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Autore: kasumi    11/08/2012    3 recensioni
Un Alternative Universe ambientato durante la seconda/terza serie in cui Faith è la Cacciatrice in carica. Pairing: Angel/Faith.
Personaggi secondari: Spike (cattivo), Dru, Vamp Willow.
Appaiono anche Giles, Xander e Buffy.
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Pensò che forse tutti loro erano diventati dei mostri perché non si erano mai sentiti amati.
A che scopo il destino gli aveva fatto riavere l’anima? Solo per farlo soffrire in eterno in quella prigione? O c’era forse uno scopo più alto?
La Cacciatrice era l'unica che poteva dare uno scopo alla sua anima, fosse anche solo per fermare gli abomini commessi dalle creature che aveva creato.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Faith Lehane, Un po' tutti, William Spike
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 14

 
 
Nota: Come avrete notato, questa seconda parte della storia ha dei momenti divertenti, grazie alle interazioni con Buffy. Tuttavia, non mancheranno le scene malinconiche e un po’ di angst.
Spero di riuscire a rendere il rapporto controverso tra le due Cacciatrici.
 
 
«Com’è andata ieri sera?»
La domanda mi distrae dal vortice di pensieri in cui ero caduta e mi fa cercare il viso dell’Osservatore. Lo vedo fissare Buffy mentre prende a pugni il sacco, studiando i difetti sui quali dovrà lavorare durante gli allenamenti.
«Non se la cava male. Ma ha ancora molto da imparare.»
Lo imito e la fisso per qualche minuto, poi mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso la teca di vetro che custodisce alcune armi da taglio.
Rupert si gira a controllare quello che sto facendo e si rilassa quando mi vede estrarre dei tronchetti di legno da una sacca.
Inizio a scalfire la superficie lignea e a darle la forma appuntita mentre lui, forse ispirato da quel gesto vecchio di secoli, inizia a spiegare a Buffy cosa significhi essere la Prescelta.
«Essere una Cacciatrice non comporta solamente saper maneggiare le armi, affilare i paletti o destreggiarsi con il combattimento corpo a corpo. E’ una scelta di vita, è una missione che viene prima di tutto.»
Non posso fare a meno di sorridere per quelle parole.
«Ironico il termine ‘scelta’, non trova?»
L’uomo si gira verso di me, assolutamente serio.
«Non parlo della chiamata, del processo con cui si attiva una Cacciatrice. Parlo di come la missione plasmi le sue priorità. Di come, da compito che le viene inizialmente imposto, diventi lo scopo della sua vita. Di come lei accolga le responsabilità che le vengono date e diventi fiera di esse.»
Si volta di nuovo verso Buffy e continua il suo discorso.
Riprendo ad asportare le lamelle di legno, incupendomi, chiedendomi perché la predica da prete mancato di Giles mi stia facendo un qualche effetto e perché ho una strana sensazione di Déjà vu.
 
La missione di Cacciatrice ti ha dato uno scopo e un modo per sfogare l’odio e la rabbia, ma non hai capito niente del suo significato.
 
Allargo gli occhi, turbata, le parole di Angel che riecheggiano nella mente, e improvvisamente viene a galla il pensiero che aveva strisciato nella mia mente per tutto il discorso di Giles. Queste frasi sono così simili a quelle che mi aveva rivolto la Dormer, la mia prima Osservatrice, quando mi aveva istruito, e rifletto con amarezza su quanto mi sia allontanata da quegli insegnamenti durante gli anni.
 
Scuoto la testa e spingo la sedia all’indietro con decisione. Mi alzo e raggiungo Buffy con rapide falcate, le afferro il braccio e la invito a seguirmi, ignorandone lo stupore.
«Vieni.» Dico. «Tutti questi paroloni ti faranno solo confusione. E’ nella pratica che imparerai.»
 
Voglio mostrarle cosa significhi essere una Cacciatrice nell’aspetto pratico.
Giles può usare tutti i paroloni che vuole ma è in mezzo ai covi puzzolenti e viscidi dei demoni, con le mani in mezzo alle loro viscere, che può capirlo.
E’ un lavoro sporco, svolto nell’ombra, e io non voglio illuderla. Non starò qui a raccontarle favole sul coraggio, su vecchie eroine, sul sacrificio e sulla dedizione alla missione. Sono tutti ricami, lo zucchero somministrato per addolcire la pillola amara.
La verità è che siamo assassine di demoni.
Anche se, in mezzo a tutto questo, Giles ed Angel mi hanno ricordato che c’è una luce. Che ci sono dei valori che dobbiamo difendere. Perché, se uccidessimo solo per sfizio e per rabbia… allora sì, che saremmo al pari dei demoni che cacciamo.
 
***
 
Gli occhi verdi di Buffy scrutano l’oscurità, mentre si addentra con cautela nella grotta.
La seguo a distanza, pronta a correre in aiuto in caso di difficoltà. Un nido di demoni Suvolte non è difficile da gestire, se sei veloce a distruggere le uova prima che si schiudano. E se non ti fai beccare dai suoi occupanti, naturalmente.
Mi fermo un secondo ad osservarla mentre si aggira attenta ma perfettamente a suo agio nella caccia, le mani ancora sporche del viscidume che le ha spruzzato il demone precedente che ha ucciso. Incrocio le braccia al petto e sorrido, ammettendo a me stessa che la ragazza è più tosta di quello che pensassi.
 
«Come va, B? Sei stanca?»
«Piacevolmente stanca.» Mi risponde senza girarsi, senza farsi distrarre troppo dal suo compito. «E anche un po’ disgustata, per la verità. Ma so che tu affronti queste cose ogni giorno e non ci farei una bella figura a lamentarmi.»
Annuisco, percependo il suo desiderio di mostrarsi all’altezza della missione.
«Beh, sì. Comunque per oggi può bastare. Possiamo tornare qui domani.»
La vedo immobilizzarsi sul posto e voltarsi subito dopo verso di me.
«Dammi solo qualche giorno per abituarmi a questi ritmi.» Piagnucola debolmente. Poi, mentre sta per spostarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, si blocca in tempo e si ricorda di avere le mani unte.
«E anche per lavarmi di dosso tutto questo schifo!»
Ridacchiamo insieme, incuranti di poter attirare l’attenzione di qualche demone.
«Andiamo.» Dico, dirigendomi verso l’uscita della grotta, e ascolto i passi di Buffy che mi segue a qualche metro di distanza.
Poi, di punto in bianco, mi blocco e mi volto verso di lei.
«Ti va di uscire insieme domani sera?» Propongo, colta da un’idea improvvisa.
Un sorriso radioso illumina il suo viso di piccola donna.
«Sicuro!»
Annuisco e riprendo a risalire il tunnel, pensando che una bevuta e qualche ballo in sua compagnia non dovrebbe essere poi così male.
 
  
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