What a disaster, Shakespeare ! Or maybe not?
La pioggia picchiettava insistentemente
sui vetri della finestra non accennando a diminuire.
Ennesima giornata rovinata.
Erano ormai due ore che Sasuke Uchiha
fissava con fare quasi ossessivo il soffitto della sua camera tappezzato in
ogni dove con poster di ogni genere; abitava con suo fratello nell'attico
regalatogli dai genitori ancora diversi anni fa. Mentre loro rimanevano in
città per gli studi, suo padre viaggiava per tutti gli Stati Uniti con la
futura signora Uchiha. Già … non aveva perso tempo. Due mesi dopo i funerali
della madre, Mikoto Uchiha, il padre aveva riunito tutti nella villa di campagna per annunciarli il
suo fidanzamento con la "meravigliosa" Hana Mijuzi, la sua segretaria
e porta carte durante i suoi continui viaggi di lavoro attorno al mondo. Era un
Barbie siliconata, labbra, zigomi, seno … c'era più plastica li che in una
fabbrica; in un primo momento ci sembrò anche abbastanza
"accettabile" nel modo di fare … tutto finché non aprì bocca. Tutto
quello di cui sapeva parlare era vestiti, e cazzate varie. Un. Vero. INCUBO.
E poi con quella vocina stridula dopo
cinque minuti, Sasuke e suo fratello avevano già le orecchie che imploravano
pietà. Quella donna era orribile, e poi nessuno avrebbe potuto sostituire la
loro mamma. Nessuno. Lei era speciale, severa quando era necessario, ma mai
tanto come nostro padre, dolce e comprensiva sempre pronta ad ascoltare e a dare
una mano nei momenti di difficoltà.
Uno starnuto improvviso interruppe il
filo dei suoi pensieri. Prese pigramente il pacchetto di fazzoletti appoggiato
sul comodino e cercò disperatamente di aprire le vie respiratorie che da ormai
diversi giorni non gli permettevano di respirare.
Era da così tanto tempo che non si
prendeva un raffreddore, che gli era passato di mene quando fosse stata
l'ultima volta. Fortunatamente la febbre era passata e anche gli straniti erano
sempre meno frequenti. Il giorno dopo avrebbe potuto tranquillamente tornare a
scuola.
La pioggia fuori continuava a scendere
incessantemente. Forse più forte di un'ora fa. Aspetta. UN'ORA FA?!
Non poteva crederci era una cosa
inammissibile dove diavolo si era cacciato quell'idiota di Naruto quando c'era
bisogno di lui?! Avrebbe dovuto portargli i compiti alle 4 in punto ed erano
già le 5 passate!
A tanto per precisare di chi si sta
parlando: Naruto Uzumaki, 17 anni, capelli biondi, occhi azzurri, sorriso da
ebete sempre stampato in faccia, suo compagno nella squadra di calcio della scuola,
mangiatore accanito di ramen, e per concludere in bellezza il più ottuso
imbranato di tutta la Konoha Hight. Talmente imbranato da non notare che
quella santa della Hjuga, Hinata, aveva
una cotta stratosferica per lui dal primo giorno delle elementari quando lui
l'ha "salvata" da dei bambinetti che la stavano importunando.
Che allocco!
Bzzzz Bzzzzz
Un messaggio. Chi diavolo gli rompeva
l'anima a quell'ora!
Nuovo
messaggio da: Testaquadra
Ciao
teme!
Mi
dispiace ma non posso venire a casa tua oggi.
C'è
stato un piccolo incidente, se possiamo chiamarlo così, e sono stato messo agli
arresti domiciliari. T^T
Comunque
non ti preoccupare per i compiti sono in ottime mani.
Ci
si vede a scuola!
Quell'idiota era un disastro! chissà
cosa aveva combinato!
Non poteva credere di aver lasciato che
un dobe, testaquadra, casinista come Naruto si occupasse di portargli-
Din Don
Ci mancava questa! Dopo il messaggio di
Naruto ecco un'altro scocciatore che veniva a disturbarlo e la cosa peggiore
era che l'ospite inatteso si trovava fuori dalla sua porta! Era il colmo! Ma
adesso lo avrebbero sentito! Oh eccome! Avrebbe cacciato via chiunque si
trovasse oltre quella porta!
O forse era meglio dire quasi tutti.
Davanti alla sua porta c'era una
ragazza dalla pelle nivea, gli occhi verde giada e degli sconvolgenti … capelli
… rosa. La prima volta che la vide pensò che fossero tinti, solo dopo scoprì
che erano naturali.
