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Autore: TheRipper    11/08/2012    1 recensioni
questa storia, racconta i 74esimi Hunger Games dal punto di vista di un nuovo personaggio: uno dei tributi del distretto 4.
Questo tributo, è particolarmente legato ad altri personaggi della saga, infatti, sono presenti personaggi di "mockingjay" e "catching fire"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dopo aver salutato il ragazzo del 12, io e Jacob ci chiudiamo nella stanza da dove sono usciti un paio di minuti fa.
- beh? – mi chiede sorridendo – cosa volevi dirmi di tanto importante da farti cadere ai piedi di Peeta? –
Mi sento le guance in fiamme
- Jacob mettiamo le cose in chiaro: non sono stata io a cadere ai piedi di faccia d’angelo, è stata la porta a farmi perdere l’equilibrio! –
Lo vedo ridere di gusto, divertito dalla mia reazione e mi scappa un sorriso
- comunque ti volevo parlare degli stilisti – confesso
Lo vedo sgranare gli occhi
- mi hanno dato una donna! È stato imbarazzantissimo! – si lamenta arrossendo
- sì, ti capisco: io ho un uomo come stilista e uno come preparatore… una sola donna! –
- per me è il contrario – ammette Jacob – c’è Olympia che è la stilista, poi Icarus e Arya come preparatori… solo un uomo –
Riesco ad immaginare l’imbarazzo che ha provato vedendosi circondato da donne e mi viene istintivo dargli una pacca sulla schiena
- a proposito dei preparatori: Olaf e Olympia stanno cambiando i piani dei nostri vestiti all’ultimo secondo perché hanno sbirciato il modellino del 12 ed è magnifico –
- e quindi? –
- e quindi non hanno idee mentre Nadim, il ragazzo dello staff di preparatori, ha delle trovate geniali! –
Jacob mi studia incuriosito
- ok ma noi cosa c’entriamo? –
- dobbiamo parlare con Olaf e Olympia ed imporci per far realizzare il progetto di Nadim! –
Mi prendo un po’ di tempo, spiego al mio accompagnatore che se ci rifiutiamo di indossare qualsiasi cosa ci propongano loro, forse saranno costretti ad ascoltarci.
- Gli Hunger Games ancora non sono cominciati e tu già metti sottosopra Capital City – mi bacchetta Jacob, ma alla fine riesco a convincerlo, mi riavvolgo nel lenzuolo e mi avvio con lui per i corridoi in cerca dei nostri stilisti.
Li troviamo seduti ad un tavolino in una stanza celeste che mi ricorda il mare di casa, sorrido come una scema sperando di dover passare parecchio tempo lì dentro, solo per illudermi di passare più tempo a casa.
- cosa ci fate voi due fuori dai laboratori? – sbraita Olaf
Entrambi sussultiamo e sgraniamo gli occhi
- Olaf volevo dirti che non indosserò i tuoi vestiti… - dico una volta preso fiato
I due capitolini mi guardano perplessi per un attimo, Jacob fa viaggiare il suo sguardo da me a loro ad una velocità impressionante come a voler capire a chi andrà la prima mossa poi Olaf ride sguaiatamente lasciando trillare la sua voce
- piccola Cresta tu non hai potere decisionale… -
-magari no – ne convengo io – ma ho il potere di strapparmi i vestiti di dosso un attimo prima di fare l’ingresso sul carro-
L’eccessivo fard sulle guance di Olympia non serve a coprire il suo improvviso pallore e Olaf serra la mascella
- quali sono le tue condizioni? –
Vedo Jacob sorridere vittorioso e le mie labbra si curvano leggermente
- voglio la realizzazione dei modellini di Nadim –
- tu non sai cosa… -
- e tu non li hai neanche visti! Dagli una possibilità Olaf, e se ho ragione sarà tano e riguadagnato… non hai niente da perdere, se non segui i consigli di Nadim sei spacciato quanto me contro il 12. –
Gli occhi gialli di Olympia si posano su di me, sembra una bambola di porcellana inquietante con quei capelli arancioni e le guance troppo rosee. La vedo sistemarsi un boccolo che le cadeva davanti agli occhi: l’unico boccolo in mezzo ai pesantissimi capelli lisci.
- tornate nei vostri laboratori – ci dice la donna – e tu vammi a chiamare Nadim –
Istintivamente mi giro verso colui che ha ricevuto l’ordine e vedo all’angolo della stanza, muto come un manichino, un ragazzo che annuisce guardando verso il basso.
È stato qui tutto il tempo? Come abbiamo fatto a non notarlo?
E solo ora che mi passa vicino riesco a capire:
l’uniforme rossa, lo sguardo sottomesso, l’assenza di parola.
È un senza voce.
Un senza voce bellissimo, alto, robusto, dai lunghi capelli bruni e profondi occhi blu.
Alza lo sguardo solo quando le nostre braccia si sfiorano, solo per un attimo in cui i miei occhi riescono a specchiarsi nei suoi che mi sorridono.
- cosa ha fatto? – domando una volta che ha lasciato la stanza
- chi? Alec? – domanda Olympia con noncuranza
Annuisco continuando a fissare la porta
- è un senza voce e viene dal distretto 7. Stava organizzando con un gruppo di altri ragazzi una sommossa contro la capitale… che razza di idiota! –
Sto per risponderle a tono ma la mano di Jacob mi ferma prontamente
- andiamo a cambiarci Alike –
Seguo il suo consiglio, ritorno nel mio laboratorio e aspetto in solitudine che qualcuno arrivi a chiarirmi le idee.
