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Autore: Bani chan    11/08/2012    5 recensioni
Come la giornata di un liceale, che era apparentemente iniziata in maniera monotona, si trasforma in una giornata estremamente interessante.
Un messaggio. Una visita inaspettata. Un finale ancora più inaspettato!
Una Sasusaku a colpi di battute tratte da due delle opere di Shakespeare!
Buona Lettura!
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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What a disaster, Shakespeare! Or maybe not

What a disaster, Shakespeare ! Or maybe not?

 

 

 

 

 

La pioggia picchiettava insistentemente sui vetri della finestra non accennando a diminuire.

Ennesima giornata rovinata.

Erano ormai due ore che Sasuke Uchiha fissava con fare quasi ossessivo il soffitto della sua camera tappezzato in ogni dove con poster di ogni genere; abitava con suo fratello nell'attico regalatogli dai genitori ancora diversi anni fa. Mentre loro rimanevano in città per gli studi, suo padre viaggiava per tutti gli Stati Uniti con la futura signora Uchiha. Già … non aveva perso tempo. Due mesi dopo i funerali della madre, Mikoto Uchiha, il padre aveva riunito tutti  nella villa di campagna per annunciarli il suo fidanzamento con la "meravigliosa" Hana Mijuzi, la sua segretaria e porta carte durante i suoi continui viaggi di lavoro attorno al mondo. Era un Barbie siliconata, labbra, zigomi, seno … c'era più plastica li che in una fabbrica; in un primo momento ci sembrò anche abbastanza "accettabile" nel modo di fare … tutto finché non aprì bocca. Tutto quello di cui sapeva parlare era vestiti, e cazzate varie. Un. Vero. INCUBO.

E poi con quella vocina stridula dopo cinque minuti, Sasuke e suo fratello avevano già le orecchie che imploravano pietà. Quella donna era orribile, e poi nessuno avrebbe potuto sostituire la loro mamma. Nessuno. Lei era speciale, severa quando era necessario, ma mai tanto come nostro padre, dolce e comprensiva sempre pronta ad ascoltare e a dare una mano nei momenti di difficoltà.

Uno starnuto improvviso interruppe il filo dei suoi pensieri. Prese pigramente il pacchetto di fazzoletti appoggiato sul comodino e cercò disperatamente di aprire le vie respiratorie che da ormai diversi giorni non gli permettevano di respirare.

Era da così tanto tempo che non si prendeva un raffreddore, che gli era passato di mene quando fosse stata l'ultima volta. Fortunatamente la febbre era passata e anche gli straniti erano sempre meno frequenti. Il giorno dopo avrebbe potuto tranquillamente tornare a scuola.

La pioggia fuori continuava a scendere incessantemente. Forse più forte di un'ora fa. Aspetta. UN'ORA FA?!

Non poteva crederci era una cosa inammissibile dove diavolo si era cacciato quell'idiota di Naruto quando c'era bisogno di lui?! Avrebbe dovuto portargli i compiti alle 4 in punto ed erano già le 5 passate!

A tanto per precisare di chi si sta parlando: Naruto Uzumaki, 17 anni, capelli biondi, occhi azzurri, sorriso da ebete sempre stampato in faccia, suo compagno nella squadra di calcio della scuola, mangiatore accanito di ramen, e per concludere in bellezza il più ottuso imbranato di tutta la Konoha Hight. Talmente imbranato da non notare che quella  santa della Hjuga, Hinata, aveva una cotta stratosferica per lui dal primo giorno delle elementari quando lui l'ha "salvata" da dei bambinetti che la stavano importunando.

Che allocco!

 

Bzzzz Bzzzzz

Un messaggio. Chi diavolo gli rompeva l'anima a quell'ora!

 

 

 

Nuovo messaggio da: Testaquadra

 

Ciao teme!

Mi dispiace ma non posso venire a casa tua oggi.

C'è stato un piccolo incidente, se possiamo chiamarlo così, e sono stato messo agli arresti domiciliari. T^T

Comunque non ti preoccupare per i compiti sono in ottime mani.

Ci si vede a scuola!

 

 

 

Quell'idiota era un disastro! chissà cosa aveva combinato!