"Che c'è Uchiha? hai visto per
caso un fantasma?"
"E tu sempre così acida
Uzumaki?" eh si avevo davanti a me
niente di meno che Sakura Uzumaki la sorella di Naruto. Ha sempre nutrito
dell'astio nei miei confronti ed è l'unica ragazza che abbia resistito al mio
fascino.
"Tsc. Hai intenzione di farmi
entrare oppure vuoi lasciarmi sul pianerottolo ancora qualche ora?"
"Prego vostra altezza.
Accomodatevi nella mia umile dimora."
"Fai poco l'idiota Uchiha. eh
tanto per la cronaca la tua casa è un attico e l'ultimo aggettivo che gli attribuirei
è proprio l'umiltà"
"Che ci fai a casa mia a
quest'ora? non ho tempora perdere con te"
"Si da il caso che di tempo con me
ne dovrai perdere e parecchio" disse gettando sul tavolo del salotto un
fascicolo da cui traboccarono una miriade di fogli.
Sasuke la guardò perplesso. La pelirosa
roteò gli occhi con aria svogliata e si apprestò a spiegare:
"Quell'idiota di mio fratello è
andato a sbattere con la moto addosso alla macchina nuova della mamma. Ora si
trova chiuso in camera sua senza videogiochi, internet e cellulare, per
concludere la mamma lo lascerà anche senza cena."
"Che cretino!" disse Sasuke
lasciandosi sfuggire un ghigno
"Morale della favola"
continuò la ragazza " io sono qui per darti i compiti al posto di mio
fratello e spiegarti quello che non riesci a capire."
"Non ho bisogno del tuo aiuto
confettino, me la so cavare benissimo da solo."
"Non dubito che tu non possa
cavartela nelle materie del professor Orochimaru, che ha una vera e propria
predilezione per te … ma come la mettiamo con i compiti di letteratura
inglese?" Sasuke la guardò di sbieco e Sakura ebbe la conferma di aver
punto nel vivo il moro "Mi pare che tu non eccella nella materia del
professor Kakashi. Mi pare anzi di aver sentito che nell'ultimo compito tu
abbia preso un bel 5 tondo tondo"
Purtroppo era così non eccelleva in
quella materia e quel compito era stato una totale catastrofe. Tutto perché
quella troia della Kojzuki non gli ha fatto copiare quello stramaledettissimo
test a sorpresa. Bhe come darle torto in fondo l'avevano fatto nello sgabuzzino
delle scope e finito il tutto l'aveva piantata li come se non fosse successo
nulla.
"Cercherò di cavarmela da
solo."
"Perfetto. Sappimi dire come erano
gli esercizi extra." disse la ragazza prima di fare dietrofront e
dirigersi verso l'uscita.
"Quali … esercizi … extra?"
"Ops che sbadata quasi
dimenticavo. Per tutti quelli che hanno preso l'insufficienza la professoressa
ha preparato dei compiti extra per portare tutti allo stesso livello. Per non
parlare che ritirerà i fogli, li valuterà e se li troverà migliori dei compiti
e disposta a sostituire le valutazioni."
Sasuke era impallidito. La sua
possibilità di rimediare al compito era proprio a portata di mano.
"Ma non ha paura che copiamo sul
libro?"
"No. Le domande le ha scelte
appositamente. Non ci troverai nessun collegamento sul libro. E poi si tratta
di analisi comprensione di un passo di un'opera. Non hai via di scampo.
Probabilmente quel 5 ti costerà la promozione e dovrai fare i recuperi a
settembre, e come sai bene nessuno è stato … graziato in letteratura
inglese."
Nonostante la febbre, Sasuke era più
bianco di un lenzuolo. Era spacciato! Avrebbe perso l'anno, suo padre gli
avrebbe fatto una ramanzina chilometrica e quella serpe della sua compagna si
sarebbe fatta qualche risata e avrebbe spifferato tutto a quelle quattro
galline che aveva per amiche. Non poteva permetterselo.
"Bhe siccome non hai bisogno del
mio aiuto io me ne vado. Ci vediamo a scuola Uchi-"
"Accetto."
Sakura si fermò proprio sull'uscio
della porta. Lentamente si girò verso il moro. Un sorriso sardonico era
stampato sulle sue labbra.
"Come hai detto Uchiha? Temo di
non aver capito bene."
