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Autore: dayake    11/08/2012    3 recensioni
Un anno pieno di amori, dolori, conquiste e amicizie. Questo è un anno alla Gakuen, secondo Daniela.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eeeeee sono tornata con un nuovo capitolo! Mi scuso per la mia assenza, purtroppo non avevo più ispirazione!
 
_________________________
 
La mattina dopo, era un giorno molto speciale.
O almeno, solo per i tifosi del calcio, come lo ero io.
 
Mi alzai dal letto, dolorante. Oltre alle dita rotte e la fronte, mi faceva anche male la schiena.
Ma tutte a me capitavano in quella scuola?!
Beh, potevo sopportare, perchè io AMAVO quella scuola, e amavo le nazioni, amavo Inghilterra, amavo Francia, amavo Prussia, Artie, Germania, Ungheria, 
 
Austria, tutti!
 
Erano molto meglio di certi individui che avevo conosciuto in precedenza.
Ma molto meglio.
 
Ci misi un pò, ma riuscii a togliermi il pigiama e mettermi la divisa. Afferrai la cartella, misi all'interno alcuni libri, ed uscii dalla stanza, 
 
chiudendomi la porta alle spalle.
 
"Hola, Daniela!"
 
Riconobbi quella voce, e anche quell'accento. Spagna, il tipo che mi aveva infilato il collare il primo giorno di scuola.
Quella sera sarebbe stato mio nemico, e arci-rivale.
 
"Hola, Spagna!"
"Como va?"
"Bien, e tu?"
"Bien, bien, gracias! E allora! Stasera c'è la finalissima Spagna-Italia!"
" E sì. E vi batteremo."
 
Dissi subito, o meglio sibilai, lanciandogli un'occhiataccia.
 
"Ah, questo non si sa, bella chica! Però promettimi che rimarremo amici comunque!"
"C-Certo, credo di sì.."
" Bene, chica! Ora vado, ho da fare! A dopo! Ah, vuoi venire a vederti la partita da me?"
"D-da te? .. Mh... Vedremo! A più tardi!" Poi corsi subito nella mia classe ero un pò in ritardo.
 
"B-BUONGIORNO! Scusate il ritardo, scusatemi!!"
"Oh.. signorina Vargas. Non c'era bisogno di presentarsi, siete ferita, dovete riposare."
"Ma io mi annoio nella mia stanza senza nessuno..!"
"Beh, in questo caso.." Mi indicò il posto, ed io andai a sedermi.
 
La lezione fu abbastanza interessante, parlava di Storia.
Avevamo parlato proprio della seconda Guerra Mondiale. Anche se non capivo che bisogno c'era di fare storia se tutti noi l'avevamo vissuta!
Booooh, forse era solo una.. una ripetizione? 
Però secondo me non era molto bello ricordare quei fatti così spiacevoli accaduti a noi e alle nostre popolazioni.
Un esempio è proprio l'Italia, cari signori. Essa è stata invasa da un sacco di popoli.
Non è stata vita facile, per noi italiani. Soprattutto per il Sud, da dove venivo io. 
 
Ad un tratto, girai la testa di lato, piano, in modo da togliermi quei brutti pensieri dalla testa, e cominciai ad osservare i miei compagni.
Li osservai uno ad uno... quando mi accorsi di Artie. Egli era proprio di lato al mio banco.
Che fortuna.
Poi notai anche che tutti i miei compagni che stavano davanti ci coprivano. 
Quindi... il professore non ci vedeva.
 
Piano piano allungai la mano verso il banco di Artie, e ci picchiettai sopra per attirare la sua attenzione. Una volta che si girò verso di me, gli porsi la 
 
mano.
Il ragazzo capì immediatamente quello che volevo. Infatti mi prese la mano, tenendomela stretta delicatamente, e rimanemmo in quella posizione per tutta 
 
l'ora.
Dio, lo amavo troppo.
Non ci riuscivo, dovevo dirglielo, in qualche modo.
Ma non quella sera, dopotutto c'era la grande partita. La /nostra/ partita.
 
Alla fine della lezione, salutai Artie con un cenno della mano e, dopo aver preso le mie cose, mi diressi fuori dalla porta, cercando Spagna.
Decisi di andare a chiedere a mio fratello, lui lo sapeva di sicuro.
Dopo un'altra mezz'ora a cercarlo (dannata scuola troppo grande!), riuscii a trovarlo all'interno dell'aula dei professori.
Lo chiamai, agitando la mano furiosamente per farmi notare. La sala era abbastanza grande, dopotutto.
 
"Lovinoooooo--!"
"Machecazz--?" 
 
Il solito.
SEMPRE.
IL.
SOLITO.
 
Ma era per questo che lo adoravo così tanto. 
Ed era anche così carino!
Non mi stupivo che Antonio volesse tenerlo tutto per sè, eh!
 
"Lovino, mi serve il tuo aiuto!"
"Cosa c'è?" Disse lui, avvicinandosi di poco con le mani in tasca.
"Dov'è Spagna?"
"Il bastardo? Credo sia nell'aula di inglese."
"Ah, grazie fratello!"
 
