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Autore: _Deina13    11/08/2012    4 recensioni
Johanna rimane in silenzio qualche attimo, finchè io non capisco che 'è qualcosa che non va.
«Allora.. rimani con me» sussurra.
«Te lo prometto.» [...]
«Sarebbe bello, no?»
«Sarebbe bello cosa?»
«Una vita. Con te, Peeta e il bambino.Tu non hai sempre voluto un fratello?» «...O una sorella. Si, ma ora..Beh, non credo sia il momento più adatto» «Non penso esisiti un momento per avere un bambino, io non ero pronta quando lo era Peeta, ad esempio. Ma, se vogliamo parlarne, sono io che devo fare tutto il lavoro, lui deve solo stare a guardare, no?»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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sinceramente sonorimasta un po' delusa dal capitolo precedente, avevoa bbandonato per un paragrafo il mio modo di imitare il modo di scrivere della Collins, e hgo provato ad adattare il mio stile allo scritto, ma ho visto che non l'avete presa bene.
vabbè io ci ho provato, mi dispaice che sia andata così, ma pazienza.
spero che vada meglio col trentacinque, a presto!

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«Nei buoni vecchi bei tempi, durante la guerra che Capitol City muoveva contro i ribelli che eravamo noi, io ero amico di Beete, l'inventore. Voi lo sapete» ammiccò agli occhi stanchi di Katniss e allo sguardo impressionato di Jo.

«Con lui inventammo molte cose, anche una bomba che la presidente Coin usò contro noi stessi – e, fra aprentesi, mi dispiace davvero tanto Katniss, non è stata colpa mia» Kat gli fa un cenno con gli occhi arrossati e lui continua.

«Con lui, però, ero anche una cavia. Facevo iniezioni, prelievi e mi sottoponevo a radiazioni, e l'unica cosa che vedemmo funzionare, fu una specie di siero creato da un potente veleno esclusivo del Distretto 3» continua a spiegare. Noi siamo appiccicati al tronco dell'albero, e lui è dietro al fuoco. Ogni rumore è scomparso, e i suoi occhi brillano alle scintille infuocate.

«Il siero consisteva nel rendere più resistenti i tessuti d'epiderma dell'uomo, con annessi muscoli e corteccia cerebrale. In poche parole rende l'uomo invincibile, ma solo per alcune volte» intanto massaggio la pancia alla mia Kat. Prima non ha smesso di urlare per un quarto d'ora, una fitta fortissima alla pancia, forse un crampo, ma ora le è passato. Per fortuna.

«Voglio dire, se io vengo colpito da una pallottola – com'è successo – la prima volta, al 85% delle volte, rimango vivo. Ma se succede un'altra volta, c'è un un margine di errore del 2,5%, intendo dire che il 40% delle volte rimango vivo per il resto.. adios baby» sorride all'ultima frase.

«Quando Peeta mi ha sparato, non mi ricordo nemmeno dove mi ha preso, fatto sta che rimasi morto per più o meno cinquanta ore» disse. «Ma all'obitorio, quanto i medici stavano per curiosare nelle mie budella, sono rinvenuto come uno appena uscito da un coma terminale» lo guardiamo quasi tutti con la bocca aperta, tutti tranne sua figlia, che me la immaginavo guardarla risoluta nei suoi pensieri. Ma tanto io vedo solo la sua nuca.

«Praticamente dopo un secondo, mi hanno fatto vedere con Plutarch, che voleva usarmi come arma contro di voi, ma io mi sono rifiutato, e mi hanno inserito quella specie di cip, per rendermi un ibrido, come Peeta» getta un ceppo secco al fuoco e questo arde. «Come vi ho già spiegato, lo hanno iniettato solo per velocizzare il processo del depistamento che hanno fatto a Peeta anni fa»

Passo la mano fra i capelli di Katniss e le massaggio ancora un po' la pancia, e Gale continua. «Mi hanno calato qui dentro, all'inizio non capivo le regole, poi Plutarch ha mandato quel minischermo e ce le ha spiegate. Per i primi tempi sono stato in una piccola oasi naturale con Peeta – devono pur tenere in forze la loro arma, no? – ma poi ci è stato riferito che gareggiavamo gli uni contro gli altri, io contro Peeta, Peeta contro di voi, voi contro di me»

Fa schioccare la lingue, e dato che non ci riesce questo fa capire che ha sete. «Siete fortunati perchè siete in gruppo. Ma, dato che ora non sono più un ibrido perché Heloise mi ha tolto quel cip dalla nuca, ho pensato che potevo unirvi a voi, fare gruppo, contro Peeta, contro Plutarch»

Ha finito la spiegazione e noi rimaniamo in silenzio per qualche attimo. Lui guarda Katniss e lei ricambio lo sguardo. Io fisso i capelli dalla tinta scadente di Jo, che si ondulano sotto i miei occhi, e guardo le mani che giocano fra loro incerte di Heloise.