"E invece hai capito benissimo!
non costringermi a ripeterlo una seconda volta. Ora muovi il culo e
seguimi."
"Va bene va bene mi arrendo. Farò
lo sforzo di aiutarti. Accidenti che modi!"
Sasuke le fece strada dal salotto verso
lo studio, una stanza immensa dove una parete era completamente ricoperta da
libri di ogni genere. L'amore di suo fratello li definiva Sasuke. Non passava
giorno in cui Itachi non si chiudesse in quello studio a leggere libri per ore.
Entrati fece accomodare la ragazza sul
lungo divano e subito ci si sedette accanto.
"Vogliamo cominciare? Voglio
finire il prima possibile questa faccenda" sbottò il ragazzo
"Oh come siamo ansiosi di
cominciare! Ok ti presento il testo su cui devi lavorare: Amleto."
"Cosa?! Stiamo scherzando?! Amleto
è l'unica opera di Shakespeare che non abbiamo nemmeno toccato! Mi sono dovuto
sorbire la pappardella d'amore di quei due sfigati di Giulia e coso…"
"Romeo, Sasuke si chiamava Romeo,
e lei non si chiamava Giulia, ma Giulietta."
"Come la macchina!"
"Ma dico sei impazzito?!"
"Vabbè comunque non è questo ciò
che intendo. Prima quei due, poi il somaro le fate quei quattro scimuniti che
si rincorrono per mezzo bosco …"
"Stai parlando di Sogno di una
Notte di mezz'Estate te ne rendi conto, vero?"
"La vuoi smettere di
interrompermi?!"
La rosa sbuffò e in quel momento
iniziava a chiedersi come le fosse venuta in mente quell'idea malsana di
aiutarlo a fare i compiti.
"Non può darci qualcosa che non ci
ha mai spiegato … è inammissibile!"
"Sarà, ma li devi fare volenti o
nolenti. Quindi muoviti a leggere la consegna o domani mattina non avremmo
ancora iniziato. Avanti hop hop hop hop"
Lo stava prendendo in giro ma non
poteva reagire: in quel momento era la sua unica speranza e non poteva lasciarsela
scappare.
Si arrese e iniziò a sfogliare i fogli
per iniziare gli esercizi.
To be, or not to be - that is the
question.
Whether 'tis nobler in the mind to
suffer
The slings and arrows of outrageous
fortune
Or to take arms against a sea of
troubles,
And by opposing end them. To die, to
sleep;
No more; and by a sleep, to say we
end
The heart-ache and the thousand
natural shocks
That flesh i heir to. 'tis a
consumation
Devoutly to be wished. To die, to
sleep.
….
Thus conscience does make cowards of
us all,
And thus the native hue of
resolution
Is sicklied o'er with the pale cast
of thought,
And enterprises of great pitch and
moment
With this regard they currents turn
awry
And lose the name of action.
Essere … o non essere. E' il problema.
Se sia meglio per l'anima soffrire
oltraggi di fortuna, sassi e dardi,
o prender l'armi contro questi guai
e opporvisi e distruggerli. Morire,
dormire … nulla più E dirsi così
con un sonno che noi mettiamo fine
al crepacuore ed alle mille ingiurie
naturali, retaggio della carne!
Questa è la consunzione da invocare
devotamente. Morire, dormire.
….
La coscienza, così, fa tutti vili,
così il colore della decisione
al riflesso del dubbio si corrompe
e le imprese più alte e che più contano
si disviano, perdono anche il nome
dell'azione.
"Ah fantastico! Un monologo. Hai
una lametta che così la facciamo finita subito?"
"Non fare l'idiota! E per la
cronaca questo non è un monologo. Questo è IL monologo. Il più famoso tra le
opere scritte da Shakespeare."
"E' una noia di proporzioni
elefantiache! Amleto è un povero sfigato che sta lì nell'angolino a piangersi
addosso e fa venire un sonno tremendo a tutti quelli che gli stano attorno!
Avanti confettino, siamo sinceri è una cosa inutile!"
Sakura stava seriamente pensando di
scaraventarlo fuori dalla finestra, ma si diede un contegno.
"Se è come dici tu allora perché
ci sono libri e libri che studiano i caratteri dei personaggi
dell'Amleto?"
"Avranno sicuramente avuto del
tempo da perdere" disse il moro per poi spostare di nuovo lo sguardo sui
fogli guardandoli con aria perplessa per poi aggiungere "… mooooolto
tempo."
