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Autore: Lady Cheshire    12/08/2012    3 recensioni
Accetti? O non accetti?
Ecco la domanda che ha cambiato, nuovamente, la mia vita. Io ho accettato, ora ne arrivano le conseguenze, ma non sono l’unica. Dopo gli Shugo Chara ecco una nuova sfida, ma stavolta non saremo una squadra, questa è una battaglia che prevede singoli giocatori. O almeno così dovrebbe essere… Il gioco di Alice ha di nuovo inizio. Rozen reclama la sua Alice.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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You're not alone 
Together we stand 
I'll be by your side, you know I'll take your hand 
When it gets cold 
And it feels like the end 
There's no place to go 
You know I won't give in 
No I won't give in (Keep holding you-Avrle Lanigne)


Amu-Ikuto-Tadase-Nagi-Utau-Rima-Suisei Seki-Sousei Seki-Shinku
Ikuto pov
Era già passata una settimana da quando ero entrato nel sogno di Amu, anche se Suisei Seki e Sousei Seki insieme a Shinku vi sono entrati anche altre volte, scoprendo sempre lo stesso sogno dell’uomo in lacrime più qualche altro sogno che rappresentava i desideri di Amu.
«Ma perché non volete dirmi cosa sogna?»
     «Perché non è carino dire cosa sogna una ragazza»
«Perché? Mica avrà sognato me»
   «Smettila di farti i fatti suoi, piuttosto nelle ultime notti ha avuto diversi incubi ed è rimasta piuttosto turbata, c’è stato uno sviluppo del sogno, cosa che l’ha agitata parecchio. Perché non vai a parlarle?»
«In che senso agitata? Cavolo volete dirmi che cosa diamine ha sognato?»
   «Deve essere lei a dirtelo» disse fredda Sousei Seki «E ora vai da lei, è in camera sua»
Sono andato davanti alla camera di Amu, ma non riuscivo ad entrare. Avevo una brutta sensazione, come se qualcosa mi dicesse che una volta entrato avrei scoperto qualcosa che non avrei mai dovuto sapere. Ma alla fine sono entrato lo stesso, lei era la ragazza che…beh ancora è una cosa indefinita. Vederla mi fa piacere, vedere il suo sorriso mi fa sorridere a mia volta, ma quella che era seduta sul letto, in quella stanza buia, non sembrava neanche lontanamente la ragazza solare e allegra che avevo conosciuto 4 anni fa.
Era seduta sul letto, la testa tra le mani e piangeva. Calde e grosse lacrime scendevano dai suoi grandi occhi. Rima era in ginocchio davanti a lei, un espressione dispiaciuta dipinta sul volto, non appena ero entrato nella stanza era venuta verso di me.
  «Ikuto, provaci tu. Ci abbiamo provato sia io, che Utau che Nagi. Niente, solo un’ ostinato silenzio e lacrime»
 «Ok, ci penso io Rima, vai pure»
  «Grazie Ikuto, siamo tutti preoccupati. Io per prima, passa le notti in preda agli incubi e si sveglia di soprassalto urlando. Come hai ben visto negli ultimi giorni si rifiuta perfino di uscire dalla nostra stanza. Fai qualcosa, siamo tutti in ansia» disse per poi uscire dalla stanza, in silenzio.
 «Amu…» l’avevo chiamata più e più volte, ma lei non voleva nemmeno alzare il viso. Guardava il pavimento, senza degnarmi di uno sguardo.
 «Dimmi qualcosa diamine!» ma lei niente, continuava a stare zitta. Mi ero seduto per terra accanto a lei e abbiamo passato così le ore… Io seduto a guardare lei, lei nella stessa posa, in silenzio, ogni  tanto piangeva ma perlopiù stava zitta, assorta in chissà quali pensieri. Capisco che voglia stare sola, ma così ci fa preoccupare tutti. Dopo due ore così finalmente…
«Perché sei qui?»
 «Amu, finalmente hai finito col tuo silenzio eh? Allora vuoi dirmi che hai?»
«Ikuto…non  mi va di parlarne adesso»
 «Oh, tranquilla, sono qui da due ore, posso stare qua ancora per altrettanto tempo»
«… Io credo di essere sull’orlo della pazzia. Non ce la faccio più, da quando sono arrivate le bambole continuo ad avere incubi su incubi. E’ da più di una settimana che non riesco a dormire, sono distrutta. Credo che non resisterò ancora per molto Ikuto, sono al limite. Ho i nervi a fior di pelle» disse distrutta tra i singhiozzi convulsi.