Non poteva credere di aver lasciato che un dobe, testaquadra, casinista come Naruto si occupasse di portargli-

 

 Din Don

 

Ci mancava questa! Dopo il messaggio di Naruto ecco un'altro scocciatore che veniva a disturbarlo e la cosa peggiore era che l'ospite inatteso si trovava fuori dalla sua porta! Era il colmo! Ma adesso lo avrebbero sentito! Oh eccome! Avrebbe cacciato via chiunque si trovasse oltre quella porta!

 

O forse era meglio dire quasi tutti.

Davanti alla sua porta c'era una ragazza dalla pelle nivea, gli occhi verde giada e degli sconvolgenti … capelli … rosa. La prima volta che la vide pensò che fossero tinti, solo dopo scoprì che erano naturali.

 

"Che c'è Uchiha? hai visto per caso un fantasma?"

"E tu sempre così acida Uzumaki?"  eh si avevo davanti a me niente di meno che Sakura Uzumaki la sorella di Naruto. Ha sempre nutrito dell'astio nei miei confronti ed è l'unica ragazza che abbia resistito al mio fascino.

"Tsc. Hai intenzione di farmi entrare oppure vuoi lasciarmi sul pianerottolo ancora qualche ora?"

"Prego vostra altezza. Accomodatevi nella mia umile dimora."

"Fai poco l'idiota Uchiha. eh tanto per la cronaca la tua casa è un attico e l'ultimo aggettivo che gli attribuirei è proprio l'umiltà"

"Che ci fai a casa mia a quest'ora? non ho tempora perdere con te"

"Si da il caso che di tempo con me ne dovrai perdere e parecchio" disse gettando sul tavolo del salotto un fascicolo da cui traboccarono una miriade di fogli.

Sasuke la guardò perplesso. La pelirosa roteò gli occhi con aria svogliata e si apprestò a spiegare:

"Quell'idiota di mio fratello è andato a sbattere con la moto addosso alla macchina nuova della mamma. Ora si trova chiuso in camera sua senza videogiochi, internet e cellulare, per concludere la mamma lo lascerà anche senza cena."

"Che cretino!" disse Sasuke lasciandosi sfuggire un ghigno

"Morale della favola" continuò la ragazza " io sono qui per darti i compiti al posto di mio fratello e spiegarti quello che non riesci a capire."

"Non ho bisogno del tuo aiuto confettino, me la so cavare benissimo da solo."

"Non dubito che tu non possa cavartela nelle materie del professor Orochimaru, che ha una vera e propria predilezione per te … ma come la mettiamo con i compiti di letteratura inglese?" Sasuke la guardò di sbieco e Sakura ebbe la conferma di aver punto nel vivo il moro "Mi pare che tu non eccella nella materia del professor Kakashi. Mi pare anzi di aver sentito che nell'ultimo compito tu abbia preso un bel 5 tondo tondo"

Purtroppo era così non eccelleva in quella materia e quel compito era stato una totale catastrofe. Tutto perché quella troia della Kojzuki non gli ha fatto copiare quello stramaledettissimo test a sorpresa. Bhe come darle torto in fondo l'avevano fatto nello sgabuzzino delle scope e finito il tutto l'aveva piantata li come se non fosse successo nulla.

"Cercherò di cavarmela da solo."

"Perfetto. Sappimi dire come erano gli esercizi extra." disse la ragazza prima di fare dietrofront e dirigersi verso l'uscita.

"Quali … esercizi … extra?"

"Ops che sbadata quasi dimenticavo. Per tutti quelli che hanno preso l'insufficienza la professoressa ha preparato dei compiti extra per portare tutti allo stesso livello. Per non parlare che ritirerà i fogli, li valuterà e se li troverà migliori dei compiti e disposta a sostituire le valutazioni."

Sasuke era impallidito. La sua possibilità di rimediare al compito era proprio a portata di mano.

"Ma non ha paura che copiamo sul libro?"

"No. Le domande le ha scelte appositamente. Non ci troverai nessun collegamento sul libro. E poi si tratta di analisi comprensione di un passo di un'opera. Non hai via di scampo. Probabilmente quel 5 ti costerà la promozione e dovrai fare i recuperi a settembre, e come sai bene nessuno è stato … graziato in letteratura inglese."

Nonostante la febbre, Sasuke era più bianco di un lenzuolo. Era spacciato! Avrebbe perso l'anno, suo padre gli avrebbe fatto una ramanzina chilometrica e quella serpe della sua compagna si sarebbe fatta qualche risata e avrebbe spifferato tutto a quelle quattro galline che aveva per amiche. Non poteva permetterselo.