E va bene Uchiha mi tocca darti qualche
suggerimento pensò la rosa.
"Cerca di sforzarti. Avanti per
una volta metti in moto il tuo cervello e prova a pensare di che cosa potrebbe
trattare Amleto in questo monologo. Il padre e morto da due mesi, la madre si è
risposata, per di più con il fratello di suo marito, nonostante avesse fatto
voto di non sposarsi nel caso il marito fosse morto, il fantasma del padre gli
appare e gli svela che è stato assassinato proprio dal fratello che ora si è
preso non solo la sua regina ma anche il suo trono. Come pensi che si possa
sentire Amleto?"
Sasuke si vide passare davanti i
ricordi di una vita … anche lui in fondo era un po' simile ad Amleto. Anche suo
padre ha fatto come la madre del protagonista dell'opera … aveva presentato
alla famiglia la sua nuova compagna solo dopo pochi mesi dai funerali, e per
questo lo disprezzava.
"Probabilmente" inizio con un
filo di amarezza nelle parole "si sarà sentito tradito dalla madre che
l'aveva allevato, desiderando non essere mai stato suo figlio. E desiderio di
vendetta per un' uomo che gli ha portato via tutto quello che aveva di
caro." I suoi occhi scuri erano persi a scrutare il vuoto.
Sakura ascoltava attentamente le parole
del moro e mai avrebbe pensato che fosse un ragazzo con dei sentimenti così
profondi, sentiva anche che quelle parole provenivano anche dall'esperienza
personale di un giovane che aveva sofferto molto, ma non sulla carta, e aveva
sentito il dolore causato dalle colpe degli altri scivolargli sulla pelle
lasciando un solco indelebile.
"Questo è un buon passo per
iniziare." Sakura si impose di interrompere quel silenzio che aveva reso
l'aria irrespirabile. "Però dobbiamo ancora capire cosa potrebbe
significare l'inizio. Essere o non essere."
Silenzio. Nessuno dei due fiatava. Ma
la ragazza notava benissimo che l'espressione del moro era concentrata su quei
fogli sparsi su un tavolino troppo piccolo per contenerli tutti.
"Forse le parole del fantasma
possono averlo disturbato in qualche modo. Potrebbe anche trattarsi del
malessere che prova per Ofelia, la sua amata, che però per volere del padre è
costretta a respingerlo."
"Cosa centra una donna in tutto
questo?"
"Non sembra, ma le donne sono il
motore delle azioni degli uomini. Pensa, se Gertrude non si fosse sposata con
il fratello del marito, Claudio, Amleto non avrebbe sofferto e Claudio
probabilmente non sarebbe salito al trono. Se Ofelia non avesse respinto
Amleto, si sarebbero sposati e lei sarebbe diventata la moglie del principe
ereditario di Danimarca. Invece respingendo le attenzioni di Amleto si è
trovata respinta a sua volta dal suo amante e stravolta da questo si è
suicidata. Questo suo gesto ha portato Claudio a trovare un espediente per non
rimanere coinvolto in un assassinio e lasciare che Laerte, fratello di Ofelia,
per vendicarla si sporcasse le mani al posto suo. Questo causò la morte non
solo di Amleto, ma anche di Laerte stesso, Claudio e Gertrude. E ancora vuoi
dirmi che le donne non hanno un ruolo fondamentale per lo svolgimento della
vicenda?"
Sasuke alzo gli occhi verso la ragazza.
La giada incontro l'onice perdendosi l'una nel riflesso dell'altro.
"E tu, Sakura?"
La pelirosa lo guardava interrogativa.
"Io cosa, Sasuke?"
"Sei disposta a reprimere il tuo
amore, pur sapendo che sarebbe un'avventura degna di essere vissuta?"
La ragazza fece un leggero sussulto di
stupore e iniziò ad arrossire alle parole del giovane. Si sentiva come un uccello
ferito ad un'ala. Il moro l'aveva colpita proprio in una ferita che non si era
ancora rimarginata. Perché lei, Sakura, aveva una cotta per quel bastardo sin
dalle medie. Ma era troppo orgogliosa per ammetterlo. Solo alle superiori aveva
aperto gli occhi e aveva realizzato che quel ragazzo era solo uno sbruffone e
un donnaiolo incallito, e quando lui iniziò a corteggiarla lei lo ignorò
bellamente. Credendo che volesse aggiungere un'altra povera illusa alla lista
delle sue gloriose conquiste amorose.
