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Autore: _Deina13    11/08/2012    3 recensioni
Johanna rimane in silenzio qualche attimo, finchè io non capisco che 'è qualcosa che non va.
«Allora.. rimani con me» sussurra.
«Te lo prometto.» [...]
«Sarebbe bello, no?»
«Sarebbe bello cosa?»
«Una vita. Con te, Peeta e il bambino.Tu non hai sempre voluto un fratello?» «...O una sorella. Si, ma ora..Beh, non credo sia il momento più adatto» «Non penso esisiti un momento per avere un bambino, io non ero pronta quando lo era Peeta, ad esempio. Ma, se vogliamo parlarne, sono io che devo fare tutto il lavoro, lui deve solo stare a guardare, no?»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La sete mi sta uccidendo, e non sto scherzando.

Sto seriamente pensando si aver sbagliato a dare quel po' d'acqua a Katniss, e non me ne sta fregando nulla se lei stava male o bene o se potrebbe morire o perdere il bambino.

Io sto seriamente male.

Da quando tutto questo è iniziato, chi si è preso cura di me? Chi ha deciso cosa dovevo fare o no? Katniss mi aveva avvertito ma non ha fatto nulla per ostacolarmi! Certo, voleva portarmi per non sentirsi da sola, ovviamente! Mi ha mai chiesto come mi sentivo? Come sono stato quando siamo partiti? E quando ho saputo di papà? Eh? Lei non mi ha mai considerato,e ancor meno quando è apparsa Heloise.

E, per quanto riguarda lei, credo che Kat ci abbia sempre mentito a me e Peeta, non ha mai dimenticato Gale, è sempre stata con lui, lo ha sempre amato, ed è sempre stata con Peeta per placare i sensi di colpa, ma non si sentiva pronta per un bambino, e i suoi loschi pianti da bugiarda stavano fallendo.

E ora siamo spacciati per il semplice fatto che siamo suoi amici.

Povero Peeta.

Sto diventando un animale, una belva. Non ragiono più come dovrei. E se mi avessero depistato a mia insaputa? I castelli crollano, ma sono davvero sicuro che sia il mio respiro che li sta costruendo? Il mio cuore batte come la coda di quel pesce che cercavo di uccidere per cena, e fra un po' si fermerà proprio come ha fatto il cuore del gatto, e in seguito come ha fatto il cuore di mia madre.

Forse sto morendo. Non vedo più nulla, è tutto buio, ma sono sicuro di avere le palpebre aperte. O forse degli alligatori ibridi mi hanno staccato la testa a morsi e mio padre mi ha portato in questo non-luogo di buio per farmi stare bene.

Dovrebbero conficcarmi un coltello nello stomaco per farmi smettere di pensare, sarebbe qualcosa di fantastico se il mio cervello smettesse di blaterale cose cattive e si concentrasse sul capire se sto bene o no.

Da quanto tempo non vedo la mia piccola e dolce Johanna e la mia adorata Kat? Un paio d'ore? Ho freddo, mi mancano, non capisco come mi è venuto in mente di allontanarmi da loro per inseguire Heloise. Forse lo so, lei è piccola ed indifesa più di me.

E poi io mi fido di Gale, ora, e so che non potrà succedere nulla alle mie ragazze finchè sono via. Ma tanto, so che, appena troverò un punto o un'indicazione per tornare dov'ero, la seguirò con o senza il consenso della mia compagna.

Siamo seduti contro un albero, lei è come sempre fra le mie gambe e io la stringo forte ai fianchi, l'attiro a me più che posso. I miei pollici sfiorano sia le punte dei suoi capelli sia i suoi seni, ma lei sembra non accorgersene, ed io continuo a credere di essere diventato cieco.

«Ehy J, ci sei?» dice, e le sua voce mi rimbomba nelle orecchie. «Non parli, non dici nulla»

«Ho freddo» dico, poggiando la mia fronte sulla sua schiena. «Accendiamo un fuoco?»

«No» lei si volta e si siede su di me, ora premo la fronte contro il suo petto. «Ci vedrebbero»

Mi abbraccia, ed io ricambio. In questo momento nella quale la mia mente maniaca si riposa riesco a sentire quasi una piacevole brezza estiva sulla pelle. Adesso sento che mi manca la mamma.

Ma poi realizzo.

«Ho sete» la mia bocca è secca, e quando muovo la lingua per parlare, mi fa male.

«Non c'è acqua qui in giro, mi spiace» mi fa una carezza, ma io sono troppo lontano e non la sento.

O realizzato la verità.

Mi gira la testa, le gengive si attaccano all'interno guancia, e di colpo ci vedo bene, vedo una luce che scende dall'alto, e poi un coniglio un cervo un cerbiatto un puma un uccello un topo un coniglio un cervo un cerbiatto un puma un uccello un topo un coniglio che vengono verso di me.

E dietro c'è qualcuno.

Dietro c'è mamma.

Sento una mano che corre dietro la mia schiena ed una che mi accarezza i capelli e gli occhi. Ma le sento in lontananza, come se guardassi la scena e mi immaginassi le sensazioni, ne sento solo una parte che brucia sul mio corpo in questo momento.

Il resto è preso dagli occhi lucenti e i capelli corvini di mamma che mi guarda sorridente ma silenziosa. Altro ancora cattura la mia attenzione, alla mia des...sinistra.

Un ultimo urlo di sete si soffoca nella mia gola secca e le mie tonsille si attaccano fra loro, la lingua aderisce al palato e non c'è più differenza fra la gengiva rosso vivo e l'interno guancia graffiato in precedenza dai miei naturali canini affilati.

Adesso che penso ai miei detti e ai miei canini fatti apposta per addentare, mi torna in mente il coniglio grigio che ho scuiato un paio d'ore fa, e a come ora lo staranno divorando.

Lo voglio anche io.

Che occhi strani, però, che ora vedo davanti a me, alla mia des...sinistra.

Fa un passo indietro e sorride, e vedo il suo viso sereno e ben illuminato da un'alba rosea di un giorno pieno di salute.

Sono gli stessi occhi del ritratto di Peeta, dell'ultimo che lui ha fatto a casa, quello che sembra di secoli fa.

Che occhi strani.

Due labbra bellissime sorridono e dei riccioli castano\rossicci\biondi coprono una palpebra di carnagione pura e dorata.

Che occhi strani.

Lo conosco l'ho già visto so chi è ho già visto i suoi occhi. Ma non nel ritratto di Peeta.

Poi lo riconosco, e lo vedo chiaro nella mia mente e nella memoria del mio cuore.

Papà.






F.

   
 
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