    6 recensioni
feci un sogno l'altra notte, ed è il primo capitolo della mia storia.
avete presente quando si viene svegliati nel bel mezzo di un sogno bellissimo e richiudete gli occhi nel tentativo di cercare un finale? ecco, questo è quello che voglio fare.
beh, alexis è una ragazza timida, ma estroversa e forte, piena di se, ma nasconde tutto ciò dietro un angolo di cuore.
summer è la sua migliore amica, ma può vederla solo di nascosto.
cambierà tutto ciò quando si trasferirà da toronto a los angeles per andare al college?
e quel ragazzo biondo?
spero vi piaccia.
-alexis.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5. 

 



Durante il tragitto i due non fecero che parlare dei ricordi che li legavano, a quei momenti che, inconsapevolmente, avevano passato insieme.
Justin era fisso con lo sguardo sulla strada, ma ogni tanto volgeva la coda dell’occhio sulla mora, che aveva volto il viso verso il finestrino senza parlare.
Le labbra di lei erano rimaste di quello strano color pesca, e Justin se ne era accorto ormai, perché tra una chiacchierata e l’altra lui non potè non buttarci un occhiata.
-possiamo andare a casa mia a posare la macchina e poi potremmo andare a piedi.- disse, indicando la sua villetta illuminata, volgendo lo sguardo verso l’alto, segno che non era molto distante.
Così lei annuì e si diressero verso casa sua,  la timidezza ormai era quasi sparita e lei aveva scoperto molte più cose di quante ne immaginava di scoprire quella sera.
 
Arrivarono immediatamente dinanzi l’abitazione, una grossa casa piena di luci, che ormai erano evidenti visto che il blu chiaro copriva la volta di quella città.
Un cancello si aprì e Justin entrò nell’immenso e curato giardino, posando la sua macchina in un lato di questo. Senza esitare scesero da quella macchina e Justin si diresse per un veloce saluto ai suoi che erano all’interno, o almeno così pensava Alexis.
-vuoi entrare?- la mora annuì e in preda ad un altro attacco di timidezza entrò nella casa.
Una bellissima casa, colorata ed accogliente.
Aspettò nel salone, ma  dei genitori di Justin non ce ne era ombra.
Entrambi erano probabilmente al piano di sopra, tanto che il biondo si precipitò su per vedere.
 
lasciami, Jeremy. Devi smetterla di comportarti in questo modo o finirai male e con qualche costola rotta” urlò una voce femminile, segno evidente che in quella casa non erano soli i due.
Al che Alexis si sentì di troppo e fissando un punto fisso su quel caminetto pieno di ciocchi spenti e neri come la pece, non potè che ascoltare.
Una bottiglia cadde al suolo e i cocchi che si erano frantumati al suolo emisero un rumore che fece la saltare dallo spavento.
Successivamente a quel tonfo la voce di Justin riempì il silenzio che si era creato in quegli istanti di tensione.
-io me ne vado.- probabilmente se non ci fosse stata la mora nel salone al piano di sopra lui si sarebbe chiuso  nella sua camera come faceva solitamente in occasioni come quella. Le sue cuffie e la sua chiatarra già accordata lo accompagnavano nei momenti tristi in cui nessun’altro l’avrebbe aiutato, era molto orgoglioso ma quello che odiava di lui stesso era il fatto che si chiudeva in quelle quattro mura senza proferire parola a pensare ad ogni aspetto negativo della sua vita, e puntualizzando quasiasi dettaglio.
 
Scese di corsa le scale e la mora, imbarazzata, si era già messa sull’uscio di casa per andare via nel minor tempo possibile.
Justin senza proferire parola uscì da quella casa per poi successivamente uscire da una piccola porticina in giardino.
-Mi dispiace, non dovevo esserci in quel momento, scusami davvero.- all’udire di quelle parole Justin riprese colore.
-Non ti preoccupare, mio padre è un’idiota, sei capitata a casa in un momento sbagliato.-
Justin prese a raccontarle il perché del comportamento di quest’ultimo, spiegandole che gli era solito fare uso di alcool, e di questo ne parlava con estrema facilità, anche se per quanto potesse essere facile per lui parlare di tutto ciò, l’aria che assumeva all’argomento era decisamente triste.
Justin il più delle volte si ritrovava solo con la madre in casa, perché il padre era sempre occupato con il lavoro, cosa che aveva in comune con il padre di alexis, e che le rare volte in cui era a casa era ubriaco e privo di qualsiasi connessione logica.
Forse era per questo motivo che non aveva più alcun tipo di rapporto con il padre di alexis, per quanto lo potesse odiare, Adrian non era un tipo a cui piacesse frequentare gente del genere, il che la spaventata, perché sapeva che il padre in fin dei conti non le avrebbe permesso di rivedere Justin una seconda volta.
 
Alexis a sentire tale storia si ammutolì e Justin al notarlo sorrise con l’angolo della bocca e con fare spontaneo le mise un braccio intorno al collo buttando un sospiro d’aria fuori dalla bocca, che alexis rivolgendosi a lui in quegli istanti non avrebbe potuto non guardare dal suo piccolo.
Alexis era veramente minuta senza quei tacchi che indossava di rado.
Camminarono per circa un isolato in quella posizione, mentre lei teneva le braccia poste lungo i fianchi.
Ridere con Justin le sembrava facile, anche se lei odiava la sua risata, le sembrava sciocca.
 
-Siamo arrivati.-Mentì biascicando lei lasciandosi da quella presa che il biondo aveva adottato.
La distanza che li separava dalla casa della moretta era ben poca, ma non avrebbe dovuto farsi notare dai suoi che molto probabilmente l’aspettavano pronti sull’uscio di casa.
Entrambi si girarono a guardarsi per un saluto, ma Alexis era troppo timida per parlare in quel momento che arrossì nuovamente portando lo sguardo verso il basso. Il suo telefono prese a squillare e lui aspettò che lei finì di parlare, era summer che credeva che l’uscita fosse finita ormai da un bel pezzo.
La suoneria che aveva era quel ritornello orecchiabile che ascoltarono in macchina quel pomeriggio, “Hey i just met you, and this is crazy, but there’s my number, so call me maybe?”
Finita la chiamata durata pochi secondi, ripose il suo cellulare nella borsa che era retta a fatica insieme al gigante pupazzo che avrebbe fatto compagnia agli altri sul letto di lei da oggi in poi.
-A proposito, tu non mi hai dato il tuo numero.- le disse Justin sorridendo. A questa affermazione Alexis non impiegò un secondo a pronunciare quelle undici cifre e lui impiegò meno di un secondo a segnarselo in rubrica.
 
Piombò il silenzio ed i lineamenti di entrambi erano ormai poco visibili. 




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heeeey pupe, spero di postare il sesto presto, ho tantissime idee sklgjldfg. 
fatemi pubblicità vi prego, grazie ancora. 
vi amo taaaaantissimo c:

-Alexis
  
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