"Bhe siccome non hai bisogno del mio aiuto io me ne vado. Ci vediamo a scuola Uchi-"

"Accetto."

Sakura si fermò proprio sull'uscio della porta. Lentamente si girò verso il moro. Un sorriso sardonico era stampato sulle sue labbra.

"Come hai detto Uchiha? Temo di non aver capito bene."

"E invece hai capito benissimo! non costringermi a ripeterlo una seconda volta. Ora muovi il culo e seguimi."

"Va bene va bene mi arrendo. Farò lo sforzo di aiutarti. Accidenti che modi!"

 

Sasuke le fece strada dal salotto verso lo studio, una stanza immensa dove una parete era completamente ricoperta da libri di ogni genere. L'amore di suo fratello li definiva Sasuke. Non passava giorno in cui Itachi non si chiudesse in quello studio a leggere libri per ore.

Entrati fece accomodare la ragazza sul lungo divano e subito ci si sedette accanto.

"Vogliamo cominciare? Voglio finire il prima possibile questa faccenda" sbottò il ragazzo

"Oh come siamo ansiosi di cominciare! Ok ti presento il testo su cui devi lavorare: Amleto."

"Cosa?! Stiamo scherzando?! Amleto è l'unica opera di Shakespeare che non abbiamo nemmeno toccato! Mi sono dovuto sorbire la pappardella d'amore di quei due sfigati di Giulia e coso…"

"Romeo, Sasuke si chiamava Romeo, e lei non si chiamava Giulia, ma Giulietta."

"Come la macchina!"

"Ma dico sei impazzito?!"

"Vabbè comunque non è questo ciò che intendo. Prima quei due, poi il somaro le fate quei quattro scimuniti che si rincorrono per mezzo bosco …"

"Stai parlando di Sogno di una Notte di mezz'Estate te ne rendi conto, vero?"

"La vuoi smettere di interrompermi?!"

La rosa sbuffò e in quel momento iniziava a chiedersi come le fosse venuta in mente quell'idea malsana di aiutarlo a fare i compiti.

"Non può darci qualcosa che non ci ha mai spiegato … è inammissibile!"

"Sarà, ma li devi fare volenti o nolenti. Quindi muoviti a leggere la consegna o domani mattina non avremmo ancora iniziato. Avanti hop hop hop hop"

Lo stava prendendo in giro ma non poteva reagire: in quel momento era la sua unica speranza e non poteva lasciarsela scappare.

Si arrese e iniziò a sfogliare i fogli per iniziare gli esercizi.

 

 

 

To be, or not to be - that is the question.

Whether 'tis nobler in the mind to suffer

The slings and arrows of outrageous fortune

Or to take arms against a sea of troubles,

And by opposing end them. To die, to sleep;

No more; and by a sleep, to say we end

The heart-ache and the thousand natural shocks

That flesh i heir to. 'tis a consumation

Devoutly to be wished. To die, to sleep.

….

Thus conscience does make cowards of us all,

And thus the native hue of resolution

Is sicklied o'er with the pale cast of thought,

And enterprises of great pitch and moment

With this regard they currents turn awry

And lose the name of action.

 

 

Essere … o non essere. E' il problema.

Se sia meglio per l'anima soffrire

oltraggi di fortuna, sassi e dardi,

o prender l'armi contro questi guai

e opporvisi e distruggerli. Morire,

dormire … nulla più E dirsi così

con un sonno che noi mettiamo fine

al crepacuore ed alle mille ingiurie

naturali, retaggio della carne!

Questa è la consunzione da invocare

devotamente. Morire, dormire.

….

La coscienza, così, fa tutti vili,

così il colore della decisione

al riflesso del dubbio si corrompe

e le imprese più alte e che più contano

si disviano, perdono anche il nome

dell'azione.

 

 

 

"Ah fantastico! Un monologo. Hai una lametta che così la facciamo finita subito?"

"Non fare l'idiota! E per la cronaca questo non è un monologo. Questo è IL monologo. Il più famoso tra le opere scritte da Shakespeare."

"E' una noia di proporzioni elefantiache! Amleto è un povero sfigato che sta lì nell'angolino a piangersi addosso e fa venire un sonno tremendo a tutti quelli che gli stano attorno! Avanti confettino, siamo sinceri è una cosa inutile!"

Sakura stava seriamente pensando di scaraventarlo fuori dalla finestra, ma si diede un contegno.