Il moro senza che lei se ne accorgesse
si sbilancio verso di lei facendo toccare le loro fronti. Il moro si beò
dell'inebriante profumo di ciliegia della pelle della ragazza come lei di
quello intenso e alla menta di lui.
"I did
loved you once.*" disse in un sussurro
A quella dichiarazione così improvvisa
ma sincera Sakura venne percorsa da un fremito, stava perdendo quella poca
lucidità che aveva.
"Indeed, my lord, you made me
believe so.**" troppo testarda per ammettere che in fondo in fondo le
stava dicendo la verità. Che senso avrebbe avuto mentirle proprio ora?
"Non ho mai finto con te." le
disse interrompendo quel gioco di battute e accarezzandole delicatamente la
guancia con il dorso della mano. "E non ho intenzione di cominciare a
farlo."
Istintivamente le cinse la vita
trascinandola a se e azzerando la distanza tra le loro labbra. Il moro iniziò a
chiedere mordicchiandole delicatamente le labbra il permesso di entrare.
Accesso che non si fece attendere. Lentamente le labbra di lei si schiusero,
dando inizio ad una vorticosa danza delle loro lingue, un bacio delicato quanto
passionale.
"Sai che questo non dovremmo
farlo." disse lei che con riluttanza si era staccata per riprendere fiato.
Sasuke però era troppo occupato a ricoprire con una scia di baci bollenti il
suo collo niveo per potersi permettere il lusso di ascoltarla … era morbida e
profumata pensava mentre con una mano si insinuava sotto quel maglione verde
sbiadito che stava diventando troppo ingombrante per i suoi gusti.
"Sa … suke …" stava perdendo
il controllo, i suoi baci, le sue carezze la stavano facendo impazzire. Non
aveva mai provato delle sensazioni così intense.
"Se io profano con la mia mano
indegna questa sacra reliquia" disse il moro facendo scorrere la mano
sempre più in giù fino a toccarle il ventre piatto, per poi risalire al suo
seno "le mie labbra, arrossenti pellegrini, sono pronte a rendere più
dolce, con un tenero bacio, il ruvido tocco." disse appoggiando
delicatamente le labbra nell'incavo del suo collo.
"Avevi detto che non ti piaceva
Romeo e Giulietta." sussurrò delicatamente la rosa.
"Diciamo che ho mentito"
disse appoggiandole un casto bacio sul collo "ma non mi sembra un buon
motivo per interrompere l'opera, e con questo intendo in tutti i sensi"
Le labbra di lei si piegarono in un
leggero sorriso, ma si che male c'era nell'accontentarlo.
"Buon pellegrino, voi fate troppo
torto alla vostra mano" dovette fermarsi un secondo quando sentì che le
mani di lui stringerle le natiche, "che ha mostrato in ciò la devozione
che si conviene: poiché i santi stessi hanno mani, che le mani dei pellegrini
possono toccare, e il giunger palma a palma è il bacio dei pii palmieri"
"Oh! allora, cara santa, lascia
che le labbra facciano ciò che fanno le mani; esse ti pregano, tu le esaudisci,
per timore che la fede non si cambi in disperazione." la ragazza era
inebriata dalle sue parole e dalle sue carezze, che sembravano caste e
voluttuose allo stesso tempo.
"I santi non si muovono, ancorché
esaudiscano le altrui preghiere."
"Allora non muoverti" lentamente
la stava portando sotto di se, facendola adagiare delicatamente tra i cuscini
del divano, i capelli di lei erano sparsi ovunque come una massa informe, ma
meravigliosa nella sua imperfezione "intanto che io raccolgo il frutto
della mia preghiera. Ecco, le tue labbra hanno tolto dalle mie il loro
peccato." una sua mano scivolò dietro la nuca di lei e le sue labbra
ripresero il controllo di quelle della ragazza, delicatamente, come se avesse
paura di farle male.
"Allora è rimasto sulle mie labbra
il peccato che esse hanno tolto alle vostre" le parole sembravano un fiume
di miele pronunciate da quella voce così suadente.
"Il peccato dalle mie
labbra?" un sorriso sbieco si dipinse sul volto del moro, questa era la
parte che preferiva "O colpa dolcemente rimproverata!" senza fretta
si avvicino sussurrandole all'orecchio con un filo di voce, "Rendimi
dunque il mio peccato."
Fu questione di un battito di ciglia.