Forse Gale è venuto a tenere lontano i miei alligatori. Papà, dovrò rimandare la visita.

Dato che nessuno più parla, Gale continua, ma con una domanda. «Spiegatemi una cosa» si riferisce a Jo e Kat. «Voi sapete i pericoli che corriamo, con il fuoco e con lo stare in gruppo, lo sapete meglio degli altri, e meglio di me. A me sembra che avete abbassato la guardia, o no?»

Jo inspira a fatica e poi risponde. «Gale, sono vecchia, sono stata nell'arena due volte, non sono più l'arzilla e forte di una volta. Sono stanca, credevo che questa cazzata fosse ancora finita, ed ora quello stronzo cosa vuole? Il potere! Dopo tutto quello che abbiamo fatto perchè Capitol City diventasse libera»

Lui annuisce ed abbassa lo sguardo. «E tu Kat?» la guarda. «Tu che hai?»

«Sono incinta, Gale» risponde, ancora più stanca di quello che sembra. «E dev'esserci qualcosa che non va, perché devo donare l'anima al diavolo per stare in piedi» inspirò ed espirò, poi continuò. «Tornando alla tua proposta, si, puoi stare con noi, non credo ci siano problemi»

Heloise si alza in piedi. «Non credi ci siano problemi? Si che ci sono problemi! Ce ne sono milioni!»

«Heloise, calmati» dice Kat, con le borse sotto gli occhi che sembrano gonfiate di petrolio.

«No! Non mi calmo! Io non mi faccio comandare! No! Lui... noi non possiamo fidarci di lui!» indica il padre, e questo si alza in piedi. «Che ne sapete che non ci abbia traditi, eh?»

«Io non sono fatto così, Heloise, lo sai» esclamò Gale, abbastanza tranquillo e stanco.

Lei lo ignorò e continuava a guardare la madre. «Credi che poi catturerete Peeta insieme e lui tornerà normale? Cosìcchè tutto torni com'era prima? Beh ti do una notizia mamma, niente tornerà come prima!»

«Heloise, questo lo so, ma ora calmati» disse Kat, abbassando e alzando la mano in segno di darsi una calmata. «Non possiamo lasciarlo qui, e poi abbiamo bisogno di un altro uomo»

Sono troppo giovane, troppo indifeso. Non sono come mio padre, se solo fossi forte e capace quanto lo era lui. Ma forse ho seriamente preso dalla mamma.

«No! Non è vero! Possiamo cavarcela da soli!»

«Heloise!» anche Jo, dal basso la richiama, e dio le do un buffetto col naso ai capelli, perchè stia ben attenta a scegliere le parole. «Siamo una vecchia e una donna incinta, tu e J. non potete farcela da soli contro una furia assassina!»

«E invece si!» urlò.

«Zitta! Vuoi farti sentire?!» la rimproverò il padre, lanciandole un'occhiataccia.

«Heloise..» la madre cerca di farla ragionare, ma lei la interrompe.

«Stai zitta tu ora»le puntò il dito contro. «Non mi faccio comandare da una puttanella da quattro soldi che sa solo aprire le gambe al momento sbagliato e farsi mettere incinta mettendo in pericolo la vita di tutti quelli che la circondano, hai capito? Non sei nemmeno capace di prenderti le tue colpe, le affibbi a noi! Noi che non c'entriamo assolutamente nulla!»

In quest'esatto momento, Gale le tira uno schiaffo.

Non avevo mai visto un padre picchiare il proprio figlio o la propria figlia, ed è qualcosa che mi ha fatto davvero senso. Si che, prima di incontrare Heloise, non avevo nemmeno visto una figlia o un figlio parlare in modo così crudo ai propri genitori. C'erano tante cose che non sapevo prima di incontrarla.

«Non permetterti mai più di rivolgerti a tua madre o a me in questo modo, hai capito?»

Lei si tenne la mano ferma sulla guancia ferita e lo guardo con uno sguardo pieno di dolore. «Vai all'inferno papà! Andate all'inferno tutti!»

Scappa lontano, si mimetizza nei cespugli.

«Heloise! Heloise!» urlo, scattando in piedi, lasciando libere le prese su Jo e Kat. «Heloise aspetta! Non sai quello che fai»

La inseguo.

La raggiungo.

E, in nemmeno un attimo, sono con lei nel cuore del bosco, senza sapere da che parte sono venuto.




F.

 



lo so che faccio gli errori di battutura, e anche molti, ma apparte il fatto che ho una tastiera rotta e un problema alle dita, preferisco lasciarle perchè le reputo un mio marchio di fabbrica.
   
 
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