"Se è come dici tu allora perché ci sono libri e libri che studiano i caratteri dei personaggi dell'Amleto?"

"Avranno sicuramente avuto del tempo da perdere" disse il moro per poi spostare di nuovo lo sguardo sui fogli guardandoli con aria perplessa per poi aggiungere "… mooooolto tempo."

 

E va bene Uchiha mi tocca darti qualche suggerimento pensò la rosa.

 

"Cerca di sforzarti. Avanti per una volta metti in moto il tuo cervello e prova a pensare di che cosa potrebbe trattare Amleto in questo monologo. Il padre e morto da due mesi, la madre si è risposata, per di più con il fratello di suo marito, nonostante avesse fatto voto di non sposarsi nel caso il marito fosse morto, il fantasma del padre gli appare e gli svela che è stato assassinato proprio dal fratello che ora si è preso non solo la sua regina ma anche il suo trono. Come pensi che si possa sentire Amleto?"

Sasuke si vide passare davanti i ricordi di una vita … anche lui in fondo era un po' simile ad Amleto. Anche suo padre ha fatto come la madre del protagonista dell'opera … aveva presentato alla famiglia la sua nuova compagna solo dopo pochi mesi dai funerali, e per questo lo disprezzava.

"Probabilmente" inizio con un filo di amarezza nelle parole "si sarà sentito tradito dalla madre che l'aveva allevato, desiderando non essere mai stato suo figlio. E desiderio di vendetta per un' uomo che gli ha portato via tutto quello che aveva di caro." I suoi occhi scuri erano persi a scrutare il vuoto.

Sakura ascoltava attentamente le parole del moro e mai avrebbe pensato che fosse un ragazzo con dei sentimenti così profondi, sentiva anche che quelle parole provenivano anche dall'esperienza personale di un giovane che aveva sofferto molto, ma non sulla carta, e aveva sentito il dolore causato dalle colpe degli altri scivolargli sulla pelle lasciando un solco indelebile.

"Questo è un buon passo per iniziare." Sakura si impose di interrompere quel silenzio che aveva reso l'aria irrespirabile. "Però dobbiamo ancora capire cosa potrebbe significare l'inizio. Essere o non essere."

Silenzio. Nessuno dei due fiatava. Ma la ragazza notava benissimo che l'espressione del moro era concentrata su quei fogli sparsi su un tavolino troppo piccolo per contenerli tutti.

"Forse le parole del fantasma possono averlo disturbato in qualche modo. Potrebbe anche trattarsi del malessere che prova per Ofelia, la sua amata, che però per volere del padre è costretta a respingerlo."

"Cosa centra una donna in tutto questo?"

"Non sembra, ma le donne sono il motore delle azioni degli uomini. Pensa, se Gertrude non si fosse sposata con il fratello del marito, Claudio, Amleto non avrebbe sofferto e Claudio probabilmente non sarebbe salito al trono. Se Ofelia non avesse respinto Amleto, si sarebbero sposati e lei sarebbe diventata la moglie del principe ereditario di Danimarca. Invece respingendo le attenzioni di Amleto si è trovata respinta a sua volta dal suo amante e stravolta da questo si è suicidata. Questo suo gesto ha portato Claudio a trovare un espediente per non rimanere coinvolto in un assassinio e lasciare che Laerte, fratello di Ofelia, per vendicarla si sporcasse le mani al posto suo. Questo causò la morte non solo di Amleto, ma anche di Laerte stesso, Claudio e Gertrude. E ancora vuoi dirmi che le donne non hanno un ruolo fondamentale per lo svolgimento della vicenda?"

Sasuke alzo gli occhi verso la ragazza. La giada incontro l'onice perdendosi l'una nel riflesso dell'altro.

"E tu, Sakura?"

La pelirosa lo guardava interrogativa.

"Io cosa, Sasuke?"

"Sei disposta a reprimere il tuo amore, pur sapendo che sarebbe un'avventura degna di essere vissuta?"

La ragazza fece un leggero sussulto di stupore e iniziò ad arrossire alle parole del giovane. Si sentiva come un uccello ferito ad un'ala. Il moro l'aveva colpita proprio in una ferita che non si era ancora rimarginata. Perché lei, Sakura, aveva una cotta per quel bastardo sin dalle medie. Ma era troppo orgogliosa per ammetterlo. Solo alle superiori aveva aperto gli occhi e aveva realizzato che quel ragazzo era solo uno sbruffone e un donnaiolo incallito, e quando lui iniziò a corteggiarla lei lo ignorò bellamente. Credendo che volesse aggiungere un'altra povera illusa alla lista delle sue gloriose conquiste amorose.