Un bacio così passionale da inibire ogni percezione, tutti i sensi non
vedevano, non sentivano, non toccavano o gustavano altro che le cure che l'uno
stava rivolgendo all'altro. Si sentivano bruciare, e i loro cuori battevano più veloci di un
cavallo al galoppo, sentivano esplodere dentro di loro mille sensazioni, il
respiro veniva meno sotto quei baci così bramosi di strappare una parte
dell'anima del loro amante. Erano ebbri di felicità che tutto risultava così
meraviglioso che nulla, a parer loro, avrebbe potuto rovinare quel momento di
calda intimità che s'era instaurata nei loro cuori.
Drin diridindiridindin
Nulla al di fuori di un telefono che
squillava.
A Sasuke veniva istintivo imprecare in
quel momento, ma forse era meglio tacere.
La rosa nel frattempo si era chinata
sulla sua borsa per poter prendere il cellulare e rispondere a quello
sgradevole disturbatore.
"Si, pronto?" cerco di
assumere una voce il più pacata possibile, nonostante avesse il cuore in gola e
il fiato corto. "Oh ciao mamma, dimmi tutto … ahah si ho capito.."
Durante quello scambio di battute al
cellulare, Sasuke non riusciva distogliere i suoi occhi da quelle labbra così
rosse e lucide. In quei pochi istanti di contentezza erano diventate una droga
a lui indispensabile.
"Va bene. Arrivo non ti
preoccupare." detto questo chiuse la chiamata e messasi in piedi, ripose
il cellulare nella tasca interna della borsa.
"Che succede?" la curiosità
fu più forte della sua discrezione, ma aveva il diritto di sapere per quale
motivo erano stati interrotti.
"Era mia madre. Devo tornare a
casa."
"Ma è ancora presto." disse
il moro cingendole la vita.
"Sasuke?"
"Si?"
"Sono quasi le sette"
Questa volta non seppe trattenersi e un
"Merda" si increspò sulle sue labbra.
"Purtroppo non abbiamo nemmeno
iniziato il lavoro. Mi dispiace di non esserti potuta essere d'aiuto"disse
un po' delusa
"Oh ma tu mi sei stata di
grandissimo aiuto. La domanda è un'altra …"
"Mh?"
"Mi lascerai così
insoddisfatto?"
Sakura si lasciò scappare una risata
adorabile che le illuminò il viso "Oh quindi saresti insoddisfatto?"
"Oserei dire molto insoddisfatto"
"Irrimediabilmente?"
"Tragicamente"
"Bhe la prossima volta cercheremo
di porre un qualche rimedio a questa tua necessità."
"Quanto prossima?"
"Mmmm … Naruto è in punizione fino
a nuovo ordine, quindi c'è un posto vacante per chi ti debba portare i compiti.
Quindi penso che tornerò domani."
"Non vedo l'ora."
Con uno scatto felino Sakura si liberò
dalla presa del moro e si avviò lentamente verso l'uscita.
"Allora a domani"
"A domani Uchiha"
Chiusa la porta l'Uchiha si trovò a
pensare che stare al letto con il raffreddore non era poi stato tanto male. Ma
si avrebbe ritardato il suo ritorno a scuola per altri due o tre giorni.
Non c'era fretta.
Biblioteca degli autori
Eccomi con una One-Shot dedicata
completamente al SasuSaku!
Intanto per iniziare alcune
precisazioni:
* "Io vi amavo un tempo,"
** "In verità, mio signore, me
l'avete fatto credere."
voglio poi ringraziarvi per essere
arrivati fino in fondo a questa storia! Ne vado molto orgogliosa e spero
vivamente che vi sia piaciuta!
Come avete potuto vedere ho fatto una
leggera spolverata di due delle opere di Shakespeare. Amleto possiamo dirlo un
po' anonimo, ma chi non conosce Romeo e Giulietta? Le battute di Amleto sono
prese dal secondo incontro tra Amleto e Ofelia, nel corridoio mentre il re e il
padre di lei gli stanno spiando. Quelle invece di Romeo e Giulietta sono prese
dalla scena del ballo, il primo incorro quando l'uno non conosce ancora
l'identità dell'altro.
Bhe penso di aver esaurito i punti da
spiegare più approfonditamente.
Per qualsiasi cosa, chiarimenti,
critiche, o qual si voglia altra cosa non esitate a farmi sapere!
Mi raccomando Recensite in tanti!
Alla prossima storia
Bani chan