Detto questo,lo salutai sorridendogli, e uscii dalla sala andando a cercare lo spagnolo.
Finalmente trovai la sala! 
Bussai alla porta, già mezza aperta, e sentii una parola provenire dall'interno.
 
"Avanti!"
"Antonio? Sono Daniela!"
"Oh, hola chica! Como va?"
"Bene, bene, e tu?"
"Oh, anche io. Sei pronta per la partita di stasera, chica?"
"Certo che sì! E vinceremo noi!"
"Ripeto, questo non si sa, bella chica! Però spero fermamente che vinca la Spagna!"
"Vedremo, dai!"
"Perfetto, andiamo allora!" Disse lo spagnolo, prendendomi per mano, e cominciando a "trascinarmi" nella sua stanza.
Io lo seguii, cercando di mantenere il suo passo, e intanto mi guardavo intorno tenendo l'altra mano in tasca.
 
"Eccoci!"
 
Disse ad un tratto lo spagnolo, e si fermò davanti ad una porta.
Mi misi accanto a lui, aspettando che aprisse, ed entrai all'interno.
 
"Oh, che bella camera.."
"Ti ringrazio chica!" Disse lui tutto allegro, poi si chiuse la porta alle spalle.
"Dov'è la tv?"
"Proprio là!" 
 
Disse lui, indicando un punto della stanza con un dito.
 
"Oh, ecco."
 
Dissi io, avvicinandosi al divano e sedendomi su di esso.
Quasi le 8 e mezza. Era arrivata l'ora.
Passò il tempo.
 
" UNO A ZERO PER LA SPAGNA! " Disse il presentatore.
"NO, CAVOLO!" Gridai io, tirandomi una manata sulla fronte.
"Susu, chica! E' solo un gol!"
 
... Pochi minuti dopo.
 
"DUE A ZERO PER LA SPAGNA!"
 
Stavolta neanche parlai, decisi solamente di sbuffare e incrociare le braccia.
Antonio ridacchiò.
 
"TRE A ZERO PER LA SPAGNA!"
 
...
 
"No, no... ormai abbiamo perso..."
"Forza, chica! Potreste anche riuscire a superarci!"
"Ma ormai siamo quasi alla fine del secondo tempo!"
"Beh... tutto succede!"
 
Ma ad un tratto...
 
"QUATTRO A ZERO PER LA SPAGNA!
LA PARTITA E' FINITA, LA SPAGNA HA VINTO!"
"..."
 
No, non riuscivo a parlare.
Ero convinta fermamente di riuscire a vincere. 
In quel momento potevo mettermi a piangere tranquillamente, ero troppo delusa.
 
"Beh, alla fine abbiamo vinto noi, chic-- Aspetta, che cosa c'è?!"
"Sniff... N-Nulla."
"Nono chica, stai piangendo. Avanti, sorridi! E' solo un gioco!"
"... M-Ma credevo che finalmente avremmo vinto!"
"Ricorda, nei giochi l'importante è partecipare, non vincere!"
" ... M-mh.. "
 
Mugolai leggermente, asciugandomi le lacrime.
 
"Cosa pocco fare per tirarti su?" Chiese Spagna, facendo uno dei suoi solari sorrisi.
"Un abbraccio..."
"Certo, chica!"
 
E subito mi si avvicinò sul divano, circondandomi le spalle con le braccia e abbracciandomi in modo stretto, ma comunque delicato come sempre.
Io subito ricambiai l'abbraccio, facendo un largo sorriso. Mi piaceva così tanto abbracciare le persone...
Dopo una mezz'oretta, salutai lo spagnolo uscendo dalla stanza, e mi diressi verso la mia stanza, triste per la perdita, ma comunque felice per le frasi 
 
dello spagnolo. Senza accorgermene, andai a sbattere contro qualcuno.
Chi poteva essere a quell'ora, era tardi!
..
Intravidi gli occhi azzurri e rosa di Artie nel buio.
Alzai leggermente le mani, accarezzandogli una guancia con due dita per capire dove fosse.
 
"A.. Artie, sei tu..?" 
 
Dissi io a bassa voce. A quell'ora la maggior parte degli studenti dormivano.
Peccato che... non riuscii a finire la domanda in tempo. 
No.
Mi sentii qualcosa incollato sulle labbra.
Erano... erano le labbra di Artie.
...
Mi stava baciando! 
E intanto mi teneva puntato al collo anche un coltello, quasi che avesse paura lo rifiutassi e quindi tenermi ferma.
Dio, ero rossa in faccia! Per fortuna era buio!
Ma nonostante tutto mi piaceva... mi piaceva tanto.
Subito io con una mano spostai la sua, in modo da togliere il coltello puntato al mio collo, e gli cingei il collo con le braccia, rimanendo attaccata alle 
 
sue labbra.
 
In quel momento... avrei tanto voluto che il tempo si fermasse.
  
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