Il moro senza che lei se ne accorgesse si sbilancio verso di lei facendo toccare le loro fronti. Il moro si beò dell'inebriante profumo di ciliegia della pelle della ragazza come lei di quello intenso e alla menta di lui.

"I did loved you once.*" disse in un sussurro

A quella dichiarazione così improvvisa ma sincera Sakura venne percorsa da un fremito, stava perdendo quella poca lucidità che aveva.

"Indeed, my lord, you made me believe so.**" troppo testarda per ammettere che in fondo in fondo le stava dicendo la verità. Che senso avrebbe avuto mentirle proprio ora?

"Non ho mai finto con te." le disse interrompendo quel gioco di battute e accarezzandole delicatamente la guancia con il dorso della mano. "E non ho intenzione di cominciare a farlo."

Istintivamente le cinse la vita trascinandola a se e azzerando la distanza tra le loro labbra. Il moro iniziò a chiedere mordicchiandole delicatamente le labbra il permesso di entrare. Accesso che non si fece attendere. Lentamente le labbra di lei si schiusero, dando inizio ad una vorticosa danza delle loro lingue, un bacio delicato quanto passionale.

"Sai che questo non dovremmo farlo." disse lei che con riluttanza si era staccata per riprendere fiato. Sasuke però era troppo occupato a ricoprire con una scia di baci bollenti il suo collo niveo per potersi permettere il lusso di ascoltarla … era morbida e profumata pensava mentre con una mano si insinuava sotto quel maglione verde sbiadito che stava diventando troppo ingombrante per i suoi gusti.

"Sa … suke …" stava perdendo il controllo, i suoi baci, le sue carezze la stavano facendo impazzire. Non aveva mai provato delle sensazioni così intense.

"Se io profano con la mia mano indegna questa sacra reliquia" disse il moro facendo scorrere la mano sempre più in giù fino a toccarle il ventre piatto, per poi risalire al suo seno "le mie labbra, arrossenti pellegrini, sono pronte a rendere più dolce, con un tenero bacio, il ruvido tocco." disse appoggiando delicatamente le labbra nell'incavo del suo collo.

"Avevi detto che non ti piaceva Romeo e Giulietta." sussurrò delicatamente la rosa.

"Diciamo che ho mentito" disse appoggiandole un casto bacio sul collo "ma non mi sembra un buon motivo per interrompere l'opera, e con questo intendo in tutti i sensi"

Le labbra di lei si piegarono in un leggero sorriso, ma si che male c'era nell'accontentarlo.

"Buon pellegrino, voi fate troppo torto alla vostra mano" dovette fermarsi un secondo quando sentì che le mani di lui stringerle le natiche, "che ha mostrato in ciò la devozione che si conviene: poiché i santi stessi hanno mani, che le mani dei pellegrini possono toccare, e il giunger palma a palma è il bacio dei pii palmieri"

"Oh! allora, cara santa, lascia che le labbra facciano ciò che fanno le mani; esse ti pregano, tu le esaudisci, per timore che la fede non si cambi in disperazione." la ragazza era inebriata dalle sue parole e dalle sue carezze, che sembravano caste e voluttuose allo stesso tempo.

"I santi non si muovono, ancorché esaudiscano le altrui preghiere."

"Allora non muoverti" lentamente la stava portando sotto di se, facendola adagiare delicatamente tra i cuscini del divano, i capelli di lei erano sparsi ovunque come una massa informe, ma meravigliosa nella sua imperfezione "intanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera. Ecco, le tue labbra hanno tolto dalle mie il loro peccato." una sua mano scivolò dietro la nuca di lei e le sue labbra ripresero il controllo di quelle della ragazza, delicatamente, come se avesse paura di farle male.

"Allora è rimasto sulle mie labbra il peccato che esse hanno tolto alle vostre" le parole sembravano un fiume di miele pronunciate da quella voce così suadente.

"Il peccato dalle mie labbra?" un sorriso sbieco si dipinse sul volto del moro, questa era la parte che preferiva "O colpa dolcemente rimproverata!" senza fretta si avvicino sussurrandole all'orecchio con un filo di voce, "Rendimi dunque il mio peccato."