 «Per prima cosa, apriamo la finestra» ora che finalmente era entrata un po’  di luce riuscivo a vederla bene in viso. Era molto pallida, due profonde occhiaie le cerchiavano gli occhi color miele arrossati dal pianto isterico di poco fa, aveva veramente i nervi a fior di pelle. Sembrava in allerta, come i gatti, lo sguardo guizzava nervoso da una parte all’altra. Mi sono seduto sul letto accanto a lei, le presi la mano…tremava. Si era allontanata un po’,quasi avesse paura del contatto fisico. Strinsi più forte  la presa sulla sua mano e la tirai verso di me, stringendola forte. Dopo un attimo di sorpresa scoppiò di nuovo in lacrime, cacciando un urlo acuto.
Amu pov
Ikuto mi aveva tirato a se, quasi bruscamente. Si era accorto che tremavo, non volevo nessuno vicino a me in questo momento, non volevo parlare con nessuno. Però stretta in quell’abbraccio protettivo, mi sentivo inaspettatamente tranquilla, sentivo di poter sfogare la mia frustrazione, la mia paura. Le lacrime scendevano veloci, anche se ero convinta di non avere più lacrime da piangere. Dopo circa una buona mezz’ora di pianto, mi sono staccata.
«Grazie Ikuto, mi serviva»
 «Felice di esserti stato d’aiuto…ora vuoi dirmi cosa ti tormenta?»
«E’ che ultimamente sono perseguitata da un incubo. Una stanza vittoriana, con delle ampie finestre. Io sono seduta su una poltrona, davanti a me un uomo piange e chiama Alice…sai penso seriamente che quell’uomo sia il padre delle bambole. Quello deve essere Rozen, ma non ne sono sicura, l’unica cosa che mi dice è di trovare Alice. Dopo un po’ mi alzo e lui mi ferma e mi dice che lui è sempre con me… colei che sa di meno farà il miracolo…così ha detto. Che cosa vorrà dire?»
 «Non lo so, ma credo che lo scopriremo nel corso degli eventi, ora però riprenditi ok?»
«E come faccio, appena chiudo gli occhi cominciano gli incubi. Sono stanca morta» era vero, non avevo più nemmeno la forza di stare in piedi
 «Allora vorrà dire che resterò qui vicino a te»
«E’ un pensiero gentile, ma presto dovremo combattere. Saremo di nuovo nemici»
 «Si, ma solo fuori, dentro possiamo anche fregarcene di questa cosa no?»
  «Ikuto hai ragione»
   «Già, e non serve che ti ostini nel silenzio, lo sai che son noi puoi parlare»
      «Utau e Rima hanno ragione, siamo tutti al tuo fianco Amu. Siamo tutti preoccupati per te»
     «Esatto, ci spiace che questi incubi siano toccati solo a te. Credimi tutti noi vorremmo poter prendere una parte della tua sofferenza se potessimo»
«Ragazzi…Grazie!»
      «E per quanto riguarda le battaglie, avete ragione entrambi. Ma fuori di qui, nessuno si dovrà fare scrupoli, o questa storia andrà avanti all’infinito»
     «Allora, fuori di qui sarà come combattere con uno sconosciuto…»
«E’ la nostra unica alternativa»
   «Ora basta ok? Andiamo un po’ fuori ok? Dimentichiamo per un attimo questa faccenda»
«Si» solo io so quanto sono fortunata, i miei amici sono fantastici e anche se dovremo combattere non importa. Si ci fa male saperlo ma, la nostra amicizia supererà ogni ostacolo…anche questo.
Prima di uscire dalla mia stanza ho fermato Ikuto, tirandolo per la manica della maglia. Mi sono alzata in punta di piedi e gli ho dato un bacio sulla guancia
«Grazie Ikuto…»
 «E di cosa?» disse allegro, ma come faccio a risponderti?
Grazie di essere sempre al mio fianco, di non lasciarmi mai. Di essere sempre pronto a consolarmi come oggi, che sei stato seduto accanto a me per due ore, grazie per essere sempre pronto a tirarmi su di morale, anche se spesso mi fai arrabbiare…grazie di avermi fatto innamorare di una persona meravigliosa quale sei, ma questo…non lo dirò mai ad alta voce.
«Grazie e basta!»

  
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