Passa un’ora, due, ho perso anche il conto sdraiata sul questa sotto specie di tavolo operatorio ad aspettare non so neanche io cosa ma finalmente la porta si apre:
scatto in piedi come una molla e vengo travolta da un abbraccio di Nadim
- non so come tu abbia fatto ma grazie! Ti prometto che non te ne pentirai! –
Dietro le sue spalle intravedo Talitha piena di stoffe assemblate e con metri posti intorno al collo come tante piccole sciarpe mentre i polsi sono adornati da braccialetti pieni di cuscinetti tempestati da spilli.
Infine entra anche Olaf.
Lui è più serio, sa di aver perso ma non accetta la sconfitta.
- alzati e fatti vestire: Talitha deve vedere se la roba addosso ti sta bene o se dobbiamo modificare qualcosa –
Premetto che non sono mai stata un tipo femminile, ma quello che mi si sta proponendo è veramente troppo! Non riesco a distinguere bene tutti i dettagli del mio vestito ma credo di aver intravisto una gonna verde mare dal lunghissimo strascico piena di impercettibili brillantini.
Che tu venga dannato da Poseidone in persona Nadim!
Alzo le braccia seguendo le istruzioni del mio staff di preparatori e mi sento scivolare addosso il vestito senza il coraggio di guardarmi allo specchio di fronte a me.
Sento Nadim e Talitha esultare di gioia frasi come - Oh mio Dio ma è perfetto! – Oppure - le sta a pennello, è una meraviglia! – mentre persone a me sconosciute si divertono ad appiccicarmi capelli finti per allungare i miei e a renderli morbidi ed ondulati.
Passa almeno mezz’ora prima che dei pennelli si muovano sulla mia faccia come se Talitha volesse rendermi la sua tela umana ma la cosa non mi dispiace affatto, devo dire che è rilassante, quasi mi fa dimenticare di essere una vittima sacrificale della capitale.
- perfetto! – sentenzia Olaf quando l’ultima spennellata mi sfiora il viso.
Apro gli occhi e fisso il pavimento dove, davanti ai miei piedi, Nadim ha posato dei sandali dal tacco improponibile
- io non salgo su quei cosi! – protesto
- non ti pare di aver dettato troppe regole? – si stizzisce Olaf
Ed in effetti è vero. Poi penso che Annie avrebbe sempre voluto vedermi su trampoli del genere, così prendo un respiro e lo faccio per lei, mi alzo la gonna verde dai piedi e mi infilo le scarpe.
- oh mio Dio – mi giro istintivamente verso la porta e vedo Finnick illuminato – Alike sei… sei una donna! –
- e che donna! – commenta Nadim impettendosi
Io sorrido e arrossisco… non è da me ma in fondo neanche tutto questo sfarzo lo è.
Il dio del mare di Capital City viene vicino a me e posa le mani sulle mie spalle
- guardati allo specchio, pesciolino fuor d’acqua – mi dice tenendo il mento incollato alla mia spalla sinistra e girandomi verso lo specchio.
Ed è proprio in quello specchio che vedo una che non mi assomiglia per niente: una splendida sirena!
Sì perché Olaf ha fatto un ottimo lavoro con i bozzetti di Nadim!
Vedo i miei capelli posarsi sul tessuto trasparente e brillantinato che mi fascia il busto e ospita un reggiseno violaceo arricciato in modo da sembrare l’unione di due conchiglie per poi tornare trasparente e brillante fino a sotto l’ombelico dove parte la lunghissima gonna verde mare che arriva perfettamente a coprirmi le scarpe davanti e a creare un lunghissimo strascico dietro.
- pronta per il debutto? – mi domanda Olaf sotto sotto fiero del suo lavoro
Io annuisco e stupidamente il mio pensiero vola a Jacob: l’avranno vestito da Tritone?!
Ogni dubbio scompare quando lo vedo: è un perfetto generale della marina intrappolato nella sua divisa bianca ed elegantissima.
Arriviamo davanti al nostro carro e la cosa mi piace: è una sorta di biga che ricorda il muso di una nave.
Nadim e Icarus aiutano Jacob a posizionarsi sul carro e una cosa mi incuriosisce parecchio: lo stanno mettendo al centro esatto del mezzo di trasporto.
- scusa Nadim ma… -
- tranquilla principessa – mi rassicura lui – tu hai un posto riservato –
E così dicendo mi solleva anche grazie all’aiuto di Olaf e mi matte a sedere su una sorta di mensola attaccata al muso della nostra “nave” a mo’ di polena
-bene, è tutto pronto! – annuncia Nadim
Io mi giro vero Jacob e mi accorgo che si regge ad un timone : è veramente un bel ragazzino, Abbey Sandiego sarebbe orgogliosissima di lui.
Sento il carro muoversi e mi viene istintivo girarmi verso il mio preparatore preferito
- andate e rendetemi fiero e… attenzione agli schizzi – ci avvisa con un occhiolino
Attenzione agli schizzi?! Cosa vuol dire, scusa?!
Poi me ne accorgo: una volta arrivati al cospetto di Capital City, il nostro carro inizia a sputare e risucchiare acqua così da ricordare il movimento delle onde che si infrangono sulle imbarcazioni.
Il pubblico è in delirio, gli schermi ospitano le nostre facce illuminate, il mio strascico si agita mosso dal vento da farmi sembrare una vera sirena scodinzolante, è il nostro momento di gloria… che dura solo un attimo grazie ai tributi del 12…
Loro vanno a fuoco!
  
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