Fu questione di un battito di ciglia. Un bacio così passionale da inibire ogni percezione, tutti i sensi non vedevano, non sentivano, non toccavano o gustavano altro che le cure che l'uno stava rivolgendo all'altro. Si sentivano bruciare,  e i loro cuori battevano più veloci di un cavallo al galoppo, sentivano esplodere dentro di loro mille sensazioni, il respiro veniva meno sotto quei baci così bramosi di strappare una parte dell'anima del loro amante. Erano ebbri di felicità che tutto risultava così meraviglioso che nulla, a parer loro, avrebbe potuto rovinare quel momento di calda intimità che s'era instaurata nei loro cuori.

 

Drin diridindiridindin

 

Nulla al di fuori di un telefono che squillava.

A Sasuke veniva istintivo imprecare in quel momento, ma forse era meglio tacere.

La rosa nel frattempo si era chinata sulla sua borsa per poter prendere il cellulare e rispondere a quello sgradevole disturbatore.

"Si, pronto?" cerco di assumere una voce il più pacata possibile, nonostante avesse il cuore in gola e il fiato corto. "Oh ciao mamma, dimmi tutto … ahah si ho capito.."

Durante quello scambio di battute al cellulare, Sasuke non riusciva distogliere i suoi occhi da quelle labbra così rosse e lucide. In quei pochi istanti di contentezza erano diventate una droga a lui indispensabile.

"Va bene. Arrivo non ti preoccupare." detto questo chiuse la chiamata e messasi in piedi, ripose il cellulare nella tasca interna della borsa.

"Che succede?" la curiosità fu più forte della sua discrezione, ma aveva il diritto di sapere per quale motivo erano stati interrotti.

"Era mia madre. Devo tornare a casa."

"Ma è ancora presto." disse il moro cingendole la vita.

"Sasuke?"

"Si?"

"Sono quasi le sette"

Questa volta non seppe trattenersi e un "Merda" si increspò sulle sue labbra.

"Purtroppo non abbiamo nemmeno iniziato il lavoro. Mi dispiace di non esserti potuta essere d'aiuto"disse un po' delusa

"Oh ma tu mi sei stata di grandissimo aiuto. La domanda è un'altra …"

"Mh?"

"Mi lascerai così insoddisfatto?"

Sakura si lasciò scappare una risata adorabile che le illuminò il viso "Oh quindi saresti insoddisfatto?"

"Oserei dire molto insoddisfatto"

"Irrimediabilmente?"

"Tragicamente"

"Bhe la prossima volta cercheremo di porre un qualche rimedio a questa tua necessità."

"Quanto prossima?"

"Mmmm … Naruto è in punizione fino a nuovo ordine, quindi c'è un posto vacante per chi ti debba portare i compiti. Quindi penso che tornerò domani."

"Non vedo l'ora."

Con uno scatto felino Sakura si liberò dalla presa del moro e si avviò lentamente verso l'uscita.

"Allora a domani"

"A domani Uchiha"

 

Chiusa la porta l'Uchiha si trovò a pensare che stare al letto con il raffreddore non era poi stato tanto male. Ma si avrebbe ritardato il suo ritorno a scuola per altri due o tre giorni.

Non c'era fretta.

 

 

Biblioteca degli autori

 

Eccomi con una One-Shot dedicata completamente al SasuSaku!

Intanto per iniziare alcune precisazioni:

 

* "Io vi amavo un tempo,"

** "In verità, mio signore, me l'avete fatto credere."

 

voglio poi ringraziarvi per essere arrivati fino in fondo a questa storia! Ne vado molto orgogliosa e spero vivamente che vi sia piaciuta!

Come avete potuto vedere ho fatto una leggera spolverata di due delle opere di Shakespeare. Amleto possiamo dirlo un po' anonimo, ma chi non conosce Romeo e Giulietta? Le battute di Amleto sono prese dal secondo incontro tra Amleto e Ofelia, nel corridoio mentre il re e il padre di lei gli stanno spiando. Quelle invece di Romeo e Giulietta sono prese dalla scena del ballo, il primo incorro quando l'uno non conosce ancora l'identità dell'altro.

Bhe penso di aver esaurito i punti da spiegare più approfonditamente.

Per qualsiasi cosa, chiarimenti, critiche, o qual si voglia altra cosa non esitate a farmi sapere!

Mi raccomando Recensite in tanti!

Alla prossima storia

 

 

Bani chan

 

 

 

  
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